giuseppe conte sassoli gentiloni von der leyen lagarde recovery fund

RECOVERY SÒLA – CHE IL PIANO “NEXT GENERATION EU” SIA UNA MEZZA FREGATURA LO DICE FRA LE RIGHE PURE FEDERICO FUBINI, CHE NON È UN PERICOLOSO SOVRANISTA: “LA SPINTA ADDIZIONALE ALLA RIPRESA GARANTITA DAL RECOVERY FUND, IN BASE AI PIANI ATTUALI, VALE CIRCA LA METÀ DEI 209 MILIARDI ASSEGNATI. IL RESTO È SOSTITUZIONE DI DEBITO CON ALTRO DEBITO, A CONDIZIONI MENO ONEROSE, PER PAGARE GLI STESSI PIANI DI PRIMA”

SANCHEZ CONTE RUTTE ALLA DISCUSSIONE SUL RECOVERY FUND

Federico Fubini per il “Corriere della Sera”

 

L' ultimo aggiornamento del programma economico-finanziario del governo è quasi pronto, incluso il dato oggetto delle maggiori attenzioni: il livello del debito pubblico. Quest' anno il ministero dell' Economia lo vede in aumento fino quasi al 160% del prodotto lordo, dal 135% dov' era rimasto per i sei anni di debole ripresa fino al 2019.

 

ROBERTO GUALTIERI GIUSEPPE CONTE

Significa che il debito pubblico italiano oggi è di fatto al punto più alto mai raggiunto dallo Stato unitario, alla pari con il livello toccato alla fine della Grande guerra e nel pieno della febbre spagnola che spazzò via mezzo milione di italiani in pochi mesi verso la fine del 1918.

 

GIUSEPPE CONTE URSULA VON DER LEYEN

Il governo ha esattamente quel livello di debito, benché per un quinto (poco più di 500 miliardi di euro) sia oggi in mano alla Banca d' Italia che di fatto restituisce al Tesoro gli interessi pagati da quest' ultimo. Per gli anni prossimi poi la nota del governo indica un percorso in discesa del debito, ma a una condizione che non viene esplicitata: la parte di prestiti di Next Generation EU (o Recovery Fund) riservata all' Italia, per circa 127 miliardi, non dev' essere assorbita dal governo se non in piccola parte; oppure, se quei soldi sono presi, questa parte di prestiti europei non viene usata per finanziare investimenti in più rispetto a quelli già previsti dal 2019.

 

GIUSEPPE CONTE IN UN MOMENTO DI PAUSA DURANTE LE TRATTATIVE SUL RECOVERY FUND

Al contrario, questa porzione di finanziamento deve servire principalmente per sostituire con debito verso l' Unione europea il debito verso il mercato che lo Stato italiano avrebbe comunque contratto per finanziare vecchi progetti che esistevano già. In sostanza la spinta addizionale alla ripresa garantita dal Recovery Fund, in base ai piani attuali, vale circa la metà dei 209 miliardi assegnati al Paese nel negoziato di Bruxelles. Il resto è sostituzione di debito con altro debito, a condizioni meno onerose, per pagare gli stessi piani di prima.

 

CONTE E MERKEL

La nota di programma del ministero dell' Economia ad oggi prevede infatti che gli investimenti in più permessi da Next Generation EU si debbano finanziare quasi tutti attraverso la parte da 82 miliardi dei trasferimenti diretti di Bruxelles. Solo quella infatti non andrebbe ad aumentare il debito, se utilizzata, proprio perché lo Stato non deve rimborsarla. Ciò però ha anche alcune implicazioni per l' impatto che il Recovery Fund può avere sulla ripresa in Italia: dopo un crollo del fatturato di 156 miliardi nel 2020, l' anno prossimo dovrebbero affluire da Next Generation EU appena dieci miliardi per investimenti aggiuntivi, l' anno dopo altri quindici miliardi e il resto gradualmente fino al 2026. Sarebbe senz' altro un aiuto, ma non una svolta dopo una caduta dell' economia di quasi il 10%.

 

giuseppe conte roberto gualtieri 13

Il «Corriere» ha parlato con sei persone coinvolte in posizioni diverse in questa partita ed è ormai chiaro che almeno due fattori spiegano la cautela del ministero dell' Economia nel gestire la quota di prestiti del Recovery Fund. Il primo è naturalmente il peso del debito. L' altro però è nei dubbi che stanno emergendo quanto alla qualità degli investimenti che l' amministrazione è in grado di sviluppare, una volta superata quota cento miliardi di euro. Lo Stato oggi non solo fatica a spendere i soldi europei, visto che è appena il 38,5% di assorbimento dei fondi ordinari del periodo 2014-2020; stenta anche a formulare progetti credibili per somme troppo vaste. Un punto fermo per il Recovery Fund però c' è: nuovi ammortamenti per beni tecnologici delle imprese, sul modello Industria 4.0, partono da gennaio per essere scontati fiscalmente nel 2022.

giuseppe conte e angela merkel a meseberg by oshoconte rutte merkel michel

Ultimi Dagoreport

almasri giorgia meloni carlo nordio

DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA INDISTURBATO IN EUROPA? AVEVA UN PASSAPORTO FASULLO O UN VISTO SCHENGEN? E IN TAL CASO, PERCHÉ NESSUN PAESE, E SOPRATTUTTO L’ITALIA, SI È OPPOSTO? - LA TOTALE ASSENZA DI PREVENZIONE DA PARTE DEGLI APPARATI ITALIANI: IL MANDATO DI ARRESTO PER ALMASRI RISALE A OTTOBRE. IL GENERALE NON SAREBBE MAI DOVUTO ARRIVARE, PER EVITARE ALLA MELONI L’IMBARAZZO DI SCEGLIERE TRA IL RISPETTO DEL DIRITTO INTERNAZIONALE E LA REALPOLITIK (IL GOVERNO LIBICO, TRAMITE ALMASRI, BLOCCA GLI SBARCHI DI MASSA DI MIGRANTI) – I SOSPETTI DI PALAZZO CHIGI SULLA “RITORSIONE” DELLA CPI E IL PASTROCCHIO SULL’ASSE DEI SOLITI TAJANI-NORDIO

pier silvio giampaolo rossi gerry scotti pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E L'INGAGGIO DI GERRY SCOTTI COME CO-CONDUTTORE DELLA PRIMA SERATA DI SANREMO NE È LA PROVA LAMPANTE - CHIAMARE ALL'ARISTON IL VOLTO DI PUNTA DI MEDIASET È IL SEGNALE CHE IL BISCIONE NON FARÀ LA GUERRA AL SERVIZIO PUBBLICO. ANZI: NEI CINQUE GIORNI DI SANREMO, LA CONTROPROGRAMMAZIONE SARÀ INESISTENTE - I VERTICI DELLA RAI VOGLIONO CHE IL FESTIVAL DI CARLO CONTI SUPERI A TUTTI I COSTI QUELLO DI AMADEUS (DA RECORD) - ALTRO SEGNALE DELLA "PACE": IL TELE-MERCATO TRA I DUE COLOSSI È PRATICAMENTE FERMO DA MESI...

elon musk sam altman

NE VEDREMO DELLE BELLE: VOLANO GIÀ GLI STRACCI TRA I TECNO-PAPERONI CONVERTITI AL TRUMPISMO – ELON MUSK E SAM ALTMAN HANNO LITIGATO SU “X” SUL PROGETTO “STARGATE”. IL MILIARDARIO KETAMINICO HA SPERNACCHIATO IL PIANO DA 500 MILIARDI DI OPENAI-SOFTBANK-ORACLE, ANNUNCIATO IN POMPA MAGNA DA TRUMP: “NON HANNO I SOLDI”. E IL CAPOCCIA DI CHATGPT HA RISPOSTO DI PETTO AL FUTURO “DOGE”: “SBAGLI. MI RENDO CONTO CHE CIÒ CHE È GRANDE PER IL PAESE NON È SEMPRE OTTIMALE PER LE TUE COMPAGNIE, MA NEL TUO RUOLO SPERO CHE VORRAI METTERE PRIMA L’AMERICA…” – LA GUERRA CIVILE TRA I TECNO-OLIGARCHI E LE MOSSE DI TRUMPONE, CHE CERCA DI APPROFITTARNE…

donald trump elon musk jamie dimon john elkann

DAGOREPORT – I GRANDI ASSENTI ALL’INAUGURATION DAY DI TRUMP? I BANCHIERI! PER LA TECNO-DESTRA DEI PAPERONI MUSK & ZUCKERBERG, IL VECCHIO POTERE FINANZIARIO AMERICANO È OBSOLETO E VA ROTTAMATO: CHI HA BISOGNO DEI DECREPITI ARNESI COME JAMIE DIMON IN UN MONDO CHE SI FINANZIA CON MEME-COIN E CRIPTOVALUTE? – L’HA CAPITO ANCHE JOHN ELKANN, CHE SI È SCAPICOLLATO A WASHINGTON PER METTERSI IN PRIMA FILA TRA I “NUOVI” ALFIERI DELLA NEW ECONOMY: YAKI PUNTA SEMPRE PIÙ SUL LATO FINANZIARIO DI EXOR E MENO SULLE VECCHIE AUTO DI STELLANTIS (E ZUCKERBERG L'HA CHIAMATO NEL CDA DI META)

antonino turicchi sandro pappalardo armando varricchio nello musumeci ita airways

DAGOREPORT – DA DOVE SPUNTA IL NOME DI SANDRO PAPPALARDO COME PRESIDENTE DELLA NUOVA ITA “TEDESCA” BY LUFTHANSA? L’EX PILOTA DELL’AVIAZIONE DELL’ESERCITO È STATO “CALDEGGIATO” DA NELLO MUSUMECI. IL MINISTRO DEL MARE, A DISPETTO DEL SUO INCARICO, È MOLTO POTENTE: È L’UNICO DI FRATELLI D’ITALIA AD AVERE I VOTI IN SICILIA, ED È “MERITO” SUO SE SCHIFANI È GOVERNATORE (FU MUSUMECI A FARSI DA PARTE PER FAR CORRERE RENATINO) – E COSÌ ECCO CHE IL “GIORGETTIANO” TURICCHI E L’AMBASCIATORE VARRICCHIO, CARO A FORZA ITALIA, SONO STATI CESTINATI…

friedrich merz donald tusk giorgia meloni trump emmanuel macron olaf scholz mario draghi

C’ERA UNA VOLTA IL TRENO PER KIEV CON DRAGHI, MACRON E SCHOLZ. ORA, COMPLICE IL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO DI GIORGIA MELONI, L’ITALIA È SPARITA DALLA LEADERSHIP DELL’UE - LA DUCETTA PREFERISCE ACCUCCIARSI AI PIEDI DI WASHINGTON (CHE VUOLE VASSALLI, NON ALLEATI ALLA PARI) CHE RITAGLIARSI UN RUOLO IN EUROPA - FRIEDRICH MERZ, PROBABILE NUOVO CANCELLIERE TEDESCO, HA "ESPULSO" L'ITALIA DAL GIRO CHE CONTA: A CHI GLI HA CHIESTO QUALE PAESE ANDREBBE AGGIUNTO A UN DIRETTORIO FRANCO-TEDESCO, HA CITATO LA POLONIA, GUIDATA DAL POPOLARE DONALD TUSK (NEMICO NUMERO UNO DEL PIS DI MORAWIECKI E KACZYNSKI, ALLEATI DELLA DUCETTA IN ECR) - “I AM GIORGIA” SOGNAVA DI ESSERE IL “PONTE” TRA USA E UE E SI RITROVA A FARE LA CHEERLEADER DELLA TECNO-DESTRA DI MUSK E TRUMP…