paolo gentiloni nicola zingaretti giuseppe conte

CHI GESTIRÀ I MILIARDI IN ARRIVO DALL’EUROPA? – CONTE TANTO PER CAMBIARE VUOLE TENERE PER SÉ LA CABINA DI REGIA CHE DOVRÀ GESTIRE I SOLDONI DEL RECOVERY FUND – GENTILONI E ZINGARETTI TEMONO CHE SARANNO USATI COME AL SOLITO PER MANCETTE E NON PER PIANI STRUTTURALI. E IL DESTINATARIO (MAI CITATO) DEI LORO AVVERTIMENTI È “GIUSEPPI”: CI SONO POCHI MESI A DISPOSIZIONE PER STILARE IL PIANO DA PRESENTARE A BRUXELLES, MA LUI STA TEMPOREGGIANDO (CHE SORPRESA)…

 

 

 

Laura Cesaretti per “il Giornale”

 

ZINGARETTI - CONTE - DI MAIO

«Non possiamo sbagliare: non è in gioco un'alleanza di governo ma la tenuta della nazione nei prossimi anni». Anche il leader del Pd Zingaretti ha aggiunto ieri la sua voce al pressing crescente sul governo e in primo luogo sul premier Conte.

 

E lo ha fatto con toni piuttosto ultimativi, e con un allarme analogo a quello già espresso prima di tutto dal commissario europeo Paolo Gentiloni, ma anche dal potenziale sfidante di Zingaretti, il governatore dell'Emilia Romagna Stefano Bonaccini, e ieri dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

 

GENTILONI CONTE

L'elefante nella stanza, come direbbero gli anglosassoni, è il Recovery Fund: il fiume di denari che l'Unione europea pomperà nell'economia italiana nel 2021. Chi e come deciderà di indirizzare quei fondi è la principale sfida che il governo Conte e la coalizione giallorossa si trovano davanti, ma apparentemente la questione è rimossa dal dibattito politico.

 

GIUSEPPE CONTE URSULA VON DER LEYEN

Gentiloni ha già avvertito Palazzo Chigi che la politica del rinvio e dell'inseguimento dell'emergenza e degli interessi particolari e clientelari non sarà accettata da Bruxelles, questa volta: «Dobbiamo essere consapevoli - ha sottolineato il commissario all'Economia - che nel 2020 l'Italia sta spendendo più di tutti, insieme alla Germania. Più di Francia e Spagna. Una cosa enorme, visto il livello di debito.

 

nicola zingaretti giuseppe conte

Ma attenzione: Next Generation in Ue non è il secondo tempo di questa azione di pronto soccorso, magari finanziato da fondi europei». Pensare di tornare alla «normalità di prima», avverte l'italiano più importante in Europa, sarebbe «doppiamente sbagliato». L'Italia, essendo il paese in condizioni più disastrate della Ue, e da prima del Covid, non può permettersi di disperdere fondi in mille rivoli e su «cento progetti per dare segnali a tutti», ma deve costruire un serio progetto di rilancio.

 

E Zingaretti, con un lungo intervento ieri sulla Stampa, si allinea alle indicazioni di Gentiloni e manda a Conte lo stesso messaggio: «Dopo l'emergenza, nella fase della ricostruzione, spetta anche a noi indicare con chiarezza, nella coalizione di governo, i fronti che riteniamo prioritari. Nell'immediato e per il futuro. Le risorse del Recovery Fund vanno utilizzate su progetti credibili, concreti e di valore strategico», scrive.

ROBERTO GUALTIERI ENZO AMENDOLA

 

Il segretario Dem tiene a sottolineare come a Palazzo Chigi sia un ministro Pd, il titolare dei Rapporti con l'Europa Enzo Amendola, a tenere le fila del lavoro preliminare e coordinare la preparazione dei dossier. Ma, avverte il segretario Pd (esattamente come aveva fatto una settimana fa Gentiloni) «non dobbiamo tamponare l'emergenza con rivoli di sostegni e di interventi in ordine sparso».

 

E il destinatario dell'avvertimento è uno solo: Conte. La latitanza del premier sull'enorme lavoro di progettazione che dovrebbe essere già in corso, visti i pochi mesi a disposizione per farsi trovare pronti quando l'Unione europea avvierà le procedure, inizia a farsi notare.

 

CONTE E MERKEL

E l'accelerazione impressa da Zingaretti e da Di Maio all'alleanza politica tra le principali forze di maggioranza va letta anche in questa chiave: la posta in gioco è altissima, e in palio c'è la definizione di chi sarà nella cabina di regia che gestirà il più massiccio afflusso di fondi mai devoluto all'Italia.

 

Il segretario Pd vuole avere voce in capitolo nelle scelte che attendono l'Italia, e spiega al presidente del Consiglio che se pensa di dare le carte da solo si sbaglia di grosso. Per questo torna a dire a Conte che è ora di smettere di temporeggiare anche sul Mes: la linea di finanziamento per le spese sanitarie va attivata quanto prima, perché «ogni giorno sprecato è imperdonabile».

 

 

Ultimi Dagoreport

turicchi, giorgetti, sala

FLASH! - IL DILEMMA DI GIORGETTI: IL CAPO DELLE PARTECIPATE DEL TESORO E SUO FEDELISSIMO, MARCELLO SALA, NON HA INTENZIONE DI TRASLOCARE ALLA PRESIDENZA DI NEXI PER FARE POSTO AD ANTONINO TURICCHI, CHE VANTA PERO’ UN ‘’CREDITO’’ NEI CONFRONTI DEL MINISTRO DEL MEF PER AVER CONDOTTO IN PORTO LE TRATTATIVE ITA-LUFTANSA. MA ALLA PRESIDENZA DI ITA, INVECE DI TURICCHI, MELONI & C. HANNO IMPOSTO SANDRO PAPPALARDO, UN PILOTA PENSIONATO LEGATO AL CLAN SICULO DI MUSUMECI – ORA GIORGETTI SPERA CHE VENGA APPLICATA LA LEGGE CHE VIETA AI PENSIONATI DI STATO DI RICOPRIRE INCARICHI RETRIBUITI)…

donald trump

DAGOREPORT - LA DIPLOMAZIA MUSCOLARE DI TRUMP È PIENA DI "EFFETTI COLLATERALI" - L'INCEDERE DA BULLDOZER DEL TYCOON HA PROVOCATO UNA SERIE DI CONSEGUENZE INATTESE: HA RIAVVICINATO IL REGNO UNITO ALL'UE, HA RILANCIATO L'IMMAGINE DI TRUDEAU E ZELENSKY, HA RIACCESO IL SENTIMENT ANTI-RUSSO NEGLI USA - LA MOSSA DA VOLPONE DI ERDOGAN E IL TRACOLLO NEI SONDAGGI DI NETANYAHU (SE SALTA "BIBI", SALTA ANCHE IL PIANO DI TRUMP PER IL MEDIO ORIENTE) - I POTENTATI ECONOMICI A STELLE E STRISCE SI MUOVONO: ATTIVATO UN "CANALE" CON LE CONTROPARTI BRITANNICHE PER PREVENIRE ALTRI CHOC TRUMPIANI...

giorgia arianna meloni maria grazia manuela cacciamani gennaro coppola cinecitta francesco rocca

DAGOREPORT - MENTRE LE MULTINAZIONALI STRANIERE CHE VENIVANO A GIRARE IN ITALIA OGGI PREFERISCONO LA SPAGNA, GLI STUDIOS DI CINECITTÀ SONO VUOTI - SONDARE I PRODUTTORI PER FAVORIRE UNA MAGGIORE OCCUPAZIONE DEGLI STUDIOS È UN’IMPRESA NON FACILE SOPRATTUTTO SE A PALAZZO CHIGI VIENE L’IDEA DI NOMINARE AL VERTICE DI CINECITTÀ SPA, CARDINE DEL SISTEMA AUDIOVISIVO ITALIANO, MANUELA CACCIAMANI, LEGATA ALLE SORELLE MELONI, IN PARTICOLARE ARIANNA, MA DOTATA DI UN CURRICULUM DI PRODUTTRICE DI FILM “FANTASMA” E DOCUMENTARI “IGNOTI” – FORSE PER IL GOVERNO MELONI È STATA PIÙ DECISIVA LA FEDE POLITICA CHE IL POSSESSO DI COMPETENZE. INFATTI, CHI RITROVIAMO NELLA SEGRETERIA DI FRANCESCO ROCCA ALLA REGIONE LAZIO? LA SORELLA DI MANUELA, MARIA GRAZIA CACCIAMANI, CHE FU CANDIDATA AL SENATO NEL 2018 NELLE LISTE DI FRATELLI D’ITALIA - QUANDO DIVENTA AD DI CINECITTÀ, CACCIAMANI HA LASCIATO LA GESTIONE DELLE SUE SOCIETÀ NELLE MANI DI GENNARO COPPOLA, IL SUO COMPAGNO E SOCIO D'AFFARI. QUINDI LEI È AL COMANDO DI UNA SOCIETÀ PUBBLICA CHE RICEVE 25 MILIONI L'ANNO, LUI AL TIMONE DELL’AZIENDA DI FAMIGLIA CHE OPERA NELLO STESSO SETTORE…

consiglio europeo giorgia meloni viktor orban ucraina zelensky ursula von der leyen

LE DECISIONI ALL’UNANIMITÀ IN EUROPA SONO FINITE: IERI AL CONSIGLIO EUROPEO IL PRIMO PASSO PER IL SUPERAMENTO DEL VETO, CON L’ISOLAMENTO DEL PUTINIANO VIKTOR ORBAN SUL PIANO IN CINQUE PUNTI PER L’UCRAINA – GIORGIA MELONI NON POTEVA SFILARSI ED È RIUSCITA A RIGIRARE LA FRITTATA CON MATTEO SALVINI: NON ERA UN DESIDERIO DI TRUMP CHE I PAESI EUROPEI AUMENTASSERO FINALMENTE LE SPESE PER LA DIFESA? DI CHE TI LAMENTI? - ANCHE LA POLEMICA DEL LEGHISTA E DI CONTE SUI “SOLDI DEGLI ASILI CHE FINISCONO IN ARMAMENTI” È STATA AGILMENTE NEUTRALIZZATA DALLA SORA GIORGIA, CHE HA FATTO “VERBALIZZARE” LA CONTRARIETÀ DELL’ITALIA ALL’UTILIZZO DEI FONDI DI COESIONE…