“1,5 MILIONI DI PERSONE CHE PERCEPISCONO IL REDDITO DI CITTADINANZA SONO EVASORI” - L’EX PRESIDENTE DELL’INPS, BOERI: “NON CAPISCO LA REAZIONE SCOMPOSTA DI TRIDICO: SONO STIME ATTENDIBILI SVOLTE DALL’INPS, TEMI DISCUSSI IN SEMINARI CUI FORSE AVREBBE FATTO BENE A PARTECIPARE. OLTRE A RAGGIUNGERE MOLTI FALSI POVERI, IL REDDITO NON RAGGIUNGE MOLTI VERI POVERI. IL SUSSIDIO È CONGEGNATO IN MODO DA…”
Luca Monticelli per “la Stampa”
Tito Boeri replica a Pasquale Tridico dopo gli attacchi lanciati dal presidente dell' Inps su questo giornale. Il professore della Bocconi, al vertice della previdenza sociale fino a un anno e mezzo fa, è sorpreso dal tono e dalle invettive usate dal collega.
Tridico l' ha accusato di dire «castronerie», di fare «chiacchiere da bar» per aver dichiarato in una trasmissione tv che «la metà dei percettori di reddito di cittadinanza sono evasori». Boeri precisa di essere favorevole a uno strumento che riduca la povertà e spiega: «Non capisco davvero la sua reazione scomposta. Io mi sono limitato a riferire che ci sono stime attendibili svolte dall' Inps secondo cui la metà dei tre milioni di persone che percepiscono il sussidio sono evasori.
Accade spesso che i politici non capiscano i dati o neghino la realtà anche quando evidente, ma gli economisti dovrebbero misurarsi solo con le analisi scientifiche», sottolinea.
Poi aggiunge: «Sono temi discussi all' Istituto a partire dall' incrocio fra i dati amministrativi e campionari e sulla base di modelli di microsimulazione in seminari cui forse Tridico avrebbe fatto bene a partecipare. Sono stime a mio giudizio plausibili».
Perché plausibili?
LUIGI DI MAIO REDDITO DI CITTADINANZA BY LUGHINO
«Inps e Istat stimano che ci siano 3 milioni di evasori totali fra gli autonomi e altri 3 tra i dipendenti. Quando unici percettori di reddito, la loro evasione permette all' intero nucleo famigliare di prendere il sussidio. Quindi non siamo lontani dall' avere 10 milioni di potenziali interessati dal reddito di cittadinanza tra gli evasori e le loro famiglie. Se il 15 per cento di questi lo percepisce abbiamo che la metà dei suoi beneficiari è evasore».
Tridico sostiene che i controlli incrociati sulle famiglie vengono fatti sin dall' avvio, le risulta?
«I controlli patrimoniali allora venivano fatti solo ex post e a campione. Quando ero presidente dell' Inps avevo suggerito di aspettare l' Isee precompilato e l' incrocio delle banche dati prima di varare il reddito di cittadinanza, perché i dati incrociati sui patrimoni sono molto efficaci nell' identificare il sommerso».
Le indagini sull' assegno preso dal padre dei fratelli Bianchi, i ragazzi di Artena accusati di aver pestato a morte Willy, sono scattate grazie alle foto dei lussi esibite su Facebook, evidentemente le verifiche sui dati non sono efficaci?
«Forse hanno cominciato a ricevere il sussidio quando i controlli preventivi sui patrimoni non venivano svolti. Queste cose vanno accertate prima di concedere il sostegno. Un conto è bloccare un pagamento prima di erogarlo, un altro è recuperare dopo quanto versato, superando i ricorsi».
Il presidente dell' Inps dice che secondo il suo ragionamento i poveri che incassano il reddito nasconderebbero ricchezze fino a 60 miliardi di euro, che è la metà del nero stimato in Italia.
pasquale tridico virginia raggi
«Credo non abbia capito. Non ho detto che la metà degli evasori ottiene l' assegno, ma che la metà dei percettori del reddito potrebbero esserlo. Si tratta, come dicevo, di circa il 15 per cento degli evasori.
Quindi semmai la cifra dovrebbe essere di 18 miliardi. Inoltre, tra chi froda il fisco molti potrebbero avere redditi comunque bassi. I 120 miliardi di sommerso non sono distribuiti uniformemente fra la popolazione. Ci sono grandi e piccoli evasori.
Mi sorprende questa polemica perché una delle ragioni per le quali sono stati imposti dei criteri sui patrimoni molto stringenti nel reddito di cittadinanza è che si è consapevoli che in Italia c' è una realtà di nero molto elevata. Questo non significa che non si dovesse rafforzare la misura contro la povertà introdotta con il Rei, ma solo che questo passaggio andava preparato meglio, anche nel definire lo strumento in modo più efficace».
Professore a cosa si riferisce?
«Oltre a raggiungere molti falsi poveri, il reddito di cittadinanza non raggiunge molti veri poveri e questo è forse il problema più serio. Il sussidio è congegnato in modo tale da concedere poco alle famiglie numerose e troppo ai single, soprattutto al Sud dove la soglia di povertà è più bassa. In più disincentiva il lavoro: se mi viene offerto un posto, ogni euro del salario è sottratto al sussidio e questo è come una tassa del 100 per cento. Non ci guadagno nulla a lavorare».
Insomma, lei è contro la misura bandiera dei 5 stelle, pensa che andrebbe abolita?
«Per niente, ci vuole un reddito minimo contro la povertà. Il reddito di cittadinanza va riformato analizzando accuratamente tutte le informazioni disponibili. Perché non basta scrivere una legge per risolvere il problema. I dati forniti dall' Istat a giugno ci dicono che la povertà nel 2019, dopo l' introduzione della riforma, ha conosciuto solo una piccola flessione».