1. CHE GRAN CUORE CHE HA LUIGI ZANDA, TIGNOSO CAPOGRUPPO DEL PD A PALAZZO MADAMA 2. TRA I NUMEROSI INCARICHI CHE RICOPRE, C’E’ ANCHE QUELLO DI CONSIGLIERE DI AMMINISTRAZIONE DELLA “FONDAZIONE PER LE SCIENZE RELIGIOSE GIOVANNI XXIII” DI BOLOGNA 3. E MERCOLEDÌ SCORSO, L’EX MARGHERITA E EX PORTAVOCE DI COSSIGA, HA PORTATO A CASA L'OK DEL SENATO PER FINANZIARE CON 426 MILA EURO PROPRIO LA FONDAZIONE DI CUI E’ CONSIGLIERE, ALLA FACCIA DI QUALUNQUE SOFFRITTO DI INTERESSI (TANTO PAGHIAMO NOI) 4. OVVIAMENTE IL MERITO NON E’ SOLO DI ZANDA. NEL CDA DELLA GIOVANNI XXIII C’È MOLTA GENTE DI PESO. PRESIDENTE È L’EX GIUDICE COSTITUZIONALE VALERIO ONIDA, E TRA I MEMBRI CI SONO UN EX MINISTRO DEL GOVERNO MONTI, PIERO GIARDA, E IL PRESIDENTE DELLA CDP, FRANCO BASSANINI, LA CUI MOGLIE, LINDA LANZILLOTTA, E’ VICEPRESIDENTE DEL SENATO 5. IN COMMISSIONE CULTURA, L’UNICO AD OPPORSI A QUESTO “CADEAU” E’ STATO IL GRILLINO

Fondazione per le scienze religiose Giovanni XXIIIFondazione per le scienze religiose Giovanni XXIII

DAGOREPORT

E’ lui? O non è lui? Il sito della Fondazione lo decanta così: «Consulente in diversi ministeri negli anni Settanta, è stato vicepresidente dell’editoriale Periodici del Gruppo Espresso, presidente del consorzio Venezia Nuova, ha guidato l’Agenzia del Giubileo, è stato consigliere di fondazioni di promozione della cultura e della Rai».

 

Luigi Zanda Luigi Zanda

Ci siete? «Senatore della Repubblica dal 2006». Indovinato? «Dal 2013 è stato eletto per acclamazione capogruppo del Partito Democratico al Senato della Repubblica».

Fuoco! E certo che è lui: Luigi Zanda, classe 1942, noto agli addetti ai lavori come il più cupo e cipiglioso capogruppo che il Pd abbia mai acclamato al Senato; ma alzi la mano chi lo sapeva membro del consiglio d’amministrazione della Fondazione per le scienze religiose Giovanni XXIII, via San Vitale 114, Bologna. In sigla, Fscire.

 

E che è ‘sta roba? «Un’istituzione di ricerca, che pubblica, forma, serve, organizza, accoglie e comunica la ricerca nell’ambito delle scienze religiose». Roba forte. Ma ancora più forte è l’obiettivo: «Dotare il sistema della ricerca italiana di una infrastruttura di eccellenza nell’ambito della ricerca storico-religiosa europea e internazionale».  Se ne sentiva proprio la mancanza.

Fondazione per le scienze religiose Giovanni XXIII Fondazione per le scienze religiose Giovanni XXIII

Però… però… però… Chi la paga, cotanta infrastruttura?

 

Tranquilli: noi. I contribuenti italiani. La fondazione di cui è membro Luigi Zanda – capogruppo Pd al Senato, ricordiamolo, di rito renziano ed ex Margherita – mercoledì ha portato a casa il via libera del Senato per un finanziamento di 426.245 euro. Con buona pace di chi già grida all’«evidente conflitto d’interessi», come la senatrice leghista Silvana Comaroli, che essendo stata eletta a Sotto il Monte (Bg), borgo natio di papa Roncalli, su Giovanni XXIII ha forse una sensibilità un po’ troppo accentuata. E protesta. Eccome se protesta! Addirittura chiede, in un’interrogazione, se non sia più opportuno destinare quei 426 mila euro a iniziative meglio orientate «al progresso economico-culturale del paese».

 

franco bassaninifranco bassanini

Mah. Il ministro dell’istruzione-università-ricerca, Stefania Giannini, ex segretario politico di Scelta Civica, ha senz’altro una visione meno bacchettona sulla faccenda; e infatti nel riparto 2014 del “fondo ordinario per gli enti e le istituzioni di ricerca”, presentato alle Camere il 30 settembre per il parere di rito, non è stata troppo a cavillare sui conflitti e sugli interessi.

 

Idem i membri Pd di quella commissione Cultura (presidente è il renziano Andrea Marcucci) a cui spettava, in Senato, dare il parere sul riparto. Anche l’unica componente di Scelta Civica, la vice-presidente del Senato Linda Lanzillotta, non ha detto beh. Onore al merito: l’unico a protestare sulla regalia a Zanda per la tanto desiderata «infrastruttura di ricerca religiosa» è stato il 5 stelle Fabrizio Bocchino. Quanto agli altri, luce verde e amen.

Linda Lanzillotta Linda Lanzillotta

 

Ora: su 1,75 miliardi del fondo, tra l’altro in perenne affanno finanziario, ben 82 milioni e mezzo sono andati alle «attività di ricerca a valenza internazionale». Ed ecco qua: tra i 3,5 milioni per l’impianto di Grenoble che produce luce al sincrotrone e gli 844 mila euro al progetto HSFP sulla ricerca di base (coinvolti 13 paesi, dal Canada all’India) ecco spuntare i 426 mila eurini alla fondazione Fscire, ignota ai più ma guidata da Alberto Melloni, ordinario di storia del cristianesimo all’università di Modena-Reggio Emilia e legatissimo a Zanda. Bingo.

 

Merito non solo del capogruppo Pd, ovviamente.

VALERIO ONIDA VALERIO ONIDA

Nel cda della Giovanni XXIII c’è infatti parecchia gente di peso. Presidente è l’ex giudice costituzionale Valerio Onida, e tra i membri ci sono un ex ministro del governo Monti, Piero Giarda, e il presidente della Cassa depositi e prestiti, il filo-renziano Franco Bassanini. 

Ma… ma… ma sua moglie non è proprio Linda Lanzillotta, la vicepresidente del Senato?

 

Quella che in commissione Cultura ha sostituito Stefania Giannini quando quella è diventata ministro, e in commissione non la si vede mai, ma stranamente mercoledì era lì a votare il via libera ai finanziamenti? Certo che è lei: una ex Margherita, proprio come Luigi Zanda, e un’ accesa sostenitrice di Matteo Renzi, proprio come il marito Franco.

Tutto è bene, insomma, quello che finisce bene.

 

Piero Giarda Piero Giarda

Chissà se Franco Bassanini, prima di spegnere la luce andando a letto, ha almeno ringraziato la moglie per il simpatico cadeaux alla sua fondazione preferita. E se Zanda Luigi, membro della Fscire, si è congratulato con il senatore Luigi Zanda per il brillante risultato a palazzo Madama. 

Ultimi Dagoreport

matteo salvini donald trump ursula von der leyen giorgia meloni ue unione europea

DAGOREPORT – IL VERTICE TRA GIORGIA MELONI E I SUOI VICEPREMIER È SERVITO ALLA PREMIER PER INCHIODARE IL TRUMPIAN-PUTINIANO SALVINI: GLI HA INTIMATO DI NON INIZIARE UNA GUERRIGLIA DI CRITICHE DAL MOMENTO IN CUI SARÀ UFFICIALE L’OK ITALIANO AL RIARMO UE (DOMANI AL CONSIGLIO EUROPEO ARRIVERÀ UN SÌ AL PROGETTO DI URSULA VON DER LEYEN), ACCUSANDOLO DI INCOERENZA – LA DUCETTA VIVE CON DISAGIO ANCHE LE MOSSE DI MARINE LE PEN, CHE SI STA DANDO UNA POSTURA “ISTITUZIONALE” CHE METTE IN IMBARAZZO LA PREMIER

ursula von der leyen giorgia meloni macron starmer armi difesa unione europea

DAGOREPORT – SI FA PRESTO A DIRE “RIARMIAMO L’EUROPA”, COME FA LA VON DER LEYEN. LA REALTÀ È UN PO’ PIÙ COMPLICATA: PER RECUPERARE IL RITARDO CON USA E RUSSIA SUGLI ARMAMENTI, CI VORRANNO DECENNI. E POI CHI SI INTESTA LA RIMESSA IN MOTO DELLA MACCHINA BELLICA EUROPEA? – IL TEMA È SOPRATTUTTO POLITICO E RIGUARDA LA CENTRALITÀ DI REGNO UNITO E FRANCIA: LONDRA NON È NEMMENO NELL’UE E L’ATTIVISMO DI MACRON FA INCAZZARE LA MELONI. A PROPOSITO: LA DUCETTA È ORMAI L’UNICA RIMASTA A GUARDIA DEL BIDONE SOVRANISTA TRUMPIANO IN EUROPA (SI È SMARCATA PERFINO MARINE LE PEN). IL GOVERNO ITALIANO, CON UN PUTINIANO COME VICEPREMIER, È L’ANELLO DEBOLE DELL’UE…

trump zelensky vance lucio caracciolo john elkann

DAGOREPORT – LUCIO E TANTE OMBRE: CRESCONO I MALUMORI DI ELKANN PER LE SPARATE TRUMPUTINIANE DI LUCIO CARACCIOLO - A “OTTO E MEZZO” HA ADDIRITTURA SOSTENUTO CHE I PAESI BALTICI “VORREBBERO INVADERE LA RUSSIA”- LA GOCCIA CHE HA FATTO TRABOCCARE IL VASO È STATA L’INTERVISTA RILASCIATA A “LIBERO” DAL DIRETTORE DI “LIMES” (RIVISTA MANTENUTA IN VITA DAL GRUPPO GEDI) - L'IGNOBILE TRAPPOLONE A ZELENSKY? PER CARACCIOLO, IL LEADER UCRAINO "SI E' SUICIDATO: NON HA RICONOSCIUTO IL RUOLO DI TRUMP" - E' ARRIVATO AL PUNTO DI DEFINIRLO UN OPPORTUNISTA INCHIAVARDATO ALLA POLTRONA CHE "FORSE SPERAVA DOPO IL LITIGIO DI AUMENTARE IL CONSENSO INTERNO..." - VIDEO

giorgia meloni donald trump joe biden

DAGOREPORT – DA DE GASPERI A TOGLIATTI, DA CRAXI A BERLUSCONI, LE SCELTE DI POLITICA ESTERA SONO SEMPRE STATI CRUCIALI PER IL DESTINO DELL’ITALIA - ANCOR DI PIU' NELL’ERA DEL CAOS TRUMPIANO, LE QUESTIONI INTERNAZIONALI SONO DIVENTATE LA DISCRIMINANTE NON SOLO DEL GOVERNO MA DI OGNI PARTITO - NONOSTANTE I MEDIA DEL NOSTRO PAESE (SCHIERATI IN GRAN MAGGIORANZA CON LA DUCETTA) CERCHINO DI CREARE UNA CORTINA FUMOGENA CON LE SUPERCAZZOLE DI POLITICA DOMESTICA, IL FUTURO DEL GOVERNO MELONI SI DECIDE TRA WASHINGTON, LONDRA, BRUXELLES, PARIGI – DOPO IL SUMMIT DI STARMER, GIORGIA DEI DUE MONDI NON PUÒ PIÙ TRACCHEGGIARE A COLPI DI CAMALEONTISMO: STA CON L’UE O CON TRUMP E PUTIN?

friedrich merz

DAGOREPORT – IL “MAKE GERMANY GREAT AGAIN” DI FRIEDRICH MERZ: IMBRACCIARE IL BAZOOKA CON UN FONDO DA 500 MILIARDI PER LE INFRASTRUTTURE E UN PUNTO DI PIL PER LA DIFESA. MA PER FARLO, SERVE UN “BLITZKRIEG” SULLA COSTITUZIONE: UNA RIFORMA VOTATA DAI 2/3 DEL PARLAMENTO. CON IL NUOVO BUNDESTAG, È IMPOSSIBILE (SERVIREBBERO I VOTI DI AFD O DELLA SINISTRA DELLA LINKE). LA SOLUZIONE? FAR VOTARE LA RIFORMA DAL “VECCHIO” PARLAMENTO, DOVE LA MAGGIORANZA QUALIFICATA È FACILMENTE RAGGIUNGIBILE…

fulvio martusciello marina berlusconi antonio damato d'amato antonio tajani

DAGOREPORT – CE LA FARANNO TAJANI E I SUOI PEONES A SGANCIARE FORZA ITALIA DALLA FAMIGLIA BERLUSCONI? TUTTO PASSA DALLA FIDEIUSSIONI DA 99 MILIONI DI EURO, FIRMATE DA SILVIO, CHE TENGONO A GALLA IL PARTITO – IL RAS FORZISTA IN CAMPANIA, FULVIO MARTUSCIELLO, È AL LAVORO CON L’EX PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, ANTONIO D’AMATO: STANNO CERCANDO DEI “CAPITANI CORAGGIOSI” PER CREARE UNA CORDATA DI IMPRENDITORI CHE “RILEVI” FORZA ITALIA - LA QUESTIONE DEL SIMBOLO E IL NOME BERLUSCONI…