LE REGIONI SI OPPONGONO ALLA BOZZA DEL NUOVO DPCM PER BLINDARE L’ITALIA - L'ENTRATA IN VIGORE DEL PROVVEDIMENTO È PREVISTA PER DOMANI E LA DURATA È FISSATA FINO AL 24 NOVEMBRE, MA IL BRACCIO DI FERRO RISCHIA DI PORTARE A NUOVI AGGIUSTAMENTI E ALLA MEDIAZIONE PER LA CHIUSURA DEI LOCALI PUBBLICI ALLE 20 - FERMATO ANCHE IL BLOCCO ALLO SPOSTAMENTO TRA REGIONI…
Fiorenza Sarzanini e Monica Guerzoni per il “Corriere della Sera”
GIUSEPPE CONTE STEFANO BONACCINI
Bar, ristoranti e locali pubblici chiusi alle 18. Serrata per cinema, teatri, palestre e piscine, vietate le feste e i banchetti. Raccomandazione a non lasciare il proprio Comune e a non accogliere in casa amici e parenti. Spostamenti dei cittadini consentiti fino all'ora di coprifuoco imposta dai governatori e dopo soltanto per «comprovate esigenze». Di fronte ai nuovi numeri del contagio da Covid-19 è questa la bozza del nuovo Dpcm del governo per blindare l'Italia. Ma le Regioni si oppongono e lo scontro va avanti fino a notte.
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La prima stesura, che prevedeva la chiusura dei locali la domenica e i festivi viene corretta, ma a nome dei governatori Toti e Bonaccini chiedono di chiudere i ristoranti alle 23 e i bar alle 20 e intanto ottengono il via libera all'apertura nel fine settimana. Protestano contro i divieti anche le associazioni di categoria: «Così moriamo». L'entrata in vigore del provvedimento è prevista per domani e la durata è fissata fino al 24 novembre, ma il braccio di ferro rischia di portare a nuovi aggiustamenti e alla mediazione per la chiusura dei locali pubblici alle 20.
Secondo il governo l'attività di bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie è consentita dalle 5 alle 18. A tavola si può stare «massimo in quattro persone». Dopo le 18 «è vietato il consumo di cibi e bevande nei luoghi pubblici e aperti al pubblico». Rimane invece consentito «senza limiti di orario negli alberghi per i clienti», e continua anche «la consegna a domicilio e fino alle 24 la ristorazione con asporto, con divieto di consumazione sul posto o nelle adiacenze».
GIUSEPPE CONTE STEFANO BONACCINI
Una scansione oraria che i governatori contestano. «Le attività commerciali al dettaglio si svolgono a condizione che sia assicurato, oltre alla distanza interpersonale di almeno un metro, che gli ingressi avvengano in modo dilazionato e che venga impedito di sostare all'interno dei locali più del tempo necessario all'acquisto dei beni». Dunque gli orari di apertura e chiusura rimangono identici a quelli già in vigore. Non ci sono limitazioni al movimento delle persone che devono rispettare gli orari stabiliti con le ordinanze dei governatori sul coprifuoco e utilizzare l'autocertificazione per le uscite «per lavoro, salute o urgenza».
Nel testo del governo è però «fortemente raccomandato a tutte le persone di non spostarsi, con mezzi di trasporto pubblici o privati, in un comune diverso da quello di residenza, domicilio o abitazione, salvo che per comprovate esigenze lavorative, di studio, per motivi di salute, per situazioni di necessità o per svolgere attività o usufruire di servizi non sospesi e non disponibili in tale comune».
Anche su questo, però, il no dei governatori è stato deciso, soprattutto per escludere il divieto degli spostamenti tra Regioni. «Vietate le feste nei luoghi al chiuso e all'aperto, comprese quelle conseguenti alle cerimonie civili e religiose», quindi niente banchetti per nozze, battesimi e altre ricorrenze. Rimangono «sospese le attività che abbiano luogo in sale da ballo e discoteche e locali assimilati, all'aperto o al chiuso». E «nelle abitazioni private è fortemente raccomandato di non ricevere persone diverse dai conviventi, salvo che per comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità e urgenza». Sono «sospese le attività di palestre, piscine, impianti nei comprensori sciistici, centri natatori, centri benessere, centri termali, fatta eccezione per l'assistenza, nonché centri culturali, centri sociali e centri ricreativi».
I governatori chiedono che palestre e piscine rimangano aperte dove il numero dei contagi è basso. Il testo prevede che si possa svolgere «attività sportiva o attività motoria all'aperto, anche presso aree attrezzate e parchi pubblici, nel rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di almeno due metri per l'attività sportiva e di almeno un metro per ogni altra attività».
Rimangono vietati «gli sport di contatto - salvo che per le competizioni professionistiche nonché dilettantistiche di livello nazionale - a livello dilettantistico», ma adesso si fermano anche «le scuole e l'attività formativa di avviamento, le gare, le competizioni e le attività connesse agli sport di contatto aventi carattere ludico-amatoriale». «Sono sospesi gli spettacoli aperti al pubblico in sale teatrali, sale da concerto, sale cinematografiche e in altri spazi anche all'aperto».
È stato invece deciso di lasciare aperti «i musei e gli altri istituti e luoghi della cultura a condizione che detti istituti e luoghi tengano conto delle dimensioni e delle caratteristiche dei locali aperti al pubblico, nonché dei flussi di visitatori contingentati o comunque tali da evitare assembramenti di persone e da consentire che i visitatori possano rispettare la distanza tra loro di almeno un metro». La scelta è stata di chiudere «le attività di sale giochi, sale scommesse, e sale bingo e casinò».
«Sono sospese tutte le attività convegnistiche o congressuali i convegni, i congressi e gli altri eventi, ad eccezione di quelli che si svolgono con modalità a distanza». La stessa norma prevede che «tutte le cerimonie pubbliche si svolgano nel rispetto dei protocolli e linee guida vigenti e in assenza di pubblico». Nel settore pubblico «le riunioni si svolgono in modalità a distanza» e lo stesso «è fortemente raccomandato per le riunioni private».