RENZI, DA BRAVO “FIJO”, SI RITIRA DALLA LOTTA: “LA SEGRETERIA DI QUESTA ROBA QUA? NO GRAZIE” (VIDEO)

1. IL PD GUARDA AVANTI E SI APRE LO SCONTRO
Carlo Bertini per "La Stampa"

«Certo, con Letta premier e un governo Pd-Pdl, serve tenere il campo della sinistra riformista e una segreteria affidata a Epifani eviterebbe di spalancare praterie a Vendola e ai grillini», dice uno dei pezzi grossi di nuova generazione, di area dalemian-bersaniana. Smaltita la pratica delle frasi di incoraggiamento al governo Letta, con Bersani in prima fila impegnato a «lodarne la freschezza e solidità» e ad augurarsi «il sostegno di tutto il Pd», nel Pd si guarda già avanti: a come gestire la ferita con gli elettori che soffrono il governissimo e a mettere al riparo la ditta dalle incursioni a sinistra.

E che ora nel Pd si aprirà uno scontro su chi avrà la leadership fino al congresso è cosa sicura, a sentire cosa dicono i «compagni» di ogni ordine e grado. E ascoltando Renzi da Fabio Fazio su Rai3, «la lista dei ministri è migliore delle aspettative, questo è un governo che manda in pensione una generazione di big», si capisce che la bussola ormai è il rinnovamento e che anche la scelta di chi guiderà il partito non sarà indolore.

Anche se il rottamatore si tira fuori. Lei è interessato a diventare il «reggente del Pd?», gli chiede Fazio. «Il reggente, l'autoreggente...», e giù scroscio di risate in sala. «È un periodo che vengo candidato a tutto. La risposta secca è no, perché non sono adatto. Voglio stare dentro il Pd, ma mi ci vede a fare l'equilibrista che tiene insieme spifferi e correnti? Sono più adatto a tentare di cambiare le cose nel paese».

Ergo, se colui che viene ormai considerato il futuro leader non vuol essere della partita, è facile prevedere che la grande area trasversale che ormai fa riferimento a lui avrà qualcosa da ridire che a gestire il partito possa salire un ex segretario della Cgil, pur se fosse uno stimato riformista come Epifani. Non è un mistero che il suo nome sia in cima alle preferenze dello stesso Bersani per la «reggenza» del partito che sarà votata sabato prossimo dall'assemblea plenaria.

L'ex leader si è speso nell'ultimo giro di boa per far entrare nel governo ministri a lui vicini, come Zanonato, la Carrozza e la Idem; insieme a Letta ha deciso di stoppare le ultime richieste del Pdl «che stava alzando troppo l'asticella delle pretese», raccontano i bersaniani.

«Ora pure se ha prevalso il killeraggio al governo del cambiamento bisogna dare una mano a questo tentativo di Letta», sono i ragionamenti che fa Bersani con i suoi uomini. E il successo di questo tentativo «dipenderà dai suoi primi passi, perché Enrico l'imprinting di quello che doveva essere il nostro governo lo darà». Certo, ora è stata fatta la scelta di dar vita ad un esecutivo politico col Pdl e bisogna ridurre i danni.

Un primo sondaggio tra i parlamentari alla vigilia delle assemblee dei gruppi di domani ha rassicurato i capigruppo e l'area del dissenso si prevede più contenuta del previsto. «Certo il documento critico come l'avevamo pensato ora è superato», ammette uno dei suoi promotori Sandro Gozi.

Anche i «giovani turchi» al di là dell'ingresso nel governo di uno dei loro leader, Orlando, sono più tranquilli. «Avevamo chiesto a Enrico Letta una foto che guardasse al futuro e non al passato e per questo siamo soddisfatti: molti giovani competenti, molte donne e un generale rinnovamento», dice una «turca» emergente, la vicecapogruppo Silvia Velo.

In ogni caso Bersani darà una mano per far rientrare i maldipancia e per evitare che si scarichino sul partito. Ed è convinto che dopo un governo di larghe intese ci sia bisogno di «assumere un profilo netto e di sinistra», per dirla col suo portavoce Stefano Di Traglia. Che non lesina gli aggettivi sulla figura di Epifani, «solido, di cultura politica, già a capo di una grande organizzazione, insomma uno su cui puntare».

E nel frattempo si vedrà se il governo Letta avrà vita facile. Aiuterà la coesione del Pd o favorirà la scissione? chiede Fazio a Renzi: «Aiuterà a riflettere e sono ottimista e a quelli che dicono "non votiamo la fiducia" dico di darsi una calmata: guardate prima com'è, e che discorso farà il premier».


2. VIDEO: RENZI A "CHE TEMPO CHE FA" DA FAZIO

 

 


3. PD: RENZI, NON MI INTERESSA SEGRETERIA MA CAMBIARE IL PAESE
(AGI) - La segreteria no. Non, almeno di "questa roba qua". Matteo Renzi si chiama fuori dalla corsa alla guida del Pd e addirittura ironizza sulla possibilita' di essere "il reggente... o l'autoreggente" dopo le dimissioni di Bersani. Che Bersani abbia "chiuso la sua esperienza la sua esperienza politica alla guida del partito", lo dice chiaro e tondo e si toglie la soddisfazione di mandargli un metaforico abbraccio "oggi che nessuno lo considera piu'", ma il sindaco di Firenze guarda avanti. Piu' avanti.

"Questo e' un periodo in cui vengo candidato a tutto: alle primarie, alla Presidenza del Consiglio, all'Anci. Se alla Littizzetto serve un assistente per sanremo mi candido io", dice dal salotto tv di Fabio Fazio. Ma cambia registro quando invita a osservare: "Capiamoci su cosa e' il Pd. Se e' la roba di queste ultime settimane...". E allora, "la risposta secca e' no, non sono adatto. Io - rivendica - sono il pd all'americana, di Obama, dei Clinton. Mi ci vede a fare l'equilibrato, se non lequilibrista, che tiene insieme correnti?".

Orrore. No, meglio considerare, qui il ragionamento cambia passo e prospettive, che "sono piu' adatto a cercare di sistemare un asilo, di musei aperti... oppure a cercare di cambiare le cose nel Paese". Un po' come fa un presidente del Consiglio. E allora intanto auguri a Letta, "sono convinto che fara' molto bene", con una dedica in stile 'rottamatore': "Questo governo manda in pensione una generazione di big, o presunti tali. Ulteriore elemento di positivita'. Non so come avreste giudicato berlusconi all'Economia... Invece e' un governo che finalmente riconcilia gli italiani con la politica".

"Poi ci sta tutto, ma cosa deve essere il Pd? Quello dell'ultimo mese? No, quello lo cancelliamo", prosegue Renzi che a 'Che tempo che fa' disegna il profilo di un partito "in cui la gente e' felice di starci per le idee ma non diviso per correnti. E penso che abbia la possibilita' di vincere elezioni". Renzi si conferma pronto a "dare una mano ma se resta una struttura ancora diversa da quella che immagino, a gestire e tenere in ordine vicende varie tra spifferi e correntine, penso di essere la persona meno indicata" E allora, il governo.

"Avevo sempre detto che avrei fatto il premier se gli italiani mi avessero votato, quindi non vedo novita'", dice a Fazio che gli parla di veti di Berlusconi. "E' venuta fuori, nel Pd, la possiblita' che potessi essere io e questo mi ha fatto molto piacere. Per la prima volta un si' del Pd e un no del Pdl, ero abituato al contrario... Diciamo che non mi sono sentito piu' un corpo estraneo", spiega. Detto questo "non so se c'e' stato un veto di Berlusconi o no ma va bene cosi'".

Tanto che anche "i nomi del Pdl al governo non sono mica cosi' male. Era meglio se lo faceva da solo il Pd ma e' mancata - punge - la premessa: non abbiamo vinto le elezioni". Una botta a Marini ("un cattolico al Colle? E che vuol dire? Il cattolico la domenica va a Messa non chiede una poltrona"), un'altra al partito perche' "quella e' stata la settimana piu' brutta da quando il Pd e' nato, con questi accoltellamenti alle spalle che non hanno ragione di esistere" e ora "toccato il fondo si puo' ripartire".

"Molto discutibili le considerazioni di Grillo", attacca ma avverte Renzi che "gli elettori Pd sono molto piu' vicini al M5S", e Bersani, onore delle armi a parte, "ha profondamente sbagliato con Grillo: se ti dice di no o prendi argomenti veri, come l'abolizione del finanziamento pubblico ai partiti o il dimezzamento del numero dei parlamentari, o continuare a elemosinare via streaming un appoggio che non arrivava e' stato un errore".

"Non avrei avuto paura di andare alle elezioni, le avrei preferite", dice ma aggiunge che ora, con Letta a Palazzo Chigi, "da italiano spero che il governo Letta faccia bene. Poi qualcuno ci dovra' spiegare sia il giaguaro sia lo smacchiare...". Vero e' che "c'e' una fragilita', con tre forze divise alle elezioni ora costrette a stare insieme" che rendono l'esecutivo "tendenzialmente fragile" visto che, riconosce, "se Berlusconi vuole lo fa fallire". Ma "non so quanto durera', ma il governo deve tirarsi su le maniche e far vedere che facciamo pace con gli italiani".

 

renzi renzi vignetta MATTEO RENZI FOTO DA CHI CAMUSSO EPIFANI c c f f c f a ca LETTA-BINDI-BERSANI ALL'ASSEMBLEA PDTANTRA ANDREA ORLANDO PEPPE RUSSO renzi e civati BERSANI DA FABIO FAZIOFRANCO MARINI a Bressanone per il raduno nazionale alpini 2012 - foto ellemmeENRICO LETTA E GIORGIO NAPOLITANOBEPPE GRILLO SBERTUCCIA RENZI E LE NONNE

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