RENZI FA LA COSA GIUSTA: VUOLE TAGLIARE DEL 10% LE MAXI PENSIONI - IL PD DUBBIOSO (TE PAREVA)

Raffaello Masci per "La Stampa"

Chi prende una pensione con il sistema retributivo, superiore ai 3.500 euro al mese, è giusto che dia un contributo di solidarietà. Matteo Renzi, ospite giovedì scorso di «Bersaglio mobile» questo ha detto a Enrico Mentana: due righe, una battuta all'interno di un discorso, nulla di più.

Tuttavia il più popolare sindaco d'Italia ha toccato il tema sensibile della previdenza e ha sfidato il tabù del «diritto acquisito», facendo passare un brivido a molti italiani, specialmente ai quei circa 450 mila pensionati che - effettivamente - prendono più (e anche molto di più) di 3.500 euro al mese e sono in massima parte ex dipendenti dello Stato: magistrati, docenti universitari, alti ufficiali, medici, i quali - nella maggioranza dei casi - ricevono i loro congrui assegni mensili non in ragione dei contributi effettivamente versati (il cosiddetto metodo contributivo, gradualmente in vigore dal 1995 e pienamente applicato a chi va in pensione oggi) ma solo sulla base dell'ultimo stipendio percepito.

L'idea del sindaco Qual è la tesi di Renzi? Che, poiché i trattamenti pensionistici che si daranno d'ora in avanti saranno tutti calcolati sull'effettivamente versato, chi gode del privilegio di una pensione retributiva di alto importo, due lire di solidarietà potrebbe (o dovrebbe) tirarle fuori. Questo è quanto.

L'idea del Sindaco, però, trova una più compiuta articolazione nella proposta di legge che un suo fedelissimo il deputato del Pd Yoram Gutgeld - si appresta a presentare alla Camera, con corredo di numeri e indicazione di risparmi: la filosofia è molto semplice, la pratica potrebbe esserlo molto meno.

«Chi va in pensione con il sistema contributivo - spiega Gutgeld - prende in relazione a quanto versato e questo, secondo la nostra proposta, non deve essere toccato . Ma chi - per esempio - oggi è in pensione con il retributivo e prende tra 1.500 e 2000 euro, con il contributivo avrebbe preso il 20% in meno. Chi con lo stesso sistema prende 3.500-4000 euro, con il contributivo avrebbe preso la metà. Ora - continua l'economista renziano - la nostra proposta è di intervenire su queste alte pensioni retributive chiedendo un contributo di solidarietà del 10% e un blocco dell'indicizzazione di due anni».

I conti Secondo questa proposta, la platea interessata da questo contributo solidale sarebbe di circa 450 mila persone, l'ammontare su cui operare il taglio di circa 33 miliardi, il cui 10% genererebbe un gruzzolo di 3,3 miliardi, al quale andrebbero sommati i risparmi per la mancata indicizzazione. Totale, circa 4 miliardi l'anno. Per fare che cosa?

«Per una perequazione generazionale - dice Gutgeld - abbiamo una percentuale di giovani senza lavoro che sfiora il 40% e una massa di Neet (cioè quelli che non lavorano e non studiano) di quasi 2 milioni di unità. Noi penseremmo, quindi, a delle politiche di inserimento dei giovani nel mondo del lavoro, attraverso gli strumenti dell'apprendistato, della Youth Guarantee o di altre proposte contenute nel decreto del governo sul lavoro, per dare ad almeno 700 mila giovani una possibilità di accesso all'occupazione».

In concreto - è la proposta renziana affidata a Gutgeld si potrebbe trovare un accordo con i grandi soggetti in grado di dare lavoro, dalle organizzazioni imprenditoriali fino agli enti locali, e munire ogni giovane di un assegno di circa 500 euro al mese per un periodo di inserimento, «alcuni potrebbero solo trovarne un beneficio transitorio, ma la maggioranza ne farebbe tesoro per un salto definitivo nel mondo del lavoro».

Le reazioni Ottima idea, ma - secondo Giuliano Cazzola, ex parlamentare, ex sindacalista e massima autorità in materia previdenziale - si incorrerebbe in un contenzioso giudiziario infinito, in quanto la Corte costituzionale, con alcune sentenze - l'ultima delle quali di poche settimane fa - ha bocciato tutte quelle misure «punitive» per il sistema pensionistico che andassero a colpire solo alcune categorie di pensionati . «Senza dire - aggiunge Cazzola - che si può sempre obiettare che determinati trattamenti pensionistici sono tali in forza di una legge e non di arbitrio o privilegio».

Dunque non se ne può fare niente? «Non è così - conclude Cazzola - il principio della perequazione generazionale che la proposta renziana sottolinea è giusto ed è presente da molto tempo nel dibattito politico, ma occorre trovare una formula che non generi torti e contenziosi».

Per esempio: «La prima possibilità è quella di agire sulle rivalutazioni. Oggi, lo dico in termini semplici, se io predo 1000 euro al mese ho una rivalutazione del 100% dell'inflazione, se prendo 1.400 euro la rivalutazione è del 90%, se prendo da 2.400 euro in su, questa percentuale scende al 75%. Su questi parametri si può agire.

Un'altra via è quella di lavorare sui rendimenti che riguardano il retributivo e che oggi sono del 2% su ogni anno di contribuzione, per cui con 40 anni di contributi prendo l'80% dello stipendio fino a 40-50 mila euro l'anno, dopo di che i rendimenti scendono proporzionalmente fino a un minimo dello 0,90%. Anche su questi parametri si può agire. Certo, il gettito che se ne ricaverebbe sarebbe molto inferiore di quello ipotizzato dai renziani, ma sarebbe costante, strutturale e difficilmente aggredibile in sede di contenzioso».

Qualche perplessità sull'istanza renziana viene anche dal Pd: «Ci sono due ordini di questioni che vorrei segnalare - dice l'ex ministro del Lavoro Cesare Damiano - la prima è che qualunque intervento che tocchi le pensioni solo di alcuni verrà bloccato dalla Corte costituzionale.

Seconda: sull'indicizzazione delle pensioni più ricche non si deve intervenire, per la semplice ragione che già è stato fatto: lo feci io nel 2007 per le pensioni che superavano 8 volte il minimo, intervenne Fornero abbassandolo a quelle che superavano tre volte il minimo, poi ci fu una ulteriore revisione da parte di Monti per cui da gennaio 2014 tutte le pensioni superiori a 6 volte il minimo, circa 3 mila euro, avranno l'indicizzazione bloccata. L'idea, dunque, è buona, ma è già stata attuata».

 

RENZI A BERSAGLIO MOBILE RENZI A BERSAGLIO MOBILE MERKEL RENZI CESARE DAMIANO CESARE DAMIANO Elsa Fornero Elsa Fornero

Ultimi Dagoreport

alessandro giuli arianna meloni fabia bettini federico mollicone fazzolari giovanbattista giovan battista

DAGOREPORT - E’ SCOPPIATO UN NUOVO “CASO GIULI”, ACCUSATO DA “LA VERITÀ” DI ESSERE “STATO DAVVERO GENEROSO CON LE INIZIATIVE CINEMATOGRAFICHE DELLA SINISTRA ITALIANA”. A PARTIRE DA FABIA BETTINI, ATTIVA DA OLTRE 15 ANNI NEL CINEMA, REA DI ESSERE LA SORELLA DI GOFFREDO (CI SONO SORELLE E SORELLE), PER FINIRE AI FONDI PER “VIDEOCITTÀ” DI FRANCESCO RUTELLI - GIULI QUERELA “LA VERITÀ” MA IL GIORNO DOPO RINCULA, ‘’COMMISSARIATO’’ DA PALAZZO CHIGI - UNO SCAZZO CHE FA VENIRE A GALLA UNA LOTTA INTERNA AI ‘’CAMERATI D’ITALIA’’ CHE HANNO SEMPRE BOLLATO GIULI COME CORPO ESTRANEO ALLA FIAMMA, CACCIATO A SUO TEMPO DAI “GABBIANI” DI COLLE OPPIO (GODE MOLLICONE CHE SOGNAVA IL MINISTERO DELLA CULTURA) - LA “MERITOCRAZIA”, DI CUI SI RIEMPIVA LA BOCCUCCIA LA DUCETTA, È STATA SEMPLICEMENTE SPAZZATA VIA DALL’APPARTENENZA POLITICA: SEI CON NOI, OK; SE SEI CONTRO, NIENTE FONDI - MENTRE SI SCRIVONO MINCHIATE SUI “COMUNISTI DEL CIAK”, IL MINISTERO DELLA SANTANCHÉ È FINITO AL CENTRO DELLE INDAGINI DELL’ANAC, L’AUTORITÀ NAZIONALE ANTICORRUZIONE, PER FONDI DESTINATI A FESTIVAL DI CINEMA ORGANIZZATI DA TIZIANA ROCCA E GABRIELLA CARLUCCI…

donald trump giorgia meloni keir starmer emmanuel macron

SI ANNUNCIANO TEMPI SEMPRE PIU' DURI PER LA GIORGIA DEI DUE MONDI - AL SUMMIT DI LONDRA, STARMER E MACRON HANNO ANNUNCIATO UN PIANO DI PACE ASSIEME AD ALTRI PAESI (GERMANIA, POLONIA, SPAGNA, ETC) - PREMESSO CHE PUTIN È L'AGGRESSORE E IL SUPPORTO ALL'UCRAINA SARA' FINO ALLA FINE, IL LORO PIANO DI PACE HA BISOGNO DELLA NUOVA AMERICA DI TRUMP, MA NON È INDISPENSABILE LA SUA MEDIAZIONE - LA POSIZIONE ESPRESSA DA GIORGIA MELONI È STATA IL CONTRARIO AL PENSIERO DI FRANCIA E GRAN BRETAGNA: IL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA È INDISPENSABILE PER IL CESSATE IL FUOCO - AMORALE DELLA FAVA: LA DUCETTA A STELLE E STRISCE CI STA SOLO SE LA TRATTATIVA SI FA INSIEME CON IL PAZZO DI WASHINGTON (AUGURI!)

los angelucci del rione sanita - vignetta by macondo antonio giampaolo silvio berlusconi alessandro sallusti

IL CONVENTO DEGLI ANGELUCCI E’ RICCO MA PER I GIORNALISTI DEL “GIORNALE’’, "LIBERO” E “TEMPO” TIRA UNA BRUTTA ARIA - NIENTE PIU’ INVIATI SE NON ‘INVITATI’, NIENTE PIU’ AUTO CON NOLEGGIO A LUNGO TERMINE, OBBLIGO DI STRISCIARE IL BADGE IN ENTRATA, TOLTE PURE LE CIALDE DEL CAFFE’ - DIECIMILA EURO IN MENO PER VITTORIO FELTRI, NIENTE MANLEVA PER LE QUERELE (FILIPPO FACCI HA PAGATO 30MILA EURO PER UNA CAUSA) - SALLUSTI NON C’E’ E QUANDO C’E’ NON PARLA. E IN BARBA AL MELONISMO SENZA LIMITISMO (‘’VELINE’’ DI PALAZZO CHIGI A STRAFOTTERE), LE COPIE CALANO - NERVOSISMO PER L’INSERTO ECONOMICO DI OSVALDO DE PAOLINI - L’ASSEMBLEA E LA PAROLA INNOMINABILE: “SCIOPERO”…

donald trump volodymyr zelensky giorgia meloni keir starmer emmanuel macron ursula von der leyen

DAGOREPORT – IL "DIVIDE ET IMPERA" DEL TRUMPONE: TENTA DI SPACCARE IL RIAVVICINAMENTO TRA GRAN BRETAGNA E UNIONE EUROPEA EVITANDO DI PORRE DAZI SUI PRODOTTI "MADE IN ENGLAND" – STARMER SE NE FOTTE, ABBRACCIA ZELENSKY E SI ERGE A NUOVO LEADER DELL’EUROPA (PARADOSSALE, DOPO LA BREXIT) – OGGI, PRIMA DELLA RIUNIONE DEI LEADER EUROPEI A LONDRA, BILATERALE TRA IL PREMIER BRITANNICO E GIORGIA MELONI, PER CAPIRE CHE ARIA TIRA NELL’“ANELLO TRUMPIANO DELL’EUROPA” - SPACCATURA NELLA LEGA PER IL TRUMPIAN-PUTINISMO DI SALVINI - SCETTICISMO CRESCENTE IN FRATELLI D’ITALIA (FAZZOLARI, URSO E LOLLOBRIGIDA SI SMARCANO DALLA LINEA PRO- KING DONALD) – SCHLEIN E CONTE IN BANCAROTTA - LA PARALISI DEI DEMOCRATICI AMERICANI: AVETE SENTITO LA VOCE DI OBAMA, CLINTON E BIDEN?

volodymyr zelensky donald trump jd j.d. vance

DAGOREPORT - ZELENSKY È CADUTO IN UN TRANELLO, STUDIATO A TAVOLINO: TRUMP E JD VANCE VOLEVANO MORTIFICARLO E RIDURLO ALL’IMPOTENZA CON LA SCENEGGIATA NELLO STUDIO OVALE, DAVANTI AI GIORNALISTI E ALLE TELECAMERE - D’ALTRO CANTO LA VERA DIPLOMAZIA NON SI FA CERTO “ON AIR”, DAVANTI ALLE TELECAMERE E A MICROFONI APERTI - TRUMP E JD VANCE HANNO CONSEGNATO UN ‘PIZZINO’ IN STILE CAPOCLAN: TACI, PERCHÉ SENZA DI NOI SEI FINITO. DUNQUE, OBBEDISCI. E DIRE CHE GLI SHERPA UCRAINI E STATUNITENSI AVEVANO TROVATO PERSINO UN ACCORDO DI MASSIMA SULLE VARIE QUESTIONI APERTE, COME L’ACCORDO-CAPESTRO PER KIEV SULL’ESTRAZIONE DELLE TERRE RARE (UN TRATTATO CHE DI FATTO AVREBBE PERMESSO AGLI USA DI SPOLPARE IL SOTTOSUOLO UCRAINO PER GLI ANNI A VENIRE)… - VIDEO