ANCHE RENZI FA LA SUA MARCETTA SU ROMA - IL FUTURO DEL ROTTAMATORE IN TRE MOSSE: OGGI HA INCONTRATO MONTI (SU RICHIESTA DEL PREMIER, UN APPUNTAMENTO TENUTO SEGRETO FINO ALL’ULTIMO), STASERA NON SI SPORCHERÀ LE MANI A “BALLARÒ” MA SARÀ INTERVISTATO COME UN CAPO DI STATO DA FLORIS, DOMANI APPRODERÀ ALLA DIREZIONE PD IN DIRETTA VIDEO, DOVE BERSANI (RI)PROPORRÀ I SUOI 8 DISPERATI PUNTI - MA PER I RENZIANI, NON È ANCORA IL MOMENTO: “NON SARÀ L’UOMO DELLA PROVVIDENZA”…

Claudio Bozza per "Corriere Fiorentino"

L'incontro è durato due ore. Il sindaco Matteo Renzi è arrivato a Palazzo Chigi poco prima di pranzo. Un faccia a faccia rimasto segreto fino all'ultimo minuto e chiesto proprio dal premier uscente. L'idea era arrivata durante il concerto del Maggio Musica, l0 scorso 4 febbraio in Vaticano. «Un incontro previsto da tempo, ben prima del voto», durante il quale c'è stato ovviamente uno «scambio di vedute e opinioni sulla situazione politica attuale», dicono da Palazzo Chigi.

Poche parole all'uscita dall'incontro: è stata una visita «istituzionale», ha risposto ai cronisti che lo tempestavano di domande. Poi si è avviato verso la sede nazionale dell'Anci, dove i sindaci da tutta Italia sperano di giungere ad una svolta che sblocchi il patto di stabilità. Renzi prepara la strategia di attacco alla direzione nazionale del Pd, dunque conferma: «Parteciperò».

L'INCONTRO SALTATO CON I FEDELISSIMI - Avrebbe dovuto incontrare, in un hotel a Firenze, i circa cinquanta parlamentari a lui vicini e appena eletti. E invece neo deputati e senatori provenienti da tutta Italia hanno dovuto farsi rimborsare i biglietti del treno. Il motivo? Renzi ha preferito rinviare il vertice a data da destinarsi, perché l'appuntamento avrebbe rischiato di essere interpretato come una riunione di «corrente», una strategia che il Rottamatore ha sempre classificato «da eterni perdenti».

Quindi, cancellato l'incontro fiorentino, il sindaco è salito su un Frecciarossa alla volta di Roma dove è fissato anche un vertice ristretto con un gruppetto di fedelissimi. A due passi da Montecitorio, sarà l'occasione per mettere a punto una strategia «soft» anti Bersani, perché il segretario va messo «davanti a un disastro elettorale di cui è responsabile», anche se «mai e poi mai sarà pugnalato alle spalle».

LA GIORNATA ROMANA - Renzi spenderà la giornata a studiare le contromosse in vista della resa dei conti tra i Democratici. Poi, in serata, andrà in onda un'intervista a Ballarò, su Rai Tre, dove si toccheranno in particolare i temi economici. Il Rottamatore che risponderà alle domande di Giovanni Floris durante una puntata che vedrà ospiti anche Maurizio Lupi (Pdl), Laura Puppato (Pd), il sondaggista Nando Pagnoncelli e il governatore (Pd) della Sicilia Rosario Crocetta.

L'intervista di Renzi, che si annuncia tutt'altro che tenera nei confronti dei vertici Pd, servirà a preparare il campo per domani, quando, a meno di improvvisi cambi di rotta, il sindaco si presenterà alla direzione nazionale del partito, in via del Nazareno. Qui, appoggiato da buona parte dei vertici, il segretario Bersani (ri)presenterà i suoi otto punti.

LO SCENARIO - Il piano per un «governo di scopo», per riuscire a convincere il Movimento 5 Stelle ad appoggiare un esecutivo guidato dall'attuale segretario Pd. Tra gli otto punti - con in testa conflitto d'interessi, legge anti corruzione e costi della politica - manca però la riforma della legge elettorale. Tutta la seduta della direzione nazionale del partito sarà trasmessa in diretta su Internet. Come si muoverà? Sul fronte del possibile governo, consapevole che la partita è in mano al Presidente della Repubblica, dovrebbe tenere un basso profilo, ma sulla strategia del partito il suo intervento si annuncia scoppiettante.

Il Rottamatore, dopo aver lanciato il suo manifesto anti Grillo e premuto l'acceleratore sui temi che hanno decretato il successo elettorale del Movimento Cinque Stelle, anche ieri ha preferito il silenzio, in attesa di capire l'evoluzione dello scenario. Per lui parla solo Matteo Richetti, braccio destro renziano alla Leopolda: «Mi rassicura il fatto che un'eventuale intesa non sia nelle mani di Bersani e di Grillo, ma in quelle del Capo dello Stato».

Cautela, e poi di nuovo all'attacco: «Se si vota tra sei mesi, a quel punto penso sia legittimo che Renzi possa pensare di riproporsi agli elettori». Richetti esclude comunque che l'«uomo della provvidenza» possa essere Renzi: «Sarebbe sbagliato e poco rispettoso di ciò che è avvenuto in questi mesi, con l'esito delle primarie: la nostra proposta non ha convinto la maggioranza del centrosinistra».

 

 

MATTEO RENZI CON LA MANO NELL'OCCHIOMARIO MONTI CON LE MANI ALZATE jpegpier luigi bersani Giovanni Floris SILVIO BERLUSCONI Beppe Grillo Crocetta

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