PASTICCIACCIO ALLA CASSA – RENZI PENSAVA CHE IL BLITZ IN CDP FOSSE UNA PASSEGGIATA, INVECE GUZZETTI SI È MESSO DI TRAVERSO E I TEMPI SI ALLUNGANO – LE FONDAZIONI DIFENDONO BASSANINI, MA DI FRONTE A UNA PROPOSTA INDECENTE SONO PRONTE A CEDERE

Fabrizio Ravoni per “il Giornale

 

Sembra che Matteo Renzi sia molto seccato con quei consiglieri di Palazzo Chigi che gli hanno suggerito l'operazione «ricambio vertici» alla Cassa depositi e prestiti. Gli avevano detto che sarebbe stato possibile un blitz, con tanto di nomi già scelti a tavolino. Invece, se l'operazione andrà in porto, sarà per fine mese.. E sarà, comunque, un ricambio «a metà». Insomma, il blitz è fallito. 

RENZI E PADOANRENZI E PADOAN


Nei giorni scorsi avevano iniziato a girare voci su un ricambio ai piani alti della Cdp: Claudio Costamagna presidente, al posto di Franco Bassanini e Fabio Gallia amministratore delegato al posto di Giovanni Gorno Tempini. Le voci erano talmente dettagliate che per Bassanini veniva ritagliato il posto di giudice costituzionale. Renzi ha lasciato che circolassero, sebbene alla scadenza naturale del mandato degli attuali vertici mancasse ancora un anno.


Ieri però le 64 fondazioni, soci di minoranza di Cdp (il resto è del ministero dell'Economia) hanno puntato i piedi. E, statuto alla mano, si sono ricordate che - in base alle norme vigenti - la nomina del presidente non spetta al governo, ma alle fondazioni. E loro non hanno - al momento - alcuna intenzione di sostituire Bassanini con Costamagna.

matteo renzi pier carlo padoanmatteo renzi pier carlo padoan

 

Così, al termine di una riunione piuttosto animata, le Fondazioni hanno dato mandato al loro presidente, Giuseppe Guzzetti, di avviare contatti con Renzi e con il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, per scoprire i motivi per i quali il governo vuole sostituire il vertice di Cdp. E con un anno d'anticipo. Tenuto anche conto che quest'anno le Fondazioni hanno incassato dall'attuale Cassa un dividendo di 170 milioni di euro.


Per tutta la giornata si è favoleggiato di un incontro di Guzzetti con Renzi. Addirittura che questo summit potesse avvenire a Milano, dove il presidente delle Fondazioni è arrivato nel primo pomeriggio. Poi, l'incontro è saltato per volere del presidente del Consiglio: «Seccato» (è un eufemismo) con i propri consiglieri di Palazzo Chigi per il passo falso.

franco bassanini pier carlo padoanfranco bassanini pier carlo padoan


In assenza del blitz, è possibile che - se insiste - il governo riuscirà a sostituire l'amministratore delegato. Ma non prima di fine mese. Se i cinque consiglieri (su nove) del cda di Cassa di nomina dell'Economia (sono tutti alti dirigenti: 4 in carica, ed uno in uscita verso le Fs) si dovessero dimettere, il presidente dovrebbe convocare un'assemblea straordinaria per rinnovare il consiglio di amministrazione.

 

alberica brivio sforza, claudio costamagna alberica brivio sforza, claudio costamagna

A quel punto, il governo potrebbe indicare un altro amministratore delegato (il nome sulla bocca di tutti è quello di Fabio Gallia). E le fondazioni? Al momento, fanno quadrato su Franco Bassanini. «Renzi ci deve spiegare se è cambiata la missione della Cassa depositi e prestiti», dice un presidente di Fondazione. «E perché devono essere sostituiti con un anno d'anticipo?».


C'è, però, un'eventualità. Non è escluso che il presidente del Consiglio possa fare alle Fondazione «un'offerta che non si può rifiutare» (citazione cinematografica). E a quel punto, le Fondazioni bancarie - non proprio un esempio di modernità in fatto di governance - potrebbero anche accogliere le indicazioni del governo. Tant'è che c'è già qualcuno che ricorda come Costamagna sia ben conosciuto nell'ambiente: nel 2007 curò la fusione di Unicredit con Capitalia. Un mese di consulenza, 7 milioni di compenso.

GALATERI E FABIO GALLIA ALLA TECHNOGYM GALATERI E FABIO GALLIA ALLA TECHNOGYM

 

 

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