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RENZI PROVA A FARE IL PARAGURU CON BRUXELLES -IL CONSIGLIO DEI MINISTRI APPROVA UN DOCUMENTO CON DUE PREVISIONI DI DEFICIT PER IL PROSSIMO ANNO: IL 2% PER LA UE, IL 2,4% DA VENDERSI SUL FRONTE INTERNO DEL REFERENDUM - IL BULLETTO VUOL FAR FESSI GLI UOMINI DELLA COMMISSIONE - PADOAN SUDA FREDDO
Dagonota
Un documento, due documenti, nessun documento. La notte scorsa, il consiglio dei ministri ha approvato il Def (Documento di economia e finanza). Lì ci dovrebbero essere i numeri sui quali costruire la prossima legge di bilancio.
Dovrebbero. Perchè in realtà, di numeri ce ne sono pure troppi: uno, il 2% di deficit per il 2017, nella versione da mandare a Bruxelles. Un altro, il 2,4% di deficit previsto per il prossimo anno, nella versione destinata ad uso interno. Soprattutto con i sindacati per le pensioni, in chiave referendum.
La spiegazione del governo è che il 2% rappresenta l’obbiettivo da raggiungere per far finta di stare in linea con i Trattati Ue: seppure, l’impegno assunto da Matteuccio un anno fa fosse di farlo scendere all’1,8%.
MARIO DRAGHI IN AUDIZIONE ALLA CAMERA
Mentre il 2,4% è subordinato alla flessibilità che Bruxelles vorrà concedere. Ed eventualmente quello 0,4% in più potrebbe essere messo nei conti pubblici sottoforma di emendamenti da votare alla Camera; qualora la Commissione si mostrasse magnanima con il Ducetto di Rignano.
Ma c’è anche un altro motivo. Nei pizzini che Mario Draghi ha inviato a Renzi, con Padoan come postino, il presidente della Bce si è raccomandato: migliorate il deficit strutturale. Ed il miglioramento si ottiene solo se il deficit nominale non supera il 2%. Da qui la scelta del numeretto nel Def.
Il premier paraguru è convinto che in questo modo riesce a far fessi gli uomini della Commissione. A Bruxelles, però, non sono fessi per niente. Possono decidere di far finta o meno di credere alle balle del premier. Ma lo devono decidere loro. Intanto, Padoan suda freddo e teme per il suo futuro.