tiziano matteo renzi

RENZI VUOLE INTIMIDIRE IL CSM SUL CASO CONSIP: L’INTERCETTAZIONE TAROCCATA NON COLPISCE SOLO IL MI’ BABBO, RIGUARDA ANCHE ME – ORLANDO (AVVERSARIO DI MATTEO ALLE PRIMARIE) CONTRARIO ALL’APERTURA DI UN FASCICOLO SULLO SCONTRO FRA LE PROCURE DI NAPOLI E ROMA

 

Ilaria Sacchettoni per il Corriere della Sera

 

MATTEO E TIZIANO RENZIMATTEO E TIZIANO RENZI

«Sulla vicenda Consip si è aperta un' ulteriore indagine che ipotizza il falso da parte di un pubblico ufficiale nella gestione delle indagini. Il falso riguarderebbe non solo un indizio su mio padre ma anche il sottoscritto, in quel momento presidente del Consiglio pro tempore. Si tratta di un vicenda molto grave, su cui sarà ovviamente doveroso fare totale e piena chiarezza» ha detto Matteo Renzi nel giorno in cui il Csm si è riunito per decidere se aprire un fascicolo sullo scontro fra le Procure (Napoli-Roma) che indagano su Consip.

TIZIANO E MATTEO RENZITIZIANO E MATTEO RENZI

 

Parole che rendono ancora più pesante la decisione da prendere. E cioè se aprire o meno una pratica. Ieri il vicepresidente Giovanni Legnini, il procuratore generale Pasquale Ciccolo e il primo presidente di Cassazione Giovanni Canzio, hanno deciso di approfondire la questione per arrivare a una motivazione ponderata e che non lasci spazio a polemiche.

 

Avviare approfondimenti tout court , come richiesto nei giorni scorsi dal laico Pierantonio Zanettin (Forza Italia), potrebbe sembrare un' interferenza nell' attività dei pm Henry John Woodcock e Celeste Carrano. D' altro canto eludere interamente la questione, come chiede il ministro Andrea Orlando - «Il Csm non ha alcuna facoltà di intervenire direttamente. Se ci sono dei rilievi disciplinari è la Procura generale presso la Cassazione e il ministero che intervengono» - e come pare suggerire il neosegretario dell' Anm Eugenio Albamonte («Non esiste alcuno scontro fra Procure») significherebbe lasciar correre una situazione che pone dei problemi.

giovanni canzio andrea orlandogiovanni canzio andrea orlando

 

In definitiva è in ballo una questione di metodo piuttosto cruciale, visto che i magistrati napoletani hanno ribadito la loro fiducia nella stessa polizia giudiziaria che a Roma è stata sconfessata, prima togliendole la delega (e trasferendola ai carabinieri del Nucleo investigativo) poi mettendola sotto accusa per il falso.

giovanni legnini jpeggiovanni legnini jpeg

 

A questo punto si potrebbe cercare una terza via che, escludendo l' interferenza (ed eventuali valutazioni sull' operato dei pm napoletani) scongiuri anche l' immagine d' inerzia di fronte a una serie di anomalie. Ed ecco perché il Comitato di presidenza del Csm, nella riunione di ieri, ha parlato di acquisizione di «elementi di valutazione» e avviato la discussione che terminerà solo oggi.

 

SCAFARTOSCAFARTO

Intanto è giunta a Napoli, negli uffici del procuratore generale Luigi Riello, l' annunciata richiesta di chiarimenti del ministro Orlando, su eventuali irregolarità nella conduzione delle indagini su Consip, partita dalla Procura di Napoli e divisa in due tronconi. La richiesta riguarda «elementi di disfunzione nel rapporto con la polizia giudiziaria», dopo l' iscrizione nel registro degli indagati del capitano del Noe, Gianpaolo Scafarto, per falso. «Non posso che confermare che è arrivata la richiesta del ministro e che vi sarà risposta nel più breve tempo possibile» dice Riello.

 

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