UN RENZIANO A ROMA! - GIACHETTI SCENDE IN CAMPO PER IL CAMPIDOGLIO: “IMPEGNO GRAVOSO MA UNA PERSONA DA SOLA NON BASTA” - LO SMARRIMENTO DELL’AREA ORFINI-FASSINA: “SIAMO DISTANTI” - DOPO MAFIA CAPITALE E IL CASO MARINO LA STRADA È TUTTA IN SALITA - VIDEO
Roberto Giachetti, vicepresidente della Camera, si candida per la corsa a sindaco di Roma. "Ho deciso di partecipare alle primarie per il sindaco di Roma. Ci ho messo un po' di tempo, lo confesso e non solo per un pizzico di paura che credo sia naturale, ma per una grande forma di rispetto per un impegno che so sarà immenso, gravoso", ha spiegato il deputato del Pd durante un video messaggio postato su Facebook attraverso il quale ha annunciato la sua candidatura a sindaco di Roma per il Pd.
La decisione, preceduta dalla parole di sostegno del premier Matteo Renzi in persona, è ormai ufficiale quindi. E il Pd è comunque intenzionato a organizzare le primarie, da tenersi nel mese di marzo, per individuare il candidato sindaco della Capitale.
"Roma deve cambiare nei suo modi - ha continuato Giachetti nel suo video - ciascuno di noi deve sentirsi chiamato in causa per produrre questo cambiamento. Spesso si sente dire 'qui è brutto, cambio citta''. No, no, noi dobbiamo cambiare questa città, questo è il mio impegno e anche il modo di fare politica".
Con il Gianicolo alle spalle, Giachetti parla della "Roma da cartolina", la Roma "della Grande bellezza di Sorrentino", poi però si è rivolto alla "Roma tutta intera, la Roma delle periferie, dove tante persone normali devono combattere per andare al lavoro o a scuola: è la Roma che dobbiamo cambiare".
Giachetti ha promesso: "Io ci metterò del mio, ma Roma non cambierà mai se si delega tutto a una persona o anche a una squadra, per quanto in gamba. Intanto - ha sottolineato - dobbiamo perdere questa delusione acquisita negli anni pensando che non possiamo fare nulla, chi avrà l'amministrazione avrà il dovere che ciascuno si senta partecipe del riscatto di questa città perché questa è una grande città". Poi, ha proseguito: "Mi piacerebbe se la mia candidatura fosse il modo per far sì che tanti romani riprendano la voglia di partecipare, di impegnarsi per cambiare le cose".
Per questo Giachetti diffonde "una mail (giachettiroma@gmail.com) a cui inviare disponibilità a dare una mano, consigli e idee sul futuro di Roma, le piccole cose da cambiare nella vostra via, nel vostro rione", perché "la cosa più importante che le primarie possono assicurare è un salto di qualità nella consapevolezza di ciascuno di essere importante e decisivo in questo cambiamento".
Stamani era anche arrivato il sostegno di Nicola Zingaretti, "Se si candida, sosterrò Roberto Giachetti sindaco - ha dichiarato il presidente della Regione - Come ha detto Renzi, è un candidato credibile che può vincere e questo è il più importante obiettivo guida in una situazione molto difficile".
Di tutt'altro tono i commenti su Giachetti del leader di Sinistra Italiana Stefano Fassina, anche lui in corsa per le elezioni del Campidoglio, che ribadisce: "Lo considero molto distante dalle mie posizioni. È stato un ultrà del Jobs act, dell' Italicum, della revisione costituzionale, della controriforma della Rai, delle trivellazioni. E queste sono le ragioni principali che mi hanno spinto fuori dal Pd". A sostenerlo il leader di Sinistra Italiana Stefano Fassina in corsa per le elezioni del Campidoglio.
"Prima dei nomi a noi interessa capire quali sono le proposte del Pd su Roma - ha aggiunto Fassina in conferenza stampa a Montecitorio - Il Pd si presenta all'insegna della continuità o della discontinuità? Giachetti e Tocci sono nomi di qualità" E sulla possibile corsa di Walter Tocci per il Campidoglio, ha aggiunto: "Confermo che una disponibilità di Tocci sarebbe una prospettiva molto interessante: ne discuteremo con attenzione".
E per quanto riguarda le perplessità all'interno di Sel sulla sua candidatura, Fassina ha spiegato che "con l'ipotesi Giachetti i dubbi si sono raffreddati. Posso dire che Sel appoggia il progetto che abbiamo avviato".
Fassina è stato netto anche sulla possibilità di partecipare ad eventuali primarie del centrosinistra: "Le primarie servono a scegliere chi interpreta meglio un programma condiviso attorno al quale si costruisce una coalizione. Non mi pare ci siano condizioni per un programma condiviso", ha detto il leader di Si. "Qual è il programma del Pd? Il centrosinistra non c'è più a livello nazionale - ha spiegato - È stato affossato dal governo Renzi. A Roma il Pd ha cacciato Sel dalla giunta. A Roma il Pd ha chiuso l'esperienza Marino dal notaio non degnando i cittadini di un dibattito in Aula".
Duro anche il giudizio sul ruolo del Partito democratico nei confronti del commissario capitolino "Il Pd fa il gioco delle parti e fa fare a Tronca il lavoro sporco facendo poi finta che non c'entri. Tronca privatizza asili nido e il Pd fa un comunicato di indignazione. Tronca cancella il salario accessorio e il Pd presenta un emendamento e poi se lo fa bocciare dal governo. Lo trovo preoccupante".
2. FORMAT CAPITALE
Marianna Rizzini per “il Foglio”
E insomma pare che Roberto Giachetti, vicepresidente pd della Camera con solida storia radicale, sciolga infine la riserva (oggi con un video). "Mi candido o no alle primarie per il sindaco di Roma?", era il dubbio, tanto che qualcuno aveva cominciato a pensare che l' intrepido Giachetti degli scioperi della fame e delle lotte in solitaria (dentro e fuori il Pd),
si fosse incredibilmente messo sulle orme temporeggiatrici di Luca Cordero di Montezemolo, Maurizio Landini e Diego Della Valle, quelli che sembrano sempre "lì lì per buttarsi" ma anche no.
E però adesso sarà annuncio ufficiale, ineluttabile - Giachetti c' è, il candidato renziano per Roma è lui. E pare evidente, visto il travaglio giachettiano e il lamento sul Pd romano in panne, che essere (e dirsi) serenamente renziani a Roma è qualcosa di difficile, se non quasi impossibile. Renziano a Roma dopo marziano a Roma: e chi ne ha voglia?, ci si domandava mentre Giachetti dubitava.
Anche perché l' impresa - ricostruire qualcosa (il partito? un' idea di città?) dopo Mafia Capitale e il caso Marino - è lastricata di magagne. Le cronache restituiscono infatti stralci impietosi di conversazioni dalle macerie pd (con corollario di elettori che minacciano "non vi votiamo più" e con disamina delle ruggini pregresse nel pd pre -Marino) nonché malumori dai circoli storicamente ostili a Renzi, ma indecisi sul da farsi.
C' è poi lo smarrimento dell' area Orfini "in cerca d' autore", ché Matteo Orfini, già presidente pd e commissario del Pd romano, ex dalemiano poi renziano realpolitico, è rimasto assai silente nel dopo -Marino.
E se ancora resta indefinita la concorrenza a Cinque stelle (sulle candidature i grillini stanno a "caro amico", come si dice a Roma), se la destra continua a discutere su Giorgia Meloni, se resistono le suggestioni più pop (c' è chi vorrebbe "Arfio" alias Alfio Marchini, chi una non meglio precisata "donna"), c' è che il problema è adesso soprattutto di format: come porsi all' elettorato? A questa domanda si cerca di rispondere da quando è scoppiata "Mafia Capitale", ma si pensava di avere più tempo. Qualcuno stava lavorando a margine, invece tocca sbrigarsi.
Intanto fervono i preparativi per quella che è stata chiamata (non dai promotori) la Leopoldina, serata renziana nel metodo (non stare ad aspettare che qualcuno ti dica: puoi farti avanti) ma trasversale nel contenuto (pur nell' ambito del futuro sostegno a Giachetti). Data: 28 gennaio, alla Galleria Alberto Sordi.
luigi di maio stefano rodota roberto giachetti pippo civati
Organizzano i diciassette trenta quarantenni di "Romapuoidirloforte" (www.romapuoidirloforte.it), "laboratorio" non solo politico di reazione allo scoramento del romano nella Roma vituperata (vedi titoli dei giornali stranieri nei giorni duri dell' inchiesta "Mafia capitale").
Presiede Tobia Zevi, consigliere del ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, ex candidato alla segreteria del Pd locale nel 2013, già "volto giovane" in giorni veltroniani. Punti di partenza per il 28 (tra gli altri, sul sito): "La capitale con pieni poteri" (no spezzettamento della governance),
il "coworking" nel settore pubblico, la gestione anche privata degli spazi pubblici malgestiti, le "isole ecologiche", "l’housing sociale" (sempre con doppio "veicolo" pubblico -privato) e la tecnologia che fa il lavoro dei vigili urbani, i quali non dovrebbero così più dirigere il traffico ma occuparsi del resto (tipo il controllo del territorio).
MATTEO RENZI ROBERTO GIACHETTI FOTO LAPRESSE
I "diciassette", tra cui giovani esperti di politiche sociali, information technology, immigrazione, urbanistica, marketing, si sentono "all' anno zero" da cui si può solo ripartire (sul sito c' è anche uno spazio per chi vuole proporre dal basso, anche se l' intento è opposto a quello degli sfogatoi internettiani di indignazione).
La sera del 28 gennaio sarà costruita attorno al concetto di "confronto tra cittadini provenienti da mondi diversi": ricercatori, economisti, imprenditori, gente di cultura, gente di spettacolo, lavoratori dipendenti e non, politici (ma in veste decontracté). Saranno, si è capito, tre -quattro ore di brainstorming su Roma, 180 secondi per ogni oratore (tipo "speakers corner"? Magari, dicono gli organizzatori).
ROBERTO GIACHETTI DURANTE LO SCIOPERO DELLA FAMEROBERTO GIACHETTI DURANTE LO SCIOPERO DELLA FAMElapresse roberto giachetti walter veltroniRoberto Giachetti