1. RENZIE, PER FARE IL FIGHETTO SULL’EXPO, PROPONE LA “TASK FORCE ANTICORRUZIONE” 2. NATA PER DARE UN’IMPRESSIONE DI POLITICA RAPIDA ED EFFICACE E CHE “NON GUARDA IN FACCIA A NESSUNO”, LA TASK FORCE E’ DA VENT’ANNI GARANZIA DI FALLIMENTO 3. NE ABBIAMO AVUTE DI OGNI TIPO, DALLA SANITA’ AI TRASPORTI, E PERFINO UNA SUI CUCCIOLI 4. SULLA CORRUZIONE, COMINCIO’ DI PIETRO DA MINISTRO (ERA IL ‘96) E NON CI SI E’ PIU’ FERMATI, TRA SALERNO-REGGIO CALABRIA E ALTRE MERAVIGLIE DEL CREATO. DIVENTATE INUTILI E PLETORICHE, NEL 2002 ARRIVA CIQUITO CICCHITTO E INVENTA “LA TASK FORCE AGILE” 6. GENTILE PITTIBIMBO, MA NON FAI PRIMA A FARE UN BEL DECRETO LEGGE CON DENTRO FALSO IN BILANCIO COME REATO, AUTORICICLAGGIO E SOSPENSIONE DELLA PRESCRIZIONE?

Francesco Bonazzi per Dagospia

No, la "task force" no! E meno che mai contro la corruzione. Da uno come Renzie, tutto nuovo e nuovismi, non ce la si aspettava proprio. Dopo la mezza retata di giovedì e alla vigilia di una vista ai cantieri dell'Expo (speriamo che questa volta lo portino alla "piastra", e non a vedere due robe finte come l'altra volta), Pittibimbo proclama: "C'è bisogno di una nuova task force. Stavolta non di tecnici. Penso invece a un sostegno legale e giuridico all'Esposizione, che difenda la trasparenza di tutti i prossimi passaggi".

Ora, a parte il fatto che quegli "avvocati, magistrati contabili, esperti di contratti da affiancare ai professionisti che sono già al lavoro" (che quindi si ridurranno lo stipendio per manifesta coglionaggine) dei quali parla ‘Repubblica' per illustrare la nuova "task force" del premier si spera siano appunto dei "tecnici", altrimenti tanto vale reclutare i famosi pensionati che amano fermarsi a guardare i cantieri, tocca dire che per il "sostegno legale e giuridico" ci si poteva rivolgere al modello dei "legal team" usati dai movimenti. Sono anche gratuiti, per altro, e Lurch Cottarelli apprezzerebbe. Prendi due magistrati in pensione, due avvocati senza brutti clienti e due colonnelli della Finanza e il gioco è fatto.

Invece la "task force" piace tanto i politici, perché offre l'idea di un'operatività rapida ed efficace. In questi ultimi anni se ne sono viste per gli ospedali, per le calamità naturali, "contro la fame nel mondo" (idea di Zaia da ministro dell'Agricoltura), "contro i paradisi fiscali" (ottobre 2009) e contro varie "emergenze". Due giorni fa - e speriamo che la trovata di Renzie non venga da lì - la "task force trasparenza" è stata lanciata perfino dall'Università della Valle d'Aosta.

La più poetica resta quella costituita prima del Natale 2008 dai ministeri del Welfare e degli Esteri contro il traffico clandestino di animali per "Un Natale solo con cuccioli in regola", come annunciava apposita campagna d'informazione.

Certo, tocca ammettere che spesso le "task force", a dispetto del nome militaresco, sono ingolfate di trombati, raccomandati o semplici tromboni "di area". Questo problema è già noto da alcuni anni ad alcuni dei nostri politici più avveduti. Infatti ad agosto del 2002, quando propone la "task force" per l'occupazione nel Mezzogiorno, Fabrizio Cicchitto parla di "Task force agile". Che è un po' come acquistare "aerei che volano" o auto blindate con i vetri antiproiettile.

Sulla corruzione, fenomeno che non è mai stato neppure minimamente scalfito al punto che anche molti personaggi-chiave nel rapporto tra imprese e partiti sono sempre gli stessi, una prima "task force anticorruzione" fu annunciata da Antonio Di Pietro quando era ministro dei Lavori Pubblici. Era maggio del 1996 e avrebbe dovuto essere formata di carabinieri. Dopo l'annuncio se ne sono perse le tracce, anche perché comunque Di Pietro al ministero è durato poco.

Una seconda "task force" contro la corruzione viene trionfalmente proposta dalla maggioranza di centrosinistra nel febbraio 1997: era addirittura di "007" e avrebbe dovuto controllare "i patrimoni dei parlamentari". Per la miglior fortuna dei patrimoni, non se ne fece mai nulla.

E la mitologica "task force anticorruzione" non poteva mancare neppure sui lavori infiniti della Salerno-Reggio Calabria. La propose la Commissione Antimafia nel 2002, ma non risulta che sia mai stata insediata. Forse è per quello che la ‘ndrangheta ha continuato a gestire i subappalti. Con la task forse si sarebbero spaventati, i boss della betoniera e dello "smaltimento inerti" (illegale).

Visto che la "task force", storicamente, è pura fuffa e la parola porta anche un po' sfiga, tanto varrebbe un bel decreto, sul quale eventualmente mettere la settima fiducia in tre mesi. Un decreto semplice, che reintroducesse il falso in bilancio come reato vero, che rendesse punibile l'auto-riciclaggio, che fermasse la prescrizione al momento del decreto di rinvio a giudizio. Uno furbo come Renzie, si giocherebbe bene anche quello, in campagna elettorale.

 

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