PAUPERISMO E MARKETING. TER¬ZOMONDISMO E POLITICA. TANTA MASSONERIA E POCO VATICANO. ECCO A VOI LA COMUNITÀ DI SANT’EGIDIO – DA 30 ANNI, UNA DELLE PIÙ POTENTI LOBBY DEL PAESE GRAZIE ALL’APPOGGIO DI POLITICI DI OGNI PARTE E GIORNALONI – CON L’ASCESA DEL FONDATORE RICCARDI, L’“ONU DI TRASTEVERE” E’ FINITA AL GOVERNO – LA RIUNIONE DI MONTI NEL CONVENTO DELLE SUORE DI SION GRAZIE A DON PAGLIA CHE VI ALLOGGIA QUANDO SCENDE A ROMA….

Stefano Zurlo per "Il Giornale"

Pauperismo e marketing. Ter¬zomondismo, ma senza perdere la consuetudine con il potere. L'abilità è la prima virtù nella co¬munità di Sant'Egidio, uno degli snodi strategici nelle ore in cui Monti sta partorendo la sua crea¬tura. E la nascita è assistita dai gu¬ru della comunità, elegante bi¬glietto da visita delle migliori istanze pacifiste della nostra epo¬ca. Sant'Egidio ha meriti indub¬bi, per esempio aver portato la pa¬ce nel Mozambico devastato da una lunghissima guerra civile, ma Sant'Egidio gode anche di buona stampa.

Specialmente quella di sinistra che poi è quella che forma buona parte della co¬scienza nazionale. E Sant'Egidio ha ottime entrature nei palazzi che contano, nelle stanze di chi comanda, nelle sagrestie più ac¬creditate. Così quando nel 1992 la diplomazia parallela della co¬munità fece scoppiare la pace nel paese africano, nessuno si ricor¬dò d¬ell'opera preziosa e infatica¬bile del sottosegretario Gabrielli. I giornali lo oscurarono, come ca¬pita in una eclissi, e tributarono la standing ovation d'ordinanza alla comunità romana.

In principio, un trentina d'an¬ni fa, c'erano due preti. Don Vin¬cenzo Paglia, classe 1945, e don Matteo Zuppi, di dieci anni più giovane. Il primo è stato per molti anni parroco della basilica roma¬na di Santa Maria in Trastevere, l'altro il suo vice. Poi, sia pure a tappe, entrambi hanno fatto car¬riera. Oggi Paglia è vescovo di Ter¬ni, Zuppi è vescovo ausiliare di Roma con raggio d'azione fra i vip del centro storico. Il terzo del gruppo, Andrea Riccardi esce dai fermenti postsessantottini del Virgilio, uno dei licei storici della Capitale. I tre fondano San¬t'Egidio, una comunità che met¬te le proprie energie al servizio dei poveri. È un po' la loro chiave di violino: il cristianesimo viene a liberare gli ultimi. E i poveri, per loro, sono soprattutto quelli che non ce la fanno, che non arrivano alla fine del mese, che faticano a mettere insieme il pranzo con la cena.

Intendiamoci: non c'è nien¬te di più cristiano, ma l'enfasi è tutta in quella direzione perché Nostro Signore è venuto a salvare tutti, chi sta bene e chi se la passa male. Insomma, la realtà viene letta con il cannocchiale della tra¬dizione cattolica democratica. Un menù perfetto per la sinistra, anche se la comunità sa essere trasversale. Lo si capisce bene quando Paglia diventa, il 2 aprile 2000, vescovo di Terni: la consa¬crazione avviene davanti a mi¬gliaia di persone nella basilica d San Giovanni in Laterano. Paglia fa il giro del tempio, manco fosse il Papa, per raccogliere l'applau¬so scrosciante dei fedeli fra i quali ci sono politici di tutto l'arco costi¬tuzionale.

Paglia, e con lui i suoi amici e col¬laboratori, è fatto così: sembra intimo della destra, del centro e della sinistra e infatti, come una lobby superaddestra¬ta, Sant'Egidio batte cassa con tut¬ti i governi. Ma il cuore sta a sini¬stra, nella cornice di quel paupe¬rismo che privilegia chi si dibatte in fondo alla scala sociale. Dove il povero non è il povero di spirito ma quello cui manca tutto. A San¬t'Egidio invece non manca nulla: finanziamenti, consenso, soste¬gno dei grandi giornali. Se Cl e l'Opus Dei sono sempre state nel mirino dei quotidiani progressi¬sti, con accuse talvolta al limite della fantascienza, Sant'Egidio e i suoi capitani sono sempre stati portati in palmo di mano e la co¬munità ha sempre ricevuto cospi¬cui aiuti per i propri progetti: per esempio 600 milioni di lire per combattere l'Aids in Mozambi¬co con tanto di assegno arrivato da Bill Gates tramite il presidente di Microsoft Italia Roberto Pao¬lucci.

Si sanno vendere bene, benissi¬mo, gli apostoli della pace univer¬sale: l'Onu di Trastevere, la chia¬mano i suoi ammiratori. E anche ora, alle grandi manovre del go¬verno Monti, non si sono fatti co¬gliere impreparati. Con quella collocazione, vicina alla lista Monti cui è approdato Riccardi, e la spiccata sensibilità per i temi sociali cari alla sinistra, sono all'incrocio strategico fra Monti e Bersani, al crocevia di quello che dovrebbe essere il domani del¬l'Italia.

Formalmente solo Riccardi è sce¬so in campo, ma di fatto tutta la co¬munità è schierata sulle stesse posizio¬ni e non vive quella la¬cera¬zione che ha attraver¬sato l'area che fa riferimento a Co¬munione e liberazione. Anzi, Ric¬ca¬rdi e Paglia sono di casa non so¬lo nelle capitali africane sfregiate dalla miseria e dalla guerriglia, ma anche nei salotti che conta¬no.

E così, non c'è da stupirsi che l'altro giorno si sia sparsa la voce, poi smentita in una giostra incon¬trollabile di versioni, che l'incon¬tro ¬chiave per il costituendo cen¬tro montiano, cui ha partecipato anche Riccardi, si sia svolto nel¬l'istituto di Nostra Signora di Sion, ai piedi del Gianicolo, resi¬denza di monsignor Paglia che è vescovo e Presidente del pontifi-cio Consiglio per la famiglia ma resta consigliere spirituale di San¬t'Egidio. E si prepara a dare la be¬nedizione al nuovo governo.

 

 

PAGLIA E RICCARDI VINCENZO PAGLIA ANDREA RICCARDI riccardi a sante egidioIL CAPO DELLA SANT EGIDIO VINCENZO PAGLIA bersani e montibersani-mario-monti

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…

andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL RISIKONE È IN ARRIVO: DOMANI MATTINA INIZIERÀ L’ASSALTO DI CALTA-MILLERI-GOVERNO AL FORZIERE DELLE GENERALI. MA I TRE PARTITI DI GOVERNO NON VIAGGIANO SULLO STESSO BINARIO. L’INTENTO DI SALVINI & GIORGETTI È UNO SOLO: SALVARE LA “LORO” BPM DALLE UNGHIE DI UNICREDIT. E LA VOLONTÀ DEL MEF DI MANTENERE L’11% DI MPS, È UNA SPIA DEL RAPPORTO SALDO DELLA LEGA CON IL CEO LUIGI LOVAGLIO - DIFATTI IL VIOLENTISSIMO GOLDEN POWER DEL GOVERNO SULL’OPERAZIONE DI UNICREDIT SU BPM, NON CONVENIVA CERTO AL DUO CALTA-FAZZO, BENSÌ SOLO ALLA LEGA DI GIORGETTI E SALVINI PER LEGNARE ORCEL – I DUE GRANDI VECCHI DELLA FINANZA MENEGHINA, GUZZETTI E BAZOLI, HANNO PRESO MALISSIMO L’INVASIONE DEI CALTAGIRONESI ALLA FIAMMA E HANNO SUBITO IMPARTITO UNA “MORAL SUASION” A COLUI CHE HANNO POSTO AL VERTICE DI INTESA, CARLO MESSINA: "ROMA DELENDA EST"…