alfonso bonafede

LA RIFORMA-FUFFA DI BONAFEDE: ALTRO CHE DISCONTINUITÀ, IL CSM AVRÀ TRENTA CONSIGLIERI E PIÙ POTERI - LA DIVISIONE IN CORRENTI VIENE RAFFORZATA - IL CONSIGLIO CONTROLLERÀ DI FATTO LA VITA DI TUTTE LE PROCURE, TOGLIENDO LA PIENA AUTONOMIA AI PROCURATORI CAPO - QUALCHE DISPIACERE AI FUTURI CONSIGLIERI LA BOZZA BONAFEDE LO DÀ SUL PIANO SALARIALE - NON POTRÀ PIÙ ENTRARE AL CSM CHI NEI 5 ANNI PRECEDENTI SIA STATO PARLAMENTARE - NONOSTANTE LE PROMESSE DELLA VIGILIA, NULLA C’È A FAVORE DELLA SEPARAZIONE DELLE CARRIERE…

alfonso bonafede

Luca Fazzo per “il Giornale”

 

Ventiquattro articoli, un profluvio di commi e di rimandi a volte oscuri, e un risultato finale fin troppo chiaro: dare ancora più potere al Consiglio superiore della magistratura, l' organo di autogoverno dei giudici investito dallo scandalo che ruota intorno al suo ex membro Luca Palamara. Questa è la riforma che il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede ha portato mercoledì scorso all' esame dei partiti della maggioranza, nel vertice convocato presso il ministero.

 

GIOVANNI LEGNINI LUCA PALAMARA

Una riforma presentata come la risposta del governo allo scandalo del Csm, e che invece non interviene in nulla sul potere delle correnti. E dà al Consiglio superiore un potere cruciale: controllare di fatto la vita delle Procure della Repubblica. Qualche dispiacere ai futuri consiglieri la bozza Bonafede lo dà sul piano salariale, dove all' articolo 20 viene introdotto un massimale (assai confortevole, peraltro) ai loro stipendi; e soprattutto sulle speranze di carriera, perché l' articolo successivo prevede che «prima che siano trascorsi quattro anni dal giorno in cui ha cessato di far parte del Consiglio superiore della magistratura, il magistrato non può proporre domanda per un ufficio direttivo o semidirettivo».

 

ermini eletto vicepresidente del csm 4

Ma a compensare ampiamente questa rinuncia c' è l' articolo 3, con cui la bozza regolamenta i rapporti tra il Consiglio superiore e le Procure della Repubblica. Di fatto, al Csm viene dato un potere di supervisione e di controllo sul funzionamento degli uffici che rappresentano la pubblica accusa sul territorio, compresi gli strumenti che garantiscono di fatto il controllo delle inchieste: «i criteri di assegnazione dei procedimenti e i «criteri di priorità nella trattazione degli affari».

 

Di fatto, è la fine della piena autonomia concessa appena pochi anni fa ai capi delle Procure. Le loro scelte tornano sotto la tagliola del Csm. È una scelta inattesa, anche perché di questo tema nei giorni scorsi non si era mai parlato, e compare senza preavviso nella bozza del ministro, destinandola così a essere più digeribile dall' Associazione nazionale magistrati. E anche nel resto del testo c' è ben poco che possa dispiacere al sindacato delle toghe.

legnini mattarella al csm

 

Nulla, nonostante le promesse della vigilia, c' è a favore della separazione delle carriere: il comma che doveva limitare l' andirivieni tra il mestiere di pm e quello di giudice è sparito. Anzi, nel nuovo meccanismo elettorale del Csm, scompare la divisione tra le due categorie: finora i pm eleggevano i pm, i giudici eleggevano i giudici. Ora si parla solo di «magistrati», come a rafforzare il principio che accusa e sentenza facciano parte dello stesso lavoro.

 

Proprio sul sistema elettorale del Csm il ministro si era assai impegnato, promettendo di combattere le degenerazioni correntizie. Di concreto, in realtà, cambierà poco: a parte le «quote rosa» che la bozza introduce, prevedendo che se sulla scheda il votante metterà più di un nome non potranno essere dello stesso sesso.

magistrati

 

Per il resto, la novità è il voto a doppio turno: i magistrati voteranno in diciannove piccoli collegi più due centrali, massimo tre preferenze, se nessun candidato raggiunge il 50 si va al ballottaggio tra i primi due. Previsione ovvia: a designare il vincitore saranno gli accordi tra le correnti, che al ballottaggio faranno convergere i voti sul candidato più forte. Anzi, il sistema disegna una sorta di maggioritario che potrebbe dare il pieno controllo del Csm alle correnti dominanti.

 

Il Csm aumenta i suoi componenti, che passano da ventiquattro a trenta. Ma cambia anche il materiale umano che ne farà parte: il Parlamento non potrà più eleggere al Csm nessuno che sia o sia stato nei cinque anni precedenti deputato, senatore, consigliere regionale, sindaco: si indebolisce di fatto nel Csm la componente partitica, che in qualche modo finora bilanciava il potere dei consiglieri provenienti dalla magistratura.

MAGISTRATI

 

E che adesso avranno gioco facile nel misurarsi con avvocati digiuni di politica.

Su un punto Bonafede ha mantenuto le promesse: la legge dovrà «precludere il rientro nei ruoli organici della magistratura» a chi sia stato parlamentare, consigliere regionale, sindaco. Ma non resteranno disoccupati; andranno a lavorare al ministero, ovviamente «conservando il suo trattamento economico». E le nomine dei capi, divenute al Csm un mercato di favori? La bozza parla di «principi di trasparenza e di valorizzazione del merito», ma introduce solo un meccanismo arzigogolato che porterà a privilegiare i più anziani. Cambierà qualcosa?

Ultimi Dagoreport

putin musk zelensky von der leyen donald trump netanyahu

DAGOREPORT - NON TUTTO IL TRUMP VIENE PER NUOCERE: L’APPROCCIO MUSCOLARE DEL TYCOON IN POLITICA ESTERA POTREBBE CHIUDERE LE GUERRE IN UCRAINA E MEDIORIENTE (COSTRINGENDO PUTIN E ZELENSKY ALLA TRATTATIVA E RISPOLVERANDO GLI ACCORDI DI ABRAMO TRA NETANYAHU E IL SAUDITA BIN SALMAN) – I VERI GUAI PER TRUMPONE SARANNO QUELLI "DOMESTICI”: IL DEBITO PUBBLICO VOLA A 33MILA MILIARDI$, E IL TAGLIO DELLE TASSE NON AIUTERÀ A CONTENERLO. ANCORA: ELON MUSK, PRIMA O POI, SI RIVELERÀ UN INGOMBRANTE ALLEATO ALLA KETAMINA CHE CREA SOLO ROGNE. LA MAXI-SFORBICIATA AI DIPENDENTI PUBBLICI IMMAGINATA DAL “DOGE” POTREBBE ERODERE IL CONSENSO DEL TYCOON, GIÀ MESSO A RISCHIO DAL PIANO DI DEPORTAZIONE DEI MIGRANTI (GLI IMPRENDITORI VOGLIONO LAVORATORI A BASSO COSTO) – I GUAI PER L’EUROPA SUI DAZI: TRUMP TRATTERÀ CON I SINGOLI PAESI. A QUEL PUNTO GIORGIA MELONI CHE FA: TRATTA CON "THE DONALD" IN SEPARATA SEDE O RESTERÀ "FEDELE" ALL'UE?

simona agnes gianni letta giorgia meloni rai viale mazzini

DAGOREPORT – TOH! S’È APPANNATA L’EMINENZA AZZURRINA - IL VENTO DEL POTERE E' CAMBIATO PER GIANNI LETTA: L’EX RICHELIEU DI BERLUSCONI NON RIESCE A FAR OTTENERE A MALAGÒ IL QUARTO MANDATO AL CONI. MA SOPRATTUTO FINO AD ORA SONO FALLITI I SUOI VARI TENTATIVI DI FAR NOMINARE QUEL CARTONATO DI SIMONA AGNES ALLA PRESIDENZA DELLA RAI A SCOMBINARE I PIANI DI LETTA È STATO CONTE CHE SE NE FREGA DEL TG3. E L'INCIUCIO CON FRANCESCO BOCCIA L'HA STOPPATO ELLY SCHLEIN – PARALISI PER TELE-MELONI: O LA AGNES SI DIMETTE E SI TROVA UN NUOVO CANDIDATO O IL LEGHISTA MARANO, SGRADITO DA FDI, RESTA ALLA PRESIDENZA "FACENTE FUNZIONI"...

paolo gentiloni francesco rutelli romano prodi ernesto maria ruffini elly schlein

DAGOREPORT – AVANTI, MIEI PRODI: CHI SARÀ IL FEDERATORE DEL CENTRO? IL “MORTADELLA” SI STA DANDO UN GRAN DA FARE, MA GUARDANDOSI INTORNO NON VEDE STATISTI: NUTRE DUBBI SUL CARISMA DI GENTILONI, È SCETTICO SULL'APPEAL MEDIATICO DI RUFFINI, E ANCHE RUTELLI NON LO CONVINCE – NON SOLO: SECONDO IL PROF NON SERVE DAR VITA A UN NUOVO PARTITO MA, COME IL SUO ULIVO, OCCORRE FEDERARE LE VARIE ANIME A DESTRA DEL PD - NON BASTA: IL CANDIDATO PREMIER DELLA COALIZIONE CHE DOVRA' SFIDARE IL REGIME MELONI, SECONDO PRODI, NON DOVRÀ ESSERE IL SEGRETARIO DI UN PARTITO (SALUTAME ‘A ELLY)…

giorgia meloni romano prodi elon musk donald trump ursula von der leyen giovanbattista fazzolari

COME MAI ALLA DUCETTA È PARTITO L’EMBOLO CONTRO PRODI? PERCHÉ IL PROF HA MESSO IL DITONE NELLA PIAGA: “L’ESTABLISHMENT AMERICANO ADORA LA MELONI PERCHÉ OBBEDISCE” - OBBEDIENTE A CHI? AI VERI ‘’POTERI FORTI’’, QUEI FONDI INTERNAZIONALI, DA BLACKSTONE A KKR, CHE FINO A IERI LO STATALISMO DI MELONI-FAZZOLARI VEDEVA COME IL FUMO AGLI OCCHI, ED OGGI HANNO IN MANO RETE UNICA, AUTOSTRADE, BANCHE E GRAN PARTE DEL SISTEMA ITALIA - E QUANDO SI RITROVA L’INATTESO RITORNO AL POTERE DI TRUMP, ECCOLA SCODINZOLARE TRA LE BRACCIA DI ELON MUSK, PRONTA A SROTOLARE LA GUIDA ROSSA AI SATELLITI DI STARLINK - LA FORZA MEDIATICA DI “IO SO’ GIORGIA” VA OLTRE QUELLA DI BERLUSCONI. MA QUANDO I NODI ARRIVERANNO AL PETTINE, CHE FARÀ? DA CAMALEONTICA VOLTAGABBANA TRATTERÀ I DAZI CON TRUMP O RESTERÀ IN EUROPA? - MA C’È ANCHE UN ALTRO MOTIVO DI RODIMENTO VERSO PRODI…