rino formica meloni

“GLI ITALIANI HANNO SEMPRE RIFIUTATO CHI HA PROVATO A TRASFORMARSI DA LEADER IN PADRONE: ANCHE STAVOLTA ANDRÀ COSÌ” - RINO FORMICA METTE IN GUARDIA LA MELONI: “IN ITALIA SIAMO GIÀ OLTRE IL PREMIERATO! ABBIAMO GIÀ UN SUPER-PREMIER CHE IMPEDISCE AI SUOI PARLAMENTARI DI PRESENTARE EMENDAMENTI ALLA LEGGE FINANZIARIA E UN PARLAMENTO ESAUTORATO. SE LA MELONI ANDRÀ AVANTI, QUESTE RIFORME SARANNO RIGETTATE AL REFERENDUM E L’ESECUTIVO SARÀ TRAVOLTO"

Fabio Martini per “la Stampa” - Estratti

 

RINO FORMICA

Il vantaggio di averne viste e vissute tante ha spesso consentito a Rino Formica di riuscire a leggere in anticipo gli eventi e anche sulla riforma costituzionale il vecchio dirigente socialista guarda lontano: «Nella loro storia gli italiani hanno sempre cercato un leader, ma al tempo stesso hanno rifiutato chi ha provato a trasformarsi da leader in padrone: anche stavolta andrà così.

 

Per un motivo semplice: in Italia siamo già oltre il premierato! A Costituzione invariata abbiamo già un Capo, un super-premier che impedisce ai suoi parlamentari di presentare emendamenti alla legge fondamentale dello Stato e un Parlamento esautorato. Se andranno avanti, queste riforme saranno rigettate e loro saranno travolti, tanto più se si andasse ad un referendum».

 

(…)

Perché lei nega l'utilità di una riforma che renda il sistema più efficace?

GIORGIA MELONI AL TELEFONO

«Ascoltiamo la presidente Meloni sul premierato. A chi obietta, "scusi ma che bisogno c'è, i poteri già li avete?", risponde: "ma lo tenevamo scritto nel programma, dobbiamo far vedere che nel primo anno abbiamo realizzato un pezzo del programma!" Più che una risposta insulsa, direi la conferma che si tratta di un'ammuina.

Non c'è un solo articolo della Costituzione che impedisca a questo governo di prendere una decisione importante».

 

Al netto della retorica sull'autoritarismo della destra, se il potere si concentra ancor di più, può diventare pericoloso?

«Certo, perché si parte dall'idea di un'inefficienza delle istituzioni, che non sarebbero in grado di decidere adeguatamente con gli strumenti a disposizione. Ma il potere di decidere e di fare, esiste già: lo sperimentiamo tutti i giorni. Ma stiamo tutti molto attenti, perché se si decide di risolvere i problemi con la forza, si può finire col fare la guerra».

 

(...)

La sinistra dice no e poco più: basta?

rino formica

«No, non basta. Certo, è inutile dare più potere, perché il potere già c'é. Ma il problema, se esistesse una sinistra in Italia, non è solo denunciare una maggiore concentrazione di potere, ma battersi per rovesciare totalmente la prospettiva e aprire un grande processo di partecipazione popolare.

 

Di idee se ne debbono trovare tante, ma ad esempio si potrebbero introdurre i referendum propositivi, allargare la platea elettorale ai sedicenni, abolire il sistema bicamerale, fatto di organi inefficienti e insistenti e andare verso un Camera decidente e un'altra di controllo e di garanzia. Serve una forte iniezione di democrazia diretta, forme nuove di partecipazione diretta: le proposte possibili sono tante, ma a me pare che manchi in tutti la consapevolezza di quel che potrebbe accadere nel 2024…».

GIORGIA MELONI ALLA FIERA DEL TARTUFO DI ACQUALAGNA

 

In che senso?

«Nel senso che nel 2024 cambieranno le classi dirigenti nel mondo. Si voterà negli Stati Uniti e in Europa, ma anche nel Regno Unito. E che succederà in Russia? Alla Casa Bianca, nelle istituzioni europei e anche in tanti altri Paesi cambieranno centinaia, migliaia di teste e si preannuncia un cambio che potrebbe non seguire un principio di ordine già stabilito.

 

RINO FORMICA

Siamo in una situazione di disordine, con l'aggravante di guerre che, da locali sono diventate globali. E attenzione perché le nuove generazioni, pur prive di un disegno, sono sempre più contrarie all'ordine generato dalle attuali classi dirigenti. Non sappiamo che sbocco avranno tutti questi fermenti, sicuramente la contestazione cresce».

RINO FORMICA CRAXI

Ultimi Dagoreport

elisabetta belloni giorgia meloni giovanni caravelli alfredo mantovano

DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE IMPRONTE PORTANO A “FONTI DI INTELLIGENCE A LEI OSTILI” - L'ADDIO DELLA CAPA DEGLI SPIONI NON HA NULLA A CHE FARE COL CASO SALA. LEI AVREBBE PREFERITO ATTENDERE LA SOLUZIONE DELLE TRATTATIVE CON TRUMP E L'IRAN PER RENDERLO PUBBLICO, EVITANDO DI APPARIRE COME UNA FUNZIONARIA IN FUGA - IL CONFLITTO CON MANTOVANO E IL DIRETTORE DELL'AISE, GIANNI CARAVELLI, VIENE DA LONTANO. ALLA FINE, SENTENDOSI MESSA AI MARGINI, HA GIRATO I TACCHI   L'ULTIMO SCHIAFFO L'HA RICEVUTO QUANDO IL FEDELISSIMO NICOLA BOERI, CHE LEI AVEVA PIAZZATO COME VICE ALLE SPALLE DELL'"INGOVERNABILE" CARAVELLI, È STATO FATTO FUORI - I BUONI RAPPORTI CON L’AISI DI PARENTE FINO A QUANDO IL SUO VICE GIUSEPPE DEL DEO, GRAZIE A GIANMARCO CHIOCCI, E' ENTRATO NELL'INNER CIRCLE DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA

terzo mandato vincenzo de luca luca zaia giorgia meloni matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, MATTEO SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER TUTTO CON LA DUCETTA CHE INSISTE PER UN CANDIDATO IN VENETO DI FRATELLI D'ITALIA - PER SALVARE IL CULO, A SALVINI NON RESTA CHE BATTERSI FINO ALL'ULTIMO PER IMPORRE UN CANDIDATO LEGHISTA DESIGNATO DA LUCA ZAIA, VISTO IL CONSENSO SU CUI IL DOGE PUÒ ANCORA CONTARE (4 ANNI FA LA SUA LISTA TOCCO' IL 44,57%, POTEVA VINCERE ANCHE DA SOLO) - ANCHE PER ELLY SCHLEIN SONO DOLORI: SE IL PD VUOLE MANTENERE IL GOVERNO DELLA REGIONE CAMPANA DEVE CONCEDERE A DE LUCA LA SCELTA DEL SUO SUCCESSORE (LA SOLUZIONE POTREBBE ESSERE CANDIDARE IL FIGLIO DI DON VINCENZO, PIERO, DEPUTATO PD)

cecilia sala abedini donald trump

DAGOREPORT – LO “SCAMBIO” SALA-ABEDINI VA INCASTONATO NEL CAMBIAMENTO DELLE FORZE IN CAMPO NEL MEDIO ORIENTE - CON IL POPOLO IRANIANO INCAZZATO NERO PER LA CRISI ECONOMICA A CAUSA DELLE SANZIONI USA E L’''ASSE DELLA RESISTENZA" (HAMAS, HEZBOLLAH, ASSAD) DISTRUTTO DA NETANYAHU, MENTRE L'ALLEATO PUTIN E' INFOGNATO IN UCRAINA, IL PRESIDENTE “MODERATO” PEZESHKIAN TEME LA CADUTA DEL REGIME DI TEHERAN. E IL CASO CECILIA SALA SI È TRASFORMATO IN UN'OCCASIONE PER FAR ALLENTARE LA MORSA DELL'OCCIDENTE SUGLI AYATOLLAH - CON TRUMP E ISRAELE CHE MINACCIANO DI “OCCUPARSI” DEI SITI NUCLEARI IRANIANI, L’UNICA SPERANZA È L’EUROPA. E MELONI PUÒ DIVENTARE UNA SPONDA NELLA MORAL SUASION PRO-TEHERAN...

elon musk donald trump alice weidel

DAGOREPORT - GRAZIE ANCHE ALL’ENDORSEMENT DI ELON MUSK, I NEONAZISTI TEDESCHI DI AFD SONO ARRIVATI AL 21%, SECONDO PARTITO DEL PAESE DIETRO I POPOLARI DELLA CDU-CSU (29%) - SECONDO GLI ANALISTI LA “SPINTA” DI MR. TESLA VALE ALMENO L’1,5% - TRUMP STA ALLA FINESTRA: PRIMA DI FAR FUORI IL "PRESIDENTE VIRTUALE" DEGLI STATI UNITI VUOLE VEDERE L'EFFETTO ''X'' DI MUSK ALLE ELEZIONI POLITICHE IN GERMANIA (OGGI SU "X" L'INTERVISTA ALLA CAPA DI AFD, ALICE WEIDEL) - IL TYCOON NON VEDE L’ORA DI VEDERE L’UNIONE EUROPEA PRIVATA DEL SUO PRINCIPALE PILASTRO ECONOMICO…

cecilia sala giorgia meloni alfredo mantovano giovanni caravelli elisabetta belloni antonio tajani

LA LIBERAZIONE DI CECILIA SALA È INDUBBIAMENTE UN GRANDE SUCCESSO DELLA TRIADE MELONI- MANTOVANO- CARAVELLI. IL DIRETTORE DELL’AISE È IL STATO VERO ARTEFICE DELL’OPERAZIONE, TANTO DA VOLARE IN PERSONA A TEHERAN PER PRELEVARE LA GIORNALISTA - COSA ABBIAMO PROMESSO ALL’IRAN? È PROBABILE CHE SUL PIATTO SIA STATA MESSA LA GARANZIA CHE MOHAMMAD ABEDINI NON SARÀ ESTRADATO NEGLI STATI UNITI – ESCE SCONFITTO ANTONIO TAJANI: L’IMPALPABILE MINISTRO DEGLI ESTERI AL SEMOLINO È STATO ACCANTONATO NELLA GESTIONE DEL DOSSIER (ESCLUSO PURE DAL VIAGGIO A MAR-A-LAGO) - RIDIMENSIONATA ANCHE ELISABETTA BELLONI: NEL GIORNO IN CUI IL “CORRIERE DELLA SERA” PUBBLICA IL SUO COLLOQUIO PIENO DI FRECCIATONE, IL SUO “NEMICO” CARAVELLI SI APPUNTA AL PETTO LA MEDAGLIA DI “SALVATORE”…