“RISPETTARE LE DIVERSITÀ PER POI COLPIRE UNITI” – DOPO BETTINI, ANCHE GIUSEPPE CONTE SPOSA L’IDEA DI FRANCESCHINI DI FAR CORRERE DIVISI I PARTITI DI CENTROSINISTRA ALLE ELEZIONI, CERTIFICANDO L’INCOMPATIBILITA’ DI PD, M5S E CENTRISTI – LA PROPOSTA DELL’EX MINISTRO DEM, ACCOLTA NEGATIVAMENTE DAI COCOMERI BONELLI E FRATOIANNI, RISULTEREBBE PIÙ VANTAGGIOSA PER LA COALIZIONE SECONDO LA PROIEZIONE YOUTREND MA IL PD NON SI SBILANCIA. QUALCUNO DEVE SPIEGARE LO SCHEMA A QUELLA SVALVOLONA DI ELLY SCHLEIN CON UN DISEGNINO?
Matteo Pucciarelli per "la Repubblica" – Estratti
«Rispettare la diversità per poi colpire uniti», dice Giuseppe Conte. Così il presidente del M5S promuove il cosiddetto “lodo Franceschini”, dalla proposta dell’ex ministro lanciata su Repubblica la scorsa settimana: «È compatibile con le sensibilità della mia comunità che si è autodefinita progressista indipendente. Lavoreremo sulle modalità. Il nostro obiettivo prioritario è creare un’alternativa a questo governo», spiega l’ex presidente del Consiglio.
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giuseppe conte dario franceschini
La riflessione di Franceschini nei giorni scorsi è stata accolta negativamente da Alleanza verdi sinistra, con favore da altri, ad esempio Italia viva e Azione. Il Pd non si sbilancia ancora. Dal Movimento subito era trapelato un’apertura, ieri in Transatlantico benedetta ufficialmente dallo stesso Conte. I 5 Stelle non aspettavano altro: dopo l’assemblea costituente del partito che, col voto degli iscritti, aveva premiato la collocazione e autodefinizione di “progressisti indipendenti”, serviva sciogliere il nodo dei nodi del rapporto con il Pd.
massimo d alema giuseppe conte goffredo bettini e la sorella fabia dario franceschini
Andare assieme al centrosinistra alle elezioni ora viene ritenuta la scelta più logica, benché controversa per alcuni nel Movimento. L’idea di Franceschini permetterebbe di tenere assieme due esigenze: rivendicare l’autonomia e i propri tratti identitari e non regalare il Paese al centrodestra per la seconda volta consecutiva.
Così, attorno a questa opzione Conte riuscirebbe a tenere saldo il partito, oggi percorso da tendenze diverse. «È un percorso che ci consentirebbe di coltivare anche le nostre posizioni più singolari e specifiche e di non lasciarci assorbire in un processo che snaturerebbe alcune nostre posizioni singolari», aggiunge l’ex presidente del Consiglio Conte.
Al di là dell’accordo che sul piano tecnico andrebbe comunque realizzato fra Pd, Avs, M5S, Iv, Azione e +Europa, oggi sul sito di Repubblica verrà pubblicata una proiezione di YouTrend che analizza tre scenari diversi con l’attuale legge elettorale. Il primo, un esito identico al 2022, con dem e rossoverdi assieme, centristi per conto loro, idem il Movimento: andando divisi, il centrodestra avrebbe una maggioranza molto ampia, con 249 seggi su 400 alla Camera e 122 su 205 al Senato.
DARIO FRANCESCHINI - ELLY SCHLEIN
Opzione due, Pd-Avs e M5S assieme, centristi da soli, anche in questo caso la maggioranza assoluta dei seggi in Parlamento andrebbe al centrodestra, ma sarebbe più risicata rispetto al primo scenario.
Terza possibilità, il campo larghissimo grazie al lodo Franceschini: al centrodestra mancherebbe quindi un seggio per raggiungere la soglia della maggioranza assoluta al Senato. L’effetto insomma sarebbe quello di sventare il bis di Giorgia Meloni. Certo, poi la palla passerebbe al presidente della Repubblica e al Parlamento, ma questo è un altro discorso.
massimo d alema giuseppe conte goffredo bettini dario franceschini 1conte di maio franceschinigiuseppe conte dario franceschinimassimo d alema giuseppe conte goffredo bettini dario franceschini