giuseppe conte matteo salvini giorgia meloni

È TORNATO L'ASSE GIALLOVERDE. OBIETTIVO COMUNE: LOGORARE LA SORA GIORGIA – IL M5S È PRONTO A DARE “ASILO POLITICO” AGLI EMENDAMENTI DELLA MAGGIORANZA IN LEGGE DI BILANCIO – SALVINI POTREBBE COSI’ AGGIRARE IL “VETO” DEL DUO MELONI-GIORGETTI, CHE VOGLIONO APPROVARE LA MANOVRA IL PRIMA POSSIBILE, E PROVARE A SALVARE LA FACCIA SULLE PENSIONI –  ANCHE FORZA ITALIA È PRONTA A DISOBBEDIRE ALLA PREMIER  – LE MANOVRE SOTTOTRACCIA DI CONTE E DEL CAPITONE AGITANO FRATELLI D'ITALIA…

Estratto dell’articolo di Giulia Merlo per “Domani”

 

matteo salvini giuseppe conte

Non importa quante contromisure si prendano, l’approvazione della legge di Bilancio è sempre una via crucis e così sarà anche per il governo Meloni. Il pasticcio delle bozze fatte girare (come del resto sempre è) da ambienti ministeriali e poi trattate come patacche da Giorgia Meloni e Giancarlo Giorgetti potrebbe essere stato un modo per testare le acque su modifiche controverse e anche questa è consueta tecnica politica.

 

La misurazione della temperatura all’interno dell’esecutivo, però, si è rivelata ben più incandescente di quanto la premier si aspettasse. Per quanto […] dall’Eurosummit di Bruxelles si sia esercitata a definire «inventati» i retroscena sull’instabilità della sua maggioranza, i fatti parlano di un Matteo Salvini pronto alle barricate contro la riforma peggiorativa delle pensioni e di Forza Italia altrettanto scontenta. L’effetto, però, è anche quello di svelare una possibile mossa dei suoi alleati: nascondersi dietro gli emendamenti delle opposizioni per ottenere modifiche alla finanziaria.

giancarlo giorgetti giorgia meloni matteo salvini

 

Il mandato del duo Meloni-Giorgetti, ormai percepito sempre meno leghista e sempre più braccio tecnico della premier, è infatti di procedere sul testo senza emendamenti in parlamento da parte della maggioranza. Dunque l’obiettivo di Salvini è quello di mettere pressione sufficiente a far modificare il testo prima che arrivi in aula, facendo leva sulle opposizioni. O meglio, una in particolare.

 

L’operazione viene smentita in casa Lega, ma anche il Partito democratico da tempo ha notato un singolare effetto: i grillini si scagliano contro il governo e contro la Lega con parole di fuoco, ma alla fine nelle partite di nomina in quota opposizione trovano sempre spazi e accordi. Segno che un canale pur flebile è rimasto e il Movimento ha saputo sfruttarlo meglio del Pd […]

matteo salvini giuseppe conte

 

Del resto, […] è stato proprio il capogruppo del Movimento 5 Stelle al Senato, Stefano Patuanelli, a confermare che movimenti in maggioranza direzione opposizione sono in atto. E fa anche di più, confermando che i Cinque stelle sono più che disponibili a «dare asilo politico agli emendamenti di maggioranza», confermando che già ci sono colleghi dell’altra sponda di palazzo Madama che «stanno sondando questa possibilità».

 

Che abboccamenti siano in corso viene confermato da diverse parti, con reciproco giovamento tra Movimento e Lega e conseguenti grattacapi invece per Fratelli d’Italia. Il partito di maggioranza relativa, infatti, ha dato segni di mal tollerare il doppio gioco di Salvini, che da una parte ha detto di condividere la politica degli zero emendamenti di maggioranza alla manovra, dall’altra avrebbe dato mandato ai suoi di lavorare per cercare sponde in minoranza.

 

stefano patuanelli

Tra le incertezze se il testo della legge di Bilancio sia ancora aperto o definitivamente chiuso – in giornata Salvini e Tajani si sono contraddetti a vicenda – quindi l’unica certezza è che Meloni lo vedrà al suo ritorno da Bruxelles e dunque potrà venir trasmesso alle camere all’inizio della prossima settimana.

 

Poi arriverà la prova del nove in aula: Forza Italia ha vincolato la mancanza di emendamenti al fatto che la legge «non aumenti la pressione fiscale, che non tocchi la casa e che non faccia aumentare le pensioni» e il vicepresidente della Camera azzurro Giorgio Mulè lo ha detto chiaro: «Gli emendamenti saranno presentati: non c'è nulla di male, non si tratta di sabotare la manovra». E quelli che non saranno presentati in chiaro a firma centrodestra potrebbero appunto finire nel «fascicolone di emendamenti» evocato dal solito Patuanelli.

 

giorgio mule foto di bacco

Non è un caso che il più loquace nel criticare le prime bozze è stato il vicesegretario della Lega Andrea Crippa, battendo soprattutto sul superamento della legge Fornero e sull’esigenza di modificare il testo. Con le buone o con le cattive, sembrava il sottinteso.

 

Crippa, infatti, è considerato sin dalla scorsa legislatura un buon pontiere con il Movimento 5 Stelle. A lui infatti nel 2019 si erano rivolti alcuni senatori grillini per sondare una ipotesi di passaggio tra le file leghiste: abboccamenti che lui aveva prontamente reso noti.

 

giancarlo giorgetti giorgia meloni matteo salvini

Anche in questa legislatura, in realtà, il rapporto tra Movimento e centrodestra è sotterraneamente più proficuo rispetto a quello con il Pd. Basti pensare alla tornata di nomine: sia nell’ambito della giustizia che in Rai.

 

Nella lunga diatriba per nominare i membri laici dei consigli di presidenza della giustizia amministrativa, contabile e tributaria – luoghi poco noti ma ben remunerati e inseriti in luoghi interessanti per la macchina burocratica – infatti il Movimento 5 Stelle è stato l’unico a trovare la quadra e a non sfilarsi dal tavolo, ottenendo la nomina dei suoi e occupando tutto lo spazio di minoranza. A differenza del Pd, che aveva deciso di chiamarsi fuori in polemica con la voracità della maggioranza, Giuseppe Conte ha ben tessuto i rapporti, riuscendo a far nominare addirittura Alfonso Bonafede alla giustizia tributaria.

 

alfonso bonafede 2

Lo stesso è avvenuto anche nella spartizione interna degli spazi in Rai: anche in questo caso il Pd si è chiamato fuori, i grillini invece hanno contrattato e occupato lo spazio disponibile in cambio dell’astensione del loro membro in consiglio di amministrazione, Alessandro Di Majo, sia in occasione della nomina dell’ad Roberto Sergio che del via libera alle nomine ai vertici dei Tg.

 

Così è stato anche a inizio ottobre, quando in Vigilanza Rai il Movimento ha approvato con la maggioranza il parere sul nuovo contratto di servizio della tv pubblica e le dinamiche che si muovono intorno alla Rai sono da sempre un indicatore accurato rispetto a ciò che si muove nel quadro politico generale.

CONTE SALVINI

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…

andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL RISIKONE È IN ARRIVO: DOMANI MATTINA INIZIERÀ L’ASSALTO DI CALTA-MILLERI-GOVERNO AL FORZIERE DELLE GENERALI. MA I TRE PARTITI DI GOVERNO NON VIAGGIANO SULLO STESSO BINARIO. L’INTENTO DI SALVINI & GIORGETTI È UNO SOLO: SALVARE LA “LORO” BPM DALLE UNGHIE DI UNICREDIT. E LA VOLONTÀ DEL MEF DI MANTENERE L’11% DI MPS, È UNA SPIA DEL RAPPORTO SALDO DELLA LEGA CON IL CEO LUIGI LOVAGLIO - DIFATTI IL VIOLENTISSIMO GOLDEN POWER DEL GOVERNO SULL’OPERAZIONE DI UNICREDIT SU BPM, NON CONVENIVA CERTO AL DUO CALTA-FAZZO, BENSÌ SOLO ALLA LEGA DI GIORGETTI E SALVINI PER LEGNARE ORCEL – I DUE GRANDI VECCHI DELLA FINANZA MENEGHINA, GUZZETTI E BAZOLI, HANNO PRESO MALISSIMO L’INVASIONE DEI CALTAGIRONESI ALLA FIAMMA E HANNO SUBITO IMPARTITO UNA “MORAL SUASION” A COLUI CHE HANNO POSTO AL VERTICE DI INTESA, CARLO MESSINA: "ROMA DELENDA EST"…