“TSUNAMI” GRILLO - DOPO L’ESPULSIONE DI FAVIA E SALSI, IL M5S AVEVA PERSO 5 PUNTI E CULATELLO GIÀ NON CI PENSAVA PIÙ - MA DA QUANDO È SCOPPIATO IL MONTE DEI PACCHI E BERSANI HA COMINCIATO A INCIUCIARE CON MONTI, I GRILLINI SONO TORNATI AD AVERE CIFRE DA SECONDO PARTITO: FRA IL 15 E IL 18%, ALMENO 80 PARLAMENTARI - UN’ALTRA VARIABILE PER CUI IL GOVERNO DEL PD POTREBBE DURARE POCO...

Emiliano Liuzzi per il "Fatto quotidiano"

Non solo si nasconde dietro a quell'aria da cattivo, ma se gli girano ti dice anche - seriamente, almeno quanto seriamente ha imboccato la strada della politica - che lui democratico non lo è per niente. Sul palco recita una parte, prima di salire un'altra e quando ha finito un'altra ancora. Lo senti parlare e pensi, "oddio, quest'uomo si calmi un attimo o gli viene un infarto".

È forse anche per quell'aria sospesa a metà strada tra Forrest Gump e un non meglio identificato Joker di Batman, che i sondaggi lo danno in volo. Soprattutto tra i giovanissimi: fosse per loro il Movimento 5 stelle avrebbe la maggioranza relativa con il 27 per cento dei consensi. Questione di persone, certo. Tutti rimbalzati nelle liste da non si sa bene dove. Questione di Rete, intesa come quel mare magnum che è internet.

Questione anche di lui, Giuseppe Grillo, detto Beppe, pochi concetti, sempre i soliti, molte battute, un programma in venti punti fatto di tag e parole chiave, più che di concetti realmente applicabili. Anche perché Grillo e i suoi corrono per fare numeri alti, non per vincere: la loro unica collocazione è all'opposizione. Unico argomento che potrebbero discutere con gli altri è quello sul conflitto d'interessi. Ma siamo ancora una volta alla parola chiave: una volta decisi i dettagli salterebbe anche questo banco.

I numeri dicono che sarà la rivelazione delle prossime elezioni politiche. Se a dicembre, dopo l'espulsione dei due ribelli, Giovanni Favia e Federica Salsi, gli istituti avevano fotografato il crollo dei 5 stelle nelle percentuali, scese dal 20 per cento del periodo post boom elettorale in Sicilia all'11 per cento, dalla partenza dello Tsunami tour, che sta portando Grillo in giro per le piazze d'Italia, il trend si è invertito.

Oggi l'agenzia Swg lo stima al 18%, appena sotto i due colossi Pd e Pdl, mentre Ipsos lo dà poco al di sotto del 15%. Ipr Marketing segnala una crescita di consensi di 3,5 punti, tutti guadagnati nel periodo tra il 14 gennaio e il 4 febbraio. Cifre simili a quelle dell'Istituto Piepoli, secondo cui la ripresa si attesta sui 3 punti netti. E i sondaggi lo proiettano anche sottostimato rispetto a quello che sarà il voto reale. Con queste cifre vorrebbe comunque dire, male che vada, piazzare un'ottantina di parlamentari. E di fatto costringere i partiti del governo che verrà a una coalizione sempre più allargata, pena il pareggio. Soprattutto al Senato.

Mentre L'Auditel non sa ancora bene dove e quando dovrà misurarlo (le ipotesi in campo per il ritorno in tv del Grillo sono Sky, con Ilaria D'Amico, La 7 da Enrico Mentana o nello studio di Michele Santoro, oppure Raitre per una sorta di tribuna elettorale) a piazza San Giovanni, a Roma, la sua partita Grillo l'ha già vinta.

Primo perché fu la piazza dei comunisti, quella del concertone del 1 maggio, dei funerali di Berlinguer, del Pds, dei Ds e del Pd, e vederci Grillo sgambettare sopra qualcuno lo vede già come un oltraggio. Il secondo motivo, invece, è legato alla ventilata presenza di Adriano Celentano: il molleggiato potrebbe decidere di tirare la volata a Grillo con un'apparizione sul palco del 22 febbraio a chiusura del tour elettorale dei 5 stelle.

Tutto questo, sondaggi inclusi, avviene ancora a sedici giorni dal voto. I numeri sono relativamente attendibili, ma soprattutto in tema grillismo tutto è molto fluido, cambia con una rapidità che la politica non ha mai conosciuto. Un mese prima che iniziasse lo Tsunami tour dalla toscana, il Movimento 5 stelle si era praticamente perso, con un calo di consensi di oltre 5 punti percentuali. E Pier Luigi Bersani aveva smesso di fare i conti con Grillo: un 10, 12 per cento, tanto non avrebbe impensierito nessuno. Tempo due settimane e Grillo è tornato a due passi dal Pdl, dunque dall'essere la seconda forza politica del Paese. E, come ha detto Grillo ieri, tradotto vorrebbe dire "tornare alle urne dopo sei mesi".

 

BEPPE GRILLO SOTTO LA PIOGGIA A BOLOGNA beppe-grillo-cagliari-fotoFAVIA E GRILLO FEDERICA SALSI E BEPPE GRILLObersani grillo Ilaria Damico Santoro Michele

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni daniela santanche ignazio la russa

DAGOREPORT – DANIELA SANTANCHÈ NON È GENNARO SANGIULIANO, UN GIORNALISTA PRESTATO ALLA POLITICA SENZA “PROTETTORI”: GIORGIA MELONI NON PUÒ SFANCULARLA SENZA FAR SALTARE I NERVI A LA RUSSA. E SAREBBE UN BOOMERANG POLITICO PER LA DUCETTA DEI DUE MONDI: ‘GNAZIO È UN PESO MASSIMO DEL PARTITO, GOVERNA DI FATTO LA LOMBARDIA TRAMITE LA SUA CORRENTE MILANESE. SOPRATTUTTO, È IL PRESIDENTE DEL SENATO. MEGLIO NON FARLO IRRITARE: LA VENDETTA, LO SGAMBETTO, “L’INCIDENTE D’AULA”, POSSONO ESSERE SEMPRE DIETRO L’ANGOLO…

luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

DAGOREPORT - A RACCONTARLO NON CI SI CREDE. RISULTATO DEL PRIMO GIORNO DI OPS DEL MONTE DEI PASCHI SU MEDIOBANCA: TRACOLLO DELLA BANCA SENESE - SE IL MEF DI GIORGETTI, CHE HA L’11,7% DI MPS, LO PRENDE IN QUEL POSTO (PERDENDO 71 MILIONI), IL DUPLEX CALTAGIRONE-MILLERI FA BINGO: 154 MILIONI IN UN GIORNO - INFATTI: SE I DUE COMPARI PERDONO SU MPS 90 MILIONI, NE GUADAGNANO 244 AVENDO IL 25,3% DI MEDIOBANCA - E DOPO IL “VAFFA” DEL MERCATO, CHE SUCCEDERÀ? TECNICAMENTE L’OPERAZIONE CALTA-MILLERI, SUPPORTATA DALLA MELONI IN MODALITÀ TRUMP, È POSSIBILE CON UN AUMENTO DI CAPITALE DI MPS DI 4 MILIARDI (PREVISTO PER APRILE) - PER DIFENDERE MEDIOBANCA DALL’ASSALTO, NAGEL DOVRÀ CHIEDERE AL BOSS DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, DI CHIAMARE ALLE ARMI I POTENTI FONDI INTERNAZIONALI, GRANDI AZIONISTI DI MEDIOBANCA E DI GENERALI, PER SBARRARE IL PASSO AL “CALTARICCONE” ALLA FIAMMA (FDI)

dario franceschini elly schlein gattopardo

DAGOREPORT - FRANCESCHINI, IL SOLITO “GIUDA” TRADITORE! SENTENDOSI MESSO DA PARTE DALLA SUA “CREATURA” ELLY SCHLEIN, ECCO CHE REAGISCE E LE DÀ LA ZAMPATA CON L’INTERVISTA A “REPUBBLICA”: “ALLE ELEZIONI SI VA DIVISI, E CI SI ACCORDA SOLO SUL TERZO DEI SEGGI CHE SI ASSEGNA CON I COLLEGI UNINOMINALI”. PAROLE CHE HANNO FATTO SALTARE DALLA POLTRONA ARCOBALENO LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA, CHE VEDE SFUMARE IL SUO SOGNO DI ESSERE LA CANDIDATA PREMIER. COME INSEGNA L’ACCORDO DI MAIO-SALVINI, NON SEMPRE IL LEADER DEL PARTITO PIÙ VOTATO DIVENTA PRESIDENTE DEL CONSIGLIO – LA “GABBIA” IN CUI LA SCHLEIN SI È RINCHIUSA CON I SUOI FEDELISSIMI È INSOPPORTABILE PER I VECCHI VOLPONI CATTO-DEM. IL MESSAGGIO DAI CONVEGNI DI ORVIETO E MILANO: ELLY PENSA SOLO AI DIRITTI LGBT, NON PUÒ FARE DA SINTESI ALLE VARIE ANIME DEL CENTROSINISTRA (DA RENZI E CALENDA A BONELLI E FRATOIANNI, PASSANDO PER CONTE). E LA MELONI GODE...

dario franceschini elly schlein matteo renzi carlo calenda giiuseppe conte

DAGOREPORT: PD, PARTITO DISTOPICO – L’INTERVISTA DI FRANCESCHINI SU “REPUBBLICA” SI PUÒ SINTETIZZARE COSÌ: IO CI SONO. E’ INUTILE CERCARE IL FEDERATORE, L’ULIVO NON TORNA, E NON ROMPETE LE PALLE ALLA MIA “CREATURA”, ELLY SCHLEIN, “SALDA E VINCENTE” AL COMANDO DEL PARTITO – AMORALE DELLA FAVA: “SU-DARIO” NON MOLLA IL RUOLO DI GRAN BURATTINAIO E DAVANTI AI MAL DI PANZA INTERNI, CHE HANNO DATO VITA AI DUE RECENTI CONVEGNI, SI FA INTERVISTARE PER RIBADIRE AI COLLEGHI DI PARTITO CHE DEVONO SEMPRE FARE I CONTI CON LUI. E LA MELONI GODE…

almasri giorgia meloni carlo nordio

DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA INDISTURBATO IN EUROPA? AVEVA UN PASSAPORTO FASULLO O UN VISTO SCHENGEN? E IN TAL CASO, PERCHÉ NESSUN PAESE, E SOPRATTUTTO L’ITALIA, SI È OPPOSTO? - LA TOTALE ASSENZA DI PREVENZIONE DA PARTE DEGLI APPARATI ITALIANI: IL MANDATO DI ARRESTO PER ALMASRI RISALE A OTTOBRE. IL GENERALE NON SAREBBE MAI DOVUTO ARRIVARE, PER EVITARE ALLA MELONI L’IMBARAZZO DI SCEGLIERE TRA IL RISPETTO DEL DIRITTO INTERNAZIONALE E LA REALPOLITIK (IL GOVERNO LIBICO, TRAMITE ALMASRI, BLOCCA GLI SBARCHI DI MASSA DI MIGRANTI) – I SOSPETTI DI PALAZZO CHIGI SULLA “RITORSIONE” DELLA CPI E IL PASTROCCHIO SULL’ASSE DEI SOLITI TAJANI-NORDIO

pier silvio giampaolo rossi gerry scotti pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E L'INGAGGIO DI GERRY SCOTTI COME CO-CONDUTTORE DELLA PRIMA SERATA DI SANREMO NE È LA PROVA LAMPANTE - CHIAMARE ALL'ARISTON IL VOLTO DI PUNTA DI MEDIASET È IL SEGNALE CHE IL BISCIONE NON FARÀ LA GUERRA AL SERVIZIO PUBBLICO. ANZI: NEI CINQUE GIORNI DI SANREMO, LA CONTROPROGRAMMAZIONE SARÀ INESISTENTE - I VERTICI DELLA RAI VOGLIONO CHE IL FESTIVAL DI CARLO CONTI SUPERI A TUTTI I COSTI QUELLO DI AMADEUS (DA RECORD) - ALTRO SEGNALE DELLA "PACE": IL TELE-MERCATO TRA I DUE COLOSSI È PRATICAMENTE FERMO DA MESI...