1. LA PROVA CHE IL PROFESSORE È IN PISTA? I SUOI AMICI SANMARINESI DI PRAGMATA STANNO BEN ATTENTI A NON NUOCERGLI E A RINFOCOLARE VECCHIE POLEMICHE SU PRODI E IL TITANO 2. LA RETE DI RAPPORTI INTERNAZIONALI DELL’EX PREMIER PASSA PER IL SOLIDO LEGAME CON PUTIN, LA PRESENZA FORTE A PECHINO E SHANGAI E I CONTATTI AD ALTO LIVELLO CON L’UNIONE AFRICANA. PER QUESTO, WASHINGTON E LONDRA LO GUARDANO CON UNA CERTA DIFFIDENZA 3. MA LA STORIA DI PRODI, 75 ANNI, È LUNGA E “COMPLESSA”, PER DIRLA IN DEMOCRISTIANESE, E PASSA ANCHE PER I SOSPETTI DI AVERE AVUTO RAPPORTI CON IL KGB, COME SCRISSE IL “GIORNALE” IN UN'INCHIESTA DEL 2013, POCO PRIMA CHE I FRANCHI TIRATORI COLPISSERO 4. DI SICURO, SE SALISSE SUL COLLE, SAREBBE IL PRIMO PRESIDENTE SPIRITISTA. NEL 1978, ALL’EPOCA DEL SEQUESTRO MORO, PRODI DISSE DI AVER RICEVUTO DAGLI ''SPIRITI'' DURANTE UNA SEDUTA L’INDICAZIONE “GRADOLI”. CHISSÀ ADESSO COSA DICONO GLI SPIRITI SUL COLLE
DAGOREPORT
Nelle ultime settimane, Piero Scarpellini lo si è visto poco dietro a Romano Prodi ed è stato più vicino all’altro suo grande amico, il sottosegretario agli affari europei Sandro Gozi. Siamo in zona Quirinale e sarebbe stupido, per il clan del Professore bolognese, rinfocolare sospetti e polemiche dopo la vittoria sul pm De Magistris. Già, perché Scarpellini, 64 anni, romagnolo, era stato indagato dal futuro sindaco di Napoli come esponente della presunta “lobby di San Marino”, che avrebbe ruotato intorno alla sua Pragmata, una società di consulenza nata da una costola di Nomisma, molto attiva in Africa, in Russia e in Cina, ovvero laddove le relazioni del “Professore” sono più forti.
Sandro Gozi ringrazia l Ambasciatore di Francia e gli invitati
Chi negli ultimi tempi ha avuto a che fare con Pragmata e Scarpellini racconta che grandissima è l’attenzione nel non fare passi falsi, ovvero stringere accordi che possano in alcun modo nuocere alla corsa di Prodi verso il Colle.
Pragmata è andata spesso a offrire i suoi servizi in Paesi dove l’ex premier ulivista aveva costruito buoni rapporti, ma in alcuni casi è stato il contrario. Un esempio per tutti la Libia di Gheddafi, dove i rapporti di Scarpellini con il regime del Colonnello sono stati utili a Prodi quando questi era presidente della Commissione Ue. I rapporti tra Prodi e San Marino, tuttavia, sono uno di quei capitoli mai del tutto chiariti che possono pesare in una corsa piena di colpi bassi come quella del Quirinale.
Più in generale, l’attivismo internazionale di Prodi lo colloca in una posizione delicata per quanto riguarda i rapporti con Stati Uniti e Gran Bretagna. Nonostante sia stato per lunghi anni consulente della banca d’affari Usa Goldman Sachs, Prodi è nettamente sbilanciato sull’Oriente e sull’Africa. Nel continente nero è delegato Onu per il Saleh e dal 2008 presiede il Gruppo di lavoro Onu-Unione Africana sulle missioni di peacekeeping in Africa. In Cina è di casa da anni: ha tenuto spesso lezione alla scuola del partito comunista cinese e insegna all’università di Shangai.
Ma l’altro suo canale privilegiato è con la Russia di Putin. Dall’amico Vladimir è volato ancora lo scorso 18 dicembre e c’è chi giura che ne avrebbe approfittato anche per chiedere al presidente russo di intervenire sull’amico Berlusconi per far cadere il veto su di lui. L’altro grande rapporto consolidato è con l’Eliseo, come dimostra anche l’invito diretto di Hollande per la grande marcia di domenica. Con questo carnet di viaggi e relazioni si può immaginare con quanta diffidenza gli Stati Uniti guardino al Professore.
Ma tornando alla Russia, già nel 2013, quando il nome di Prodi cresceva nelle quotazioni per il Colle, “Il Giornale” ricordò i sospetti su suoi presunti rapporti con il Kgb. Ecco che cosa scriveva il 25 marzo 2013 Giancarlo Perna:
“Primo a parlarne, nel 2006, fu un eurodeputato britannico, Gerard Batten. Stando a costui, l'ex agente dell'Urss, Alexander Litvinenko (poi ucciso col polonio dagli ex colleghi) gli avrebbe rivelato che «il nostro agente in Italia è Romano Prodi». Colma la lacuna, una seconda testimonianza che in parte conferma e in parte attenua questo imbarazzante passato prodiano. Un altro ex Kgb, Oleg Gordievsky, in un'intervista al senatore Paolo Guzzanti, già presidente della Commissione d'inchiesta Mitrokhin, disse: «Non ho mai saputo se Prodi fosse o no reclutato dal Kgb, ma una cosa è certa, quando ero a Mosca, tra il 1981 e il 1982, Prodi era popolarissimo nel Kgb: lo trovavano in sintonia dalla parte dell'Unione sovietica».
Io parlo, e continuerò a parlare. Note e appunti sull'Italia vista da Hammamet di Bettino Craxi
Dunque, se non agente, perlomeno simpatizzante del paradiso socialista in anni in cui Romano era già stato ministro (1978) e assumeva la guida dell'Iri (1982). Quanto ci sia di vero, è impossibile dire. Sconcerta però che Prodi (ma neanche la magistratura) abbia diradato quest'ombra. Lui tace per ridimensionare, ma l'effetto è di lasciare se stesso in balia di sconcertanti interpretazioni”.
Il sospetto di buoni rapporti con il mondo dei servizi segreti, a dire il vero, Prodi se lo porta dietro fina dalla primavera del 1978, all’epoca del sequestro Moro. Nonostante sia un cattolico praticante, il Professore raccontò di aver partecipato a una seduta spiritica in casa del professor Alberto Clò, una domenica, dalla quale sarebbe uscita l’indicazione “Gradoli”.
Prodi girò l’informazione alla Dc e le forze di polizia purtroppo andarono a fare ricerche a Gradoli paese anziché in via Gradoli a Roma, dove effettivamente Moro era ostaggio delle Brigate rosse. In seguito Prodi ha sempre confermato la storia della seduta spiritica, ma sono in molti a credere che si tratti di un espediente per coprire la vera fonte di quella dritta così azzeccata. Fonte di qualche servizio segreto?
Prodi, 75 anni, è in ogni caso un uomo dal curriculum lungo e prestigioso quanto ingombrante. Senza voler andare nella preistoria, basta ricordare che anche da presidente Iri (lo è stato due volte, tra il 1982 e il 1989 e poi tra il 1993 e il 1994) è stato al centro delle polemiche perché nel 1985 voleva vendere la Sme all’amico Carlo De Benedetti a un prezzo che l’allora premier Bettino Craxi ritenne eccessivamente scontato. In quell’occasione incrociò per la prima volta le armi con Silvio Berlusconi, chiamato da Craxi a mettere su una contro-cordata “amica” per stoppare l’odiato Ingegnere.
Amici e nemici. Normale averne tanti dopo quarant’anni in posizioni di potere. Ma ora, per diventare presidente della Repubblica, è necessario avere pochi nemici e nessuno scheletro negli armadi. Come Sergio Mattarella, che come Prodi è professore e viene dalla sinistra Dc, ma di potere ne ha maneggiato infinitamente di meno.