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“GENNY SANGIULIANO UNA NE DICE E CENTO NE SBAGLIA: PERCHÉ A GESTIRE IL PIÙ IMPORTANTE PATRIMONIO CULTURALE DEL MONDO SIA FINITO LUI È UN MISTERO” – IL RITRATTO DEL "MINISTRO DELLA GAFFE" BY ALBERTO MATTIOLI NEL LIBRO “DESTRA MALDESTRA” - "LA FIGURA DI MERDA" AL PREMIO STREGA QUANDO DISSE DI AVER VOTATO LIBRI CHE NON AVEVA LETTO - DOPO LA TAPPA MILANESE CON MASCHERONI, MARIANNA APRILE E BARBACETTO, IL LIBRO SARA’ PRESENTATO DOMANI A ROMA, AL LIBRACCIO, CON DAGO - VIDEO

 

 

ALBERTO MATTIOLI A ROMA

PRESENTAZIONE DEL LIBRO DI ALBERTO MATTIOLI A ROMA

Alberto Mattioli presenta il 15 maggio Destra maldestra a Roma, presso la Libreria Libraccio di Via Nazionale alle ore 18

 

Dialogano con l'autore Roberto D’Agostino, Giancarlo De Cataldo e Federico Freni.

 

Modera Francesca Schianchi.

 

 

DESTRA MALDESTRA

Estratto dal libro Destra maldestra di Alberto Mattioli

 

L’uomo che deve vincere la battaglia delle idee, sconfiggere la cultura di sinistra, ribaltarne l’egemonia, portare la destra a celebrare i suoi riti nelle cattedrali del pensiero e, accessoriamente, sistemare un po’ di amici si chiama Gennaro Sangiuliano, il ministro della Cultura.

 

gennaro sangiuliano salone del libro di torino

Finora, più che un’autentica svolta culturale, Sangiuliano ha soprattutto prodotto soprannomi, tipo Sangennaro, perché napoletanissimo e anche capace di autentici miracoli, specie nella moltiplicazione delle poltrone per gli intellettuali «d’area», o Genny per brevità, o Tarzan per le ragioni che si vedranno. Personalmente, preferisco chiamarlo Genny-la-gaffe, dato che si tratta della sua specialità.

 

Come si vedrà, Genny una ne dice e cento ne sbaglia. Perché a gestire il più importante patrimonio culturale del mondo sia finito proprio Genny è un mistero.

LUIGI MASCHERONI - ALBERTO MATTIOLI - MARIANNA APRILE - GIANNI BARBACETTO

 

Nel famigerato totonomine che precede il varo di ogni governo, il nome che rimbalzava di più era quello di Giordano Bruno Guerri, uomo di difficile maneggio ma intellettuale vero, di cultura di destra certificata e garantita, autore di libri importanti come una biografia esemplare di Galeazzo Ciano, sommo sacerdote di D’Annunzio e del dannunzianesimo e anche con una notevole esperienza gestionale, essendo riuscito a trasformare il Vittoriale in uno dei musei italiani di maggior successo, e nonostante il Vate non sia poi più tanto di moda e non si capisca davvero cosa ci sia di così affascinante nel bric-à-brac nelle sue stanzette e stanzettine (sembra davvero la casa dei sette nani, come diceva Arbasino).

 

Poi è successo qualcosa e dal cilindro di Giorgia è uscito Genny.

 

destra maldestra di alberto mattioli

Il quale, per carità, le sue credenziali accademiche le ha, docente a contratto in università telematiche e anche in alcune dal vivo. Sostiene di avere una biblioteca di quindicimila libri, ed è possibile, e di averne scritti diciotto, e questo è certo.

 

Quello cui è più affezionato è Giuseppe Prezzolini: l’anarchico conservatore, pubblicato da Mursia nel 2008 con prefazione di Vittorio Feltri. In effetti, Sangiuliano cita Prezzolini con una specie di frenesia o di voluttà, infilandolo in ogni intervista, presentazione, dichiarazione, quindi nominandolo di continuo dato che il ministro muore ma non tace. Sembra che Genny abbia letto soltanto lui, ma forse non è vero.

 

Sta di fatto che Prezzolini è stato subito ribattezzato Prezzemolini: non se n’è mai tanto parlato da quando il ministro non fa che parlarne. Però nell’opus magnum sangiulianesco si segnalano anche altre cinque biografie, dedicate a Putin, Hillary Clinton, Trump, Xi Jinping e Reagan (trova l’intrusa, come sulla «Settimana enigmistica»). Sangiuliano è però soprattutto un giornalista-politico o un politico-giornalista, attività che nel suo caso, e in quello di molti altri che hanno fatto carriera in Rai, tendono a confondersi […].

 

alberto mattioli

Comunque quel fatidico 22 ottobre 2022, Sangiuliano fece il salto definitivo (il saltello, via) dal giornalismo politico alla politica tout court. E subito si capì che ci avrebbe regalato delle belle soddisfazioni. Si sa che quando i giornalisti si avventano sui neoministri che si sono appena insediati nei loro dicasteri, generalmente sapendone poco, la gaffe è dietro l’angolo.

 

Anche Genny iniziò benissimo. Scrive Fabrizio Roncone: «Arriva e proclama: “Basta fondi ai film di sinistra. La Rai deve produrre fiction sulla Fallaci e su Montanelli”. Non sa che su Oriana ne è già stata prodotta una (nel 2015), e che RaiPlay è piena di contenuti su Montanelli.

 

“Allora bisogna fare un film su Pirandello!” Solo che il film più visto nei cinema, in quei mesi, è proprio su Pirandello (La stranezza di Roberto Andò, con Toni Servillo e il duo Ficarra/Picone)». Vabbè, può succedere, pazienza, sei nuovo nel lavoro, capita di sbagliare. Solo che Sangiuliano non ha più smesso, inanellando una gaffe dopo l’altra e una meglio dell’altra. Genny-la-gaffe, appunto. [….].

MEME SU GENNARO SANGIULIANO AL PREMIO STREGA

 

Il capolavoro di Genny-la-gaffe arrivò il 6 luglio 2023, trasformando uno dei più stanchi e stracchi rituali delle patrie lettere, la mesta cerimonia del Premio Strega, in un favoloso pezzo da cabaret.

 

Tutto iniziò con l’intervista obbligata della bravissima conduttrice della serata, Geppi Cucciari, al signor ministro che, bisogna premetterlo, non era lì solo come nume tutelare della cultura italiana, quindi anche dei suoi libri e perfino di quelli che vincono lo Strega, ma anche come giurato.

GENNARO SANGIULIANO COME NAPOLEONE

 

Ne risultò un dialogo che sta fra Pirandello e Totò, quindi giova riferirlo come se fosse un copione teatrale: vedere per credere, è tutto su YouTube.

 

Genny-la-gaffe (sorridente, facondo, autorevole): «Io voglio dire di leggere, che è una cosa fondamentale, molto bella, che ti arricchisce, che ti fa vivere dei momenti esistenziali [sic]. Ho ascoltato le storie che sono, come dire?, espresse in questi libri che sono finalisti questa sera e sono tutte storie che ti prendono, che ti fanno riflettere. Ecco, proverò a leggerli».

 

Geppi Cucciari (allibita ma con un lampo luciferino nello sguardo): «Ah, non… non… non li ha letti?».

Genny-la-gaffe (accorgendosi di averne fatta un’altra, imbarazzato): «Sì, li ho letti perché ho votato però voglio, come dire?, approfondire questi volumi».

gennaro sangiuliano premio strega 1

Geppi Cucciari (implacabile come un’erinni): «Cioè, oltre la copertina, dentro? Proprio dentro? […] Un bell’applauso al nostro ministro».

 

Didascalia: il pubblico ride. Il giorno dopo, «e che baccano sul caso strano, e che commenti per la città» (copyright Un ballo in maschera, Somma-Verdi) sul ministro che vota libri che non ha letto.

 

Lui, poverino, talmente sconvolto da non infilare nella dichiarazione nemmeno un «come dire?», il suo intercalare favorito dopo la citazione di Prezzolini, provò a rimediare, dicendosi prevedibilmente «travisato» come qualsiasi politico che l’ha fatta fuori dal vasino: «Mi spiace che le mie parole siano state travisate, ho ovviamente letto i libri del Premio Strega ma non con la calma che avrebbero meritato avendo, come potete capire, moltissimi impegni.

 

gennaro sangiuliano premio strega 2

Intendevo dire che tornerò ad approfondirli. Credo che a chiunque ami la cultura sia capitato di riprendere un libro in mano per rileggerne qualche passaggio che ti ha colpito». Ma resta la figura, come dire?, di merda.

gennaro sangiuliano

 

gennaro sangiuliano premio strega 43 gennaro sangiuliano

 

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