vincenzo scotti luigi di maio

RITRATTO DI VINCENZO SCOTTI BY GIANCARLO PERNA: “FU RIBATTEZZATO ‘TARZAN’ PER IL SUO CONTINUO AGGANCIARSI A TUTTE LE LIANE CORRENTIZIE DELLA VARIEGATA DC. FU VICE DI DE MITA POI PASSÒ CON GAVA, FORMANDO LA PITTORESCA CORRENTE DEL GOLFO, POI CON COSSIGA - COL NUOVO MILLENNIO, HA PARTECIPATO ALL'ULTIMO GOVERNO BERLUSCONI. E POI I RAPPORTI CON DI MAIO PRESENTATO DALL’EX PRESIDENTE DELLA CORTE DEI CONTI, LUIGI GIAMPAOLINO…”

Giancarlo Perna per “la Verità”

 

vincenzo scotti gianni letta

«Io voglio essere la fucina della classe dirigente italiana», ha detto il creatore di Link Campus University, ateneo a ridosso del Vaticano, prediletto dai grillini. Chi è questo emulo del dio Vulcano? Questo fuciniere che, operando sul corpo vivo della Nazione, forgia in duro metallo gli uomini che la guideranno?

 

Una vecchia conoscenza: Enzo Scotti, 85 anni, in pista dagli anni Sessanta del XX secolo. Fu 7 volte ministro, 7 volte deputato. Intrecciato con più episodi di storia italiana, ha saltellato inquieto tra una corrente e l' altra della Dc, spesso sparito, sempre riapparso. Dimostra la metà dei suoi anni e non sta più nella pelle perché è di nuovo sulla bocca di tutti.

 

vincenzo scotti

Fingendo di esserne rabbuiato, è lui stesso che alimenta il mito della sua università grillina, sfornatrice degli homines novi giunti al comando dopo la vittoria elettorale del 4 marzo. Ma poiché la stampa maggioritaria è contraria a questi parvenu, sull' Ateneo sono fiorite maldicenze: intrecci di affari, agenti segreti, intelligenze con la Russia di Vladimir Putin. «Ora basta», ha bofonchiato Scotti. «Raccoglierò ogni falsità scritta in questi mesi e la porterò in tribunale». In realtà, è lusingato che gli si attribuisca uno stretto rapporto con il potere grillino. Prima di dire cosa lo lega davvero a Luigi Di Maio, facciamo un passo a ritroso.

 

DOCENTI EX PARLAMENTARI

Quando negli anni Novanta del secolo scorso la Dc evaporò, Enzo, dopo vani tentativi di riciclarsi, fu tra i primi disoccupati della politica a buttarsi nel volontariato: Ong, enti di istruzione etc. Collegandosi con l'Università di Malta, creò la Link Campus distribuendo cattedre a ex colleghi appiedati come lui.

 

Costoro, pur di restare a galla, lavoravano gratis e l'Ateneo crebbe con poche spese. Dal 2011, il rapporto con i maltesi si interruppe e la Link Campus divenne un istituto superiore di diritto italiano. Tuttora è infarcita di montecitoriani a spasso, Mario Segni, Franco Frattini, Ortensio Zecchino, altri.

vincenzo scotti luigi di maio

 

Bisogna sapere che Scotti fu molto legato a Francesco Cossiga. Costui, che da radioamatore - con il nome di Canguro stanco - si intrufolava nelle onde riservate alla polizia, era un patito di intelligence, Gladio e intrighi in genere. Ispirato da questa vicinanza, il nostro Enzo ebbe l' intuizione di orientare l' Università su un analogo terreno, scivoloso e avveniristico. Moltiplicò le cattedre di geopolitica, strategia, sicurezza nazionale.

 

Questo attirò i giovani più diffidenti che, considerando la società dominata dalle forze del male, sono avidi di sapere come smascherarle. Così, quasi per caso, l'università di Scotti intercettò una gioventù antropologicamente grillina. Dalle sue fila sono infatti usciti l'attuale ministro della Difesa, Elisabetta Trenta, e altri di spicco del M5s che cito alla rinfusa: Flavia Marzano, Paola Giannetakis, Nicola Ferrigni, Angelo Tofalo, Emanuela Del Re.

franco frattini vincenzo scotti

 

LA CONSACRAZIONE DI DI MAIO

La vera consacrazione pentastellata di Link Campus fu però la visita in pompa magna di Luigi Di Maio, nel febbraio scorso, qualche settimana prima delle elezioni. È nell'Aula Magna che il leaderino di Pomigliano d'Arco ha presentato ufficialmente il suo programma. Affabile accoglienza del vecchio Scotti alla giovane speranza, fiori e battimani. Il vecchio e il giovane parvero simpatizzare come due che si sono appena conosciuti. Ma non era vero niente, poiché la cosa era stata accuratamente preparata.

 

Scotti e Di Maio si frequentano infatti da tempo. A presentarli -raccontano -, l'amico comune, Luigi Giampaolino, ex presidente della Corte dei conti (2010-2013). Giampaolino, quasi coetaneo di Scotti di cui è intimo da decenni, è pure lui di Pomigliano e legatissimo ai compaesani Di Maio. Ha visto crescere Luigino e ne ha progressivamente apprezzato la vivace favella. Tanto che un giorno andò da Enzo per parlargli del pupillo, dicendo: «T'aggia a presenta' Luigino. Stu' guaglione parla che n' a bellezza. Prendilo sotto la tua ala».

 

vincenzo scotti 1

Fu fissato l'appuntamento ed Enzo, soppesato il giovanotto, gli disse: «Vi do i miei insegnanti. Non voglio nulla in cambio». Il vantaggio fu reciproco. Il movimento, tendenza Di Maio, può dire di avere una propria università. Scotti, di essere il consigliere del principe.

 

DA DONAT CATTIN A BERLUSCONI

Enzo è un napoletano sui generis. A Napoli è nato, a Napoli è stato sempre eletto. Ma la sua ascendenza è settentrionale e l' accento incollocabile a causa di un birignao cavo buccale. Dopo la laurea a Roma entrò nella Cisl, il sindacato Dc. Si inserì tra i due grandi del settore Lavoro del partito, Giulio Pastore e Carlo Donat Cattin. Ma non li eguagliò, per la smania che lo portava a spostarsi anzitempo. Caratteristica che lo inchiodò alla figura di eterno secondo, spesso terzo.

 

marianna madia vincenzo scotti

Lasciata la Cisl, si avvicinò al romano Giulio Andreotti, puntando a sbaragliare i due concorrenti, Franco Evangelisti e Vittorio Sbardella. Provò a forzare la mano dicendo ad Andreotti: «Sarò il tuo portavoce». Ma l' altro replicò: «Mi serve un portasilenzi». Non c' è trippa per gatti, pensò allora Scotti e rientrò a Napoli. Ma appena uscì di scena, emerse al fianco del divo Giulio, il napoletano Paolo Cirino Pomicino, più paziente. Per dire gli incroci.

 

«IL POTERE RESTA»

Sotto il Vesuvio, era il contraltare del doroteo, Antonio Gava. Si raccoglievano attorno a Scotti i palati fini che detestavano il pancione e i cravattoni gavianei. Il potere, tuttavia, restava nelle mani dell' altro, nonostante Scotti raccogliesse molti voti. Gava diceva: «È molto bravo a fare le zeppole senza farina», metafora simile alle nozze coi fichi secchi. Enzo infatti riscuoteva la stima degli elettori ma era ignorato dagli iscritti. Infatti, erano le tessere e non le urne a decidere le gerarchie interne.

 

vincenzo scotti

Un giorno, Scotti decise di dare la scalata al partito. In un congresso, in cui Ciriaco De Mita era strafavorito, si candidò contro di lui per la segreteria. L'Irpino lo fece a fette ma l'outsider fu osannato per il coraggio. Con l'immagine acquisita, poteva creare una propria corrente e tampinare De Mita. Ma la sera stessa, annunciò: «L'immagine passa, il potere resta. Ciriaco mi ha offerto di essere suo vice. Ho accettato».

 

Così, si appiccicò pure a De Mita. Da allora, fu ribattezzato Tarzan per il suo continuo agganciarsi a tutte le liane correntizie della variegata Dc. Successivamente, passò con Gava, formando la pittoresca Corrente del Golfo, poi con Cossiga.

 

DI MAIO SCOTTI

Col nuovo millennio, lasciò la politica. Salvo partecipare all' ultimo governo Berlusconi (2008-2011), come oscuro sottosegretario, lui più volte ministro, al solito motto: «L' immagine passa il potere resta».

 

PUGNO DI FERRO AL VIMINALE

Dei molti dicasteri che ha occupato, Scotti è ricordato per il biennio da ministro dell' Interno (1990-1992). Allora era sodale di Gava che ebbe un ictus mentre occupava la poltrona del Viminale. Scotti lo sostituì e fece due cose durissime.

 

DI MAIO SCOTTI1

Con un decreto al limite della costituzionalità, rimise ai ceppi delle coppole che la Cassazione aveva liberato per decorso dei termini. Poi, sfidò l' italico buonismo riportando in Albania armi in pugno i 20.000 profughi sbarcati a Bari con la nave Vlora, partita da Durazzo tra le minacce di facinorosi (1991). Adesso, Scotti è tutt' uno con la Link, che in inglese significa «l' aggancio». Fu la sua specialità quando era Tarzan, gli è rimasta intatta con Di Maio.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni donald trump joe biden

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI, FORSE PER LA PRIMA VOLTA DA QUANDO È A PALAZZO CHIGI, È FINITA IN UN LABIRINTO. E NON SA DAVVERO COME USCIRNE. STAI CON NOI TRUMPIANI O CONTRO DI NOI? CI METTI LA FACCIA O NO? IL BRITANNICO NEO-MAGA NIGEL FARAGE HA DICHIARATO CHE AVREBBE PREFERITO CHE MELONI PRENDESSE POSIZIONI PIÙ DURE CONTRO L’UNIONE EUROPEA, ALTRO SEGNALE: COME MAI ANDREA STROPPA, TOYBOY DELL'ADORATO MUSK, SPINGE SU X PER IL RITORNO DI SALVINI AL VIMINALE? VUOLE PER CASO COSTRINGERMI A USCIRE ALLO SCOPERTO? OGGI È ARRIVATA UN'ALTRA BOTTA AL SISTEMA NERVOSO DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA LEGGENDO LE DICHIARAZIONI DI JORDAN BARDELLA, IL PRESIDENTE DEL PARTITO DI MARINE LE PEN, CHE HA TROVATO L’OCCASIONE DI DARSI UNA RIPULITA PRENDENDO AL VOLO IL "GESTO NAZISTA" DI BANNON PER ANNULLARE IL SUO DISCORSO ALLA CONVENTION DEI TRUMPIANI A WASHINGTON - E ADESSO CHE FA L’EX COCCA DI BIDEN, DOMANI POMERIGGIO INTERVERRÀ LO STESSO IN VIDEO-CONFERENZA?

marina berlusconi antonio tajani

DAGOREPORT - L’INTERVISTA RILASCIATA DA MARINA BERLUSCONI AL “FOGLIO” HA MANDATO IN TILT FORZA ITALIA E SOPRATTUTTO TAJANI - IL VICEPREMIER HA REAGITO IN MODO SCOMPOSTO: “NON ABBIAMO BISOGNO DI NESSUNA SVEGLIA. MARINA FA BENE A DIRE CIÒ CHE PENSA MA NON CI HA MAI CHIESTO NÉ IMPOSTO NULLA. QUANTO DETTO DA LEI NON ERA RIVOLTO A FORZA ITALIA” - NEL PARTITO MONTA LA FRONDA VERSO LA FAMIGLIA BERLUSCONI E C’E’ CHI PENSA DI POTERSI EMANCIPARE UNA VOLTA PER TUTTE (MAGARI TROVANDO UN FINANZIATORE DISPOSTO AD ACCOLLARSI I 99 MILIONI DI FIDEJUSSONI GARANTITE DALLA DINASTY DI ARCORE) - AVVISO ALLA "SINISTRA" MARINA: NEL WEEKEND VERRA’ CONDOTTO UN SONDAGGIO RISERVATO PER TESTARE L’APPREZZAMENTO DEL SIMBOLO DI FORZA ITALIA SENZA LA PAROLA “BERLUSCONI”…

giuseppe conte elly schlein

LE INSOSTENIBILI DICHIARAZIONI FILO-TRUMP DI CONTE HANNO MANDATO IN TILT SCHLEIN - TRA I DUE SAREBBE PARTITA UNA TELEFONATA BURRASCOSA IN CUI LA SEGRETARIA DEM AVREBBE FATTO CAPIRE A PEPPINIELLO CHE SE CONTINUA COSÌ IL M5S CROLLERÀ AL 7% - ELLY DEVE FARE I CONTI CON L’AUT AUT DI CALENDA E CON LA MINORANZA CATTO-DEM IN SUBBUGLIO CONTRO CONTE – PEPPINIELLO TIRA DRITTO: PARLA ALLA PANCIA DEI 5 STELLE E ABBRACCIA LA LINEA ANTI-DEM DI TRAVAGLIO SU RUSSIA E TRUMP. MA "LA POCHETTE DAL VOLTO UMANO" SA BENISSIMO CHE, SENZA UN ACCORDO COL PD, A PARTIRE DAL PROSSIMO VOTO REGIONALE, NON VA DA NESSUNA PARTE…

elon musk donald trump caveau oro

DAGOREPORT - ALTA TENSIONE TRA IL MONDO FINANZIARIO AMERICANO E KING TRUMP - PRIMA DI DICHIARARE GUERRA A WASHINGTON, I GRANDI FONDI E I COLOSSI BANCARI ASPETTANO CHE TRUMP E MUSK CACCINO IL PRESIDENTE DELLA FEDERAL RESERVE  PER IMPORRE I BITCOIN COME RISERVA NAZIONALE. UNA MONETA DIGITALE E SOVRANAZIONALE CHE AFFOSSEREBBE IL DOLLARO, E QUINDI L'ECONOMIA USA. E GOLDMAN SACHS SI PORTA AVANTI CONSIGLIANDO DI INVESTIRE IN ORO - LE RIPERCUSSIONI PER L'ITALIA: MELONI SA CHE I GRANDI FONDI, SE VOLESSERO, POTREBBERO MANDARE GAMBE ALL'ARIA IL DEBITO TRICOLORE...

luca zaia marina berlusconi matteo salvini il foglio

FLASH – PARE CHE LUCA ZAIA, DOPO AVER LETTO L’INTERVISTA-MANIFESTO RILASCIATA DA MARINA BERLUSCONI AL “FOGLIO”, ABBIA COMMENTATO SODDISFATTO: “QUESTA C’HA LE PALLE”. IL SEGRETARIO DELLA "LIGA VENETA", ALBERTO STEFANI, AVREBBE SUBITO RIFERITO IL COMMENTO DEL “DOGE” A SALVINI. COME L'HA PRESA L'EX TRUCE DEL PAPEETE? NON HA GRADITO L’ENDORSEMENT PER LA “CAVALIERA”: QUESTA VOLTA LA TISANELLA CHE CONSIGLIA SEMPRE AI "SINISTRELLI ROSICONI" L'HA DOVUTA BERE LUI, PER PLACARSI…