LA RIVINCITA DEI FALCHI - SE LA CONSULTA CONDANNA, IL PDL SI PREPARA ALLE URNE E ALFANO SOGNA DI PRENDERE IL POSTO DEL BANANA

Carmelo Lopapa per "La Repubblica"

Il governo Letta andrà avanti senza contraccolpi, almeno fino al 19 giugno. Da quel giorno, però, lo scenario rischia di cambiare in modo repentino. «In effetti, non possiamo stare a guardare, a subire passivamente l'assalto giudiziario di chi vuol farmi fuori». Silvio Berlusconi se ne è ormai convinto dando ragione a Daniela Santanché, Denis Verdini e Daniele Capezzone.

Tre sono stati suoi ospiti per due giorni a Villa Certosa, in Sardegna. Loro preoccupati, lui ancora di più. Succede che il 19 la Corte Costituzionale si pronuncerà sul legittimo impedimento negato a Berlusconi nel processo sui diritti tv Mediaset. Se la Consulta a sua volta boccerà l'esistenza dei presupposti - è il suo ragionamento - allora quello sarà il segnale che si scivolerà facilmente verso una conferma di condanna in Cassazione entro l'anno (con interdizione). A quel punto, «la situazione può complicarsi e far saltare tutto», dicono i più agguerriti.

«Non accadrà nulla, lavoriamo al governo e portiamo risultati» filtra dalla segreteria Alfano. Ma pochi giorni dopo, lunedì 24 giugno, incomberà anche la sentenza Ruby. Un unodue che rischia di far scattare nervi ed equilibri. La situazione dunque potrebbe precipitare. In quel caso, meglio farsi trovare pronti.

I tre "falchi" hanno portato infatti al capo un progetto per rilanciare un partito leggero, molto stile Usa, da far viaggiare con pochi soldi (dopo l'azzeramento dei finanziamenti sarà inevitabile) e con risorse da reperire anche con tesseramenti vip a tre zeri e col crowfunding, raccolta di microdonazioni sul web, oltre che con le solite cene. E ancora, un'ala del partito più giovane e movimentista che sia pronta a seguire il leader in tutte le sue battaglie, anche quelle personali, lasciando ad Alfano e altri dirigenti il partito «di governo».

Tutte idee che il capo metterà in ordine per illustrarle ai dirigenti Pdl che saranno convocati a Palazzo Grazioli tra domani e mercoledì. Sotto il segno dei falchi? Certo è che la presenza dei tre a Porto Rotondo ha mandato in fibrillazione tutta l'area "governativa". E sicuramente Alfano non nasconde la sua irritazione. Di rimettere in discussione il doppio incarico del segretario e vicepremier, però, Berlusconi non ha voluto sentir parlare.

Ma la polemica interna tra falchi e colombe ormai divampa. «Ognuno fa quello che vuole, ma questi incontri separati difficilmente portano esiti chiari, occorre discutere tutti insieme» attacca Maurizio Gasparri, che come altri non ha preso bene la missione sarda.

«Polemiche stucchevoli», ribatte la Santanché appena sbarcata a Milano in serata: «Vorrei che tutto il partito prendesse coscienza che tra 15 giorni una sentenza potrebbe togliere dalla scena politica il nostro leader Berlusconi. Mi piacerebbe che da oggi ad allora tutti insieme ci preoccupassimo solo di questo perché una sentenza che non ripristinasse giustizia sarebbe inaccettabile». Il Cavaliere non pensa ad altro ed è bene che tutti facciano altrettanto, è il messaggio.

Berlusconi, prima di volare ad Arcore per incontrare in serata Allegri, ha ripetuto ai tre ospiti che il governo Letta va avanti «ma deve far valere le nostre priorità», dall'Imu all'Iva. Il fatto che alla Certosa abbiano rimesso mano alla macchina organizzativa tuttavia è un campanello, nel mondo berlusconiano preludio di elezioni non lontane. L'aria è elettrica, in attesa del vertice a Grazioli dopo una settimana di eclissi del capo. Per arginare lo strapotere di Verdini, rimasto coordinatore unico, torna in scena l'ex coordinatore dimissionario Sandro Bondi, pronto a riappropriarsi del ruolo.

Il fedelissimo di sempre giovedì mattina, a freddo, ha ammonito i falchi interni con una nota: «In questo momento, chi non comprende che il Pdl ha il dovere di garantire il successo del governo Letta, lo fa sulla base di personalismi e smanie di potere». Posizionamento al fianco del segretario Alfano e dell'esecutivo che ha prodotto i suoi effetti. Da un paio di giorni, i capigruppo Brunetta e Schifani, oltre a Ravetto e altri parlamentari invocano in coro un suo ritorno al vecchio ruolo (oggi dovrebbe farlo lo stesso Alfano).

L'obiettivo del segretario e dei suoi è rilanciare appunto Bondi ai vertici di via dell'Umiltà, facendone una sorta di contrappeso al potere solitario e straripante di Verdini. «In questo momento, c'è bisogno di coesione e unità, agirò con libertà nell'interesse del presidente Berlusconi », si limita a dichiarare lui pronto a reindossare i vecchi panni. Lotte di potere interne ormai senza fine, in un Pdl lacerato in correnti stile Dc. Il capo li lascia sfogare, ha la testa altrove, soprattutto pensa già ad altro, anche ad un altro partito.

 

berlusconi alfano FACCIA A FACCIA BERLUSCONI E ALFANOVIGNETTA BENNY DA LIBERO BERLUSCONI E ALFANO SUL RING Santanch daniela DENIS VERDINI DANIELE CAPEZZONE - copyright PizziSilvio Berlusconi con Alfano e SchifaniQATIPM x BRUNETTA MARONI ALFANO SCHIFANI

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