roberta lombardi virginia raggi

“NON CREDO CHE DE VITO ABBIA FATTO TUTTO DA SOLO” - ROBERTA LOMBARDI AFFONDA IL COLTELLO NELL’AMMINISTRAZIONE RAGGI: “DA QUELLO CHE HO LETTO NELLE CARTE, CREDO CHE L’INCHIESTA POSSA ALLARGARSI. LA GIUNTA RAGGI NON PUO’ ANDARE AVANTI COME SE NULLA FOSSE: SULLO STADIO IL CONSIGLIO COMUNALE DOVREBBE ANNULLARE IN AUTOTUTELA LA DELIBERA - DI MAIO? IL METODO NON PUÒ ESSERE "DA OGGI IN POI SI FA COSÌ PERCHÉ LO DICO IO"…

Annalisa Cuzzocrea per “la Repubblica”

MARCELLO DE VITO ROBERTA LOMBARDI

 

Roberta Lombardi sfida Virginia Raggi. Dopo l'arresto del presidente dell'assemblea capitolina Marcello De Vito per corruzione, secondo la capogruppo M5S in regione Lazio, «non si può far finta di niente».

 

Marcello De Vito è stato al suo fianco in molte battaglie politiche. Cos'ha pensato quando l'hanno arrestato?

«Dal punto di vista umano è stato molto doloroso. C'è sempre la presunzione di innocenza, ma leggendo le carte ho scoperto una persona diversa».

 

Tra le accuse c'è quella di aver cercato di favorire la sua campagna elettorale in Regione con l'aiuto di Parnasi. Com'è possibile non se ne sia accorta?

«Non voglio passare per la Scajola di turno, ma dall'informativa dei carabinieri si evince che l'unico aiuto sarebbe stato un articolo sul Romanista di cui neanche ero a conoscenza».

 

virginia raggi roberta lombardi

De Vito ha però insistito per farle incontrare Parnasi. E lei ha accettato.

«Lo incontrai alla Camera perché tutto fosse registrato e dissi "no grazie" alle reiterate offerte di aiuto».

 

Raggi ha preso le distanze ricordando che lei e De Vito eravate della corrente avversa.

«Ho detto a De Vito di dimettersi già a giugno, con un messaggio che ho reso pubblico, perché per me vale la regola di Gianroberto Casaleggio: quando hai un dubbio, nessun dubbio. Non mi risulta che Raggi abbia mai chiesto a Marra di dimettersi dopo gli articoli sui suoi rapporti con Scarpellini, né che abbia chiesto a Lanzalone di uscire dal cda di Acea dopo il suo arresto. Si è dimesso solo una settimana fa, dopo che ho ricordato ai miei colleghi nazionali che forse non era il caso stesse ancora lì».

virginia raggi roberta lombardi beppe grillo

 

Un'amministrazione che ha vissuto gli arresti di Marra, Lanzalone, De Vito, può continuare come se nulla fosse?

«Assolutamente no. Sullo stadio il consiglio comunale dovrebbe annullare in autotutela la delibera, perché, come ha detto la procura, è possibile ci sia stato un vizio nell'individuazione dell'interesse pubblico».

 

Non sarebbe un altro danno per Roma?

«In questo caso non ci sarebbero penali. E si può lavorare con l'AS Roma per individuare un nuovo sito. Sarebbe invece un danno per Parnasi, arrestato per corruzione, ma che alla firma della convenzione tra Eurnova e comune realizzerebbe una plusvalenza di 80 milioni di euro».

ROBERTA LOMBARDI MARCELLO DE VITO VITO CRIMI

 

L'espulsione di De Vito basta a chiudere il caso? A superare la fine del mito dell'onestà?

«No. Feci una proposta su come gestire un'amministrazione complicata come Roma già nel 2016: era il minidirettorio. Guarda caso, i problemi cominciarono dopo lo scioglimento».

 

Crede davvero che un sindaco debba avere dei controllori?

«Dopo Mafia capitale era necessario un sistema di controllo. Non si può andare avanti facendo finta che ogni tanto ne arrestano uno e noi tiriamo dritto».

roberta lombardi virginia raggi

 

Crede che l'inchiesta possa allargarsi?

«Da quello che ho letto nelle carte sì. Non credo che De Vito abbia fatto tutto da solo».

 

Lei è tranquilla?

«Parlano i fatti: in Regione Lazio abbiamo fatto approvare un ampliamento del parco dell'Appia antica che include la speculazione edilizia del Divino Amore, firmata Parnasi, ora bloccata».

 

Il M5S ha perso tantissimi voti in questo primo anno di governo. Cosa pensa del risultato in Basilicata?

«Confrontare elezioni regionali e nazionali non ha senso. Ma di certo c'è una parte di elettori che ci ha votato a marzo e che in questo momento è alla finestra aspettando di vedere i risultati. I semi sono stati gettati, devono crescere le pianticelle».

roberta lombardi (6)

 

Ha ragione Di Maio, per invertire la rotta basta cambiare le regole alleandosi con liste civiche e ponendo fine al limite dei due mandati nei comuni?

«Sono temi su cui dibattiamo da anni. Il punto è il metodo con cui si arriva a decidere, che non può essere "da oggi in poi si fa così perché lo dico io". Servono partecipazione e controllo diffuso. E Luigi deve delegare».

 

Le sconfitte sono colpa sua?

«Preferisco credere siano responsabilità di tutti».

 

Il caso di Rami ha riaperto il dibattito sullo Ius soli. È favorevole?

«Non so cosa possa pensare Rami di un ministro che si mette a battibeccare con un bambino di 13 anni. Ho trovato di cattivo gusto che Salvini lo abbia invitato a farsi eleggere, mi ricorda quando Fassino lo disse a Grillo. Nella scorsa legislatura abbiamo proposto una legge per lo Ius soli temperato, non alla nascita, ma dopo la verifica che le famiglie e i bambini siano integrati nella cultura e nella società italiana».

luigi di maio roberta lombardi virginia raggi

 

Uguale a quella del Pd, che poi non avete appoggiato. Oggi potreste votarla?

«Non è nel contratto di governo, ma dovremmo valutare se dire sì».

 

Il matrimonio con la Lega è stato un errore?

«La chiamerei relazione occasionale. Una via obbligata dopo il rifiuto del Pd, ma credo sia ancora l'unico modo di recuperare gli elettori rimasti alla finestra. Certo se invece del rispetto del contratto si fanno interpretazioni creative, come sulla Tav, non si va lontano».

Ultimi Dagoreport

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…

andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL RISIKONE È IN ARRIVO: DOMANI MATTINA INIZIERÀ L’ASSALTO DI CALTA-MILLERI-GOVERNO AL FORZIERE DELLE GENERALI. MA I TRE PARTITI DI GOVERNO NON VIAGGIANO SULLO STESSO BINARIO. L’INTENTO DI SALVINI & GIORGETTI È UNO SOLO: SALVARE LA “LORO” BPM DALLE UNGHIE DI UNICREDIT. E LA VOLONTÀ DEL MEF DI MANTENERE L’11% DI MPS, È UNA SPIA DEL RAPPORTO SALDO DELLA LEGA CON IL CEO LUIGI LOVAGLIO - DIFATTI IL VIOLENTISSIMO GOLDEN POWER DEL GOVERNO SULL’OPERAZIONE DI UNICREDIT SU BPM, NON CONVENIVA CERTO AL DUO CALTA-FAZZO, BENSÌ SOLO ALLA LEGA DI GIORGETTI E SALVINI PER LEGNARE ORCEL – I DUE GRANDI VECCHI DELLA FINANZA MENEGHINA, GUZZETTI E BAZOLI, HANNO PRESO MALISSIMO L’INVASIONE DEI CALTAGIRONESI ALLA FIAMMA E HANNO SUBITO IMPARTITO UNA “MORAL SUASION” A COLUI CHE HANNO POSTO AL VERTICE DI INTESA, CARLO MESSINA: "ROMA DELENDA EST"…

bergoglio papa francesco salma

DAGOREPORT - QUANDO È MORTO DAVVERO PAPA FRANCESCO? ALL’ALBA DI LUNEDÌ, COME DA VERSIONE UFFICIALE, O NEL POMERIGGIO DI DOMENICA? - NELLA FOTO DELLA SALMA, SI NOTA SUL VOLTO UNA MACCHIA SCURA CHE POTREBBE ESSERE UNA RACCOLTA DI SANGUE IPOSTATICA, COME ACCADE NELLE PERSONE MORTE GIÀ DA ALCUNE ORE - I VERTICI DELLA CHIESA POTREBBERO AVER DECISO DI “POSTICIPARE” LA DATA DELLA MORTE DEL SANTO PADRE, PER EVITARE DI CONNOTARE LA PASQUA, CHE CELEBRA IL PASSAGGIO DA MORTE A VITA DI GESÙ, CON UN EVENTO LUTTUOSO - UN PICCOLO SLITTAMENTO TEMPORALE CHE NULLA TOGLIE ALLA FORZA DEL MAGISTERO DI FRANCESCO, TERMINATO COME LUI VOLEVA: RIABBRACCIANDO NEL GIORNO DELLA RESURREZIONE PASQUALE IL SUO GREGGE IN PIAZZA SAN PIETRO. A QUEL PUNTO, LA MISSIONE DEL “PASTORE VENUTO DALLA FINE DEL MONDO” ERA GIUNTA AL TERMINE...

andrea orcel castagna fazzolari meloni milleri caltagirone giuseppe giovanbattista giorgia giancarlo giorgetti

DAGOREPORT – MA ‘STI “GENI” ALLA FIAMMA DI PALAZZO CHIGI PENSANO DAVVERO DI GOVERNARE IL PAESE DEI CAMPANELLI? E COME SI FA A NON SCRIVERE CHE DIETRO L’APPLICAZIONE DEL GOLDEN POWER ALL’UNICREDIT, C’È SOLO L’ESPLICITA VOLONTÀ DEL GOVERNO DEI MELONI MARCI DI MANGANELLARE ANDREA ORCEL, IL BANCHIERE CHE HA OSATO METTERSI DI TRAVERSO AL LORO PIANO “A NOI LE GENERALI!”? - UNA PROVA DELL’ATTO ‘’DOLOSO’’? IL GOLDEN POWER, UNO STRUMENTO CHE NASCE PER PROTEGGERE GLI INTERESSI NAZIONALI DALLE MIRE ESTERE, È STATO APPLICATO ALL’OPERAZIONE ITALIANISSIMA UNICREDIT-BPM, EVITANDO DI UTILIZZARLO ALLE ALTRE OPERAZIONI BANCARIE IN CORSO: MPS-MEDIOBANCA, BPM-ANIMA E BPER-SONDRIO - ORA UNICREDIT PUÒ ANCHE AVERE TUTTE LE RAGIONI DEL MONDO. MA NON SERVE A UN CAZZO AVERE RAGIONE QUANDO IL TUO CEO ORCEL STA SEDUTO DALLA PARTE SBAGLIATA DEL POTERE…

jd vance papa francesco bergoglio

PAPA FRANCESCO NON VOLEVA INCONTRARE JD VANCE E HA MANDATO AVANTI PAROLIN – BERGOGLIO HA CAMBIATO IDEA SOLO DOPO L’INCONTRO DEL NUMERO DUE DI TRUMP CON IL SEGRETARIO DI STATO: VANCE SI È MOSTRATO RICETTIVO DI FRONTE AL LUNGO ELENCO DI DOSSIER SU CUI LA CHIESA È AGLI ANTIPODI DELL’AMMINISTRAZIONE AMERICANA, E HA PROMESSO DI COINVOLGERE IL TYCOON. A QUEL PUNTO IL PONTEFICE SI È CONVINTO E HA ACCONSENTITO AL BREVE FACCIA A FACCIA – SUI SOCIAL SI SPRECANO POST E MEME SULLA COINCIDENZA TRA LA VISITA E LA MORTE DEL PAPA: “È SOPRAVVISSUTO A UNA POLMONITE BILATERALE, MA NON È RIUSCITO A SOPRAVVIVERE AL FETORE DELL’AUTORITARISMO TEOCRATICO” – I MEME