rocca angelucci

FRANCESCO ROCCA RISPETTA LE PROMESSE FATTE IN CAMPAGNA ELETTORALE: NON AGLI ELETTORI, MA AGLI ANGELUCCI! – A SEI MESI DAL SUO INSEDIAMENTO, IL PRESIDENTE DELLA REGIONE LAZIO SI È PREOCCUPATO SOLO DI GARANTIRE UN FINANZIAMENTO DA 23 MILIONI DI EURO PER LA SANITÀ PRIVATA, DI CUI DIECI SONO STATI DESTINATI ALLE STRUTTURE DEGLI EDITORI DI “LIBERO” - IL RAPPORTO È DI VECCHIA DATA. ROCCA ERA, FINO AL 2022, NEL CDA DELLA FONDAZIONE SAN RAFFAELE, E ALLA PRESIDENZA DI CONFAPI SANITÀ PROPRIO INSIEME A GIAMPAOLO ANGELUCCI

Estratto dell’articolo di Stefano Iannaccone e Linda Di Benedetto per “Domani”

 

angelucci rocca

Ci voleva il portavoce Marcello De Angelis per farci ricordare chi fosse il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca. […] Fin dalla campagna elettorale, Rocca è stato quasi invisibile, lasciando la platea agli altri, caratteristica che inizialmente è molto piaciuta alla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Nella sua terra d'elezione, la premier non voleva uno di quei candidati iperattivi e smaniosi di visibilità. Rocca ha accettato il ruolo di buon grado, con la consapevolezza di avere la vittoria in tasca […].

 

Solo che, a sei mesi dal suo insediamento, il bilancio è magro: nessuna riforma messa in cantiere […], l'attività legislativa regionale impantanata. Ma tante pedine sono state piazzate secondo i propri desiderata, combacianti spesso con quelle della destra regionale.

 

Nonostante le movenze da uomo mite, infatti, Rocca non è stato con le mani in mano. Ha subito valorizzato il legame con l'imprenditore delle cliniche private e deputato della Lega, Antonio Angelucci, anche editore de Il Tempo , storico giornale di Roma. La prima delibera di giunta ha garantito un finanziamento di 23 milioni di euro alla sanità privata e oltre 10 sono stati destinati alle strutture di Angelucci.

 

funerale costanzo antonio e giampaolo angelucci foto di bacco 1

La motivazione dell'investimento? Far fronte all'intasamento dei pronto soccorso, a conferma del progetto di privatizzazione in cantiere per la sanità. Del resto il rapporto tra i due è di vecchia data. Rocca era, fino al 2022, nel cda della fondazione San Raffaele, creata dalla famiglia Angelucci, ed era alla presidenza di Confapi Sanità proprio insieme a Giampaolo Angelucci, figlio di Antonio Angelucci.

 

[…] La salute, prima di tutto insomma. E su questo tema, l'ex presidente della Croce rossa italiana ha detto di volersi giocare tutto. Solo che le prime promesse vacillano. Aveva garantito un accorciamento delle liste di attesa e il potenziamento delle reti ospedaliere locali, perché il sistema era troppo romanocentrico. Per quanto è ovvio che non abbia la bacchetta magica, non si scorge nulla all'orizzonte.

 

francesco rocca giampaolo angelucci foto di bacco

Ci sono state alcune iniziative fantasiose. Tra gli atti della giunta di centrodestra, c'è la delibera che impone la richiesta di una «preventiva autorizzazione regionale» prima di decretare nuove assunzioni o scorrimenti in graduatoria. Una decisione assunta quando la sanità laziale era sotto commissariamento e che ha rallentato, se non bloccato, assunzioni e concorsi nel periodo estivo, il più critico.

 

Così come il potenziamento delle reti ospedaliere locali resta alla voce buoni propositi. Tanto che la Asl di Frosinone ha provveduto, con risorse proprie, a effettuare dei lavori in emergenza. Ci sarebbe poi il piano di edilizia sanitaria, che prevede la realizzazione di nuove strutture ospedaliere: era già avviato, in parte, dalla giunta Zingaretti.

 

La restante quota è stata finanziata con una somma derivante da fondi Inail, regionali e del Pnrr. La rendicontazione sarà complicata. E, sempre nel settore sanitario, c'è la querelle dell'ex ospedale Forlanini: doveva tornare alla sanità pubblica, oggi prende quota l'ipotesi di cessione all'Inail per poi affidarlo alla fondazione Bambino Gesù.

FRANCESCO STORACE

 

[…] Rocca ha poi condotto un'operazione di restaurazione del vecchio sistema di potere della destra, con il ritorno in auge di figure legate alla presidenza di Francesco Storace e della giunta dell'ex sindaco di Roma, Gianni Alemanno.

Un nome su tutti rende chiaro la sua strategia: Alessandro Ridolfi, nominato direttore generale della Regione Lazio. La sua carriera è legata a doppio filo alla destra laziale. È stato coordinatore della segreteria di Francesco Epurator Storace, ai tempi della presidenza.

 

Un rapporto che si è consolidato in quegli anni. E infatti, quando nel 2005 Storace diventò ministro della Salute, lo volle con sé nei panni di direttore dell'Agenzia per i servizi sanitari regionali. A sua volta, già durante la presidenza alla Croce Rossa, Rocca piazzò Ridolfi alla guida della Sise, una società della Cri siciliana. Dal mondo di Storace proviene pure Marco Buttarelli, per cui era capo di gabinetto. Con Rocca è balzato alla presidenza di Lazio Crea, la società che tra le varie cose «lavora alla realizzazione del sistema informativo regionale, contribuendo alla semplificazione e digitalizzazione dei processi interni della Regione Lazio».

funerale costanzo antonio e giampaolo angelucci foto di bacco 2

 

II direttore amministrativo dell'ospedale Sant'Andrea, Angelo Scozzafava, conduce all'epoca di Alemanno al Campidoglio: dal dicembre 2008 al giugno 2013 ha ricoperto l'incarico di direttore del dipartimento per la promozione dei servizi sociali. Sempre vicino all'ex sindaco di Roma è Orazio Campo […]; con Rocca è diventato commissario dell'Ater di Roma. Ed è tornato pure Giorgio Ciardi, già consigliere comunale e delegato alla sicurezza con la maggioranza di Alemanno, indicato come il nuovo commissario straordinario di Lazio Disco.

 

Oltre alle nomine di estrazione politica, c'è un altro profilo contestato dalle opposizioni, quello di Serafino Liberati, messo a capo dell'Osservatorio della legalità, nonostante l'ex generale dei carabinieri avesse in tasca la tessera della Loggia P2 di Licio Gelli. […[

gianni alemanno giorgia meloni funerale costanzo antonio e giampaolo angelucci foto di bacco

Ultimi Dagoreport

patrizia scurti giorgia meloni giuseppe napoli emilio scalfarotto giovanbattista fazzolari

QUANDO C’È LA FIAMMA, LA COMPETENZA NON SERVE NÉ APPARECCHIA. ET VOILÀ!, CHI SBUCA CONSIGLIERE NEL CDA DI FINCANTIERI? EMILIO SCALFAROTTO! L’EX “GABBIANO” DI COLLE OPPIO VOLATO NEL 2018 A FIUMICINO COME ASSESSORE ALLA GIOVENTÙ, NON VI DIRÀ NULLA. MA DAL 2022 SCALFAROTTO HA FATTO IL BOTTO, DIVENTANDO CAPO SEGRETERIA DI FAZZOLARI. “È L’UNICO DI CUI SI FIDA” NELLA GESTIONE DI DOSSIER E NOMINE IL DOMINUS DI PALAZZO CHIGI CHE RISOLVE (“ME LA VEDO IO!”) PROBLEMI E INSIDIE DELLA DUCETTA - IL POTERE ALLA FIAMMA SI TIENE TUTTO IN FAMIGLIA: OLTRE A SCALFAROTTO, LAVORA PER FAZZO COME SEGRETARIA PARTICOLARE, LA NIPOTE DI PATRIZIA SCURTI, MENTRE IL MARITO DELLA POTENTISSIMA SEGRETARIA-OMBRA, GIUSEPPE NAPOLI, È UN AGENTE AISI CHE PRESIEDE ALLA SCORTA DELLA PREMIER…

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEL PIÙ GRANDE RISIKO BANCARIO D’ITALIA? L’ASSEMBLEA DI GENERALI DEL 24 APRILE È SOLO LA PRIMA BATTAGLIA. LA GUERRA AVRÀ INIZIO DA MAGGIO, QUANDO SCENDERANNO IN CAMPO I CAVALIERI BIANCHI MENEGHINI - RIUSCIRANNO UNICREDIT E BANCA INTESA A SBARRARE IL PASSO ALLA SCALATA DI MEDIOBANCA-GENERALI DA PARTE DELL’”USURPATORE ROMANO” CALTAGIRONE IN SELLA AL CAVALLO DI TROIA DEI PASCHI DI SIENA (SCUDERIA PALAZZO CHIGI)? - QUALI MOSSE FARÀ INTESA PER ARGINARE IL DINAMISMO ACCHIAPPATUTTO DI UNICREDIT? LA “BANCA DI SISTEMA” SI METTERÀ DI TRAVERSO A UN’OPERAZIONE BENEDETTA DAL GOVERNO MELONI? O, MAGARI, MESSINA TROVERÀ UN ACCORDO CON CALTARICCONE? (INTESA HA PRIMA SPINTO ASSOGESTIONI A PRESENTARE UNA LISTA PER IL CDA GENERALI, POI HA PRESTATO 500 MILIONI A CALTAGIRONE…)

donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - LA DUCETTA IN VERSIONE COMBAT, DIMENTICATELA: LA GIORGIA CHE VOLERA' DOMANI A WASHINGTON E' UNA PREMIER IMPAURITA, INTENTA A PARARSI IL SEDERINO PIGOLANDO DI ''INSIDIE'' E "MOMENTI DIFFICILI" - IL SOGNO DI FAR IL SUO INGRESSO ALLA CASA BIANCA COME PONTIERE TRA USA-UE SI E' TRASFORMATO IN UN INCUBO IL 2 APRILE QUANDO IL CALIGOLA AMERICANO HA MOSTRATO IL TABELLONE DEI DAZI GLOBALI - PRIMA DELLE TARIFFE, IL VIAGGIO AVEVA UN SENSO, MA ORA CHE PUÒ OTTENERE DA UN MEGALOMANE IN PIENO DECLINO COGNITIVO? DALL’UCRAINA ALLE SPESE PER LA DIFESA DELLA NATO, DA PUTIN ALLA CINA, I CONFLITTI TRA EUROPA E STATI UNITI SONO TALMENTE ENORMI CHE IL CAMALEONTISMO DI MELONI E' DIVENTATO OGGI INSOSTENIBILE (ANCHE PERCHE' IL DAZISMO VA A SVUOTARE LE TASCHE ANCHE DEI SUOI ELETTORI) - L'INCONTRO CON TRUMP E' UN'INCOGNITA 1-2-X, DOVE PUO' SUCCEDERE TUTTO: PUO' TORNARE CON UN PUGNO DI MOSCHE IN MANO, OPPURE LEGNATA COME ZELENSKY O MAGARI  RICOPERTA DI BACI E LODI...

agostino scornajenchi stefano venier giovanbattista fazzolari snam

SNAM! SNAM! LA COMPETENZA NON SERVE - ALLA GUIDA DELLA SOCIETÀ DI CDP, CHE SI OCCUPA DI STOCCAGGIO E RIGASSIFICAZIONE DEL GAS NATURALE, SARÀ UN MANAGER CHE HA SEMPRE RICOPERTO IL RUOLO DI DIRETTORE FINANZIARIO, AGOSTINO SCORNAJENCHI – MA DAL GAS ALLA FIAMMA, SI SA, IL PASSO È BREVE: A PROMUOVERE LA NOMINA È INTERVENUTO QUELLO ZOCCOLO DURO E PURO DI FRATELLI D’ITALIA, GIÀ MSI E AN, CHE FA RIFERIMENTO A FAZZOLARI. E A NULLA È VALSO IL NO DELLA LEGA - LA MANCATA RICONFERMA DI STEFANO VENIER, NOMINATO 3 ANNI FA DAL GOVERNO DRAGHI, È ARRIVATA PROPRIO NEL GIORNO IN CUI STANDARD & POOR HA PROMOSSO IL RATING DELLA SNAM…

veneto luca zaia matteo salvini giorgia meloni elly schlein giuseppe conte

DAGOREPORT – SCAZZO DOPO SCAZZO, IL BIG BANG PER IL CENTRODESTRA SARÀ IN AUTUNNO, CON LE REGIONALI IN VENETO, CAMPANIA, TOSCANA, PUGLIA E MARCHE – SE ZAIA E LA SUA LIGA VENETA SI PRESENTASSERO DA SOLI, SPACCHETTEREBBERO IL VOTO DI DESTRA RENDENDO LA REGIONE CONTENDIBILE: BASTEREBBE SOLO CHE PD E M5S SMETTESSERO DI FARE GLI EGO-STRONZI E CONVERGESSERO SU UN CANDIDATO “CIVICO” (COME DAMIANO TOMMASI A VERONA NEL 2022) – LA PROPOSTA DI MELONI AL "TRUCE" MATTEO: FDI È DISPOSTA A LASCIARE IL VENETO ALLA LEGA, MA A QUEL PUNTO LA REGIONE LOMBARDIA TOCCA A NOI (A FORZA ITALIA, IL SINDACO DI MILANO) - SE SALVINI SI IMPUNTA? S'ATTACCA! E FRATELLI D'ITALIA SI PRENDE TUTTO (MA LE CONSEGUENZE SULLA MAGGIORANZA POTREBBERO ESSERE FATALI PER IL PRIMO GOVERNO MELONI…)

donald trump dazi tadazi

DAGOREPORT – LO STOP DI TRE MESI AI DAZI NON SALVERA' IL CULONE DI TRUMP: PER I MERCATI FINANZIARI L’INSTABILITÀ ECONOMICA È PEGGIO DELLA PESTE, E DONALD HA ORMAI ADDOSSO IL MARCHIO DELL’AGENTE DEL CAOS – I FONDI ISTITUZIONALI EUROPEI ABBANDONANO GLI INVESTIMENTI IN SOCIETA' AMERICANE, IL DOLLARO SCENDE, IL RENDIMENTO DEI BOND USA SI IMPENNA, LE AZIENDE CHE PRODUCONO TRA CINA E VIETNAM RISCHIANO DI SALTARE (TRUMP HA SALVATO APPLE MA NON NIKE) - PER QUESTO IL CALIGOLA COL CIUFFO HA RINCULATO SUI DAZI (CINA ESCLUSA) - MA LO STOP DI TRE MESI NON È SERVITO A TRANQUILLIZZARE I POTERI FORTI GLOBALI, CON IL DRAGONE DI XI JINPING CHE RISPONDE DURO ALLE TARIFFE USA A COLPI DI "DUMPING": ABBASSANDO IL COSTO DEI PRODOTTI CHE NON ESPORTA PIU' IN USA (COMPRESO L'EXPORT DELLE RISORSE DELLE TERRE RARE, STRATEGICO PER LE MULTINAZIONALI HI-TECH) – SONDAGGI IN PICCHIATA PER TRUMP: IL 60% DEGLI AMERICANI POSSIEDE AZIONI TRAMITE I FONDI PENSIONE...