LA ROMA DEI GIUSTI - UN MATTONE INDIGERIBILE IL SECONDO FILM DI LOCATELLI, FILMONE PREVEDIBILE “OUT OF THE FORNACE”, MOLTO BELLO IL RUMENO “QUOD ERAT DEMONSTRANDUM”

Quinto giorno di festival.

Stamane un filmone americano un po' prevedibile, ma molto gradito da tutti. "Out of the Furnace", opera seconda di Scott Cooper, il regista di "Crazy Heart", prodotto addirittura da Leonardo Di Caprio e Ridley Scott, presentato a Roma magari un po' forzosamente in concorso. Siamo in un paesino povero della Pennsylvania, poco prima della elezione di Obama a presidente.

I due fratelli Baze, Russell, un concentrato Christian Bale, e Rodney, un tormentato Casey Affleck, se la passano male perche' non ci sono molte scelte per migliorare la loro vita. O fai l'operaio, come loro padre, che si e' ammalato di cancro, e come Russell, che almeno ha una bella fidanzata, Zoe Saldana (bonissima), o parti per l'Iraq, come Rodney, per poi tornare da ogni missione sempre piu' a pezzi. Russell cerca di coprire come puo' i buffi del fratello con un piccolo boss locale, Willem Dafoe, che organizza anche incontri di boxe clandestina un po' truccati. Ma una sera beve troppo, va a sbattere contro una macchina e uccide nell'incidente un bambino.

Finisce in prigione, dove perdera' tutto. La fidanzata bona, che si mette con il poliziotto onesto Wesley, Forest Whitaker, il padre, che nel frattempo muore, mentre il fratello torna da una nuova missione in Iraq del tutto sconvolto pieno di tatuaggi e di ferite. Cosi', quando esce di galera, Russell cerca inutilmente di riattaccare i pezzi della sua vita. La fidanzata lo ama ancora ma aspetta un figlio dal poliziotto, la fabbrica lo riassume ma sta per chiudere per la crisi, il fratello Rodney gli spiega che non vuole lavorare con lui, e non si fida affatto del paese per cui ha combattuto e che non ha fatto nulla per lui.

Cosi' si mette nel giro degli incontri di boxe e si mettera' nei guai con certo Harlan De Grout, un Woody Harrelson cattivissimo in gran forma ("Hai un problema con me?" - "Ho un problema con tutti"), e che si e' tatuato Fuck You sulle mani e si fa delle pere perfino sui piedi con esiti grandiosi e "se la comanna" nei boschi del New Jersey. Saranno guai, botte e pallettoni per tutti. Ovvio.

Niente di eccezionale, diciamo. Come in "Crazy Heart", dove trionfava Jeff Bridges come cantante country finito, anche qui gli attori sono bravissimi. C'e' pure Sam Shepard come zio dei fratellini. E forse un premio a Christian Bale e a Casey Affleck potrebbe scapparci anche se ho un debole per Woody Harrelson, costretto a far sempre questi ruoli terribili.

Incredibilmente fermo e davvero poco interessante il primo film italiano in concorso, "I corpi estranei", opera seconda di Mirko Locatelli. Buoni sentimenti, con tanto di bambino malato di cancro al cervello chiuso in ospedale col padre che lo accudisce, un Filippo Timi inutilmente bravo, e un pischello musulmano con cui verra' in contatto. Dopo un'ora di film, pero', non era accaduto nulla, se non aver seguito la nuca di Filippo Timi mentre prende il caffe', nota che lo scarico del cesso della sua stanza e' rotto, cerca un lavoretto extra come scaricatore al mercato, parla al telefono con la moglie con una serie di "Uh!... Ah!".

Il momento chiave e' quando cerca di ricordarsi l'Angelo Custode, la preghierina che facevamo da bambini. Il momento dello sponsor e' quello del caffe' equosolidale che danno le macchinette all'ospedale. E' giusto e sacrosanto che Muller scelga film italiani indipendenti e fuori dal coro per il concorso, ma dopo un'ora parte del pubblico era esausta e boccheggiante per questa dardennata mal digeribile che e' davvero un mattone anche per lo spettatore piu' ben disposto. C'era piu' cinema al caffe' non equosolidale dell'Auditorium.

Invece, e' veramente bello, ben scritto, benissimo interpretato e diretto il rumeno in concorso "Quod erat demonstrandum", opera seconda di Andrei Gruzsniczk, allievo di Lucian Pintilie sul simpatico tema della vita ai tempi di Ceasescu.

Siamo nella Romania del 1984. La moglie di un Ducu, scappato a Parigi, vuole ricongiungersi al marito portandosi dietro il figlioletto e il vecchio padre settantenne, testimone di una Romania colta di prima della guerra che sembra non esistere piu'. Dovra' vedersela col partito e con un agente della polizia segreta che spera, grazie a lei, di arrivare al manoscritto che un giovane matematico, amico della donna, vuole far pubblicare all'estero col suo aiuto.

Non esiste piu' una solidarieta', non esiste piu' l'amicizia, ciascuno pensa solo al proprio interesse in un paese corrotto dove sembrano dominare il tradimento e la delazione. Fotografato in un bianco e nero di grande eleganza e' la dimostrazione di quanto sia ricco e pieno di idee il cinema rumeno e quanto sia capace di guardare al proprio passato con lucidita' e intelligenza.

 

Zoe Saldana in OUT OF THE FURNACE Opposite Christian Bale quod erat demonstrandum quod erat demonstrandum ofelia popii e virgil ogasanu quod erat demonstrandum out of the furnace christian bale zoe saldana OUT OF THE FURNACE i corpi estranei i corpi estranei di mirko locatelli i corpi estranei di mirko locatelli

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