ROMPICAPO MILANO – PITTIBIMBO NON SA DOVE PIAZZARE PISAPIPPA PER AVERE IL VIA LIBERA SU SALA – IL SINDACO CHIEDE DI FARE IL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA O IL GIUDICE COSTITUZIONALE – E LA MILANO DEI SALOTTI SPERA SEMPRE DI RIFILARE A RENZI DON FLEBUCCIO DE BORTOLI
DAGOREPORT
Renzi ha sempre un piccolo problema a Milano: se non piazza Pisapia rischia di perdere la città e tutto lo sforzo che ha fatto per ascrivere a sé il “successo” di Expo. La prima richiesta di Pisapia a Renzi per togliersi senza disturbare il manovratore-rottamatore, pare sia stata quella del ministero di Grazia e Giustizia. Ma c'erano problemi: Orlando da cacciare e l'opposizione dei magistrati. Allora da Pisapia sarebbe arrivata una seconda richiesta: un posto come giudice della Corte costituzionale; ma su questo Renzi non riesce a chiudere. Sulla Corte costituzionale, infatti, deve trovare un accordo con Forza Italia o con i Cinque stelle.
Mentre Renzi tergiversa, Pisapia e i salotti milanesi - sempre nostalgici del ‘68 quando ospitavano Mario Capanna tra i similori - continuano a tentare il colpaccio: far perdere Renzi. Tutti sanno che Sala vincerebbe a mani basse ed è proprio questo che non va giù a Pisapia e Co. Così tentano di imporre le primarie – che sono il cappio al collo di Renzi – sperando che alle primarie la vicesindachessa sconosciuta Balzani possa battere Sala grazie a Sel e alle truppe cammellate ex Pci.
Se ciò non dovesse bastare, su Sala si possono pur sempre addensare nubi o fumi. Anzitutto gli incartamenti del Palazzo di Giustizia, dal quale può sempre venir fuori qualcosa. Inoltre ci sarebbe un dato controverso: i troppi biglietti regalati un sottoprezzo all'Expo per raggiungere il numero di visitatori richiesto, avrebbe fatto sì che non si sia raggiunto un pareggio di bilancio.
Morale, suicidio perfetto, materia in cui la sinistra ambrosiana è specialista. Contro la Balzani, infatti, anche Del Debbio potrebbe farcela.
Ma la sinistra salottiera avrebbe anche un candidato coperto ostile a Renzi, quel de Bortoli ex direttore del “Corriere” che si aggira un po’ sperduto tra cariche onorifiche e talk-show senza audience. Avrebbe l'appoggio dei giornali? Beh difficile che lo abbia dal “Corriere” dove ha fatto terra bruciata, lasciando al timone del Titanic una classe dirigente apulo-napoletana e frosinonate del tutto adeguata a centrare l’iceberg. Inoltre, l’intera flottiglia di giornalisti milanesi da lui vessati non aspetterebbe altro che una sua candidatura per regolare i conti.