ROTT-WEILER MANSUETA - LA TERRIBILE COMPAGNA DI HOLLANDE GIURA DI METTERE LA TESTA (E GLI ORMONI) A POSTO - “IL TWEET CONTRO LA ROYAL È STATO UN ERRORE. NON MI ERO RESA CONTO DI NON ESSERE PIÙ UNA SEMPLICE CITTADINA” - MA, FORSE CONOSCENDO IL MARITO, PRENDE LE SUE PRECAUZIONI: “CONTINUO A FARE LA GIORNALISTA. I MIEI FIGLI LI MANTENGO IO E NON VEDO COME POTREI SENZA UN SALARIO”…

Intervista di Arnaud Wajdzik per Ouest France pubblicata da "la Repubblica" - Traduzione di Fabio Galimberti)

Nella sua prima intervista ufficiale da quando è entrata all'Eliseo a fianco del presidente François Hollande, Valérie Trierweiler parla della sua nuova vita, del futuro e degli errori
commessi.

Signora Trierweiler, che fine ha fatto l'idea di affidarle una trasmissione su Canal +?
«Dopo un periodo di riflessione, ho deciso di rinunciare. Con la rete televisiva
D8 dove lavoravo da sette anni, si era accennato a dei progetti ancora allo stadio di bozza, non di una trasmissione regolare. Avevamo immaginato uno o due documentari l'anno su questioni di grande rilievo come l'istruzione delle bambine nel mondo o i problemi demografici. Era un bel progetto, a vocazione umanitaria, ma capisco che per alcuni il fatto di essere la compagna del presidente e lavorare per una televisione possa suscitare delle perplessità, per non dire un disagio, ed è per questo che non ho dato seguito all'idea. Sono consapevole della fortuna che ho avuto nella vita. Ora è il momento di restituire quanto ho ricevuto mettendomi al servizio degli altri, e in particolare dei bambini».

Conciliare tutto sembra complicato. Prima o poi non dovrà prendere la decisione di abbandonare il suo mestiere di giornalista?
«Faccio la giornalista a Paris Match da 22 anni, gestisco una rubrica letteraria che non ha niente a che vedere con la politica. I miei figli li mantengo io e non vedo come potrei senza un salario. La Francia detiene il record di donne attive nel lavoro, l'85 per cento. Semplicemente faccio parte di questo 85 per cento. E conservare la mia indipendenza finanziaria mi sembra anche più salutare per tenere i piedi per terra».

Aveva detto di volersi differenziare dalle altre premières dames, però ha dei collaboratori all'Eliseo, come le precedenti spose dei presidenti. Non era il caso di rifiutare questa squadra?
«La mia squadra, molto ridotta, è composta da tre persone che hanno il compito di rispondere alla posta e condurre in porto i nostri progetti. D'altronde è quello che c'è sempre stato. L'ufficio di cui dispongo all'Eliseo mi consente di ricevere le visite. Il mio lavoro di giornalista, molto solitario, lo svolgo nella nostra abitazione, dove continuiamo a risiedere».

Con l'inizio della stagione letteraria ci sono parecchie opere su di lei in libreria. Le ha lette?
«Ha ragione a parlare di "letteratura" e "stagione letteraria", perché alcuni di questi libri sono più vicini al genere romanzesco che all'inchiesta giornalistica. La mia sensazione è che le persone che li hanno scritti non stiano parlando di me, ma di un personaggio di fantasia creato appositamente per combaciare con i loro cliché».

Soffermiamoci un istante su quel tweet di sostegno al candidato Olivier Falorni, che correva contro Ségolène Royal alle legislative. Lo considera una gaffe, se ne pente? Che cosa le ha detto al riguardo François Hollande?
«È stato un errore di cui mi pento. Sono stata maldestra, perché è stato male interpretato. Non mi ero ancora resa conto di non essere più una semplice cittadina. Non si ripeterà più. Quanto a quello che ci siamo detti io e François, siamo nel campo delle "faccende private", e private resteranno!».

Gli attacchi dei suoi colleghi in quell'occasione le sono sembrati ingiusti?
«Di sicuro il trattamento mi è sembrato sproporzionato. Alcuni giornalisti oggi riconoscono di avere esagerato».

Ha sporto querela per delle foto private diffuse sulla stampa rosa. Essere braccate dai paparazzi non è la sorte di tutte le persone di alto rango?
«Bisogna per questo accettarlo? Non credo. Non abbiamo mai posato per foto private. Continueremo a proteggerci. Ci tengo a dire che l'indennizzo ottenuto con questo processo sarà integralmente versato alla Casa dei giornalisti».

Ha fatto dei progressi su questa idea di uno statuto della première dame? In altre parole, come si immagina questo ruolo?
«Sullo statuto, no. Non c'è alcun bisogno di crearne uno. Sul ruolo sì, ho fatto dei progressi. Forse non avevo compreso fino in fondo la complessità di questo compito. Essere al fianco del presidente mi obbliga a valutare le cose diversamente, ad avere delle preoccupazioni meno personali. Ricevo numerose richieste da parte di associazioni,
e altre da parte di singole persone, il più delle volte donne in situazioni precarie. Ritengo mio dovere dare una risposta».

Ha detto di volersi impegnare nella Fondazione Danielle Mitterrand, che si occupa di democrazia e diritti umani: che ruolo avrà?
«Garantire continuità all'azione di Danielle Mitterrand, grande donna di sinistra, mi onora. France Libertés si è battuta al fianco dei popoli oppressi e per i beni comuni del genere umano, con una particolare attenzione all'accesso all'acqua. Sono argomenti che mi interessano».

 

VALERIE TRIERWEILER CON UNA COSCIA DA FAR INVIDIA AD ANGELINA JOLIE FRANCOIS HOLLANDE E VALERIE TRIERWEILER jpeg Valerie Trierweiler Hollande IL BACIO TRA HOLLANDE E VALERIE TRIERWEILER jpegTRIERWEILER HOLLANDE SEGOLENE ROYAL LA STRETTA DI MANO TRA VALERIE TRIERWEILER E SEGOLENE ROYAL segolene royal valerie trierweiler segolene royal valerie trierweiler segolene royal valerie trierweiler

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