DALLA RUSSIA CON FURORE - IL RUOLO E I VIAGGI DI SAVOINI E D’AMICO FINISCONO AL COPASIR: IL DIRETTORE DELL’AISE, LUCIANO CARTA, E QUELLO DELL’AISI, MARIO PARENTE, DOVRANNO RIFERIRE AL COMITATO COSA SAPEVANO I SERVIZI SUI MOVIMENTI IN RUSSIA DEI DUE UOMINI DI FIDUCIA DI SALVINI, CHE RISULTANO IN STRETTISSIMO CONTATTO ANCHE CON ERNESTO FERLENGHI, NUMERO UNO DI ENI IN RUSSIA - ECCO I PUNTI OSCURI DA CHIARIRE
Fiorenza Sarzanini per il “Corriere della sera”
CLAUDIO DAMICO - MATTEO SALVINI - GIANLUCA SAVOINI
La convocazione era stata decisa da tempo per avere aggiornamenti sul dossier Libia. Ma appare fin troppo evidente che l'audizione di domani mattina del direttore dell' Aise (l' Agenzia per la sicurezza esterna) Luciano Carta di fronte al comitato parlamentare di controllo sui servizi segreti si concentrerà sull' attività dei fedelissimi del ministro dell' Interno e vicepremier Matteo Salvini in Russia.
E lo stesso argomento sarà affrontato la prossima settimana quando davanti ai componenti del Copasir arriverà il direttore dell' Aisi (l' Agenzia per la sicurezza interna) Mario Parente. Perché dovranno essere proprio loro a rispondere ai numerosi interrogativi tuttora aperti su quella trattativa che ha avuto uno dei suoi momenti chiave nell' incontro avvenuto il 18 ottobre 2018 all' Hotel Metropol di Mosca.
MATTEO SALVINI E GIANLUCA SAVOINI A MOSCA NEL 2014
Svelando che tipo di attività sia stata effettuata dagli 007 per ricostruire quanto accaduto finora e così chiarire se l' attività del consigliere di Salvini a Palazzo Chigi Claudio D'Amico e dell' ex portavoce del leader leghista Gianluca Savoini possa aver messo a rischio la sicurezza nazionale.
È dal 2014 che i due fanno la spola con la Russia, ma i viaggi si intensificano nell' ultimo anno. Salvini viene nominato ministro e vicepremier il 1° giugno 2018, quando il governo guidato da Giuseppe Conte giura al Quirinale, e un mese e mezzo dopo va a Mosca - primo viaggio ufficiale del suo mandato - proprio con D'Amico e Savoini. I due non hanno ruolo ufficiale e il leader leghista decide di provvedere. Il 6 settembre 2018 firma un decreto per nominare D'Amico «consigliere per le attività strategiche di rilievo internazionale» a Palazzo Chigi ma lo retrodata fissando la decorrenza al 29 agosto 2018. Il compenso viene fissato in 65mila euro lordi annui.
Da quel momento D'Amico si muove in nome di Salvini e sempre in tandem con Savoini. Ma non solo. Perché i due risultano in strettissimo contatto anche con Ernesto Ferlenghi, numero uno di Eni in Russia, rappresentante di Confindustria Russia e da poco nominato presidente del Forum che ha ospitato anche la visita del presidente Vladimir Putin in Italia. Un mese e mezzo dopo la nomina di D' Amico, Savoini va al Metropol per la riunione con i russi durante la quale tratta la commessa di petrolio e la presunta tangente per il Carroccio. L'incontro viene registrato. Che cosa ne sanno i servizi segreti italiani?
Nei mesi successivi D'Amico e Savoini effettuano altre trasferte in Russia, c'è chi dice che ci vadano addirittura una volta al mese. La magistratura sta indagando, ma i direttori delle due Agenzie di intelligence dovranno chiarire in Parlamento se avessero notizie di questi viaggi. I due hanno creato l'associazione Lombardia-Russia e sono molto attivi nell'agevolare gli affari di alcune industrie italiane, ma è realmente questo il loro principale interesse?
Oppure i continui incontri nella capitale russa servono a curare negoziati anche per conto dei propri referenti politici? Nel febbraio scorso il settimanale Espresso dà conto della riunione avvenuta nell'albergo moscovita, qualche tempo dopo viene pubblicato da Laterza «Il libro nero della Lega», che approfondisce la pista russa.
Poi, una settimana fa, il sito americano Buzzfeed mette in rete gli audio dell'incontro. I vertici dei Servizi dovranno dire che tipo di controlli - anche personali - abbiano effettuato in questi mesi. Sapevano che l'incontro era stato registrato? Sanno chi ha deciso di farlo e chi ha poi gestito i nastri? Hanno accertato l'identità di tutti i partecipanti e il loro ruolo?
Sin da quando sono state pubblicate le trascrizioni dell' incontro al Metropol, Salvini ha cercato di smentire il proprio legame con Savoini, salvo essere a sua volta smentito dalle foto e dalle circostanze.
Due giorni fa Palazzo Chigi ha precisato che l'invito per Savoini alla cena a Villa Madama con Putin era stato chiesto da D'Amico. Adesso si scopre che anche Ferlenghi, da poco nominato presidente del Forum al posto di Luisa Todini, avrebbe insistito perché fosse presente all' incontro bilaterale.
E avrebbe inviato sms o whatsapp proprio per sincerarsi che tutto fosse a posto. In occasioni di questo livello ogni partecipante deve avere una sorta di «nulla osta» proprio per motivi di sicurezza. E dunque sembra difficile che i servizi segreti non abbiamo mosso alcuna obiezione se, come ha sostenuto Salvini, la sua presenza non era prevista. Ma anche di questo saranno i direttori a dover dare conto.