sergei lavrov joe biden mario draghi

G-DRAGHI! – ORA CHE LA RUSSIA HA OFFERTO LA MASSIMA DISPONIBILITÀ AL PREMIER ITALIANO PER IL G20 STRAORDINARIO SULL’AFGHANISTAN, MANCA SOLO IL SÌ DI XI JINPING. MA PER COMPORRE IL PUZZLE BISOGNA CHE VADANO A POSTO ANCHE ALTRI PEZZI: L’ADESIONE DELL’INDIA, CHE NON VUOLE COINVOLGERE IL PAKISTAN. E POI CI SONO LE RICHIESTE RUSSE DI COINVOLGERE L’IRAN – CON L’EUROPA COMPATTA DIETRO “MARIOPIO”, INCLUSA LONDRA, E IL SÌ DI MOSCA E PECHINO, QUELLO CHE RESTA DI BIDEN NON POTRÀ NEMMENO PENSARE DI NON PARTECIPARE…

 

SERGEI LAVROV MARIO DRAGHI

DAGO-RETROSCENA - LA PRESIDENZA BIDEN, DOPO APPENA 7 MESI, STA SVANENDO COME UN PROFUMO SCADENTE

https://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/presidenza-biden-dopo-appena-mesi-sta-svanendo-come-profumo-280976.htm

 

l arrivo di sergei lavrov a palazzo chigi

DRAGHI CONVINCE LA RUSSIA E LAVORA PER IL SÌ DELLA CINA

Laura Cesaretti per “il Giornale”

 

L'incontro con il russo Lavrov, il colloquio telefonico con l'indiano Modi, i contatti continui con i partner europei che, Merkel e Macron in testa, supportano l'iniziativa italiana. Mario Draghi continua a tessere pazientemente la complessa tela che potrebbe portare, entro settembre, alla riunione straordinaria del G20 dedicata all'Afghanistan.

mario draghi in conferenza stampa

 

Una riunione «inedita», si sottolinea nel governo, perché avrebbe per tema un'emergenza geopolitica e non l'agenda economica propria del G20. Ma la forzatura della presidenza italiana sulla necessità di avere un summit multilaterale ad hoc sull'Afghanistan ha trovato subito sostegno in Europa (Gran Bretagna inclusa) e ora si sta cercando di ampliare il consenso agli altri attori principali.

mario draghi joe biden al g7 1

 

Con «pragmatismo diplomatico», come ha detto Draghi nella riunione di governo di giovedì sera, e concentrandosi su quegli «obiettivi prioritari» possibili su cui trovare un accordo internazionale, nel documento finale: innanzitutto il contenimento del terrorismo e la possibilità di far uscire in sicurezza dal paese i profughi.

sergei lavrov mario draghi 4

 

A Palazzo Chigi si considera «positivo» l'esito dell'incontro con il ministro degli Esteri di Mosca, che dopo il colloquio di quaranta minuti con Draghi ha visto anche il suo omologo italiano Luigi Di Maio. Con la Russia e l'Europa a bordo, gli Stati Uniti, sia pur obtorto collo, non possono che dare via libera.

 

JOE BIDEN XI JINPING

Manca però ancora un tassello fondamentale, che è la Cina. Ma prima di avere un colloquio ufficiale con Xi Jiping, Draghi vuole che vadano a posto altri pezzi del delicatissimo puzzle: l'adesione dell'India (il colloquio con Modi viene definito «interlocutorio») e le sue resistenze al coinvolgimento del Pakistan, interlocutore fondamentale per la questione afghana; la richiesta russa di coinvolgere anche l'Iran; le diffidenze di Washington contro il protagonismo cinese.

 

Narendra Modi

Per la Russia il riconoscimento di essere un «attore fondamentale, con il quale il dialogo è imprescindibile», come ha sottolineato ieri Di Maio nella conferenza stampa seguita all'incontro con Lavrov, è un risultato positivo. E Putin vuole essere della partita: «Sicuramente il G20 rispecchia meglio del G7 la realtà multipolare del mondo», ha riconosciuto Lavrov ieri.

 

Ma ha anche posto sul tavolo i desiderata di Mosca: la partecipazione di Pakistan e Iran (che crea problemi sia agli Usa che all'Arabia Saudita) e la priorità alla «sicurezza dei nostri confini» mentre, ha lamentato il ministro degli Esteri putiniano, «la lotta al terrorismo è solo a quinto posto della lista» degli obiettivi della presidenza italiana, dopo questioni come la tutela dei diritti umani, che ovviamente la Russia considera del tutto trascurabili.

 

sergei lavrov luigi di maio

Con un avvertimento: «Bisogna tenere a mente che le soluzioni congiunte non sono semplici da trovare». La strada, e a Palazzo Chigi lo sanno bene, è ancora in salita. Ma il fronte europeo è compatto, incluso Boris Johnson. E i tragici attentati di Kabul sono un segnale inquietante anche per chi, come Cina e Russia, gioisce della ritirata Usa e punta a inglobare l'Afghanistan nella propria sfera di influenza: confermano che i loro interlocutori talebani non controllano la situazione e che il paese può sprofondare in un sanguinoso caos, in cui anche loro rischiano di bruciarsi.

joe biden piange dopo l attentato all aeroporto di kabul

 

Draghi ieri ha partecipato (da remoto) ad un'altra iniziativa in ambito G20, la conferenza Compact with Africa presieduta da Angela Merkel, e dopo aver ringraziato la cancelliera «per la sua leadership» e promesso iniziative per la ristrutturazione del debito e per i vaccini nei paesi poveri, ha parlato della «speranza» che in «questi tempi bui» è rappresentata dai paesi africani: «La popolazione africana è la più giovane del mondo, l'Africa è il futuro».

attentato suicida all aeroporto di kabul attentato suicida all aeroporto di kabul 3sergei lavrov mario draghi attentato suicida all aeroporto di kabul 1attentato all aeroporto di kabul 13attentato all aeroporto di kabul 7attentato all aeroporto di kabul 5sergei lavrov mario draghi 2

Ultimi Dagoreport

matteo salvini roberto vannacci luca zaia lorenzo fontana calderoli massimiliano fedriga romeo lega

DAGOREPORT - SI SALVINI CHI PUO'! ASSEDIATO DAL PARTITO IN RIVOLTA, PRESO A SBERLE DA GIORGIA MELONI (SUL RITORNO AL VIMINALE, AUTONOMIA E TERZO MANDATO), ''TRADITO'' PURE DA VANNACCI, PER IL “CAPITONE” STA ARRIVERANDO IL MOMENTO IN CUI DOVRA' DECIDERE: RESTARE LEADER DELLA LEGA O RESTARE AL GOVERNO COME SACCO DA PUGNI DELLA DUCETTA? - LA CRISI POTREBBE ESPLODERE ALLE PROSSIME REGIONALI IN VENETO: SE ZAIA PRESENTASSE UN SUO CANDIDATO NELLA LIGA VENETA, SALVINI SCHIEREREBBE LA LEGA A SUPPORTO DEI “DOGE-BOYS” CONTRO IL CANDIDATO FDI DELLA DUCETTA, SFANCULANDO COSI' L'ALLEANZA DI GOVERNO, O RESTEREBBE A CUCCIA A PALAZZO CHIGI, ROMPENDO IL CARROCCIO? AH, SAPERLO...

cecilia sala mohammad abedini donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - INTASCATO IL TRIONFO SALA, SUL TAVOLO DI MELONI  RIMANEVA L’ALTRA PATATA BOLLENTE: IL RILASCIO DEL “TERRORISTA” IRANIANO ABEDINI - SI RIUSCIRÀ A CHIUDERE L’OPERAZIONE ENTRO IL 20 GENNAIO, GIORNO DELL’INSEDIAMENTO DEL NUOVO PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI, COME DA ACCORDO CON TRUMP? - ALTRO DUBBIO: LA SENTENZA DELLA CORTE DI APPELLO, ATTESA PER IL 15 GENNAIO, SARÀ PRIVA DI RILIEVI SUL “TERRORISTA DEI PASDARAN’’? - E NEL DUBBIO, ARRIVA LA DECISIONE POLITICA: PROCEDERE SUBITO ALLA REVOCA DELL’ARRESTO – TUTTI FELICI E CONTENTI? DI SICURO, IL DIPARTIMENTO DI GIUSTIZIA DI WASHINGTON, CHE SI È SOBBARCATO UN LUNGO LAVORO DI INDAGINE PER PORTARSI A CASA “UNO SPREGIUDICATO TRAFFICANTE DI STRUMENTI DI MORTE”, NON AVRÀ PER NULLA GRADITO (IL TROLLEY DI ABEDINI PIENO DI CHIP E SCHEDE ELETTRONICHE COME CONTROPARTITA AGLI USA PER IL “NO” ALL'ESTRADIZIONE, È UNA EMERITA CAZZATA...)

marco giusti marcello dell utri franco maresco

"CHIESI A DELL'UTRI SE FOSSE PREOCCUPATO PER IL PROCESSO?' MI RISPOSE: 'HO UN CERTO TIMORE E NON… TREMORE'" - FRANCO MARESCO, INTERVISTATO DA MARCO GIUSTI, RACCONTA DEL SUO COLLOQUIO CON MARCELLO DELL'UTRI - LA CONVERSAZIONE VENNE REGISTRATA E IN, PICCOLA PARTE, UTILIZZATA NEL SUO FILM "BELLUSCONE. UNA STORIA SICILIANA": DOMANI SERA "REPORT" TRASMETTERÀ ALCUNI PEZZI INEDITI DELL'INTERVISTA - MARESCO: "UN FILM COME 'IDDU' DI PIAZZA E GRASSADONIA OFFENDE LA SICILIA. NON SERVE A NIENTE. CAMILLERI? NON HO MAI RITENUTO CHE FOSSE UN GRANDE SCRITTORE..." - VIDEO

terzo mandato vincenzo de luca luca zaia giorgia meloni matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER TUTTO CON LA DUCETTA CHE INSISTE PER UN CANDIDATO IN VENETO DI FRATELLI D'ITALIA - PER SALVARE IL CULO, A SALVINI NON RESTA CHE BATTERSI FINO ALL'ULTIMO PER IMPORRE UN CANDIDATO LEGHISTA DESIGNATO DA LUCA ZAIA, VISTO IL CONSENSO SU CUI IL DOGE PUÒ ANCORA CONTARE (4 ANNI FA LA SUA LISTA TOCCO' IL 44,57%, POTEVA VINCERE ANCHE DA SOLO) - ANCHE PER ELLY SCHLEIN SONO DOLORI: SE IL PD VUOLE MANTENERE IL GOVERNO DELLA REGIONE CAMPANA DEVE CONCEDERE A DE LUCA LA SCELTA DEL SUO SUCCESSORE (LA SOLUZIONE POTREBBE ESSERE CANDIDARE IL FIGLIO DI DON VINCENZO, PIERO, DEPUTATO PD)

elisabetta belloni giorgia meloni giovanni caravelli alfredo mantovano

DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE IMPRONTE PORTANO A “FONTI DI INTELLIGENCE A LEI OSTILI” - L'ADDIO DELLA CAPA DEGLI SPIONI NON HA NULLA A CHE FARE COL CASO SALA. LEI AVREBBE PREFERITO ATTENDERE LA SOLUZIONE DELLE TRATTATIVE CON TRUMP E L'IRAN PER RENDERLO PUBBLICO, EVITANDO DI APPARIRE COME UNA FUNZIONARIA IN FUGA - IL CONFLITTO CON MANTOVANO E IL DIRETTORE DELL'AISE, GIANNI CARAVELLI, VIENE DA LONTANO. ALLA FINE, SENTENDOSI MESSA AI MARGINI, HA GIRATO I TACCHI   L'ULTIMO SCHIAFFO L'HA RICEVUTO QUANDO IL FEDELISSIMO NICOLA BOERI, CHE LEI AVEVA PIAZZATO COME VICE ALLE SPALLE DELL'"INGOVERNABILE" CARAVELLI, È STATO FATTO FUORI - I BUONI RAPPORTI CON L’AISI DI PARENTE FINO A QUANDO IL SUO VICE GIUSEPPE DEL DEO, GRAZIE A GIANMARCO CHIOCCI, E' ENTRATO NELL'INNER CIRCLE DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA