RYANOMICS - ECCO LA RICETTA DI PAUL RYAN, IL KENNEDY DI DESTRA CANDIDATO ALLA VICEPRESIDENZA USA AL FIANCO DI OFFSHORE MITT ROMNEY - PRIVATIZZAZIONE DELL’ASSISTENZA AGLI ANZIANI, RIDURRE LE TASSE E LE ALIQUOTE, FISSARE TETTI ALLA SPESA FEDERALE - IL “SECCHIONE DELLA POLITICA” IN 10 ANNI RASTRELLEREBBE 2MILA MLD IN MENO RISPETTO AI RIVALI DEMOCRATICI E RIDURREBBE LE USCITE DI 5 O 6MILA MLD, EVITANDO PERÒ TAGLI ALLA DIFESA…

M.Val. per "Il Sole 24 Ore"

Trasformare l'assistenza sanitaria agli anziani in un programma privato grazie a un sistema di voucher. Cambiare la sanità dei poveri delegandola ai singoli stati. Permettere ai più giovani di investire almeno una porzione dei contributi al sistema pensionistico, il Social Security, nel mercato azionario. Ridurre le tasse e le aliquote, fissare tetti alla spesa federale e dimezzare la percentuale della spesa discrezionale, quella non prevista da obblighi di legge, al 6% dal 12 per cento.

La "Ryanomics", i pilastri della dottrina economica del nuovo candidato alla vicepresidenza repubblicana Paul Ryan, sono di quelli che garantiscono aspri dibattiti nel conto alla rovescia verso le elezioni presidenziali americane. Non solo a livello ideologico, cioè tra sostenitori dello "small government", la riduzione ai minimi dell'intervento dello Stato e i difensori di un più attivo ruolo dell'amministrazione federale, soprattutto in tempi di difficoltà economiche. Ma anche quando si tratta di dettagli, di specifici progetti di riforma.

Ryan, infatti, ha meritata fama di "policy wonk", secchione della politica. La sua carriera lo testimonia: gli anni più formativi li ha spesi in uno dei più influenti e rispettati centri di ricerca conservatori sull'economia, quello di Jack Kemp. E così fanno i due documenti che a oggi rappresentano la summa del suo pensiero: la Mappa per il futuro dell'America e il Sentiero per la prosperità, progetti di bilancio presentati negli ultimi due anni dalla sua poltrona, conquistata nel 2010 con la vittoria repubblicana alle urne congressuali, di presidente della Commissione bilancio della Camera.

Progetti dal nome altisonante e che hanno conosciuto revisioni, rivelando anche capacità di compromesso. Ma che mostrano chiaramente la sua ispirazione riformatrice e le sue ricette. Medicare, l'assistenza gli anziani, inizialmente l'avrebbe interamente trasformata dal 2020 in un sistema di voucher con i quali acquistare polizze private. In seguito ha ipotizzato di lasciare ai singoli una scelta tra un programma pubblico e privato. Su Medicaid, per i poveri, darebbe agli stati stanziamenti fissi da spendere a loro discrezione. E simili riforme auspica per altre forme di sostegno agli indigenti, quali l'assistenza alimentare. Su uno dei capitoli sociali più delicati, le pensioni, ha proposto una parziale privatizzazione che promuovesse gli investimenti in Borsa.

Quando si tratta di entrate e spesa, Ryan in 10 anni rastrellerebbe 2mila miliardi in meno rispetto ai rivali democratici e ridurrebbe le uscite di 5 o 6mila miliardi - evitando però tagli alla Difesa. I suoi risparmi vanno dal 25% nei trasporti al 6% nella scienza al 33% nell'istruzione e servizi sociali. Ha promesso di ridurre il deficit da quasi l'8% del Pil al 3% entro il 2014, anche se secondo i critici farebbe poco per limare in futuro il carico del debito.

Sul fronte fiscale ha proposto l'introduzione di sole due aliquote sui redditi familiari, al 10% e al 25%, e una riduzione delle imposte aziendali al 25% da massimi del 35%. Per stimolare la crescita vuole ridimensionare anche gli interventi di regolamentazione del Governo, cresciuti all'indomani della crisi finanziaria del 2008: «Il sistema della libera impresa - ha indicato - è soffocato dalla burocrazia federale».

 

romney e ryanMITT ROMNEY E PAUL RYANROMNEY-RYAN

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…

andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL RISIKONE È IN ARRIVO: DOMANI MATTINA INIZIERÀ L’ASSALTO DI CALTA-MILLERI-GOVERNO AL FORZIERE DELLE GENERALI. MA I TRE PARTITI DI GOVERNO NON VIAGGIANO SULLO STESSO BINARIO. L’INTENTO DI SALVINI & GIORGETTI È UNO SOLO: SALVARE LA “LORO” BPM DALLE UNGHIE DI UNICREDIT. E LA VOLONTÀ DEL MEF DI MANTENERE L’11% DI MPS, È UNA SPIA DEL RAPPORTO SALDO DELLA LEGA CON IL CEO LUIGI LOVAGLIO - DIFATTI IL VIOLENTISSIMO GOLDEN POWER DEL GOVERNO SULL’OPERAZIONE DI UNICREDIT SU BPM, NON CONVENIVA CERTO AL DUO CALTA-FAZZO, BENSÌ SOLO ALLA LEGA DI GIORGETTI E SALVINI PER LEGNARE ORCEL – I DUE GRANDI VECCHI DELLA FINANZA MENEGHINA, GUZZETTI E BAZOLI, HANNO PRESO MALISSIMO L’INVASIONE DEI CALTAGIRONESI ALLA FIAMMA E HANNO SUBITO IMPARTITO UNA “MORAL SUASION” A COLUI CHE HANNO POSTO AL VERTICE DI INTESA, CARLO MESSINA: "ROMA DELENDA EST"…