CHE S’HA DA FA’ PE’ CAMPA’ (E SALVARE IL GOVERNO)! FORZA ITALIA ESCE DAL SENATO PUR DI NON VOTARE LA SFIDUCIA A LOTTI – LA FOGLIA DI FICO DEL GARANTISMO (LEGGERE GLI AFFARI DEL BANANA) – BRUNETTA: “NON SFRUTTIAMO QUESTE VICENDE” – GASPARRI: “IL MINISTRO DIA RISPOSTE. I DUBBI SONO TANTI”
Paola Di Caro per il Corriere della Sera
Sanno bene quale è l' accusa: Forza Italia - dicono gli avversari e sussurrano gli alleati - non vede l' ora di dare una mano al governo. Tanto da non affondare il coltello, quando potrebbe, rifiutandosi di votare la mozione di sfiducia al ministro Lotti mercoledì prossimo al Senato. Lo fa per mantenere buoni rapporti con Renzi, per ritardare il voto?
I sospetti aleggiano e Maurizio Gasparri che ne è consapevole annuncia già che mercoledì in Aula farà «un discorso molto netto, perché il rischio che la nostra gente non ci capisca c' è». E dirà che «non sono per le mozioni individuali, non sono garantista a fasi alterne ma non sono nemmeno scemo: Lotti dia risposte, perché i dubbi sono tanti». Detto ciò, dai suoi calcoli «non siamo noi a "salvare" Lotti: la maggioranza i numeri per bocciare la mozione li ha comunque, anche senza noi, i fittiani e i bersaniani. Dunque, quella dei grillini è una pistola scarica».
Anche Renato Brunetta, che al governo non fa sconti di alcun genere e che ieri ha duramente contestato il ministro Padoan in Aula per non aver azzerato i vertici di Consip quando «c' erano tutti gli elementi per farlo», mette nel conto che gli elettori azzurri possano essere disorientati ma «alla fine capiranno la strumentalità dell' agire di un Pd in piena crisi e in fase congressuale, che adesso per ritrovare la verginità persa da tempo accelera su processo penale, fa la faccia feroce... Noi non votiamo mozioni di sfiducia individuali, non è nella nostra etica politica. Il governo lo combattiamo politicamente, non sfruttando strumentalmente queste vicende».
Insomma, uscire dall' Aula è la scelta che assicura compattezza a FI. Anche Daniela Santanchè non ha dubbi: «Le sfiducie individuali non le abbiamo mai votate e non le votiamo. Non siamo come loro. Questo governo e Renzi vogliamo batterli politicamente, non attraverso i giudici. Noi andiamo a testa alta, i problemi di coerenza semmai li hanno il Pd o Alfano, che ha accettato che gli facessero fuori due ministri - Lupi e De Girolamo - e adesso deve tenersi Lotti...».
Insomma, la linea di Berlusconi è condivisa in un partito per cui la battaglia a difesa del leader dai guai giudiziari è sempre stata una missione: «Gli avversari politici non sono dei nemici, e le persone coinvolte in una indagine giudiziaria, per noi, non sono colpevoli fino a giudizio definitivo», dice Mariastella Gelmini. E Niccolò Ghedini, avvocato e consigliere di Berlusconi, sulla Stampa va oltre, attaccando «l' uso strumentale delle indagini per finalità politiche» come sta avvenendo anche per Lotti e definendo «barbaro» l' utilizzo che si fa dell' inchiesta sul padre di Renzi.