LEGA DI LATTA - IL CARROCCIO CORRERÀ DA SOLO ALLE AMMINISTRATIVE IN TUTTI I COMUNI DEL NORD - MARONI: “DIVENTEREMO IL PRIMO PARTITO DELLA PADANIA” - MA BOSSI HA PAURA CHE LA PIANURA PADANA DIVENTI UN’ISOLA, E CHE BERLUSCA LO MANDI A CAGHÈR PER ANDARE CON L’AMMUCCHIATA DI AIRONE PASSERA - LEGA DIVISA ANCHE ALL’INTERNO: BOSSI NON VORREBBE UCCIDERE IL PORCELLUM, E IL CONGRESSO NAZIONALE È UN ALTRO MOTIVO DI DISCUSSIONE...

Paolo Bracalini per "il Giornale"

Si cercano ma non si trovano granché. Neppure la cena ad Arcore è servita a brindare al riavvicinamento degli (ex) alleati Pdl e Lega, che restano su due fronti ben diversi: uno in maggioranza, l'altra all'opposizione. Anche se i tuoni di Bossi («facciamo cadere la Lombardia», «Silvio è cagasotto»), riprendono decibel normali nelle discussioni a quattr'occhi col Cavaliere, i nodi non sono risolti. Bossi sta giocando la sua partita, teme l'isolamento e perciò riannoda i fili con Berlusconi, per evitare che l'ex premier giri la testa verso il centro, o addirittura il Pd, per concordare una legge elettorale che tagli fuori il Carroccio (titolo della Padania :«Contro i padani prove tecniche del partito unico romano»).

Il segretario federale della Lega, insieme a Calderoli, ha riprovato la sua carta più alta, chiedendo a Berlusconi di fare una cosa saggia che salverebbe l'asse: elezioni anticipate per spazzare via i tecnici e ritornare ad un governo eletto.

Il Cavaliere però prende tempo, non può dare a Bossi una deadline per Monti, dunque per ora si va avanti così. Sul tavolo, al momento, c'è la legge elettorale. La Lega si è detta disponibile a modificare il Porcellum, ma se sentisse puzza di bruciato - hanno spiegato i capigruppo leghisti - ci sarebbero pesanti ritorsioni dal Carroccio. Quindi, per ora niente asse, solo una convergenza molto debole e sospettosa.

Anche sulle amministrative tira aria di separazione. Nel consiglio nazionale della Lega lombarda dello scorso venerdì si è decisa la corsa solitaria in tutti i comuni, alcuni dei quali anche importanti per Bossi. Anche nel resto del Nord la linea sarà quella, seppure non ancora ufficializzata da una decisione di via Bellerio. «Diventare il primo partito della Padania» è la nuova via leghista, lanciata da Maroni ma condivisa, con più prudenza, anche dal capo.

In Parlamento Pdl e Lega viaggiano abbastanza divisi. Una mozione del Pd passa con i voti di tutti, tranne la Lega, che se accusa subito l'ex alleato di incoerenza: «Grazie anche all'astensione del Pdl è passata in aula una mozione del Pd volta a favorire quello stato di polizia fiscale tanto osteggiato fino a poco tempo fa- dice il vicecapogruppo leghista Maurizio Fugatti - Ci chiediamo come mai il Pdl non l'abbia ostacolata». Altro fronte di tensioni, lo «svuotacarceri», ovvero il decreto legge che riguarda il sovraffollamento carcerario, contro cui la Lega sta facendo ostruzionismo.

«Ma il Pdl ha votato contro tutti i nostri emendamenti!», lamenta un onorevole del Carroccio. Bossi ne deve curare parecchi di dossier. Quello dell'alleanza col Pdl, che passa (anche) da una nuova legge elettorale che non deve stravolgere il vecchio impianto, perché il Porcellum non fa poi così schifo a Bossi, che potrebbe così decidere chi entra e chi non in Parlamento. E questo si interseca con l'altro fronte,quello interno. I maroniani attendevano una data per il congresso nazionale della Lega in Lombardia, ma l'ultimo «nazionale» ha rimandato la decisione, lasciando l'amaro in bocca ai barbari sognanti più agguerriti.

In Piemonte, invece, si farà l'11 marzo, con Roberto Cota come candidato finora unico alla segreteria della Lega piemontese. Anche in Liguria (dove Rosy Mauro ha concluso il suo mandato da «legato», cioè commissario delle sezioni leghiste) si va verso il congresso nazionale, ancora senza una data stabilita. Molto più complicata la partita in Veneto, in particolare a Verona.

Il sindaco Tosi sembra irremovibile, malgrado il no dei vertici, a presentarsi alle amministrative di primavera con una sua civica. Bossi non vuole, e lui vuole andare a Milano a parlarne direttamente col capo. Il rischio, per Bossi, è che la lista Tosi ottenga più voti della lista Lega Nord a Verona, aprendo così la strada ad un plebiscito per il sindaco nel congresso veneto, tassello importante. Dunque, molte partite aperte. Servirà più di una cena per risolverle.

 

ROBERTO MARONI BOSSI MARONI passeraberlusconi monti

Ultimi Dagoreport

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…

andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL RISIKONE È IN ARRIVO: DOMANI MATTINA INIZIERÀ L’ASSALTO DI CALTA-MILLERI-GOVERNO AL FORZIERE DELLE GENERALI. MA I TRE PARTITI DI GOVERNO NON VIAGGIANO SULLO STESSO BINARIO. L’INTENTO DI SALVINI & GIORGETTI È UNO SOLO: SALVARE LA “LORO” BPM DALLE UNGHIE DI UNICREDIT. E LA VOLONTÀ DEL MEF DI MANTENERE L’11% DI MPS, È UNA SPIA DEL RAPPORTO SALDO DELLA LEGA CON IL CEO LUIGI LOVAGLIO - DIFATTI IL VIOLENTISSIMO GOLDEN POWER DEL GOVERNO SULL’OPERAZIONE DI UNICREDIT SU BPM, NON CONVENIVA CERTO AL DUO CALTA-FAZZO, BENSÌ SOLO ALLA LEGA DI GIORGETTI E SALVINI PER LEGNARE ORCEL – I DUE GRANDI VECCHI DELLA FINANZA MENEGHINA, GUZZETTI E BAZOLI, HANNO PRESO MALISSIMO L’INVASIONE DEI CALTAGIRONESI ALLA FIAMMA E HANNO SUBITO IMPARTITO UNA “MORAL SUASION” A COLUI CHE HANNO POSTO AL VERTICE DI INTESA, CARLO MESSINA: "ROMA DELENDA EST"…

bergoglio papa francesco salma

DAGOREPORT - QUANDO È MORTO DAVVERO PAPA FRANCESCO? ALL’ALBA DI LUNEDÌ, COME DA VERSIONE UFFICIALE, O NEL POMERIGGIO DI DOMENICA? - NELLA FOTO DELLA SALMA, SI NOTA SUL VOLTO UNA MACCHIA SCURA CHE POTREBBE ESSERE UNA RACCOLTA DI SANGUE IPOSTATICA, COME ACCADE NELLE PERSONE MORTE GIÀ DA ALCUNE ORE - I VERTICI DELLA CHIESA POTREBBERO AVER DECISO DI “POSTICIPARE” LA DATA DELLA MORTE DEL SANTO PADRE, PER EVITARE DI CONNOTARE LA PASQUA, CHE CELEBRA IL PASSAGGIO DA MORTE A VITA DI GESÙ, CON UN EVENTO LUTTUOSO - UN PICCOLO SLITTAMENTO TEMPORALE CHE NULLA TOGLIE ALLA FORZA DEL MAGISTERO DI FRANCESCO, TERMINATO COME LUI VOLEVA: RIABBRACCIANDO NEL GIORNO DELLA RESURREZIONE PASQUALE IL SUO GREGGE IN PIAZZA SAN PIETRO. A QUEL PUNTO, LA MISSIONE DEL “PASTORE VENUTO DALLA FINE DEL MONDO” ERA GIUNTA AL TERMINE...

andrea orcel castagna fazzolari meloni milleri caltagirone giuseppe giovanbattista giorgia giancarlo giorgetti

DAGOREPORT – MA ‘STI “GENI” ALLA FIAMMA DI PALAZZO CHIGI PENSANO DAVVERO DI GOVERNARE IL PAESE DEI CAMPANELLI? E COME SI FA A NON SCRIVERE CHE DIETRO L’APPLICAZIONE DEL GOLDEN POWER ALL’UNICREDIT, C’È SOLO L’ESPLICITA VOLONTÀ DEL GOVERNO DEI MELONI MARCI DI MANGANELLARE ANDREA ORCEL, IL BANCHIERE CHE HA OSATO METTERSI DI TRAVERSO AL LORO PIANO “A NOI LE GENERALI!”? - UNA PROVA DELL’ATTO ‘’DOLOSO’’? IL GOLDEN POWER, UNO STRUMENTO CHE NASCE PER PROTEGGERE GLI INTERESSI NAZIONALI DALLE MIRE ESTERE, È STATO APPLICATO ALL’OPERAZIONE ITALIANISSIMA UNICREDIT-BPM, EVITANDO DI UTILIZZARLO ALLE ALTRE OPERAZIONI BANCARIE IN CORSO: MPS-MEDIOBANCA, BPM-ANIMA E BPER-SONDRIO - ORA UNICREDIT PUÒ ANCHE AVERE TUTTE LE RAGIONI DEL MONDO. MA NON SERVE A UN CAZZO AVERE RAGIONE QUANDO IL TUO CEO ORCEL STA SEDUTO DALLA PARTE SBAGLIATA DEL POTERE…

jd vance papa francesco bergoglio

PAPA FRANCESCO NON VOLEVA INCONTRARE JD VANCE E HA MANDATO AVANTI PAROLIN – BERGOGLIO HA CAMBIATO IDEA SOLO DOPO L’INCONTRO DEL NUMERO DUE DI TRUMP CON IL SEGRETARIO DI STATO: VANCE SI È MOSTRATO RICETTIVO DI FRONTE AL LUNGO ELENCO DI DOSSIER SU CUI LA CHIESA È AGLI ANTIPODI DELL’AMMINISTRAZIONE AMERICANA, E HA PROMESSO DI COINVOLGERE IL TYCOON. A QUEL PUNTO IL PONTEFICE SI È CONVINTO E HA ACCONSENTITO AL BREVE FACCIA A FACCIA – SUI SOCIAL SI SPRECANO POST E MEME SULLA COINCIDENZA TRA LA VISITA E LA MORTE DEL PAPA: “È SOPRAVVISSUTO A UNA POLMONITE BILATERALE, MA NON È RIUSCITO A SOPRAVVIVERE AL FETORE DELL’AUTORITARISMO TEOCRATICO” – I MEME