meloni salvini mattarella von der leyen

“SE DOMANI STUPRANO O UCCIDONO PAGA IL GIUDICE?” - IL VICEPREMIER SALVINI ALZA ANCORA I TONI CONTRO I MAGISTRATI DOPO LA DECISIONE DEL TRIBUNALE DI ROMA SUI MIGRANTI IN ALBANIA CHE HA COSTRETTO IL GOVERNO A RIPORTARLI IN ITALIA – LA MELONI STUDIA LA SOLUZIONE PER USCIRE DAL PANTANO E PENSA A RICORSI PIU’ RAPIDI CONTRO LE SENTENZE. L’ATTENZIONE DI MATTARELLA E I PALETTI DI BRUXELLES CHE CHIEDE A ROMA DI RISPETTARE LE DIRETTIVE UE - LA VICENDA STA INASPRENDO I RAPPORTI TRA VON DER LEYEN E LE CANCELLERIE PIÙ “PESANTI” D’EUROPA. LA PARTECIPAZIONE DI URSULA AL SUMMIT ORGANIZZATO GIOVEDÌ SCORSO DA ITALIA, OLANDA E DANIMARCA HA INFASTIDITO MACRON, SCHOLZ E SANCHEZ -VIDEO

 

 

Gabriella Cerami, Lorenzo De Cicco per repubblica.it - Estratti

 

 

Giorgia Meloni ha fretta di uscire dal pantano albanese in cui si è cacciata. Ma per ora non ha un coniglio da cavare dal cilindro. La soluzione a cui stanno lavorando in queste ore sull’asse Viminale-Palazzo Chigi non scongiura davvero che sentenze come quella emessa venerdì dal tribunale di Roma vengano sfornate di nuovo: i migranti rinchiusi nei centri in Albania potrebbero continuare ad essere dirottati in Italia.

migranti in albania - vignetta by vukic

 

(...)

 

Il Consiglio dei ministri è stato convocato per lunedì, ore 18. Lì sarà approvato un decreto legge, scartata l’idea di un disegno di legge che avrebbe avuto tempi di approvazione troppo lunghi. Il provvedimento fisserà l’elenco dei paesi considerati dal governo “sicuri”. 

 

(...)

MEME GIORGIA MELONI MATTEO SALVINI

Con i paesi sicuri fissati dalla legge, anziché da un atto amministrativo, per un tribunale sarebbe più complicato disapplicare la norma e non convalidare il trattenimento dei migranti, sostiene chi segue il dossier. I giudici, anziché cassare il fermo come è avvenuto l’altro ieri, potrebbero rivolgersi alla Consulta, dove la destra vorrebbe nominare entro fine anno 3 toghe sulle 4 scadute o in scadenza. Ma questa interpretazione è opinabile: un giudice potrebbe comunque decidere di non convalidare un trattenimento, sulla scorta della sentenza della Corte di giustizia Ue del 4 ottobre che non permette di dichiarare paese sicuro uno stato in cui i diritti non siano garantiti sull’intero territorio.

 

 

(...). Si vaglia l’idea di rendere vincolante per i giudici il parere della Commissione (nominata dal governo) che decide sulle richieste di asilo: limiterebbe i ricorsi, forse. O la possibilità per l’esecutivo di impugnare le sentenze sfavorevoli, per non renderle immediatamente esecutive, ma è difficile. Di sicuro ci saranno limature fino all’ultimo. E a molte di queste domande dovrà rispondere Meloni, nella conferenza stampa fissata per martedì.

 

cpr albania

Il decreto dovrà poi essere emanato dal presidente della Repubblica. Per questo è possibile che Palazzo Chigi, tramite Mantovano, abbia già iniziato le sue interlocuzioni. Il Quirinale mantiene comunque il massimo riserbo.

 

Bocche cucite in attesa del testo. Solo dopo la sua approvazione si faranno le dovute valutazioni di costituzionalità. Chi conosce bene il Capo dello Stato è convinto che Sergio Mattarella stia osservando i fatti degli ultimi giorni con una certa preoccupazione. Il presidente della Repubblica ha sempre affermato la necessità di una cooperazione tra gli organi istituzionali, sempre nel rispetto della separazione dei poteri e delle loro prerogative. Per tutte queste ragioni l’attenzione è di sicuro molto alta.

 

I 12 MIGRANTI TORNATI DALL’ALBANIA «SOTTO SHOCK» - Estratti

Estratti da open.online

 

Sono ore di scontro tra la maggioranza di centrodestra e la magistratura, finita nel mirino poiché il giudice competente sul caso dei 12 migranti trasportati in Albania non ha convalidato il trattenimento di questi ultimi nel Paese extra Ue. Matteo Salvini, fresco di udienza a Palermo per il caso Open Arms, in un’intervista al Tg1 ha dichiarato: «Qualora fossi condannato, il problema non sarebbe mio ma dell’Italia, perché dal giorno dopo scafisti e trafficanti saprebbero dove arrivare».

 

i primi migranti arrivati nel centro di prima accoglienza di Shengjin

Poi si è addentrato nella questione dei centri fatti costruire dal governo sul territorio albanese e della forzata retromarcia del governo, che oggi ha dovuto provvedere a far tornare i migranti in Italia: «Se diciamo che non possiamo espellere nessuno, se qualcuno di questi 12 domani commettesse un reato, rapinasse, stuprasse, uccidesse qualcuno, chi ne paga le conseguenze? Il magistrato che li ha riportati in Italia? Vorrei sapere perché tra tutti i lavoratori che pagano per i propri errori, i magistrati non pagano mai».

 

Il vicepremier e ministro dei Trasporti già nelle scorse aveva accusato parte della magistratura di «fare politica» e di «usare i tribunali come centri sociali».

 

(…)

 

LA LINEA ROSSA DI BRUXELLES

Claudio Tito per la Repubblica - Estratti

ellekappa vignetta meloni albania

O si cambia la normativa europea sui “Paesi sicuri” o non c’è alcuna certezza che i dubbi giuridici sul centro per i migranti in Albania possano essere superati. I contatti intercorsi venerdì tra il governo italiano e la Commissione Ue sull’accordo Roma-Tirana e soprattutto sulla decisione dei magistrati di rispedire sul nostro territorio i 12 cittadini del Bangladesh e dell’Egitto, non sono stati affatto positivi. Il nodo evidenziato dal Tribunale di Roma al momento - è stata la risposta di Bruxelles - non si può sciogliere facilmente.

 

Insomma la “squadra” di Giorgia Meloni non ha ricevuto alcuna “copertura” sul punto specifico sollevato dalle toghe del nostro Paese. L’unica rassicurazione, arrivata direttamente dalla presidente della Commissione Ursula von der Leyen, è stata quella di procedere rapidamente ad una proposta per modificare la legge comunitaria. Ossia ad almeno due direttive: la 2013/32 e la 2011/95. Che rappresentano i testi su cui pochi giorni fa è stata emessa la sentenza della Corte di Giustizia Ue alla quale hanno fatto riferimento i giudici romani.

arrivata in albania a Shengjmn la nave della marina con 16 migranti

 

Un problema non da poco, che rinvia almeno fino a giugno la soluzione. 

 

 

Nei colloqui informali, avvenuti in parte anche prima della decisione dei magistrati italiani, von der Leyen ha potuto solo garantire il suo impegno a correggere la legislazione europea. Una promessa dai tempi inevitabilmente lunghi. Se tutto va bene bisognerà aspettare almeno la prossima primavera. La stessa leader dell’esecutivo europeo ha parlato di queste scadenze temporali all’ultimo vertice di giovedì scorso. Il pacchetto immaginato dovrebbe inglobare nuove disposizioni per rientri più rapidi nei paesi di origine e contemporaneamente rivedere la stessa concezione di “paese sicuro”.

SERGIO MATTARELLA E GIORGIA MELONI - MIGRANTI - VIGNETTA ELLEKAPPA

 

(...)

 

C’è poi un aspetto ulteriore, evidenziato nei giorni scorsi dal primo ministro greco Mitsotakis, uno dei leader del Ppe in Europa. Il capo del governo di Atene ha fatto notare che il cosiddetto “Modello Albania” è difficilmente trasferibile nel sistema dell’Unione. Perché? Perché l’accordo Italia-Albania stabilisce – e la decisione del tribunale di Roma lo dimostra – che in presenza di qualsiasi problema, i migranti vanno comunque trasferiti in Italia. Se si applicasse lo stesso protocollo in tutta l’Ue – si chiede allora Mitsotakis - in quale Paese verrebbero trasferiti gli extracomunitari?

 

GIORGIA MELONI URSULA VON DER LEYEN

La vicenda, poi, sta inasprendo i rapporti tra von der Leyen e le Cancellerie più “pesanti” d’Europa. La partecipazione di Ursula al summit organizzato giovedì scorso da Italia, Olanda e Danimarca, ha infastidito non poco Macron, Scholz e Sanchez. La possibile contrarietà di Francia, Germania e Spagna in questa materia non renderà dunque agevole la correzione delle direttive e men che meno l’anticipazione dell’entrata in vigore del nuovo Patto per l’asilo e i migranti.

 

Senza contare che il Cancelliere tedesco e il premier spagnolo imputano alla “collega” socialista danese Frederiksen di aver accettato la corte di Giorgia Meloni solo per vendetta: perché imputa a loro la scelta a favore del portoghese Costa per la presidenza del Consiglio europeo. Un aspetto che non trasformerà lo stesso Costa in un alleato dei “falchi” anti-migranti. La campagna meloniana d’Albania è dunque partita ma rischia già di arenarsi.

 

MELONI E MATTARELLA CON FAZZOLARI, TAJANI, GIORGETTI, FITTO E ZAMPETTI SERGIO MATTARELLA GIORGIA MELONI i primi migranti arrivati nel centro di prima accoglienza di Shengjinarrivata in albania a Shengjmn la nave della marina con 16 migranticentro per migranti a gjader arrivata in albania a Shengjmn la nave della marina con 16 migrantiMELONI - FAZZOLARI - GIORGETTI - FITTO - MATTARELLA

 

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