salvini giorgetti pugilato boxe

“GIORGETTI? MI SEMBRA PIÙ CHE ABBIA AVUTO QUALCHE PROBLEMA DI INTENDIMENTO O FRAINTENDIMENTO CON BRUNO VESPA MA SE LO CHIARIRANNO LORO. NON FACCIO IL MEDIATORE”, SALVINI LIQUIDA IL MINISTRO E ALZA UN ALTRO MURO ALL’INGRESSO DELLA LEGA NEL PPE: “IN UE IL PROBLEMA NON È PORTARE LA LEGA IN GRUPPETTI CHE INSEGUONO LA SINISTRA…” – IL BOTTA E RISPOSTA CON LETTA

Da lastampa.it

 

giancarlo giorgetti e matteo salvini 2

«La discussione sulla legge elettorale potrà prendere corpo solamente dopo l'elezione del nuovo Capo dello Stato. Prima tutto è bloccato, il centrodestra si è bloccato in un arrocco interno, determinato dalla scelta che stanno facendo di stare intorno a Berlusconi e a una sua eventuale candidatura, quindi non vedo oggi le condizioni perché si possano fare discussioni produttive prima dell'elezione del Capo dello Stato».

 

Lo ha detto il leader del Pd Enrico Letta, entrando nel complicato dibattito sull’intreccio tra elezioni per il Colle e riforme. Che, sulla Lega, ha aggiunto: «Nella Lega mi sembra abbia già vinto la linea Salvini, ma non avevo dubbi. Su quel dibattito interno aveva già chiaramente vinto la linea Salvini e ne prendiamo atto. Ma non avevo dubbi, era un gioco delle parti».

giancarlo giorgetti e matteo salvini 1

 

«Il Pd – ha proseguito Letta parlando dello stato d’emergenza – seguirà le indicazioni e le scelte del governo che finora ha lavorato bene, e penso che se proporrà la proroga dello stato di emergenza vuol dire che questo sarà necessario e noi appoggeremo una eventuale richiesta del governo di prorogarlo».

 

«Tuttavia ciò che è più importante - ha aggiunto il leader del Pd - è il rigore sull'applicazione delle regole che ci siamo dati. Le regole ci consentono la libertà della nostra vita privata, di divertimenti, di cinema, ci consentono la vita lavorativa, la continuità istituzionale. Manteniamo queste regole e allora saremo in grado di farcela. Non molliamo sull'applicazione delle regole - ha concluso -, altrimenti dovremo ragionare di nuovi lockdown e nessuno ha voglia di fare ragionamenti del genere».

matteo salvini e giancarlo giorgetti 8

 

«Rivendico come scelta del Pd - ha aggiunto Letta - di mantenere alta l'attenzione, perché la quarta ondata di pandemia ha bisogno di politiche serie e di reazioni all'altezza da parte delle istituzioni. Abbiamo visto quello che sta succedendo in Austria, i messaggi dalla Germania, la Gran Bretagna. L'Italia ha fatto le scelte giuste fino adesso e vorrei che continuasse su questa strada».

 

Per Letta, «la strategia è basata su due parole: sicurezza e libertà. Il rigore sul Green pass ci consentirà di evitare nuovi lockdown. Chi non vuole il Green pass vuole il lockdown: credo che questo sia molto semplice. La scelta austriaca mi sembra interessante da questo punto di vista. Quindi io mando un messaggio: è assolutamente fondamentale che il nostro Paese mantenga il rigore e che questo rigore riesca effettivamente a farci uscire definitivamente dalla pandemia».

 

matteo salvini e giancarlo giorgetti 7

E a proposito di condizioni interne ai partiti, la Lega è effettivamente impegnata a ricucire, o ad alimentare la tregua – chissà quanto duratura – tra Salvini e Giorgetti. «Mi sembra più che abbia avuto qualche problema di intendimento o fraintendimento con Bruno Vespa ma se lo chiariranno loro. Non faccio il mediatore», ha detto il leader della Lega riferendosi allo scontro con il suo ministro.

 

Salvini ha ripetuto che «entrare nei Popolari in Europa non è come citofonare come fosse uno scherzetto di Halloween. Il mio scopo non è seguire la sinistra, ma consolidare il centrodestra». Ma sul punto di fondo, il Capitano insiste: «Noi siamo alternativi alla sinistra. In Ue il problema non è portare la Lega in gruppetti che inseguono la sinistra, perché se noi politicamente e culturalmente inseguiamo la sinistra abbiamo perso. L'agenda la dobbiamo scrivere noi. Se inseguiamo la sinistra politicamente e culturalmente abbiamo perso. Se il nostro obiettivo è farci fare i complimenti sui media vuol dire che abbiamo sbagliato qualcosa».

enrico letta matteo salvini meeting rimini

 

Il ragionamento di Salvini è questo: «Se c'è un centrodestra asservito alla sinistra il mio compito non è inseguire la sinistra, è portare il centrodestra a tornare ad essere in Italia e in Europa orgogliosamente centrodestra, conservatore, liberale, rivoluzionario e costruttivo». Su questo, ha detto, «il mio rapporto con Silvio Berlusconi, Giorgia Meloni e tutti gli altri amici del centrodestra sarà ancora più importante. Il nostro non è un rapporto di comodo».

matteo salvini e giancarlo giorgetti 5enrico letta matteo salvini meeting rimini 2enrico letta matteo salvini meeting rimini 3matteo salvini e giancarlo giorgetti 6

Ultimi Dagoreport

donald trump dazi giorgia meloni

DAGOREPORT! ASPETTANDO IL 2 APRILE, QUANDO CALERÀ SULL’EUROPA LA MANNAIA DEI DAZI USA, OGGI AL SENATO LA TRUMPIANA DE’ NOANTRI, GIORGIA MELONI, HA SPARATO UN’ALTRA DELLE SUE SUBLIMI PARACULATE - DOPO AVER PREMESSO IL SOLITO PIPPONE (‘’TROVARE UN POSSIBILE TERRENO DI INTESA E SCONGIURARE UNA GUERRA COMMERCIALE...BLA-BLA’’), LA SCALTRA UNDERDOG DELLA GARBATELLA HA AGGIUNTO: “CREDO NON SIA SAGGIO CADERE NELLA TENTAZIONE DELLE RAPPRESAGLIE, CHE DIVENTANO UN CIRCOLO VIZIOSO NEL QUALE TUTTI PERDONO" - SI', HA DETTO PROPRIO COSI': “RAPPRESAGLIE’’! - SE IL SUO “AMICO SPECIALE” IMPONE DAZI ALLA UE E BRUXELLES REAGISCE APPLICANDO DAZI ALL’IMPORTAZIONE DI MERCI ‘’MADE IN USA’’, PER LA PREMIER ITALIANA SAREBBERO “RAPPRESAGLIE”! MAGARI LA SORA GIORGIA FAREBBE MEGLIO A USARE UN ALTRO TERMINE, TIPO: “CONTROMISURE”, ALL'ATTO DI TRUMP CHE, SE APPLICATO, METTEREBBE NEL GIRO DI 24 ORE IN GINOCCHIO TUTTA L'ECONOMIA ITALIANA…

donald trump cowboy mondo in fiamme giorgia meloni friedrich merz keir starmer emmanuel macron

DAGOREPORT: IL LATO POSITIVO DEL MALE - LE FOLLIE DEL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA HANNO FINALMENTE COSTRETTO GRAN PARTE DEI 27 PAESI DELL'UNIONE EUROPEA, UNA VOLTA PRIVI DELL'OMBRELLO MILITARE ED ECONOMICO DEGLI STATI UNITI, A FARLA FINITA CON L'AUSTERITY DEI CONTI E DI BUROCRATIZZARSI SU OGNI DECISIONE, RENDENDOSI INDIPENDENTI - GLI EFFETTI BENEFICI: LA GRAN BRETAGNA, ALLEATO STORICO DEGLI USA, HA MESSO DA PARTE LA BREXIT E SI E' RIAVVICINATA ALLA UE - LA GERMANIA DEL PROSSIMO CANCELLIERE MERZ, UNA VOLTA FILO-USA, HA GIA' ANNUNCIATO L'ADDIO ALL’AUSTERITÀ CON UN PIANO DA MILLE MILIARDI PER RISPONDERE AL TRUMPISMO - IN FRANCIA, LA RESURREZIONE DELLA LEADERSHIP DI MACRON, APPLAUDITO ANCHE DA MARINE LE PEN – L’UNICO PAESE CHE NON BENEFICIA DI ALCUN EFFETTO? L'ITALIETTA DI MELONI E SCHLEIN, IN TILT TRA “PACIFISMO” PUTINIANO E SERVILISMO A TRUMP-MUSK...

steve witkoff marco rubio donald trump

DAGOREPORT: QUANTO DURA TRUMP?FORTI TURBOLENZE ALLA CASA BIANCA: MARCO RUBIO È INCAZZATO NERO PER ESSERE STATO DI FATTO ESAUTORATO, COME SEGRETARIO DI STATO, DA "KING DONALD" DALLE TRATTATIVE CON L'UCRAINA (A RYAD) E LA RUSSIA (A MOSCA) - IL REPUBBLICANO DI ORIGINI CUBANE SI È VISTO SCAVALCARE DA STEVE WITKOFF, UN IMMOBILIARISTA AMICO DI "KING DONALD", E GIA' ACCAREZZA L'IDEA DI DIVENTARE, FRA 4 ANNI, IL DOPO-TRUMP PER I REPUBBLICANI – LA RAGIONE DELLA STRANA PRUDENZA DEL TYCOON ALLA VIGILIA DELLA TELEFONATA CON PUTIN: SI VUOLE PARARE IL CULETTO SE "MAD VLAD" RIFIUTASSE IL CESSATE IL FUOCO (PER LUI SAREBBE UNO SMACCO: ALTRO CHE UOMO FORTE, FAREBBE LA FIGURA DEL ''MAGA''-PIRLA…)

giorgia meloni keir starmer donald trump vignetta giannelli

DAGOREPORT - L’ULTIMA, ENNESIMA E LAMPANTE PROVA DI PARACULISMO POLITICO DI GIORGIA MELONI SI È MATERIALIZZATA IERI AL VERTICE PROMOSSO DAL PREMIER BRITANNICO STARMER - AL TERMINE, COSA HA DETTATO ''GIORGIA DEI DUE MONDI'' ALLA STAMPA ITALIANA INGINOCCHIATA AI SUOI PIEDI? “NO ALL’INVIO DEI NOSTRI SOLDATI IN UCRAINA” - MA STARMER NON AVEVA MESSO ALL’ORDINE DEL GIORNO L’INVIO “DI UN "DISPIEGAMENTO DI SOLDATI DELLA COALIZIONE" SUL SUOLO UCRAINO (NON TUTTI I "VOLENTEROSI" SONO D'ACCORDO): NE AVEVA PARLATO SOLO IN UNA PROSPETTIVA FUTURA, NELL'EVENTUALITÀ DI UN ACCORDO CON PUTIN PER IL ‘’CESSATE IL FUOCO", IN MODO DA GARANTIRE "UNA PACE SICURA E DURATURA" - MA I NODI STANNO ARRIVANDO AL PETTINE DI GIORGIA: SULLA POSIZIONE DEL GOVERNO ITALIANO AL PROSSIMO CONSIGLIO EUROPEO DEL 20 E 21 MARZO SULL'UCRAINA, LA PREMIER CERCHIOBOTTISTA STA CONCORDANDO GLI ALLEATI DELLA MAGGIORANZA UNA RISOLUZIONE COMUNE PER IL VOTO CHE L'ATTENDE MARTEDÌ E MERCOLEDÌ IN SENATO E ALLA CAMERA, E TEME CHE AL TRUMPUTINIANO SALVINI SALTI IL GHIRIBIZZO DI NON VOTARE A FAVORE DEL GOVERNO… 

picierno bonaccini nardella decaro gori zingaretti pina stefano dario antonio giorgio nicola elly schlein

DAGOREPORT - A CONVINCERE GLI EUROPARLAMENTARI PD A NON VOTARE IN MASSA A FAVORE DEL PIANO “REARM EUROPE”, METTENDO COSI' IN MINORANZA ELLY SCHLEIN (E COSTRINGERLA ALLE DIMISSIONI) È STATO UN CALCOLO POLITICO: IL 25 MAGGIO SI VOTA IN CINQUE REGIONI CHIAVE (CAMPANIA, MARCHE, PUGLIA, TOSCANA E VENETO) E RIBALTARE IL PARTITO ORA SAREBBE STATO L'ENNESIMO SUICIDIO DEM – LA RESA DEI CONTI TRA “BELLICISTI” E “PACIFINTI”, TRA I SINISTR-ELLY E I RIFORMISTI, È SOLO RINVIATA (D'ALTRONDE CON QUESTA SEGRETERIA, IL PD E' IRRILEVANTE, DESTINATO A RESTARE ALL'OPPOSIZIONE PER MOLTI ANNI)