conte salvini di maio

FLAT LUX – SALVINI CELEBRA I DATI SUL PIL RILANCIANDO SUBITO LA FLAT TAX, DI MAIO E CONTE SUBITO LO STOPPANO E LO FANNO INCAZZARE. POI NELLA NOTTE BISTICCIANO PER LE AUTONOMIE – LA RIFORMA FISCALE, DICE CONTE, SI FARÀ, MA È MEGLIO NON PARLARNE DURANTE LA CAMPAGNA ELETTORALE PER LE EUROPEE – IL NODO È SEMPRE IL SOLITO: MANCANO LE RISORSE E CI SONO 23 MILIARDI DI IVA DA STERILIZZARE (SEMPRE CHE VENGANO STERILIZZATI…)

Alberto Gentili per “il Messaggero”

 

tria di maio salvini conte

«Abbiamo battuto il catastrofismo di chi ci considerava degli incapaci. E nel secondo semestre andrà ancora meglio, il tempo sarà galantuomo...». Luigi Di Maio corre a brindare, appena a Tunisi rimbalza la prima buona notizia economica da quando è nato il governo giallo-verde. Ma le elezioni europee sono tra 25 giorni e perfino in terra d' Africa, nonostante un incontro a pranzo, il capo 5Stelle e Matteo Salvini riescono a bisticciare sulla flat-tax. Sull' Iva, come da copione, invece corrono a bocciare il buonsenso economico del ministro Giovanni Tria.

 

GIUSEPPE CONTE PINOCCHIO IN MEZZO AL GATTO (LUIGI DI MAIO) E LA VOLPE (MATTEO SALVINI) MURALE BY TVBOY

E in nottata, durante la riunione del governo che ha dato il via libera alle nomine in Bankitalia, Di Maio e Salvini litigano anche sull' autonomia differenziata. L' ormai tristemente famoso Spacca Italia. Ma partiamo dal Pil in leggera crescita. Con le elezioni alle porte, Salvini lo celebra rilanciando la flat-tax. Il suo cavallo di battaglia, perfetto da spingere al galoppo proprio adesso che l' economia mostra un sussulto di segno più: «La riduzione delle tasse per famiglie e lavoratori è doverosa. Bisogna farlo senza dubbi e ritardi».

 

A Di Maio e a Conte viene recapitata la dichiarazione di Salvini dopo pochi minuti. Il tempo di mettere ordine alle idee tra un bilaterale con il tunisino Youssef Chadhed e una comparsata al forum economico, e premier e vicepremier grillino decidono la frenata.

 

LUIGI DI MAIO MATTEO SALVINI GIUSEPPE CONTE

Conte mette a verbale per disinnescare l' offensiva elettorale di Salvini: «Non è questo il momento di parlare di riforma fiscale. La vogliamo fare, ma nei prossimi mesi abbiamo una manovra economica da affrontare». Della serie: se ne parla a tempo debito, in autunno, quando si affronterà con la legge di bilancio il complesso degli interventi economici per il 2020.

 

Inutile dire che Di Maio si attesta sulla stessa linea, convinto che «la flat-tax debba avere un coefficiente familiare, in modo da aiutare il ceto medio e non i ricchi come invece vorrebbe Salvini». In più, nel ruolo del guastatore, il grillino pianta un bel paletto per far andare di traverso al capo della Lega il suo proclama: «Flat tax? Io di certo non voglio aumentare l' Iva».

matteo salvini giovanni tria

 

Salvini non prende bene il doppio stop. E si fa sentire, «in modo ruvido» riferiscono i suoi, con Conte a margine del carosello di vertici tunisini. Tant' è, che poco dopo, dall' entourage del premier arriva la frenata della...frenata: «Le parole di Conte sono state chiare e inequivocabili, la flat-tax va fatta, è un obiettivo di tutto il governo e un punto qualificante del contratto».

 

di maio conte card reddito

Sullo sfondo il nodo è quello di sempre: le risorse per la riforma fiscale e i 23 miliardi necessari per sterilizzare lo scatto dell' Iva. E, come d' incanto, quando si parla di aumentare l' imposta sui consumi Di Maio, Salvini e perfino Conte corrono a bacchettare Tria. La ragione è evidente: a ridosso delle elezioni è un suicidio politico far balenare un' impennata della pressione fiscale.

 

LUIGI DI MAIO VIRGINIA SABA GIUSEPPE CONTE BY OSHO

Ma questa è una storia che verrà scritta da qui all' autunno, quando la legge di bilancio dovrà essere messa nero su bianco. Il governo - lite sulla flat-tax ed ennesimo stop sull' Iva a parte - si occupa soprattutto «i buoni dati economici». E Conte, al pari di Di Maio e di Salvini, è convinto che «nel secondo semestre si può fare ancora di più», scongiurando il rischio di una manovra correttiva del conti anche grazie alle minori spese registrate per il reddito di cittadinanza e quota 100. «Questo è solo l' inizio», dispensa ottimismo con i suoi Di Maio, «appena si vedranno gli effetti del decreto crescita, dei nuovi investimenti, della spinta che produrrà lo sblocca cantieri, oltre alla piena attuazione del reddito di cittadinanza, arriveranno numeri ancora migliori».

 

LA BATTAGLIA SULL' AUTONOMIA

ERIKA STEFANI

Lo scontro si riaccende in nottata. Appena terminata la riunione del governo, Salvini fa sapere: «Fatti passi avanti sull' autonomia, le intese con le Regioni saranno portate al prossimo Consiglio dei ministri». Passano pochi minuti e Di Maio, che non può davvero permettersi il varo dello Spacca Italia alla vigilia delle elezioni, stoppa l' accelerazione leghista: «Ma quale intesa? Le priorità sono altre: il salario minimo e il taglio degli stipendi dei parlamentari».

 

ERIKA STEFANI

Segue il racconto di fonti grilline: «Durante la riunione, la ministra leghista Stefani ha messo sul tavolo il dossier autonomie. Diversi colleghi però l' hanno giudicato un compitino precario e incompleto. Certo, Salvini ha comunque chiesto di portare le intese sull' autonomia al prossimo Consiglio, ma nessuno gli ha risposto. La cosa è stata lasciata cadere nel vuoto...». Per provare a metterci una pezza, Conte si lancia nell' ennesimo tentativo di mediazione: «Facciamo un tavolo ad hoc per sciogliere i nodi. Solo dopo la riforma andrà in Consiglio». Non prima di giugno. Da vedere se il governo giallo-verde starà ancora in piedi.

Ultimi Dagoreport

donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – PUTIN NON PERDE MAI: TRUMP ESCE A PEZZI DALLA TELEFONATA CON “MAD VLAD”. AVEVA GIÀ PRONTO IL DISCORSO (“HO SALVATO IL MONDO”) E INVECE HA DOVUTO FARE PIPPA DI FRONTE AL NIET DEL PRESIDENTE RUSSO ALLA TREGUA DI 30 GIORNI IN UCRAINA – ZELENSKY COTTO E MANGIATO: “SE NON SEI AL TAVOLO DEL NEGOZIATO, SEI NEL MENÙ” – LE SUPERCAZZOLE DEL TYCOON SU IRAN E ARABIA SAUDITA E LA PRETESA DELL’EX AGENTE DEL KGB: ACCETTO IL CESSATE IL FUOCO SOLO SE FERMATE GLI AIUTI ALL’UCRAINA. MA TRUMP NON POTEVA GARANTIRE A NOME DELL’EUROPA – DOPO IL SUMMIT A GEDDA DI DOMENICA PROSSIMA CI SARÀ UNA NUOVA TELEFONATA TRA I DUE BOSS. POI L’INCONTRO FACCIA A FACCIA…

donald trump dazi giorgia meloni

DAGOREPORT! ASPETTANDO IL 2 APRILE, QUANDO CALERÀ SULL’EUROPA LA MANNAIA DEI DAZI USA, OGGI AL SENATO LA TRUMPIANA DE’ NOANTRI, GIORGIA MELONI, HA SPARATO UN’ALTRA DELLE SUE SUBLIMI PARACULATE - DOPO AVER PREMESSO IL SOLITO PIPPONE (‘’TROVARE UN POSSIBILE TERRENO DI INTESA E SCONGIURARE UNA GUERRA COMMERCIALE...BLA-BLA’’), LA SCALTRA UNDERDOG DELLA GARBATELLA HA AGGIUNTO: “CREDO NON SIA SAGGIO CADERE NELLA TENTAZIONE DELLE RAPPRESAGLIE, CHE DIVENTANO UN CIRCOLO VIZIOSO NEL QUALE TUTTI PERDONO" - SI', HA DETTO PROPRIO COSI': “RAPPRESAGLIE’’! - SE IL SUO “AMICO SPECIALE” IMPONE DAZI ALLA UE E BRUXELLES REAGISCE APPLICANDO DAZI ALL’IMPORTAZIONE DI MERCI ‘’MADE IN USA’’, PER LA PREMIER ITALIANA SAREBBERO “RAPPRESAGLIE”! MAGARI LA SORA GIORGIA FAREBBE MEGLIO A USARE UN ALTRO TERMINE, TIPO: “CONTROMISURE”, ALL'ATTO DI TRUMP CHE, SE APPLICATO, METTEREBBE NEL GIRO DI 24 ORE IN GINOCCHIO TUTTA L'ECONOMIA ITALIANA…

donald trump cowboy mondo in fiamme giorgia meloni friedrich merz keir starmer emmanuel macron

DAGOREPORT: IL LATO POSITIVO DEL MALE - LE FOLLIE DEL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA HANNO FINALMENTE COSTRETTO GRAN PARTE DEI 27 PAESI DELL'UNIONE EUROPEA, UNA VOLTA PRIVI DELL'OMBRELLO MILITARE ED ECONOMICO DEGLI STATI UNITI, A FARLA FINITA CON L'AUSTERITY DEI CONTI E DI BUROCRATIZZARSI SU OGNI DECISIONE, RENDENDOSI INDIPENDENTI - GLI EFFETTI BENEFICI: LA GRAN BRETAGNA, ALLEATO STORICO DEGLI USA, HA MESSO DA PARTE LA BREXIT E SI E' RIAVVICINATA ALLA UE - LA GERMANIA DEL PROSSIMO CANCELLIERE MERZ, UNA VOLTA FILO-USA, HA GIA' ANNUNCIATO L'ADDIO ALL’AUSTERITÀ CON UN PIANO DA MILLE MILIARDI PER RISPONDERE AL TRUMPISMO - IN FRANCIA, LA RESURREZIONE DELLA LEADERSHIP DI MACRON, APPLAUDITO ANCHE DA MARINE LE PEN – L’UNICO PAESE CHE NON BENEFICIA DI ALCUN EFFETTO? L'ITALIETTA DI MELONI E SCHLEIN, IN TILT TRA “PACIFISMO” PUTINIANO E SERVILISMO A TRUMP-MUSK...

steve witkoff marco rubio donald trump

DAGOREPORT: QUANTO DURA TRUMP?FORTI TURBOLENZE ALLA CASA BIANCA: MARCO RUBIO È INCAZZATO NERO PER ESSERE STATO DI FATTO ESAUTORATO, COME SEGRETARIO DI STATO, DA "KING DONALD" DALLE TRATTATIVE CON L'UCRAINA (A RYAD) E LA RUSSIA (A MOSCA) - IL REPUBBLICANO DI ORIGINI CUBANE SI È VISTO SCAVALCARE DA STEVE WITKOFF, UN IMMOBILIARISTA AMICO DI "KING DONALD", E GIA' ACCAREZZA L'IDEA DI DIVENTARE, FRA 4 ANNI, IL DOPO-TRUMP PER I REPUBBLICANI – LA RAGIONE DELLA STRANA PRUDENZA DEL TYCOON ALLA VIGILIA DELLA TELEFONATA CON PUTIN: SI VUOLE PARARE IL CULETTO SE "MAD VLAD" RIFIUTASSE IL CESSATE IL FUOCO (PER LUI SAREBBE UNO SMACCO: ALTRO CHE UOMO FORTE, FAREBBE LA FIGURA DEL ''MAGA''-PIRLA…)

giorgia meloni keir starmer donald trump vignetta giannelli

DAGOREPORT - L’ULTIMA, ENNESIMA E LAMPANTE PROVA DI PARACULISMO POLITICO DI GIORGIA MELONI SI È MATERIALIZZATA IERI AL VERTICE PROMOSSO DAL PREMIER BRITANNICO STARMER - AL TERMINE, COSA HA DETTATO ''GIORGIA DEI DUE MONDI'' ALLA STAMPA ITALIANA INGINOCCHIATA AI SUOI PIEDI? “NO ALL’INVIO DEI NOSTRI SOLDATI IN UCRAINA” - MA STARMER NON AVEVA MESSO ALL’ORDINE DEL GIORNO L’INVIO “DI UN "DISPIEGAMENTO DI SOLDATI DELLA COALIZIONE" SUL SUOLO UCRAINO (NON TUTTI I "VOLENTEROSI" SONO D'ACCORDO): NE AVEVA PARLATO SOLO IN UNA PROSPETTIVA FUTURA, NELL'EVENTUALITÀ DI UN ACCORDO CON PUTIN PER IL ‘’CESSATE IL FUOCO", IN MODO DA GARANTIRE "UNA PACE SICURA E DURATURA" - MA I NODI STANNO ARRIVANDO AL PETTINE DI GIORGIA: SULLA POSIZIONE DEL GOVERNO ITALIANO AL PROSSIMO CONSIGLIO EUROPEO DEL 20 E 21 MARZO SULL'UCRAINA, LA PREMIER CERCHIOBOTTISTA STA CONCORDANDO GLI ALLEATI DELLA MAGGIORANZA UNA RISOLUZIONE COMUNE PER IL VOTO CHE L'ATTENDE MARTEDÌ E MERCOLEDÌ IN SENATO E ALLA CAMERA, E TEME CHE AL TRUMPUTINIANO SALVINI SALTI IL GHIRIBIZZO DI NON VOTARE A FAVORE DEL GOVERNO…