conte salvini

“UN GOVERNO CONTE-MOAVERO-TRIA NON MI INTERESSA” - SALVINI DETTA LE CONDIZIONI: “POSSIBILE CHE SU 28 PAESI NELL'UE SIAMO GLI UNICI AD ESSERE ADDITATI COME QUELLI CHE NON HANNO FATTO I COMPITI? I RISPARMI DEGLI ITALIANI NON CORRONO NESSUN RISCHIO. IL RISCHIO SAREBBE UNA NUOVA MANOVRA ALLA MONTI…I MINI BOT ERANO UN'IDEA PER RISOLVERE IL PROBLEMA DEL DEBITO DELLE PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI. SE CI SONO IDEE MIGLIORI, NE SIAMO FELICI…”

Marco Cremonesi per il “Corriere della sera”

 

CONTE E SALVINI

«Molto, molto bene. Conte prima ci ha dato appuntamento attraverso il Fatto quotidiano , poi ha stabilito l' agenda attraverso il Corriere della Sera ... ». Matteo Salvini così sbuffa con i leghisti più vicini. Di certo, non arriva al summit con il premier Giuseppe Conte nella migliore disposizione d' animo. Proprio come Luigi Di Maio. Questa volta i due leader di partito si schierano dalla stessa parte: entrambi sono, come minimo, perplessi per le recenti prese di posizione del presidente del Consiglio.

 

Per Salvini il tema chiave, anche e proprio nel rapporto con Conte, è l'approccio con l'Unione. In mattinata, pubblicamente, non aveva risparmiato l' osservazione: «Se uno pensa di stare al governo per tirarla in lungo, per crescere dello zero virgola, noi siamo di un' altra idea. Punto». Più tardi, parlando con i suoi, Salvini è stato ancora più secco: «Un governo Conte-Moavero-Tria che ricalca le gesta di Mario Monti, non m' interessa».

Il leader leghista si dice «d' accordissimo sul fatto di abbassare i toni, di non offrire pretesti, di urtare sensibilità».

matteo salvini giuseppe conte a pian de giullari firenze

 

Di più: «Noi non vogliamo scontrarci con nessuno, lo dirò anche al premier: all' Unione diamo tanto e non chiediamo i soldi degli altri paesi. Chiediamo però di poter utilizzare al meglio i nostri». Il ragionamento portato avanti con i suoi dal leader leghista è che «vanno bene i toni bassi.

 

Ma se vediamo che da parte dell' Ue c' è il rispetto e una volontà di discussione autentica del nostro punto di vista. Diversissimo sarebbe se invece emergesse la volontà di castigarci a prescindere». Poco prima l' aveva detta così: «Possibile che su 28 paesi nell' Ue siamo gli unici ad essere additati come quelli che non hanno fatto i compiti?». Spiega un deputato leghista: «Se si tratta soltanto di definanziarizzare i risparmi che ci saranno, per noi va bene. Quella tecnicamente è appunto una manovra correttiva».

Fontana, Salvini, Tajani e Conte al Salone del Mobile

 

Il che significa che «l'orizzonte è quello di mettere in bella gli incassi della pace fiscale, i migliori introiti fiscali in generale, i risparmi del reddito di cittadinanza che con il tempo aumenteranno: noi non abbiamo nulla a che ridire. Del tutto diverso se invece ci chiedessero le solite lacrime e sangue. Su quello, non ci sono margini di trattativa».

 

Salvini non vuole però passare come lo sfascia conti: «I risparmi degli italiani non corrono nessun rischio. Il rischio sarebbe una nuova manovra alla Monti». Da sottolineare che il nome dell' ex premier emerge tutte le volte che a Salvini si parla di Conte. Anche se quest' ultimo ha già respinto l' accostamento nell' intervista al Corriere di ieri: «Mi dipingono come un tecnocrate che vuole uccidere il contratto per non approvare i minibot».

 

GIUSEPPE CONTE E MATTEO SALVINI A FIRENZE (DAL PROFILO INSTAGRAM DI MATTEO SALVINI)

Proprio su quelli, però, Salvini si dice aperto: «A noi interessa il risultato, bado alla sostanza e non alla forma. Noi abbiamo proposto un' idea per risolvere il problema del debito delle pubbliche amministrazioni. Se ci sono idee migliori, ne siamo felici. Ricordo soltanto che i minibot erano nel contratto: lo dico ai signor no che ci sono dentro e fuori» al governo. In realtà, sui minibot Salvini non aveva intenzione di scatenare offensive e la discussione era prevista semmai più avanti, in sede di legge di Bilancio. Il problema è stato quando un ordine del giorno che li conteneva è stato approvato all' unanimità.

 

Ed è lì che il ministro dell' Economia Giovanni Tria li ha sonoramente bocciati: «Il modo migliore - osserva il deputato - per accendere gli animi». Detto questo, ripete Salvini ai leghisti, «ai minibot come cavallo di Troia per far saltare l'euro, nemmeno ci penso». Il riferimento è a un articolo pubblicato ieri dal Financial Times . Titolo: «Come Salvini potrebbe far saltare l' Eurozona». È stato quello a far fare al leader leghista uno sbuffo di disinteresse rispetto alla paventata italexit. Ma c' è il tempo anche per un avviso a Luigi Di Maio riguardo al salario minimo chiesto dai 5 stelle: «Il salario lo garantiscono le imprese. Ma se non gli abbassi le tasse, come lo garantiscono?».

Ultimi Dagoreport

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…

andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL RISIKONE È IN ARRIVO: DOMANI MATTINA INIZIERÀ L’ASSALTO DI CALTA-MILLERI-GOVERNO AL FORZIERE DELLE GENERALI. MA I TRE PARTITI DI GOVERNO NON VIAGGIANO SULLO STESSO BINARIO. L’INTENTO DI SALVINI & GIORGETTI È UNO SOLO: SALVARE LA “LORO” BPM DALLE UNGHIE DI UNICREDIT. E LA VOLONTÀ DEL MEF DI MANTENERE L’11% DI MPS, È UNA SPIA DEL RAPPORTO SALDO DELLA LEGA CON IL CEO LUIGI LOVAGLIO - DIFATTI IL VIOLENTISSIMO GOLDEN POWER DEL GOVERNO SULL’OPERAZIONE DI UNICREDIT SU BPM, NON CONVENIVA CERTO AL DUO CALTA-FAZZO, BENSÌ SOLO ALLA LEGA DI GIORGETTI E SALVINI PER LEGNARE ORCEL – I DUE GRANDI VECCHI DELLA FINANZA MENEGHINA, GUZZETTI E BAZOLI, HANNO PRESO MALISSIMO L’INVASIONE DEI CALTAGIRONESI ALLA FIAMMA E HANNO SUBITO IMPARTITO UNA “MORAL SUASION” A COLUI CHE HANNO POSTO AL VERTICE DI INTESA, CARLO MESSINA: "ROMA DELENDA EST"…

bergoglio papa francesco salma

DAGOREPORT - QUANDO È MORTO DAVVERO PAPA FRANCESCO? ALL’ALBA DI LUNEDÌ, COME DA VERSIONE UFFICIALE, O NEL POMERIGGIO DI DOMENICA? - NELLA FOTO DELLA SALMA, SI NOTA SUL VOLTO UNA MACCHIA SCURA CHE POTREBBE ESSERE UNA RACCOLTA DI SANGUE IPOSTATICA, COME ACCADE NELLE PERSONE MORTE GIÀ DA ALCUNE ORE - I VERTICI DELLA CHIESA POTREBBERO AVER DECISO DI “POSTICIPARE” LA DATA DELLA MORTE DEL SANTO PADRE, PER EVITARE DI CONNOTARE LA PASQUA, CHE CELEBRA IL PASSAGGIO DA MORTE A VITA DI GESÙ, CON UN EVENTO LUTTUOSO - UN PICCOLO SLITTAMENTO TEMPORALE CHE NULLA TOGLIE ALLA FORZA DEL MAGISTERO DI FRANCESCO, TERMINATO COME LUI VOLEVA: RIABBRACCIANDO NEL GIORNO DELLA RESURREZIONE PASQUALE IL SUO GREGGE IN PIAZZA SAN PIETRO. A QUEL PUNTO, LA MISSIONE DEL “PASTORE VENUTO DALLA FINE DEL MONDO” ERA GIUNTA AL TERMINE...

andrea orcel castagna fazzolari meloni milleri caltagirone giuseppe giovanbattista giorgia giancarlo giorgetti

DAGOREPORT – MA ‘STI “GENI” ALLA FIAMMA DI PALAZZO CHIGI PENSANO DAVVERO DI GOVERNARE IL PAESE DEI CAMPANELLI? E COME SI FA A NON SCRIVERE CHE DIETRO L’APPLICAZIONE DEL GOLDEN POWER ALL’UNICREDIT, C’È SOLO L’ESPLICITA VOLONTÀ DEL GOVERNO DEI MELONI MARCI DI MANGANELLARE ANDREA ORCEL, IL BANCHIERE CHE HA OSATO METTERSI DI TRAVERSO AL LORO PIANO “A NOI LE GENERALI!”? - UNA PROVA DELL’ATTO ‘’DOLOSO’’? IL GOLDEN POWER, UNO STRUMENTO CHE NASCE PER PROTEGGERE GLI INTERESSI NAZIONALI DALLE MIRE ESTERE, È STATO APPLICATO ALL’OPERAZIONE ITALIANISSIMA UNICREDIT-BPM, EVITANDO DI UTILIZZARLO ALLE ALTRE OPERAZIONI BANCARIE IN CORSO: MPS-MEDIOBANCA, BPM-ANIMA E BPER-SONDRIO - ORA UNICREDIT PUÒ ANCHE AVERE TUTTE LE RAGIONI DEL MONDO. MA NON SERVE A UN CAZZO AVERE RAGIONE QUANDO IL TUO CEO ORCEL STA SEDUTO DALLA PARTE SBAGLIATA DEL POTERE…

jd vance papa francesco bergoglio

PAPA FRANCESCO NON VOLEVA INCONTRARE JD VANCE E HA MANDATO AVANTI PAROLIN – BERGOGLIO HA CAMBIATO IDEA SOLO DOPO L’INCONTRO DEL NUMERO DUE DI TRUMP CON IL SEGRETARIO DI STATO: VANCE SI È MOSTRATO RICETTIVO DI FRONTE AL LUNGO ELENCO DI DOSSIER SU CUI LA CHIESA È AGLI ANTIPODI DELL’AMMINISTRAZIONE AMERICANA, E HA PROMESSO DI COINVOLGERE IL TYCOON. A QUEL PUNTO IL PONTEFICE SI È CONVINTO E HA ACCONSENTITO AL BREVE FACCIA A FACCIA – SUI SOCIAL SI SPRECANO POST E MEME SULLA COINCIDENZA TRA LA VISITA E LA MORTE DEL PAPA: “È SOPRAVVISSUTO A UNA POLMONITE BILATERALE, MA NON È RIUSCITO A SOPRAVVIVERE AL FETORE DELL’AUTORITARISMO TEOCRATICO” – I MEME