berlusconi salvini

SI SALVINI CHI PUO’: BERLUSCONI? SI OCCUPI DEL MILAN. IL PARTITO REPUBBLICANO NON CAPISCO COSA SIA, LA LEGA NON SI SCIOGLIE IN NIENTE” - POI A ROMA PARTECIPA A UN INCONTRO CON IL LEADER DI CASAPOUND

Mauro Favale per “la Repubblica”

BERLUSCONI  SALVINIBERLUSCONI SALVINI

 

Sceglie di entrare da un ingresso secondario anche qui, nella capitale. Lo aveva fatto a Lecce due giorni fa. Ma nel Salento, come ieri mattina a Foggia, c’erano state contestazioni con lancio di uova, fumogeni e petardi. A Roma invece fila tutto liscio per Matteo Salvini: quattro blindati della questura, massiccia presenza della Digos ma, soprattutto, il sostegno di CasaPound.

 

«D’altronde qui siamo all’Esquilino, casa nostra da sempre», spiega appoggiato al bar del Teatro Brancaccio Gianluca Jannone, leader della formazione di estrema destra. Sono loro lo zoccolo duro dei militanti pro-Salvini nella capitale. Lo attendono in un tripudio di celtiche e fasci littori. «Un capitano, c’è solo un capitano», gli urlano dalla platea sventolando tricolori e bandiere di «Sovranità », il raggruppamento dei «salvinisti di destra» (copyright Jannone).

 

SALVINI DI STEFANO CASAPOUNDSALVINI DI STEFANO CASAPOUND

Il segno di una nuova fase per la Lega che archivia Silvio Berlusconi: «Fossi in lui — dice il segretario del Carroccio — a 79 anni mi godrei i frutti del mio immenso lavoro e mi occuperei del Milan. Il Partito Repubblicano stile Usa che lui vuol fondare? Non so cosa sia. Comunque io non mi sciolgo in niente». Salvini arriva a Roma dopo un tour al sud costellato da puntuali proteste di piazza e da sale gremite per i suoi comizi.

 

A Foggia, ieri, militanti dei centri sociali hanno organizzato una protesta, fronteggiati dalle forze dell’ordine: lanci d’uova e fumogeni, una carica di alleggerimento. Salvini se la prende con Alfano: «E’ in grado di garantire la libertà di espressione e il diritto a svolgere comizi? Sennò è meglio che se ne vada se non è in grado di isolare i violenti che ci attaccano, io sono stufo di vedere ogni giorno poliziotti aggrediti e presi a sputi e comizi blindati. Alfano faccia sgomberare questi centri sociali occupati abusivamente da violenti».

 

SALVINI CASAPOUND BRANCACCIOSALVINI CASAPOUND BRANCACCIO

Niente del genere nella capitale. Contro Salvini compaiono scritte sui muri («Verme, Roma ti schifa») ma nulla di più. A Garbatella, quartiere «rosso » per antonomasia («E’ pieno di coglioni», lo definì Salvini due mesi fa), il leader della Lega non si avvicina: lì lo attendono per tutto il giorno, organizzando presidi e un pomeriggio di lettura con Paco Ignacio Taibo II e Erri De Luca.

 

«Matte’, Garbatella ‘spetta a te», gli aveva mandato a dire l’attore Claudio Amendola che in quel quartiere ha girato “I Cesaroni”. «Un atteggiamento da coatto», lo bolla Jannone. In serata, dopo aver annullato (sempre per la minaccia di contestazioni) un giro nel quartiere di Primavalle, Salvini parla dal palco del Brancaccio: accanto a lui ci sono le deputate Souad Sbai e Barbara Mannucci, il senatore Raffaele Volpi, il consigliere comunale Marco Pomarici ma, soprattutto, Simone Di Stefano di CasaPound.

noi e la giulia amendolanoi e la giulia amendola

 

Per lui gli applausi più calorosi, che segnano ancora una volta il sodalizio tra Lega ed estrema destra: «Noi Salvini lo portiamo al ballotaggio contro Renzi», dice Di Stefano. Quando tocca al leader del Carroccio, con indosso una maglietta per i due marò, se la prende ancora con Alfano che lo aveva definito «un ignorantone». Poi finisce invocando «un ricambio della politica, come ha attuato da Renzi. Ma noi al contrario suo non facciamo da infami. Se ti voglio mandare a casa te lo dico in faccia. Quello che invidio al premier? Lui è più cattivo di me».

matteo salvini SILVIO BERLUSCONImatteo salvini SILVIO BERLUSCONI

 

proteste contro salvini a livornoproteste contro salvini a livornosalvini con agenti antisommossa ad anconasalvini con agenti antisommossa ad anconaSALVINI E GRASSELLISALVINI E GRASSELLIGATTINI PER SALVINI GATTINI PER SALVINI

Ultimi Dagoreport

turicchi, giorgetti, sala

FLASH! - IL DILEMMA DI GIORGETTI: IL CAPO DELLE PARTECIPATE DEL TESORO E SUO FEDELISSIMO, MARCELLO SALA, NON HA INTENZIONE DI TRASLOCARE ALLA PRESIDENZA DI NEXI PER FARE POSTO AD ANTONINO TURICCHI, CHE VANTA PERO’ UN ‘’CREDITO’’ NEI CONFRONTI DEL MINISTRO DEL MEF PER AVER CONDOTTO IN PORTO LE TRATTATIVE ITA-LUFTANSA. MA ALLA PRESIDENZA DI ITA, INVECE DI TURICCHI, MELONI & C. HANNO IMPOSTO SANDRO PAPPALARDO, UN PILOTA PENSIONATO LEGATO AL CLAN SICULO DI MUSUMECI – ORA GIORGETTI SPERA CHE VENGA APPLICATA LA LEGGE CHE VIETA AI PENSIONATI DI STATO DI RICOPRIRE INCARICHI RETRIBUITI)…

donald trump

DAGOREPORT - LA DIPLOMAZIA MUSCOLARE DI TRUMP È PIENA DI "EFFETTI COLLATERALI" - L'INCEDERE DA BULLDOZER DEL TYCOON HA PROVOCATO UNA SERIE DI CONSEGUENZE INATTESE: HA RIAVVICINATO IL REGNO UNITO ALL'UE, HA RILANCIATO L'IMMAGINE DI TRUDEAU E ZELENSKY, HA RIACCESO IL SENTIMENT ANTI-RUSSO NEGLI USA - LA MOSSA DA VOLPONE DI ERDOGAN E IL TRACOLLO NEI SONDAGGI DI NETANYAHU (SE SALTA "BIBI", SALTA ANCHE IL PIANO DI TRUMP PER IL MEDIO ORIENTE) - I POTENTATI ECONOMICI A STELLE E STRISCE SI MUOVONO: ATTIVATO UN "CANALE" CON LE CONTROPARTI BRITANNICHE PER PREVENIRE ALTRI CHOC TRUMPIANI...

giorgia arianna meloni maria grazia manuela cacciamani gennaro coppola cinecitta francesco rocca

DAGOREPORT - MENTRE LE MULTINAZIONALI STRANIERE CHE VENIVANO A GIRARE IN ITALIA OGGI PREFERISCONO LA SPAGNA, GLI STUDIOS DI CINECITTÀ SONO VUOTI - SONDARE I PRODUTTORI PER FAVORIRE UNA MAGGIORE OCCUPAZIONE DEGLI STUDIOS È UN’IMPRESA NON FACILE SOPRATTUTTO SE A PALAZZO CHIGI VIENE L’IDEA DI NOMINARE AL VERTICE DI CINECITTÀ SPA, CARDINE DEL SISTEMA AUDIOVISIVO ITALIANO, MANUELA CACCIAMANI, LEGATA ALLE SORELLE MELONI, IN PARTICOLARE ARIANNA, MA DOTATA DI UN CURRICULUM DI PRODUTTRICE DI FILM “FANTASMA” E DOCUMENTARI “IGNOTI” – FORSE PER IL GOVERNO MELONI È STATA PIÙ DECISIVA LA FEDE POLITICA CHE IL POSSESSO DI COMPETENZE. INFATTI, CHI RITROVIAMO NELLA SEGRETERIA DI FRANCESCO ROCCA ALLA REGIONE LAZIO? LA SORELLA DI MANUELA, MARIA GRAZIA CACCIAMANI, CHE FU CANDIDATA AL SENATO NEL 2018 NELLE LISTE DI FRATELLI D’ITALIA - QUANDO DIVENTA AD DI CINECITTÀ, CACCIAMANI HA LASCIATO LA GESTIONE DELLE SUE SOCIETÀ NELLE MANI DI GENNARO COPPOLA, IL SUO COMPAGNO E SOCIO D'AFFARI. QUINDI LEI È AL COMANDO DI UNA SOCIETÀ PUBBLICA CHE RICEVE 25 MILIONI L'ANNO, LUI AL TIMONE DELL’AZIENDA DI FAMIGLIA CHE OPERA NELLO STESSO SETTORE…

consiglio europeo giorgia meloni viktor orban ucraina zelensky ursula von der leyen

LE DECISIONI ALL’UNANIMITÀ IN EUROPA SONO FINITE: IERI AL CONSIGLIO EUROPEO IL PRIMO PASSO PER IL SUPERAMENTO DEL VETO, CON L’ISOLAMENTO DEL PUTINIANO VIKTOR ORBAN SUL PIANO IN CINQUE PUNTI PER L’UCRAINA – GIORGIA MELONI NON POTEVA SFILARSI ED È RIUSCITA A RIGIRARE LA FRITTATA CON MATTEO SALVINI: NON ERA UN DESIDERIO DI TRUMP CHE I PAESI EUROPEI AUMENTASSERO FINALMENTE LE SPESE PER LA DIFESA? DI CHE TI LAMENTI? - ANCHE LA POLEMICA DEL LEGHISTA E DI CONTE SUI “SOLDI DEGLI ASILI CHE FINISCONO IN ARMAMENTI” È STATA AGILMENTE NEUTRALIZZATA DALLA SORA GIORGIA, CHE HA FATTO “VERBALIZZARE” LA CONTRARIETÀ DELL’ITALIA ALL’UTILIZZO DEI FONDI DI COESIONE…