matteo salvini luigi di maio

SALVINI E DI MAIO NON SI POSSONO PIÙ VEDERE: ''MATTEO HA IL DIRITTO DI PARLARE, IO HO IL DOVERE DI FARE, E I FATTI SONO GLI ACCORDI CON LA CINA''. LUIGINO RISPONDE A BRUTTO MUSO CONTRO SALVINI CHE AVEVA DELEGITTIMATO LA VIA DELLA SETA DA CERNOBBIO - LA BONGIORNO SI CHIEDE ''MA CHE CI STIAMO A FARE ANCORA NEL GOVERNO?''. DA UN SEGNALE SI CAPIRÀ SE CONTE E COMPANY SOPRAVVIVERANNO ALLE EUROPEE. IL MOSTRO DELLA FINANZIARIA

matteo salvini a cernobbio

 

  1. SALVINI, NON MI SI DICA CHE IN CINA C'È LIBERO MERCATO

 (ANSA) - "Non mi si dica che la Cina è un paese con il libero mercato": lo ha detto il vicepremier Matteo Salvini al Forum di Confcommercio a Cernobbio, aggiungendo comunque di essere contento della visita del presidente cinese e dell'apertura dei mercati "a parità di condizioni".

 

"Noi vogliamo essere assolutamente cauti quando c'è in ballo la sicurezza nazionale" ha ribadito a margine Salvini. Questo riguarda "il trattamento dei dati sanitari, dei dati telefonici, la nostra privacy e l'energia che deve essere sotto controllo di organismi italiani". "Poi per il resto - ha aggiunto - se si portano i nostri produttori in Cina, piuttosto che in Russia o Brasile, benissimo".

luigi di maio, he lifeng

 

 

  1. DI MAIO, SALVINI HA DIRITTO PARLARE, IO DOVERE DI FARE

 (ANSA) - "Salvini ha il diritto di parlare, io come ministro del Mise ho il dovere di fare i fatti e i fatti sono la firma di accordi per 2,5 miliardi". Lo afferma il vicepremier Luigi Di Maio nel punto stampa a Villa Madama dopo la firma del Memorandum con la Cina.

 

 

  1. GIULIA BONGIORNO E QUELLA FRASE AL COLLEGA MINISTRO

Francesco Verderami per il ''Corriere della Sera''

 

Dopo l' ennesimo scontro in Consiglio dei ministri coi grillini, la Bongiorno si è girata verso un collega leghista e gli ha detto: «Ma che ci stiamo a fare ancora qui ?». Non era una domanda, semmai la presa d' atto della crisi.

 

il presidente cinese xi jinping, il ministro degli esteri wang yi, il vicepremier di maio e il premier conte

« Crisi» è parola bandita nel partito di Salvini, e non c' è dubbio che fino a maggio il Carroccio vivrà nella finzione imposta dal capo, siccome riconoscere già oggi formalmente il fallimento dell' alleanza giallo-verde potrebbe provocare danni nelle urne.

 

Ma dopo le Europee verrà il momento delle scelte, perché il ministro dell' Interno si troverà dinnanzi a un bivio: dovrà decidere se proseguire nell' esperienza di governo o porle fine. La tesi che circola nella Lega, e cioè che saranno i grillini a pronunciare quel vocabolo dopo la preventivata disfatta elettorale, è infondata quanto la possibilità che Salvini si metta alla guida di un governo senza esser passato prima dal voto: «Mai mai andrei a palazzo Chigi con una maggioranza di scappati di casa».

il presidente cinese xi jinping, il ministro degli esteri wang yi, il vicepremier di maio e il premier conte

 

E allora dovrà scegliere. Se optasse di tenere in vita Conte si capirebbe subito: visti i numeri esigui della maggioranza al Senato, aprirebbe alle iscrizioni dei forzisti che si dice siano in attesa di salire sul suo carro. Quello sarebbe il segnale di continuità della legislatura. Il punto è che Salvini dovrebbe poi intestarsi la Finanziaria, e Giorgetti ha provveduto a metterlo in guardia dalle tesi di chi nel governo dice che l' ostacolo si potrebbe aggirare «galleggiando», rimandando cioè i nodi economici all' anno seguente. «La legge di Stabilità sarà un peso gigantesco», gli ha spiegato il sottosegretario alla Presidenza, come a dubitare che l' esecutivo possa reggerlo.

 

Si vedrà se Salvini sarà disposto a rischiare la leadership sui conti pubblici. Di sicuro ieri, tolta la maschera che indossa quotidianamente a favore di telecamere, non sembrava così propenso dopo «il tentativo confuso e velleitario di Di Maio» di commissariargli il Viminale, dopo che «Conte ha compiuto un atto violento contro il ministro Fontana e si è messo a fare il fenomeno in Consiglio dei ministri».

il ministro degli esteri wang yi, il vicepremier di maio

 

Anche perché, fuori da palazzo Chigi, «il fenomeno» mostra la sua debolezza e la debolezza del suo governo: sconfessato da Macron sulla Tav, isolato sulla Cina dall' asse franco-tedesco, inviso ormai alla Casa Bianca per i dossier sugli F35 e sul Venezuela, messo all' angolo persino sulla Libia. «Haftar - racconta il vice presidente del Copasir, Urso - è ormai alle porte di Tripoli. Questo significa che anche lì ormai non contiamo più niente. La verità è che la situazione economica ed internazionale in Italia sta precipitando più velocemente di quanto fosse stato calcolato».

 

Quindi, «che ci stiamo a fare ancora qui?». La risposta la daranno le Europee, perché se il capo della Lega imboccasse la strada del voto anticipato non vorrebbe incrociare sui propri passi Berlusconi. Ecco cosa lo fa esitare, dato che non intende riconsegnarsi a uno schema del passato. Perciò cerca una via alternativa. Ma più il tempo passa più la sua immagine vincente potrebbe venire logorata. Salvini è troppo esposto, e sa - glielo illustrano le analisi demoscopiche - che in cima ai pensieri degli italiani la preoccupazione per le condizioni dell' economia ha sostituito l' emergenza immigrazione.

giulia bongiorno giovanni tria matteo salvini

 

La recessione è kriptonite, e non basta annunciare la flat tax per allontanare nell' opinione pubblica il sospetto (fondato) che si tratti solo di un annuncio elettorale. È facile far di conto e repentinamente cambiare opinione. Il governatore della Lombardia Fontana ogni giorno partecipa ai convegni degli imprenditori nella sua regione, e - come ha confidato a un collega - «dico che potrebbero ritrovarsi con un governo Pd-Cinquestelle per cercare di tenerli buoni».

 

 Ma per quanto ancora? Fino alle Europee, a patto che la crisi economica non inizi ad avvertirsi troppo nelle tasche dei cittadini. A fine maggio però Salvini dovrà scegliere o il bivio potrebbe trasformarsi in un vicolo cieco. Lo riconosce un ministro della Lega: «Rischiamo di fare la fine di Renzi».

giancarlo giorgetti matteo salvini

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni donald trump joe biden

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI, FORSE PER LA PRIMA VOLTA DA QUANDO È A PALAZZO CHIGI, È FINITA IN UN LABIRINTO. E NON SA DAVVERO COME USCIRNE. STAI CON NOI TRUMPIANI O CONTRO DI NOI? CI METTI LA FACCIA O NO? IL BRITANNICO NEO-MAGA NIGEL FARAGE HA DICHIARATO CHE AVREBBE PREFERITO CHE MELONI PRENDESSE POSIZIONI PIÙ DURE CONTRO L’UNIONE EUROPEA, ALTRO SEGNALE: COME MAI ANDREA STROPPA, TOYBOY DELL'ADORATO MUSK, SPINGE SU X PER IL RITORNO DI SALVINI AL VIMINALE? VUOLE PER CASO COSTRINGERMI A USCIRE ALLO SCOPERTO? OGGI È ARRIVATA UN'ALTRA BOTTA AL SISTEMA NERVOSO DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA LEGGENDO LE DICHIARAZIONI DI JORDAN BARDELLA, IL PRESIDENTE DEL PARTITO DI MARINE LE PEN, CHE HA TROVATO L’OCCASIONE DI DARSI UNA RIPULITA PRENDENDO AL VOLO IL "GESTO NAZISTA" DI BANNON PER ANNULLARE IL SUO DISCORSO ALLA CONVENTION DEI TRUMPIANI A WASHINGTON - E ADESSO CHE FA L’EX COCCA DI BIDEN, DOMANI POMERIGGIO INTERVERRÀ LO STESSO IN VIDEO-CONFERENZA?

giuseppe conte elly schlein

LE INSOSTENIBILI DICHIARAZIONI FILO-TRUMP DI CONTE HANNO MANDATO IN TILT SCHLEIN - TRA I DUE SAREBBE PARTITA UNA TELEFONATA BURRASCOSA IN CUI LA SEGRETARIA DEM AVREBBE FATTO CAPIRE A PEPPINIELLO CHE SE CONTINUA COSÌ IL M5S CROLLERÀ AL 7% - ELLY DEVE FARE I CONTI CON L’AUT AUT DI CALENDA E CON LA MINORANZA CATTO-DEM IN SUBBUGLIO CONTRO CONTE – PEPPINIELLO TIRA DRITTO: PARLA ALLA PANCIA DEI 5 STELLE E ABBRACCIA LA LINEA ANTI-DEM DI TRAVAGLIO SU RUSSIA E TRUMP. MA "LA POCHETTE DAL VOLTO UMANO" SA BENISSIMO CHE, SENZA UN ACCORDO COL PD, A PARTIRE DAL PROSSIMO VOTO REGIONALE, NON VA DA NESSUNA PARTE…

elon musk donald trump caveau oro

DAGOREPORT - ALTA TENSIONE TRA IL MONDO FINANZIARIO AMERICANO E KING TRUMP - PRIMA DI DICHIARARE GUERRA A WASHINGTON, I GRANDI FONDI E I COLOSSI BANCARI ASPETTANO CHE TRUMP E MUSK CACCINO IL PRESIDENTE DELLA FEDERAL RESERVE  PER IMPORRE I BITCOIN COME RISERVA NAZIONALE. UNA MONETA DIGITALE E SOVRANAZIONALE CHE AFFOSSEREBBE IL DOLLARO, E QUINDI L'ECONOMIA USA. E GOLDMAN SACHS SI PORTA AVANTI CONSIGLIANDO DI INVESTIRE IN ORO - LE RIPERCUSSIONI PER L'ITALIA: MELONI SA CHE I GRANDI FONDI, SE VOLESSERO, POTREBBERO MANDARE GAMBE ALL'ARIA IL DEBITO TRICOLORE...

luca zaia marina berlusconi matteo salvini il foglio

FLASH – PARE CHE LUCA ZAIA, DOPO AVER LETTO L’INTERVISTA-MANIFESTO RILASCIATA DA MARINA BERLUSCONI AL “FOGLIO”, ABBIA COMMENTATO SODDISFATTO: “QUESTA C’HA LE PALLE”. IL SEGRETARIO DELLA "LIGA VENETA", ALBERTO STEFANI, AVREBBE SUBITO RIFERITO IL COMMENTO DEL “DOGE” A SALVINI. COME L'HA PRESA L'EX TRUCE DEL PAPEETE? NON HA GRADITO L’ENDORSEMENT PER LA “CAVALIERA”: QUESTA VOLTA LA TISANELLA CHE CONSIGLIA SEMPRE AI "SINISTRELLI ROSICONI" L'HA DOVUTA BERE LUI, PER PLACARSI…

giorgia meloni donald trump - immagine creata con grok

DAGOREPORT – CHE FINE HA FATTO IL FANTOMATICO "PONTE" CHE MELONI SOGNAVA DI CREARE TRA USA E UE? PRIMA DEL VERTICE BY MACRON, LA DUCETTA AVREBBE AVUTO LA TENTAZIONE DI CHIAMARE TRUMP, MA POI CI HA RIPENSATO. PERSINO LEI HA CAPITO CHE DALL'"IMPERATORE DEL CAOS" AVREBBE RICEVUTO SOLO ORDINI, VISTO CHE CONSIDERA I PAESI EUROPEI SOLO DEI VASSALLI - DAVANTI A UN PRESIDENTE AUTORITARIO CHE DIFFONDE MENZOGNE E RIBALTA LA REALTÀ (“ZELENSKY È UN DITTATORE MAI ELETTO. L’UCRAINA NON DOVEVA INIZIARE LA GUERRA. L'EUROPA HA FALLITO”), SIAMO SICURI CHE L’ANTIPATICO GALLETTO FRANCESE MACRON E L’EUROPA MATRIGNA (CHE COMPRA BTP E DA' 209 MILIARDI DI PNRR) SIANO PEGGIO DI UN INAFFIDABILE AFFARISTA TRAVESTITO DA PRESIDENTE?