“SALVINI? PRENDA UN TRENO CHE LO PORTI AL VIMINALE… SE LO TROVA” – PIER LUIGI BERSANI SBEFFEGGIA IL LEADER LEGHISTA DOPO IL CAOS SULLA RETE FERROVIARIA: “DEVE PIAZZARE IL SEDERE SULLA SEDIA PERCHÉ NON È ACCETTABILE. L’INFORMATIVA DI TRENITALIA SEMBRAVA QUELLA DI UN PAESE IN GUERRA: “NON METTETEVI IN VIAGGIO”. IN QUESTI DUE ANNI E MEZZO SALVINI È STATO DI UNA IRRESPONSABILITÀ TOTALE. SIAMO TUTTI SPETTATORI DI UN CIRCO IN CUI GUARDIAMO LE ACROBAZIE DELL’EQUILIBRISTA MELONI…”
Giovanna Vitale per repubblica.it - Estratti
pierluigi bersani foto di bacco (2)
Salvini? «Prenda un treno che lo porti al Viminale… se lo trova». Pierluigi Bersani, più volte ministro ed ex segretario del Pd, si rifugia in una battuta — l’unica della lunga chiacchierata sulle difficoltà del Paese e le inefficienze del governo Meloni — per raccontare “il disastro” in cui versa la rete ferroviaria.
Cosa direbbe al ministro dei Trasporti se l’incrociasse per strada?
«Caro Salvini, io posso perfino credere che esista una questione di investimenti e di cantieri che possono creare disagi. Ma allora sei mesi prima ti metti intorno a un tavolo con i sindacati e le aziende e prendi delle contromisure. Devi piazzare il sedere sulla sedia perché un esito del genere non è accettabile. L’informativa di Trenitalia sembrava quella di un Paese in guerra: “Non mettetevi in viaggio”. In questi due anni e mezzo è stato di una irresponsabilità totale».
Lei ci è passato?
matteo salvini congresso regionale lega lombarda foto lapresse
«Io prendo almeno tre treni a settimana e la puntualità è un’eccezione. Ma la vergogna delle ferrovie è solo un capitolo del libro. Salvini è soltanto uno della compagnia: l’incapacità di affrontare il tema della quotidianità, della vita comune della gente, è un tratto fondamentale di questo governo. Siamo tutti spettatori di un circo in cui guardiamo le acrobazie dell’equilibrista Meloni, mangiamo pane, diversivi e propaganda, ma non si vede nessuno che si preoccupi delle persone, dei loro problemi. Se la democrazia non consegna la merce nella vita reale, non c’è da stupirsi se poi tanti si disamorano».
A destra dicono: siamo arrivati e abbiamo trovato un disastro.
«Questi negano la realtà, quando sbuca un problema, come sui treni, la risposta classica è: l’eredità. E allora bisogna fargli una domanda, ho fatto anch’io il ministro dei Trasporti: qualcuno ricorda una tale mole di cancellazioni e ritardi negli ultimi 15 o 20 anni? Ha mai visto medici e infermieri scappare dagli ospedali? Gli italiani hanno mai pagato 4 miliardi di tasca loro per curarsi? Per non parlare delle bollette».
Su cui la premier in conferenza stampa non ha risposto. Perché?
«E cosa doveva dire? Tutti quanti invocano l’Europa, chiedono che organizzi un acquisto collettivo di energia per riuscire a fare massa critica e tenere bassi i prezzi, ma noi in Italia un meccanismo così ce l’avevamo, l’acquirente unico, e loro l’hanno smontato. E potrei fare mille altri esempi».
Cominci
«Viviamo una crisi industriale senza precedenti (...) Sbandierano statistiche senza dire che gli inattivi galoppano, i giovani sono allo sbando e abbiamo 4,2 milioni di part-time, di cui il 56% è involontario, cioè vorrebbero un lavoro normale ma sono costretti ad accettare quel che gli offrono.
Moltissimi sono a tempo indeterminato: è questo che falsa i numeri. Secondo l’Istat il Pil cresce dello 0,5% e l’occupazione sale del 2. Ma tale differenza è indice di un lavoro sottopagato, precario, dequalificato, che segnala una caduta di produttività e incoraggia le imprese non a investire, ma a prendere manodopera pur che sia, tanto costa poco. Sono meccanismi che se protratti portano in serie B».
Non la stupisce che un’underdog come Meloni parli più di Musk che di chi in Italia non arriva a fine mese?
«Affatto. L’ultradestra ha sempre fatto ‘sto mestiere qui: stare con i poteri forti e arruolare il popolo con la demagogia. Il governo ha mai toccato le assicurazioni, gli istituti di credito, le grandi società di servizi? Io ho fatto portabilità dei mutui che le banche urlavano. Lei si è fatta fare un prestito. Poi però riesce a catturare il popolo su temi come l’immigrazione, mettendo i poveri contro i poverissimi. Per confermare lo sgravio contributivo i soldi li ha presi dal fondo povertà».
E allora perché il suo consenso cresce?
«Non si vede sull’altro lato un carro su cui caricare l’esigenza di un ricambio credibile. È da quel dì che destra e sinistra sono fifty e fifty. Perciò ora è urgente che tutte le opposizioni si uniscano per creare gesti politici in grado di trasformarsi in un progetto alternativo».
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