LA “SANTA” È RIMASTA SOLA – IL RINVIO A GIUDIZIO PER DANIELA SANTANCHÈ È STATO ACCOLTO DA UN GELO ARTICO IN FRATELLI D’ITALIA E A PALAZZO CHIGI – LA LINEA L’HA DATA IL SOTTOSEGRETARIO COL FEZ, GIOVANBATTISTA FAZZOLARI, DOPO ESSERSI CONSULTATO CON MELONI: NIENTE COMUNICATI PER DIFENDERE LA “PITONESSA” – AVANZA L’IPOTESI DI UNA SOSTITUZIONE-LAMPO DELLA MINISTRA DEL TURISMO, COME QUELLA DI GIULI CON SANGIULIANO, EVITANDO IL RIMPASTO, VISTO COME LA PESTE DALLA DUCETTA. IN POLE C’È IL MELONIANO GIANLUCA CARAMANNA – SORGI: “A MELONI CONVIENE ASPETTARE. LA SOSTITUZIONE A STRETTO GIRO DI UN SECONDO MEMBRO DEL GOVERNO, DOPO FITTO, SOLLETICHEREBBE LE AMBIZIONI DEGLI ALLEATI, PREVALENTEMENTE FORZA ITALIA, CHE CHIEDONO DA TEMPO UN RIEQUILIBRIO...”
1. DANIELA, ADDIO VICINO E MELONI DÀ LA LINEA: “NON DIFENDIAMOLA”
Estratto dell’articolo di Giacomo Salvini e Lorenzo Giarelli per “il Fatto Quotidiano”
GIORGIA MELONI E DANIELA SANTANCHE
La richiesta di rinvio a giudizio per Daniela Santanchè viene colta da un gelo artico in Fratelli d’Italia e a Palazzo Chigi. Sostegno pubblico quasi nullo, la decisione di non fare una nota difensiva e una linea che recita così: la posizione della ministra è in bilico, Giorgia Meloni prende ancora un po’ di tempo. Così nelle prossime ore, dopo contatti già avvenuti con la titolare del Turismo, si potrebbe addirittura già procedere alla sua sostituzione lampo, come quella di Alessandro Giuli con Gennaro Sangiuliano.
In pole c’è Gianluca Caramanna, responsabile del Turismo di Fratelli d’Italia. Ieri Meloni ha sentito Santanchè e ha iniziato un pressing per farle fare un passo indietro, per il quale servirà anche il ruolo di Ignazio La Russa.
giorgia meloni difende daniela santanche meme by edoardo baraldi
[…] Il rinvio a giudizio nei confronti di Santanchè arriva a metà mattina e spiazza tutti. Silenzio totale. per ore. Persino i comunicati di solidarietà da Lega e Forza Italia cadono nel vuoto. Il primo a intervenire è Carlo Fidanza, europarlamentare lombardo, che però temporeggia e lascia intendere che Santanchè sia tutt’altro che blindata: “La valutazione sul destino di Santanchè spetta totalmente a Meloni insieme alla ministra”.
La linea la dà il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Giovanbattista Fazzolari, dopo essersi consultato con Meloni: niente comunicati per difendere la ministra. L’unico che parla in chiaro è il capogruppo alla Camera, Galeazzo Bignami, che al Fatto dice: “La contestazione in materia di bilanci societari è molto complessa da compiere, in questo caso sarebbe una mancata svalutazione degli ammortamenti di Visibilia. Quindi è difficile fare una valutazione politica adesso”. Non proprio una difesa.
In Fratelli d’Italia la linea è quella di aspettare, dunque, di leggere le motivazioni del rinvio a giudizio: 30 pagine legate al patteggiamento di altri due imputati. Poi Meloni potrebbe decidere di farle fare un passo indietro. Anche se sembra più un modo per prendere tempo: le dimissioni, spiegano da Palazzo Chigi, arriverebbero non tanto per la gravità delle accuse (minori rispetto all’ipotizzata bancarotta fraudolenta e al possibile rinvio a giudizio per truffa).
A ieri sera, invece, la ministra del Turismo faceva sapere di voler resistere. Per capire quando potrebbe arrivare il passo indietro, però, si dovranno verificare una serie di incastri logistici e temporali. La situazione è precipitata nelle ultime ore, ma i principali protagonisti ieri erano lontani da Roma, quindi lontano dal centro della crisi.
ALESSANDRO GIULI PRESTA GIURAMENTO DA MINISTRO DELLA CULTURA AL QUIRINALE
Il primo è il presidente della Repubblica Sergio Mattarella che si trova in Sicilia per l’inaugurazione di Agrigento Capitale della Cultura e tornerà lunedì, mentre Meloni dovrebbe partire domani mattina per Washington dove il 20 si svolgerà l’inauguration day di Donald Trump.
I vertici del governo aspettano anche il rientro da parte del presidente del Senato Ignazio La Russa, volato ad Hammamet per ricordare Bettino Craxi. In FdI, infatti, sono convinti che più che Meloni sia La Russa a poter convincere la “Santa” a cambiare idea e lasciare il suo posto. Anche il suo possibile successore, Gianluca Caramanna, ieri era a El Salvador in missione per la Camera ed è rientrato a Roma nella notte. A ieri sera però non aveva ricevuto alcuna comunicazione.
Fatto sta che la linea è completamente cambiata. A inizio dicembre al Fatto Santanchè aveva spiegato che non si sarebbe dimessa in caso di rinvio a giudizio per falso in bilancio, mentre la premier il 9 gennaio in conferenza stampa era stata molto più prudente: “Vediamo cosa decideranno i giudici, ne parlerò con la ministra”. […]
2. ALLA PREMIER CONVIENE ASPETTARE
Estratto dell’articolo di Marcello Sorgi per “La Stampa”
antonio tajani giorgia meloni foto lapresse 1
Rinviata a giudizio per la prima metà dell'inchiesta che da tempo la riguarda (i bilanci irregolari della sua società Visibilia), la ministra Santanchè è sempre più un bersaglio nel governo. Meloni non le chiede le dimissioni, ma neppure la difende apertamente, aspettando di vedere come andrà la seconda metà dell'indagine, che potrebbe vederla sotto processo per truffa all'Inps (uso improprio dei fondi per la cassa integrazione durante il Covid). Ma dipenderà anche dal comportamento delle opposizioni.
[…] la premier aspetterà gli sviluppi giudiziari. Valuterà invece se le polemiche che riguardano la ministra, sua amica personale, dovessero andare in crescendo, coinvolgendo anche qualche settore del suo partito, in cui ovviamente "Danielona" non è amata da tutti.
daniela santanche giuramento governo 1
La sostituzione a stretto giro di un secondo membro del governo, dopo Fitto, che ha lasciato perché promosso a Bruxelles vicepresidente della Commissione, solleticherebbe le ambizioni degli alleati, prevalentemente Forza Italia che lo invoca da tempo rispetto anche al peso della Lega, per un riequilibrio interno della compagine.
E forse anche per un rimpasto, di cui Meloni non vuol sentir parlare perché si trasformerebbe in qualcosa di simile a una crisi, soprattutto nel caso in cui non dovesse risolversi, come nel caso dell'ingresso di Foti, in un rimpiazzo di un solo ministro con un altro, ma in una piccola, o non proprio piccola, redistribuzione di incarichi. In quest'ottica, che la premier esclude non a caso, sarebbe il Quirinale a chiedere una liturgia parlamentare più complessa.
daniela santanche videomessaggio di fine anno 2
Con il braccio di ferro sul Veneto - e più in generale sulle regioni del Nord - in corso con la Lega, tra l'altro cominciato con grande anticipo sulla scadenza effettiva del mandato di Zaia, e con la mancata soluzione del problema dei quattro giudici costituzionali da eleggere a Camere riunite, Meloni intende muoversi con grande prudenza. […]