giorgia meloni viktor orban mateusz morawiecki

SAPETE CHI CE LO METTE IN QUEL POSTO SUI MIGRANTI? I GOVERNI DEL “GRUPPO DI VISEGRAD”, POLONIA, UNGHERIA E REPUBBLICA CECA, VICINI A GIORGIA MELONI - SI OPPONGONO AL NUOVO PATTO SU MIGRAZIONE E ASILO, CHE DOVREBBE SUPERARE LE REGOLE DI DUBLINO E A RAFFORZARE IL CONTROLLO ALLE FRONTIERE UE: NON VOGLIONO L’OBBLIGO DI PROTEZIONE INTERNAZIONALE IN CASO DI STRUMENTALIZZAZIONE DEI MIGRANTI DA PARTE DI UN PAESE OSTILE, COME ACCADUTO CON LA BIELORUSSIA - MA SI OPPONGONO ANCHE LA GERMANIA E PAESI BASSI, CONTRARI A DEROGHE CHE POTREBBERO FAVORIRE I MOVIMENTI SECONDARI…

Estratto dell’articolo di David Carretta per “il Foglio”

GRUPPO DI VISEGRAD

 

L’obiettivo di approvare entro la fine della legislatura il nuovo Patto su migrazione e asilo, che dovrebbe contribuire a superare le regole di Dublino e a rafforzare il controllo alle frontiere esterne dell’Unione europea, è di nuovo messo in discussione, dopo che il Parlamento europeo ha sospeso i negoziati con il Consiglio per lo stallo tra i governi su un provvedimento che dovrebbe aiutare i paesi in prima linea in caso di afflusso massiccio.

 

VIKTOR ORBAN VISEGRAD

La colpa? Si è formata una strana alleanza tra gli stati membri del nord, guidati dalla Germania, che non vogliono allentare la responsabilità in caso di crisi, e quelli dell’est, guidati dalla Polonia, che chiedono di disapplicare i loro obblighi di protezione internazionale quando i migranti vengono usati come arma da paesi terzi.

 

Nord ed est formano una minoranza di blocco, che impedisce l’approvazione a maggioranza qualificata. Ancora una volta, a essere decisivi sono i governi nazionalisti del gruppo di Visegrad, gli alleati formali o naturali di Giorgia Meloni, che per difendere i loro interessi minano quelli dell’Italia. Era già accaduto in giugno, quando il Consiglio aveva approvato a maggioranza il principio della solidarietà obbligatoria sotto forma di ricollocamenti di richiedenti asilo o contributi finanziari.

gruppo visegrad

 

L’opposizione di Polonia, Ungheria e Repubblica ceca a ogni forma di solidarietà rimane la più grave minaccia per il nuovo Patto migratorio. […] Ciascun regolamento fa parte di un pacchetto nel quale quasi tutti i provvedimenti sono collegati. Occorre anche preservare un equilibrio tra responsabilità dei paesi di primo ingresso e solidarietà da parte degli altri stati membri. Per questa ragione – ha spiegato Yoncheva – il Parlamento ha preso la “decisione di sospendere i negoziati con il Consiglio sui regolamenti Eurodac e sullo screening”, fino a quando i governi non avranno sbloccato il regolamento sulle crisi.

 

GIORGIA MELONI E IL NERO DI WHATSAPP - MEME

I regolamenti Eurodac e screening rafforzano gli obblighi dei paesi di primo ingresso su identificazione, registrazione e uso delle banche dati per reprimere i movimenti secondari verso altri stati membri. Il regolamento sulle crisi stabilisce i meccanismi per sostenere i paesi di primo ingresso, comprese deroghe alle regole più stringenti, in caso di pressione migratoria straordinaria.

 

Le motivazioni del fronte del nord e di quello dell’est sul regolamento sulle crisi sono diverse. Germania e Paesi Bassi sono contrari a deroghe che potrebbero favorire i movimenti secondari. Il gruppo di Visegrad e i paesi Baltici vorrebbero affrancarsi dagli obblighi sulla protezione internazionale (e fare respingimenti) in caso di strumentalizzazione dei migranti da parte di un paese ostile, come accaduto con la Bielorussia.

 

MELONI MORAWIECKI

[…] la situazione a Lampedusa potrebbe favorire una soluzione, in particolare se convincerà Germania e Paesi Bassi ad avere un atteggiamento più costruttivo sul regolamento sulle crisi. I ministri dell’Interno dovrebbero discuterne al Consiglio Giustizia e Affari interni il 28 settembre, quando parleranno anche dagli sbarchi a Lampedusa e del piano d’azione presentato dalla Commissione. Il braccio di ferro avviato dal Parlamento europeo è indicativo di quanto sarà difficile approvare tutti i provvedimenti del Patto della fine della legislatura.

 

I deputati insistono per più solidarietà e, se ci saranno troppe concessioni al Parlamento europeo, alcuni governi potrebbero rinnegare le intese raggiunte al Consiglio. […] questo episodio dimostra, per l’ennesima volta, che la più grave minaccia per gli interessi dell’Italia sono gli alleati di Meloni.

Ultimi Dagoreport

pierferdinando casini e matteo renzi nel 2009

DAGOREPORT – RENZI CI AVEVA VISTO GIUSTO: VOLEVA COME LEADER DEL CENTRO PIERFERDINANDO CASINI - PECCATO CHE L’EX PRESIDENTE DELLA CAMERA ABBIA DETTO DI NO NELLA SPERANZA DI ARRIVARE, UN DOMANI, AL QUIRINALE. MA IL SUCCESSORE DI MATTARELLA VERRÀ ELETTO SOLTANTO NEL 2029 E FINO AD ALLORA, CAMPA CAVALLO, PUÒ SUCCEDERE DI TUTTO E DI BRUTTO -  “PIERFURBY” POSSIEDE I CROMOSONI PERFETTI PER FEDERARE LE DIVERSE ANIME ORFANE DI UN PARTITO LIBERALE CONSERVATORE A FIANCO DEL PD: DEMOCRISTIANO, BUONI RAPPORTI CON IL VATICANO, POI NELLE FILE DEL BERLUSCONISMO FINO ALL'ARRIVO COME INDIPENDENTE, GRAZIE A RENZI, NELL'AREA PD, IL BELL'ASPETTO, L'ELOQUIO PIACIONE E I 40 ANNI IN PARLAMENTO... (SE L’AMORE PER IL DENARO NON L'AVESSE RINCOJONITO, CHISSÀ DOVE SAREBBE OGGI RENZI)

maria rosaria boccia gennaro sangiuliano giorgia meloni

IL BOTTO DI FINE ANNO: IL 1 AGOSTO 2024 (DUE SETTIMANE DOPO IL TAGLIO SUL CAPOCCIONE) GENNARO SANGIULIANO FIRMO' IL DECRETO DI NOMINA DI MARIA ROSARIA BOCCIA A SUA CONSULENTE – IL DOCUMENTO SBUGIARDA “GENNY DELON” (CHE AL TG1 MINIMIZZO' IN MODO VAGO “MI ERA VENUTA L’IDEA DI NOMINARLA”) E SOPRATTUTTO GIORGIA MELONI, CHE MISE LA MANO SUL FUOCO SULLA BUONA FEDE DEL MINISTRO (“HA DECISO DI NON DARE L’INCARICO DI COLLABORAZIONE. MI GARANTISCE CHE QUESTA PERSONA NON HA AVUTO ACCESSO A NESSUN DOCUMENTO RISERVATO”) – L’ITER SI BLOCCO', DANDO IL VIA ALL’INCHIESTA DI DAGOSPIA CHE PORTÒ ALLE DIMISSIONI DEL MINISTRO. MA QUESTO DOCUMENTO APRE NUOVE DOMANDE: 1) PERCHÉ, DOPO UN PRIMO STEP, LA NOMINA NON È STATA FINALIZZATA? 2) COSA È AVVENUTO TRA IL GIORNO DELLA NOMINA, E IL 26 AGOSTO, GIORNO DEL DAGO-SCOOP? 3) QUALCUNO È INTERVENUTO A BLOCCARE LA NOMINA A CONSULENTE DELLA BOCCIA? 4) CHI SI È MOBILITATO PER SILURARE L'IMPRENDITRICE? 5) DAVVERO TUTTO È AVVENUTO A COSTO ZERO PER LO STATO? 

antonio tajani cecilia sala giorgia meloni ali khamenei

DAGOREPORT - CON UN MINISTRO DEGLI ESTERI (E UN GOVERNO) ALL'ALTEZZA, CECILIA SALA NON SAREBBE FINITA IN UNA GALERA DI TEHERAN - LA NOTIZIA DELL'ARRESTO A MILANO DELLA ''SPIA'' IRANIANA ABEDINI, SU "ORDINE" USA, E' DEL 17 DICEMBRE. DUE GIORNI DOPO LA SALA VIENE IMPRIGIONATA - BENE, CONOSCENDO LA "DIPLOMAZIA DEGLI OSTAGGI" PRATICATA DALL'IRAN (ARRESTI UNO DEI MIEI, IO SEQUESTRO UNO DEI TUOI), PERCHE' LA FARNESINA E PALAZZO CHIGI, SOTTOVALUTANDO I "SEGNALI" DELL'INTELLIGENCE-AISE, NON SI SONO SUBITO ATTIVATI PER METTERE IN SICUREZZA GLI ITALIANI IN IRAN? - SCAZZO CROSETTO-TAJANI - NON SAREBBE LA PRIMA VOLTA CHE IL GOVERNO MELONI SI TROVA A GESTIRE NEL PEGGIORE DEI MODI UN DETENUTO NEL MIRINO DI WASHINGTON (NEL 2023 IL RUSSO ARTEM USS). IL VICEMINISTRO AGLI ESTERI, EDMONDO CIRIELLI (FDI), GIÀ ANNUNCIA CHE LA “SPIA” IRANIANA ''POTREBBE NON ESSERE ESTRADATO, HA COMMESSO UN REATO SOGGETTIVO, NORDIO STA STUDIANDO LE CARTE” (A NORDIO E MELONI CONVIENE FARE IN FRETTA, PRIMA CHE TRUMP SBARCHI ALLA CASA BIANCA) - VIDEO

carlo freccero dago ferragni fagnani de martino meloni giambruno

TE LO DO IO IL 2024! - CARLO FRECCERO: “NELL’EPOCA DELLA NOTIZIA TAROCCATA, IL GOSSIP RAPPRESENTA IL PRESENTE DELL’INFORMAZIONE. E DAGOSPIA VINCE (IL 2024 È L’ANNO DEL SUO MAGGIORE SUCCESSO)’’ – ‘’ IDEOLOGIE NELLA POLVERE, IDEE NEL CASSETTO, IDEALI NEI CASSONETTI. ANCHE LA POLITICA È CONIUGATA A PARTIRE DAL GOSSIP. I DUE FAMOSI FUORIONDA DI GIAMBRUNO IN CALORE SONO DIVENTATI UN EVENTO POLITICO - DI FRONTE AL NUOVO DISORDINE MONDIALE, LA TELEVISIONE HA CHIUSO FUORI DALLA PORTA LA CRUDA REALTÀ E L’HA SOSTITUITA CON IL MONDO REALITY, IN CUI NULLA È SERIO, TUTTO È ARTIFICIO - OGGI IL VERO MISTERO DEL MONDO DIVENTA IL VISIBILE, NON L’INVISIBILE. E, COME BEN SAPPIAMO, TUTTO CIÒ CHE NON VIVE IN TELEVISIONE NON HA UNA DIMENSIONE REALE”

matteo salvini daniela santanche giorgia meloni renzi giovanbattista giovambattista fazzolari

DAGOREPORT – MATTEO FA IL MATTO E GIORGIA INCATENA LA SANTANCHÈ ALLA POLTRONA: SALVINI, ASSOLTO AL PROCESSO OPEN ARMS, TURBA QUOTIDIANAMENTE I SONNI DELLA MELONI CON IL “SOGNO DI TORNARE AL VIMINALE” – PER LA DUCETTA, PERÒ, IL RIMPASTO È INDIGERIBILE: TEME, A RAGIONE, UN EFFETTO A CASCATA DAGLI ESITI INCONTROLLABILI, SPECIE IN CASO DI RINVIO A GIUDIZIO PER DANIELA SANTANCHÈ – E COSÌ, ECCO IL PIANO STUDIATO INSIEME A “SPUGNA” FAZZOLARI: IL PROCESSO DI SALVINI ERA DI NATURA POLITICA, QUELLO DELLA “PITONESSA” È “ECONOMICO”, COME QUELLO SULLA FONDAZIONE OPEN CHE VEDEVA IMPUTATO RENZI. E VISTO CHE MATTEONZO È STATO POI ASSOLTO IN PRIMO GRADO, PERCHÉ LA “SANTADECHÈ” DOVREBBE LASCIARE? (C’È UNA GROSSA DIFFERENZA NEL CASO VISIBILIA: NON ERA MAI ACCADUTO DI UN MINISTRO ACCUSATO DI AVER TRUFFATO LO STATO IN MERITO A VERSAMENTI ALL’INPS…)

angelo bonelli nicola fratoianni giorgia meloni simona agnes

FLASH – LA DISPERATA CACCIA AI VOTI PER ELEGGERE SIMONA AGNES ALLA PRESIDENZA RAI FA UN’ALTRA VITTIMA: AVS! NICOLA FRATOIANNI SI È ADIRATO PER L’ARTICOLO DI “REPUBBLICA” SUL POSSIBILE INCIUCIONE DELL’ALLEATO, ANGELO BONELLI, CON LA DESTRA. E HA MESSO AL MURO IL LEADER VERDE SBIADITO: NON TI PERMETTERE DI FARE UN’INTESA CON IL NEMICO, O SALTA TUTTO – I RAS MELONIANI DELLA RAI CI AVEVANO GIÀ PROVATO CON GIUSEPPE CONTE E IL M5S, MA LA FRONDA INTERNA DI CHIARA APPENDINO SI È MESSA DI TRAVERSO…