SAPETE PERCHE’ VENTI PAESI AFRICANI SU 54 NON HANNO CONDANNATO LA GUERRA RUSSA IN UCRAINA? - MOSCA HA DISTRIBUITO SOLDI E SOLDATI IN MADAGASCAR, IN MALI, NELLA REPUBBLICA CENTRAFRICANA, IN SUDAN E ALTRI PAESI, PORTANDO A CASA CONCESSIONI MINERARIE - IL SENEGAL L'ANNO PROSSIMO INAUGURA GIACIMENTI IN COLLABORAZIONE CON IL GIGANTE PETROLIFERO RUSSO LUKOIL…
Michele Farina per il “Corriere della Sera”
Armi e petrolio, affinità autoritarie e calcoli economici, vecchie alleanze e/o nuovi (comuni) interessi: c'è un ventaglio di ragioni per cui venti Paesi africani su 54 non hanno condannato la guerra russa in Ucraina. Venti, la maggioranza dei 35 che si sono astenuti all'Assemblea generale dell'Onu. Stesso voto, storie diverse. Proviamo a unire i puntini (scontato quello dell'Eritrea del dittatore Afewerki, tra i cinque che hanno votato contro). Cominciamo dal povero e isolato Madagascar. Mosca durante le elezioni del 2019 ha finanziato sei candidati. Tutti sconfitti.
Cosa ha fatto Putin? Ha sostenuto il vincitore, Andry Rajoelina, portandosi a casa un po' di concessioni minerarie. E adattandosi alla realtà della propaganda locale. Internet è poco diffuso? I russi hanno finanziato il maggiore quotidiano dell'isola, due milioni di copie al giorno. Quelli dove i russi combattono per il governo. In Mali i golpisti hanno snobbato la missione militare occidentale affidandosi ai mercenari del Wagner Group, amici del Cremlino.
Gli stessi che puntellano il governo nella Repubblica Centrafricana e combattono (con armi e consulenze) per i militari golpisti al potere in Sudan (dai quali Mosca vorrebbe in cambio una base navale sul Mar Rosso). E anche là dove Wagner ha gettato la spugna (in Mozambico, contro la guerriglia islamista) perché rovinare collaborazioni future? E poi i Paesi produttori di greggio di lunga data (Angola) o aspiranti tali (Uganda e Senegal), democratici o meno. Lukoil aiuta (e sfrutta) tutti, anche la Repubblica del Congo.
E ha trovato un nuovo partner nel Senegal, che l'anno prossimo inaugura giacimenti in collaborazione con il gigante petrolifero russo. A Dakar tocca la presidenza di turno dell'Unione Africana, che nei giorni scorsi ha espresso «grande preoccupazione per la pericolosa situazione creatasi in Ucraina». Ma la nazione di Mané, che ha appena vinto la Coppa d'Africa, preferisce lo 0-0. Astensione all'Onu. Nessuna vergogna. Se lo fanno Cina e India e Sudafrica...