SARA’ CHRISTINE QUINN LA “REGINA GAY” DI NEW YORK? LA SPEAKER DEMOCRATICA DEL CONSIGLIO COMUNALE SI CANDIDA ALLE PRIMARIE PER IL DOPO-BLOOMBERG -
Francesco Semprini per "la Stampa"
La città di New York sta per mettere a segno un'altra conquista nella battaglia per i diritti civili. Christine Quinn ha ufficialmente lanciato la sua candidatura alle primarie del partito democratico in vista della corsa alla poltrona di sindaco del prossimo novembre.
Nel caso di vittoria, Quinn sarebbe, non solo la prima donna, ma anche il primo omosessuale dichiarato a guidare la Grande Mela. L'annuncio della candidatura da parte dell'attuale speaker del Consiglio comunale di New York è arrivato nei classici 140 caratteri su Twitter «Corro per diventare sindaco perché amo questa città , è il posto più importante del mondo», spiega in un videoclip allegato al proprio «cinguettio». E per convincere i newyorchesi la democratica ha già avviato un tour «walk and talk», ovvero un dibattito itinerante in ogni quartiere della città , e che terminerà poco prima delle primarie di settembre.
Il cavallo di battaglia della sua campagna è garantire alla classe media e operaia le stesse opportunità che New York diede ai suoi genitori quando si trasferirono nella City. E un posto in cima all'agenda ce l'hanno i diritti civili di cui lei stessa è protagonista in presa diretta. In maggio, a meno di un anno di distanza dalla legalizzazione delle nozze gay nello Stato di New York, Christine Quinn ha sposato la sua partner di lunga data Kim Catullo. A firmare la legge fu il governatore Andrew Cuomo, con cui la donna ha un affiatamento politico importante oltre che un'amicizia personale.
E proprio nella battaglia per il riconoscimento delle nozze omosessuali la speaker si era spesa con la sua testimonianza. «à stata la sensazione più bella della mia vita»: così ricorda il momento in cui ha appreso del passaggio della legge. Prima di incontrare la Catullo era stata a lungo con Laura Morrison, capo di gabinetto del senatore statale Tom Duane. Anche con lei una relazione alla luce del sole, come con Kim.
Ieri l'aspirante successore di Bloomberg è andata a Inwood, nella parte più alta di Manhattan, per il suo primo «walk and talk». Cappellino da baseball in testa, la Quinn non si è risparmiata con nessuno, ha stretto le mani ai fan, ai dipendenti di un ristorante e a un senzatetto seduto sulla panchina del parco, uno dei tanti che vivono nella City. «Buongiorno sono Christine Quinn e sto correndo per la carica di sindaco», dice. «Avrei bisogno di qualche moneta», le risponde l'uomo.
Lei, portando le mani alle tasche, risponde: «Mi spiace non ne ho». Ex attivista e direttore di un gruppo che si batte per i diritti civili di gay e lesbiche, Quinn, 46 anni, è nel consiglio comunale di New York dal 1999 e dal 2006 ne è il leader. Mai come adesso il momento sembra a lei tanto favorevole come suggerisce un sondaggio di Quinnipac University, secondo cui il 78% dei newyorchesi è «a proprio agio» o «entusiasta» all'idea di aver un sindaco omosessuale.
A suo sostegno c'è un altro sondaggio, sempre di Quinnipac, secondo cui la donna potrebbe contare sul 37% delle preferenze democratiche, mentre i suoi oppositori non vanno oltre il 15%. A giocare contro è invece l'accusa di feeling con l'attuale sindaco Michael Bloomberg, un indipendente ex repubblicano disposto sembra, a darle l'appoggio.
Alcuni colleghi di partito l'hanno più volte criticata di essere troppo vicina a un primo cittadino, come appunto Bloomberg, che spesso si è dimostrato freddo alle richieste della classe media.
In ogni caso la stella della Quinn sembra destinata brillare nel firmamento della City, o almeno nella porzione blu dei democratici. E non solo perché lo dicono i sondaggi, ma anche la concorrenza: a correre con lei sono, infatti, Sal Albanese, Bill de Blasio, John Liu e Bill Thompson, tutti politici locali di professione ma che non sembra siano in grado di darle del filo da torcere.
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