ghedini berlusconi

POLITIK - SARÀ GHEDINI L'AGNELLO SACRIFICALE PER SILVIONE DI NUOVO SENATORE? – OCCHIO ALLA NOMINA DEGLI 8 COMPONENTI AL CONSIGLIO SUPERIORE DELLA MAGISTRATURA: SALVINI VORREBBE PER SÉ LA VICEPRESIDENZA PER CONTROBILANCIARE IL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA IN QUOTA M5S MENTRE IL "CORPACCIONE" DEL CSM VORREBBE ALLA VICE PRESIDENZA UN NOME SUPERPARTES

Marco Antonellis per Dagospia

 

Sarà Ghedini l'agnello sacrificale per Silvione?

Berlusconi e Ghedini

- Berlusconi potrebbe tentare di trovare un seggio prima del previsto senza aspettare le elezioni europee del prossimo anno (anche se in vista di Bruxelles in Forza Italia starebbero pensando di candidarlo nell'amata Napoli). 

 

Come? Con le suppletive. Basterebbe nominare al Csm come giudice non togato un senatore eletto nell'uninominale per liberare un posto per Berlusconi che potrebbe venire eletto grazie alle successive elezioni suppletive. Il tutto potrebbe accadere a partire proprio da questa settimana. 

 

Ma chi farebbe l'"estremo sacrifizio" di rinunciare all'ambito scranno senatoriale per immolarsi all'altare di Silvione? In Transatlantico tutti dicono potrebbe essere Niccolò Ghedini. Promosso al Csm lascerebbe il posto di senatore al Cavaliere. 

davigo

 

OCCHIO ALLA NOMINA DEGLI 8 COMPONENTI AL CSM

- Ora che i magistrati italiani hanno eletto i 16 componenti togati del prossimo Consiglio superiore della magistratura (elezione segnata dalla vittoria personale di Piercamillo Davigo e dall’exploit di Magistratura Indipendente), gli occhi sono rivolti alla nomina degli 8 componenti laici che il Parlamento sarà chiamato a effettuare già in questa settimana in seduta comune.

 

SALVINI FUCILE

Un passaggio cruciale, dal momento che è proprio fra i membri laici che il Csm eleggerà il suo vicepresidente, cioè il vero rappresentante delle toghe, essendo la funzione di presidente rivestita dal Capo dello Stato nei fatti solo simbolica.

 

Sulla questione, l'attenzione e la vigilanza della politica è ovviamente massima. Avere o non avere il CSM dalla propria "parte" può fare la differenza vista l'importanza che spesso le vicende giudiziarie assumono nei confronti della politica. Rumors insistenti svelano che la Lega di Matteo Salvini vorrebbe per sé la vicepresidenza anche per controbilanciare il Ministro della Giustizia in quota M5s mentre il "corpaccione" del CSM vorrebbe alla vice presidenza un nome superpartes e di alto profilo non direttamente riconducibile ad alcun partito. 

 

banfi di maio

Ma andiamo con ordine. I parlamentari dovranno scegliere gli otto membri laici tra professori ordinari in materie giuridiche e avvocati con almeno 15 anni di esercizio della professione. E già circolano le prime indiscrezioni sui nomi dei parlamentari che potrebbero essere scelti dai loro colleghi a rivestire il prestigioso incarico, come avvenuta nella scorsa consiliatura con Legnini, Casellati, Leone, Balduzzi e Zanettin.

 

Sulla base della presenza numerica dei vari gruppi in Parlamento, tre membri laici dovrebbero essere indicati dal Movimento 5 Stelle, due dalla Lega, due dal Pd e uno da Forza Italia. Ed è probabile che sarà proprio tra le fila dei laici indicati dalla maggioranza di governo (M5S e Lega) che poi sarà scelto il vicepresidente del Csm.

Carmelo Lo Monte

 

Tra i parlamentari della Lega, sono consistenti le quotazioni del deputato Luca Paolini, avvocato penalista (cassazionista), membro della Commissione Giustizia e Antimafia nella scorsa legislatura, mentre in secondo ordine si segnala il nome del collega Carmelo Lo Monte, avvocato civilista con una pluridecennale carriera politica.

 

Nelle fila del M5S, fonti avanzano i nomi dei senatori Ettore Licheri (sostituto procuratore federale della Figc e consigliere dell’Ordine forense di Sassari), Ugo Grassi (tra i più noti giuristi partenopei, ritenuto molto vicino al premier Conte) e in subordine Mario Giarrusso (che dalla sua ha una lunga militanza nei movimenti antimafia).

Consiglio Superiore della Magistratura

 

I membri laici indicati dal Parlamento approderanno in un Csm dagli orientamenti rivoluzionati rispetto all’ultima consiliatura. Le toghe moderate di Magistratura Indipendente balzano da tre a cinque rappresentanti nel plenum, ottenendo l’elezione di tutti i propri candidati (in particolare si segnalano le vittorie di Francesca Miccichè in quota Cassazione, cosa che non avveniva da oltre 20 anni, e di Antonio Lepre, pm più votato dai colleghi).

 

Calano i centristi di Unicost e le toghe di sinistra di Area, che per la prima volta non riescono a eleggere un rappresentante nelle fila della Cassazione. I consiglieri di Unicost restano cinque, mentre crollano da sette a quattro i rappresentanti di Area, e si ferma a soli due componenti il gruppo di Davigo, Autonomia e Indipendenza, che non va oltre il successo personale del suo leader.

 

In una nota Magistratura Indipendente ha definito i risultati una “vittoria storica”: “Ha vinto un gruppo di magistrati che ha una gloriosa tradizione e valori e principi sempre attuali, abituati a lavorare in silenzio, ma fermi difensori della dignità del loro ruolo e del loro lavoro”.

legnini mattarella al csm

 

alfonso bonafede giovanni legnini

Concetti ribaditi dal neo eletto di MI al Csm, Corrado Cartoni, con frecciatina indiretta a Davigo: “I magistrati premiano non chi va cercando la ribalta televisiva o il clamore, ma chi lavora seriamente per cercare di risolvere i problemi della categoria e del sistema giustizia”.

sede csm consiglio superiore della magistratura

 

Le toghe di sinistra di Area, invece, hanno motivato la sconfitta facendo riferimento al “contesto politico generale del Paese”, che “ha sicuramente influenzato anche queste elezioni per il rinnovo del Csm”.

 

 

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