roberto saviano in piazza con le sardine

LE SARDINE HANNO TROVATO IL LORO LEADER, O È SAVIANO CHE HA RITROVATO UN PUBBLICO? - VIDEO: LO SCRITTORE IN PIAZZA A MILANO TRA DECINE DI MIGLIAIA DI MANIFESTANTI, PARTE IL SOLITO REFRAIN SULLA ''DERIVA AUTORITARIA IN ARRIVO'', CHE ORA CHE SALVINI È ALL'OPPOSIZIONE È UN PO' BIZZARRO. ''BERE UN CAFFÈ CON IL LEADER DELLA LEGA? ME LO AVVELENEREBBE''

1. SARDINE, ROBERTO SAVIANO IN PIAZZA A MILANO: "RISCHIO DERIVA AUTORITARIA, QUI C'È L'ALTERNATIVA"

Andrea Lattanzi e Valerio Lo Muzio per www.repubblica.it

 

 

"Salvini si sta preoccupando di questa piazza, lo dimostra il gioco di mettere online i gattini. Ha paura ed è un segnale positivo". Alla manifestazione di Milano, sotto la pioggia incessante, è giunto anche lo scrittore Roberto Saviano, accolto calorosamente dai presenti al coro di "Roberto, Roberto". Saviano, che ha preso parola dal palco per un breve intervento, ha sottolineato come "queste piazze sono un megafono contro le balle, come quelle di chi considera chi salva vite in mare parte di un traffico umano". Ai cronisti che lo hanno fermato dopo il suo intervento, Saviano ha aggiunto che "c'è il pericolo di una deriva autoritaria" e "in questa piazza c'è la resistenza a Salvini e Lega". "Ma - ha ribadito - non è solo questo. E' l'alternativa a un modo di fare politica".

roberto saviano in piazza con le sardine

 

 

2. LE SARDINE SBARCANO A MILANO: IN 25 MILA (SOTTO LA PIOGGIA)

Andrea Senesi per il ''Corriere della Sera''

 

 

La sorpresa di giornata si chiama Roberto Saviano, accolto sul mini-palco di piazza Duomo come una star. Le Sardine milanesi avevano già provveduto a riempire il sagrato (l' iniziale piazza Mercanti si era rivelata troppo angusta per contenere la «corrente»), nonostante una pioggia fittissima e il richiamo dello shopping prenatalizio.

Niente bandiere di partito e neppure quelle delle classiche organizzazioni della sinistra, come espressamente richiesto dall' appello in rete.

 

Solo ombrelli e tante sardine di carta colorate. Sardine ovunque, anche da mangiare, in centinaia di scatole che finiscono nei carrelli dei volontari di Pane quotidiano che avevano chiamato i manifestanti a una colletta benefica di generi alimentari. Alla fine saranno dieci i quintali di cibo in scatola raccolti.

roberto saviano in piazza con le sardine

 

Sotto gli ombrelli, e a fianco del gigantesco albero natalizio di metallo che svetta sulla piazza, si stipano 25 mila persone (stima degli organizzatori), tante ma non abbastanza da abbattere il primato del giorno prima di Firenze (40 mila le Sardine di sabato nel capoluogo toscano). Prima di arrivare a Milano, le Sardine ieri avevano peraltro già «nuotato» a Taranto (mille) e Padova (6 mila).

 

Dal palco sotto il Duomo si suona «Bella Ciao» e i canti della Resistenza, ma anche le ballate di Jannacci, «Libertà è partecipazione» di Gaber, «Com' è profondo il mare» di Dalla. Anche la play-list insomma non riflette la solita piazza della sinistra, più o meno radicale. La Costituzione e l' antifascismo sono gli unici valori universalmente riconosciuti dal «banco».

 

Saviano approva: «Queste piazza non deve essere solo contro, e infatti si spende per la difesa dei diritti. Le Sardine impediscono l' erosione della democrazia, sono un laboratorio, sono una marcia. Certo, c' è un pericolo di deriva autoritaria, quindi certamente c' è la resistenza alla Lega, ma non è solo quello il riferimento». E ancora: «Questa piazza è bellissima perché non c' è nessuna volontà di dire vaffa - aggiunge l' autore di «Gomorra» -, ma questa è l' Italia che ha voglia di incontrarsi. E Salvini si sta preoccupando moltissimo, si sta mettendo a paura».

PIAZZA DUOMO PIENA DI SARDINE

 

Bere un caffè con lui?, gli chiedono i cronisti: «Non credo che lui voglia e poi me lo avvelenerebbe», risponde ridendo Saviano. Le Sardine gli piacciono (anche) perché sono senza leader, dice, «perché poi quando ci si dà dei capi si diventa identici agli altri». Le Sardine un leader nazionale in realtà ce l' avrebbero già. È Mattia Santori da Bologna - la piazza da dove tutto cominciò - che fa capolino anche dal palco milanese. «In questo momento - raccomanda il 32enne bolognese - dobbiamo stare il più lontano possibile dalla politica e mantenere la nostra identità fluida e spontanea. Più avanti si potrà cercare il dialogo con chi le risposte le deve dare».

 

PIAZZA DUOMO PIENA DI SARDINE

Con Matteo Salvini, invece, non sono possibili confronti di alcun tipo. «Perché le Sardine - spiega- sono mute, ma hanno memoria e pensiero: con la politica si deve dialogare, ma non con chi ha disintegrato il tessuto sociale».

Il leader leghista non era in città e anche questo è un piccolo elemento di novità rispetto ai precedenti appuntamenti del movimento, nati tutte per contestare e contrastare i comizi dell' avversario.

 

Ma l' ex vicepremier, in trasferta ancora una volta in Emilia, troverà comunque modo di replicare ai manifestanti milanesi via Facebook: «Le Sardine in piazza mi aiutano. Spero che siano sempre di più e ovunque perché mi danno gioia, le ringrazio per quello che fanno».

 

La piazza milanese si scioglie intanto ballando una versione sambata di «Bella ciao» e urlando sotto la pioggia che «Nessuna persona deve essere illegale».

Ultimi Dagoreport

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin moskva mar nero

DAGOREPORT - UCRAINA, CHE FARE? LA VIA PER ARRIVARE A UNA TREGUA È STRETTISSIMA: TRUMP DEVE TROVARE UN ACCORDO CHE PERMETTA SIA A PUTIN CHE A ZELENSKY DI NON PERDERE LA FACCIA – SI PARTE DALLA CESSIONE DELLA CRIMEA ALLA RUSSIA: SAREBBE UNO SMACCO TROPPO GRANDE PER ZELENSKY, CHE HA SEMPRE DIFESO L’INTEGRITÀ TERRITORIALE UCRAINA. TRA LE IPOTESI IN CAMPO C'E' QUELLA DI ORGANIZZARE UN NUOVO REFERENDUM POPOLARE NELLE ZONE OCCUPATE PER "LEGITTIMARE" LO SCIPPO DI SOVRANITA' - MA SAREBBE UNA VITTORIA TOTALE DI PUTIN, CHE OTTERREBBE TUTTO QUEL CHE CHIEDE SENZA CONCEDERE NIENTE…

funerale di papa francesco bergoglio

DAGOREPORT - COME È RIUSCITO IL FUNERALE DI UN SOVRANO CATTOLICO A CATTURARE DEVOTI E ATEI, LAICI E LAIDI, INTELLETTUALI E BARBARI, E TENERE PRIGIONIERI CARTA STAMPATA E COMUNICAZIONE DIGITALE, SCODELLANDO QUELLA CHE RESTERÀ LA FOTO DELL’ANNO: TRUMP E ZELENSKY IN SAN PIETRO, SEDUTI SU DUE SEDIE, CHINI UNO DI FRONTE ALL’ALTRO, INTENTI A SBROGLIARE IL GROVIGLIO DELLA GUERRA? - LO STRAORDINARIO EVENTO È AVVENUTO PERCHÉ LA SEGRETERIA DI STATO DEL VATICANO, ANZICHÉ ROVESCIANDO, HA RISTABILITO I SUOI PROTOCOLLI SECOLARI PER METTERE INSIEME SACRO E PROFANO E, SOPRATTUTTO, PER FAR QUADRARE TUTTO DENTRO LO SPAZIO DI UNA LITURGIA CHE HA MANIFESTATO AL MONDO QUELLO CHE IL CATTOLICESIMO POSSIEDE COME CULTURA, TRADIZIONE, ACCOGLIENZA, VISIONE DELLA VITA E DEL MONDO, UNIVERSALITÀ DEI LINGUAGGI E TANTE ALTRE COSE CHE, ANCORA OGGI, LA MANIFESTANO COME L’UNICA RELIGIONE INCLUSIVA, PACIFICA, UNIVERSALE: “CATTOLICA”, APPUNTO - PURTROPPO, GLI UNICI A NON AVERLO CAPITO SONO STATI I CAPOCCIONI DEL TG1 CHE HANNO TRASFORMATO LA DIRETTA DELLA CERIMONIA, INIZIATA ALLE 8,30 E DURATA FINO AL TG DELLE 13,30, IN UNA GROTTESCA CARICATURA DI “PORTA A PORTA”, PROTAGONISTI UNA CONDUTTRICE IN STUDIO E QUATTRO GIORNALISTI INVIATI IN MEZZO ALLA FOLLA E TOTALMENTE INCAPACI…- VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…