LA CACCIA CONTINUA – SAREBBERO 6 I TERRORISTI RICERCATI - NUOVI DUBBI SUL FUNZIONAMENTO DEI SERVIZI DI SICUREZZA FRANCESI. COULIBALY E UNO DEI DUE FRATELLI KOUACHI, ERANO DEI PREGIUDICATI, NOTISSIMI ALLE FORZE DELL’ORDINE

Alberto Mattioli per "La Stampa"

 

amedy coulibalyamedy coulibaly

«La caccia continua», dice il primo ministro, Manuel Valls. È certo: «Uno dei terroristi aveva un complice». Quell’uno è Amedy Coulibaly e il complice è chi ha montato e postato su Internet il filmato con il quale Coulibaly rivendica il primo dei suoi crimini, l’assassinio di una poliziotta a Montrouge, giovedì. Ma non è l’unico che gli 007 stanno cercando. Ce ne sarebbero altri cinque di terroristi, dice in serata la polizia.

 

Nello stesso video, Coulibaly racconta: «Dopo che sono uscito (dalla prigione, nel marzo 2014, ndr), mi sono mosso molto, ho girato un po’ per le moschee di Francia e molto per quelle della regione parigina». Evidentemente per reclutare altri aspiranti martiri per l’Islam. E del tutto indisturbato. Come del tutto indisturbata è fuggita sua moglie, Hayat Boumeddiene. È arrivata a Istanbul da Madrid il 2 gennaio. È poi passata in Siria l’8 gennaio, ha confermato ieri il ministro degli Esteri turco Mevlut Cavusoglu.  

 

AMEDY COULIBALY AMEDY COULIBALY

Soltanto reati comuni  

Quindi sorgono, e non sono i primi, nuovi dubbi sul funzionamento dei servizi di sicurezza francesi. Coulibaly e uno dei due fratelli Kouachi, il più giovane, Chérif, erano dei pregiudicati, notissimi alle forze dell’ordine. Qualcosa evidentemente non ha funzionato. Prendiamo Coulibaly. Primo problema: era schedato solo per i suoi reati comuni (rapine, spaccio e così via) e non come radicale religioso. Secondo: la documentazione su di lui non era aggiornata. Quando la Dgsi, la Direzione Generale della Sicurezza Interna, ha comunicato agli inquirenti i suoi indirizzi noti, si è scoperto che molti erano sbagliati. Coulibaly, lì, non ci aveva più messo piede da due anni.  

 

said kouachisaid kouachi

I ndirizzi non aggiornati  

Anche sui Kouachi gli sbagli sono stati parecchi. Al presunto indirizzo di Pantin di uno dei fratelli abita sì un Kouachi, ma è un omonimo che non ha nulla a che vedere con loro. I due fratelli erano intercettati dal novembre del 2011, ma al maggiore, Said, la sorveglianza era stata tolta nel giugno ’14 e al minore, Chérif, alla fine del ’13. In entrambi i casi, prima che si rivelasse utile. Il ministero degli Interni spiega che, per legge, le intercettazioni devono essere riautorizzate ogni 4 mesi. La Commissione nazionale che avrebbe dovuto farlo, in mancanza di prove, le ha negate.  

cherif kouachicherif kouachi

 

I buchi nella legislazione  

Però, ha dichiarato sempre Valls, «ci sono state delle “failles”, falle. Se ci sono diciassette morti, è evidente che ce ne sono state». Il problema è che riguardano tutto il sistema francese. Per esempio, la nuova legge antiterrorismo, che dà maggiori poteri agli investigatori, è stata approvata il 13 novembre. Ma il governo non ne ha ancora emanato i decreti attuativi, quindi non è operativa. Ironia della sorte, Guillaume Larrivé, un deputato dell’Ump, il partito sarkozysta, aveva invitato il governo a spicciarsi esattamente il giorno prima della strage a  «Charlie Hebdo». 

 

manuel valls manuel valls

Poi è noto che il Cheops, il sistema informatico che gestisce i file delle persone schedate dalla polizia nazionale, va spesso in panne. E questo spiega, per esempio, come tre jihadisti francesi di ritorno dalla Siria via Turchia abbiano potuto tranquillamente passare dall’aeroporto di Marsiglia il 23 settembre. Proprio in un momento in cui i servizi sono concentrati sul gran via vai di islamisti dalla Francia allo Stato islamico. Però è anche vero che i Kouachi sono andati indisturbati e nemmeno segnalati nello Yemen nel 2011, anche Chérif che, in teoria, non poteva lasciare il territorio nazionale. 

 

Nessun coordinamento  

Anche la coordinazione internazionale è piena di «failles». Secondo la «Cnn», Coulibaly, per i francesi un delinquente comune «semplice», negli Usa era sulla Tide (Terrorist Identities Datamart Environment), il database dei terroristi o sospetti tali. E i Kouachi brothers nella «no-fly list», la lista nera dei passeggeri pericolosi delle autorità aeroportuali americane. Eppure da Washington nessuno ha avvisato Parigi.  

 

Imbarazzi socialisti  

MOHAMED MERAH jpegMOHAMED MERAH jpeg

Adesso l’Ump chiede una commissione d’inchiesta sugli attentati di Parigi. Per la maggioranza socialista potrebbe essere molto imbarazzante. Quando nel 2012 un altro killer islamista, Mohamed Merah, fece una strage a Tolosa, i socialisti, all’epoca all’opposizione, fustigarono il governo per non averla prevenuta. Ma Merah era uno sconosciuto, i Kouachi e Coulibaly erano ampiamente schedati. In ogni caso una riforma s’impone e Valls l’ha promessa. Ma «la tentazione di un “Patriot Act” alla francese», come la chiama «Le Monde», sta già scatenando discussioni, prese di posizione e polemiche preventive. La «dibattite» è un’altra malattia francese. Incurabile.  

 

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