SCAJOLA L’IMPRESENTABILE - IL DELFINO (GOLOSO) TOTI LIQUIDA IL RAS DEI VOTI LIGURI CHE SI VUOLE CANDIDARE ALLE EUROPEE: “LA CASA DEL COLOSSEO PESA TROPPO, MEGLIO CHE STIA COPERTO E ASPETTI”

Tommaso Labate per il "Corriere della Sera"

Senza pensarci un attimo, tra decine di aggettivi Claudio Scajola sceglie «abnorme». Premette che no, «io Giovanni Toti non lo conosco, penso che si sia espresso in modo diverso, anche perché lui come me dovrebbe aver fatto tesoro della lezione garantista di Berlusconi». Poi, però, affonda: «Trovo abnorme che il consigliere politico del presidente possa esprimere un pensiero come questo. Perché è un pensiero che lo annovererebbe tra le Procure più persecutorie, invece che tra i cittadini che hanno rispetto non dico di me, ma della sentenza di un tribunale».

Alle sei di ieri pomeriggio, i suoi collaboratori leggono all'ex ministro le parole che Toti ha affidato a un'intervista a Gad Lerner, in cui il consigliere politico del Cavaliere riconosce a Scajola di essere stato «uomo fedele» e «miglior coordinatore del partito». Ma in cui la porta delle elezioni europee viene di nuovo sbarrata. Con questa motivazione: «La storia della casa del Colosseo, nonostante l'assoluzione e quindi la sua innocenza, ha pesato troppo. Credo che sia suo interesse stare più coperto e aspettare».

«Preferirei che a deciderlo fossero gli elettori con il loro voto», risponde di primo acchito Scajola. Che dissimuli o meno rabbia, non è dato saperlo. Di certo c'è che il suo tono è calmo. «Non ho ben capito se è un pensiero recondito che gli è scappato», scandisce. «E mi sembrerebbe strano il contrario, soprattutto dopo che per quella vicenda mi ero dimesso, per rispetto delle istituzioni e senza che nessuno me lo chiedesse. Perché ho aspettato tanto tempo che la verità venisse fuori. Ed è venuta fuori con una sentenza limpida e motivata».

Il fatto che Scajola ostenti una calma quasi extraterrestre non lo rende, evidentemente, immune dal demone del sospetto. «Vede, io sto qui fermo da settimane. E leggo sui giornali delle strane frasi sulla mia candidatura, gente che dice "Scajola candidato? Si vedrà"... Quasi fossi un appestato. A questo punto mi viene il sospetto. E ogni tanto mi chiedo: ma non è che nel mio stesso partito c'è gente che sperava che fossi condannato per la casa al Colosseo, invece che assolto?».

A sentire Scajola, l'aria che tira nei suoi confronti fuori dai confini forzisti è persino migliore da quella che si respira in una parte del suo partito. «Autorevoli esponenti di altre forze politiche, di cui ovviamente non faccio il nome, mi hanno chiamato scandalizzati per quello che leggono sul mio conto. Mi hanno anche chiesto di candidarmi con loro...».

Domanda: e lei, Scajola, che cosa ha replicato? Risposta: «Ho ringraziato ma ho detto di no. La mia disponibilità a candidarmi c'è ma vale per Forza Italia. Sono stato vicino e leale con Berlusconi anche nei momenti più bui. Pensi che alle scorse Politiche ho fatto un passo indietro rispetto alla candidatura. Ma ora che sono stato assolto sono qua, di nuovo disponibile a essere in campo per le Europee. La mia disponibilità c'è, piena. E mi rimetto alla decisione di Berlusconi, che continuo a considerare un uomo saggio, un uomo giusto».

L'amarezza umana di sentirsi considerato alla stregua di un «appestato», quella è sempre difficile da nascondere. «Mi dà dispiacere e sofferenza», spiega Scajola. Poi però il timbro di voce si fa squillante. E succede nel momento in cui racconta «di questo bel giro che ho fatto nel Nordovest. Ho avuto un'accoglienza forte e calorosa, sa? Decidessi io, obbligherei tutti quelli che sono forti sul territorio a candidarsi alle Europee». Ma non decide lui. Lui si rimette alla decisione di Berlusconi. «Uomo saggio, uomo giusto», ripete.

 

 

GIOVANNI TOTI A PORTA A PORTA BERLUSCONI E GIOVANNI TOTI ALLA BEAUTY FARMCLAUDIO SCAJOLA Silvio Berlusconi and Francesca Pascale article CE D DC x SCAJOLA E SIGNORA NELLA CASA CON VISTA COLOSSEOCasa Scajola al colosseo

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