de guindos draghi weidmann

CI HANNO EURO-FREGATI UN’ALTRA VOLTA - LA SCELTA DELLO SPAGNOLO LUIS DE GUINDOS, CONSIDERATO IL “CAMERIERE DI BERLINO”, COME VICEPRESIDENTE DELLA BCE AVVICINA IL “FALCO” TEDESCO JENS WEIDMANN ALLA POLTRONA DI MARIO DRAGHI A FINE 2019

Marco Bresolin per “la Stampa”

 

luis de guindos e yanis varoufakis

Per l' Italia non è la migliore delle soluzioni possibili, anzi. Perché da ieri Jens Weidmann, presidente della Bundesbank, ha fatto un ulteriore passo in direzione del suo obiettivo: prendere il posto di Mario Draghi. Pier Carlo Padoan non ha potuto far altro che ingoiare il rospo e dare il suo via libera - come tutti gli altri 18 ministri dell' Eurogruppo - a Luis De Guindos.

 

Dal 1° giugno l'attuale ministro dell' Economia spagnolo prenderà il posto del portoghese Vitor Costancio alla vicepresidenza della Bce. De Guindos lascerà il governo di Madrid «nei prossimi giorni» e assicura che difenderà «l'indipendenza della Banca centrale europea». Principio che già fa discutere: la seconda poltrona più importante dell'Eurotower non era mai andata a un ministro in carica.

LUIS DE GUINDOS

 

Fino all' ultimo minuto la nomina di De Guindos era rimasta in bilico per via della concorrenza di Philip Lane, che nei giorni scorsi aveva ricevuto l'apprezzamento della commissione Affari Economici del Parlamento Ue. A detta degli eurodeputati, Lane se l'era cavata meglio dello spagnolo durante l'audizione. Ma ieri pomeriggio l'Irlanda ha fatto un passo indietro, ritirando il suo candidato.

 

weidmann schaeuble

Circolano voci di un patto siglato già in autunno. All'epoca De Guindos veniva da tutti indicato come uno dei papabili per prendere il posto di Jeroen Dijsselbloem al vertice dell'Eurogruppo (presidenza poi conquistata dal socialista portoghese Mario Centeno).

 

Ma sarebbe stato l'ennesimo popolare in una posizione di vertice, per questo i socialisti si erano opposti, offrendo però la seconda poltrona della Bce alla Spagna, che da tempo lamentava una scarsa rappresentanza a livello Ue. Alla Spagna, ma non direttamente a De Guindos (e infatti ieri gli eurodeputati socialisti hanno reagito maluccio, dicendo che quella del ministro «non è la miglior scelta»).

MARIO DRAGHI

 

L'esponente popolare, però, da dicembre ha iniziato a lavorare alla sua auto-candidatura.

E ha potuto contare sul sostegno del governo tedesco, con cui ha sempre avuto ottime relazioni. Poi è arrivato l'appoggio francese («L' uomo giusto al posto giusto» ha detto ieri il ministro Bruno Le Maire), mentre l'Italia è rimasta in disparte fino all' ultimo.

 

Persino ieri mattina, al suo arrivo a Bruxelles, Padoan si era mostrato molto tiepido («Stiamo ancora facendo le ultime valutazioni»): i rapporti con De Guindos, considerato "il cameriere di Berlino", non sono eccellenti. Ma per non ritrovarsi isolata in una battaglia già persa, senza solidi alleati, l'Italia ha evitato di alzare le barricate.

macron davos

 

Ora però si aprono i giochi per la successione di Draghi, il cui mandato scade a fine 2019.

Una partita che si intreccia anche alle prossime elezioni europee e nella quale Weidmann sembra il gran favorito. Anche se Emmanuel Macron potrebbe giocare la carta François Villeroy de Gallhau, governatore della Banca di Francia. Per ottenere la presidenza Bce o almeno per incassare qualche credito nel risiko europeo.

Ultimi Dagoreport

putin musk zelensky von der leyen donald trump netanyahu

DAGOREPORT - NON TUTTO IL TRUMP VIENE PER NUOCERE: L’APPROCCIO MUSCOLARE DEL TYCOON IN POLITICA ESTERA POTREBBE CHIUDERE LE GUERRE IN UCRAINA E MEDIORIENTE (COSTRINGENDO PUTIN E ZELENSKY ALLA TRATTATIVA E RISPOLVERANDO GLI ACCORDI DI ABRAMO TRA NETANYAHU E IL SAUDITA BIN SALMAN) – I VERI GUAI PER TRUMPONE SARANNO QUELLI "DOMESTICI”: IL DEBITO PUBBLICO VOLA A 33MILA MILIARDI$, E IL TAGLIO DELLE TASSE NON AIUTERÀ A CONTENERLO. ANCORA: ELON MUSK, PRIMA O POI, SI RIVELERÀ UN INGOMBRANTE ALLEATO ALLA KETAMINA CHE CREA SOLO ROGNE. LA MAXI-SFORBICIATA AI DIPENDENTI PUBBLICI IMMAGINATA DAL “DOGE” POTREBBE ERODERE IL CONSENSO DEL TYCOON, GIÀ MESSO A RISCHIO DAL PIANO DI DEPORTAZIONE DEI MIGRANTI (GLI IMPRENDITORI VOGLIONO LAVORATORI A BASSO COSTO) – I GUAI PER L’EUROPA SUI DAZI: TRUMP TRATTERÀ CON I SINGOLI PAESI. A QUEL PUNTO GIORGIA MELONI CHE FA: TRATTA CON "THE DONALD" IN SEPARATA SEDE O RESTERÀ "FEDELE" ALL'UE?

simona agnes gianni letta giorgia meloni rai viale mazzini

DAGOREPORT – TOH! S’È APPANNATA L’EMINENZA AZZURRINA - IL VENTO DEL POTERE E' CAMBIATO PER GIANNI LETTA: L’EX RICHELIEU DI BERLUSCONI NON RIESCE A FAR OTTENERE A MALAGÒ IL QUARTO MANDATO AL CONI. MA SOPRATTUTO FINO AD ORA SONO FALLITI I SUOI VARI TENTATIVI DI FAR NOMINARE QUEL CARTONATO DI SIMONA AGNES ALLA PRESIDENZA DELLA RAI A SCOMBINARE I PIANI DI LETTA È STATO CONTE CHE SE NE FREGA DEL TG3. E L'INCIUCIO CON FRANCESCO BOCCIA L'HA STOPPATO ELLY SCHLEIN – PARALISI PER TELE-MELONI: O LA AGNES SI DIMETTE E SI TROVA UN NUOVO CANDIDATO O IL LEGHISTA MARANO, SGRADITO DA FDI, RESTA ALLA PRESIDENZA "FACENTE FUNZIONI"...

paolo gentiloni francesco rutelli romano prodi ernesto maria ruffini elly schlein

DAGOREPORT – AVANTI, MIEI PRODI: CHI SARÀ IL FEDERATORE DEL CENTRO? IL “MORTADELLA” SI STA DANDO UN GRAN DA FARE, MA GUARDANDOSI INTORNO NON VEDE STATISTI: NUTRE DUBBI SUL CARISMA DI GENTILONI, È SCETTICO SULL'APPEAL MEDIATICO DI RUFFINI, E ANCHE RUTELLI NON LO CONVINCE – NON SOLO: SECONDO IL PROF NON SERVE DAR VITA A UN NUOVO PARTITO MA, COME IL SUO ULIVO, OCCORRE FEDERARE LE VARIE ANIME A DESTRA DEL PD - NON BASTA: IL CANDIDATO PREMIER DELLA COALIZIONE CHE DOVRA' SFIDARE IL REGIME MELONI, SECONDO PRODI, NON DOVRÀ ESSERE IL SEGRETARIO DI UN PARTITO (SALUTAME ‘A ELLY)…

giorgia meloni romano prodi elon musk donald trump ursula von der leyen giovanbattista fazzolari

COME MAI ALLA DUCETTA È PARTITO L’EMBOLO CONTRO PRODI? PERCHÉ IL PROF HA MESSO IL DITONE NELLA PIAGA: “L’ESTABLISHMENT AMERICANO ADORA LA MELONI PERCHÉ OBBEDISCE” - OBBEDIENTE A CHI? AI VERI ‘’POTERI FORTI’’, QUEI FONDI INTERNAZIONALI, DA BLACKSTONE A KKR, CHE FINO A IERI LO STATALISMO DI MELONI-FAZZOLARI VEDEVA COME IL FUMO AGLI OCCHI, ED OGGI HANNO IN MANO RETE UNICA, AUTOSTRADE, BANCHE E GRAN PARTE DEL SISTEMA ITALIA - E QUANDO SI RITROVA L’INATTESO RITORNO AL POTERE DI TRUMP, ECCOLA SCODINZOLARE TRA LE BRACCIA DI ELON MUSK, PRONTA A SROTOLARE LA GUIDA ROSSA AI SATELLITI DI STARLINK - LA FORZA MEDIATICA DI “IO SO’ GIORGIA” VA OLTRE QUELLA DI BERLUSCONI. MA QUANDO I NODI ARRIVERANNO AL PETTINE, CHE FARÀ? DA CAMALEONTICA VOLTAGABBANA TRATTERÀ I DAZI CON TRUMP O RESTERÀ IN EUROPA? - MA C’È ANCHE UN ALTRO MOTIVO DI RODIMENTO VERSO PRODI…