guzzetti draghi

MARIO, L'ESTABLISHMENT TI PARLA - SCENDE IN CAMPO ANCHE L'ARZILLO VECCHIETTO GIUSEPPE GUZZETTI PER BLINDARE DRAGHI ALLA GUIDA DEL GOVERNO: "PENSO DEBBA RESTARE A PALAZZO CHIGI FINO AL 2023. POI DEVE MANTENERE COMUNQUE UN RUOLO DI PRIMO PIANO. CERCHIAMO DI ESSERE REALISTI: GIÀ OGGI I PARTITI NON ACCETTANO PIÙ LE MEDIAZIONI DEL PREMIER COME QUALCHE MESE FA. CON DRAGHI AL QUIRINALE SI ANDREBBE AL VOTO. A QUEL PUNTO LE 50 RIFORME IN CANTIERE E LA PARTITA DEL PNRR SAREBBERO PERSE. E POI DRAGHI È IL NOSTRO UNICO GARANTE CON BRUXELLES: SE LASCIA PALAZZO CHIGI VIENE GIÙ TUTTO"

Francesco Moscatelli per "la Stampa"

 

SERGIO MATTARELLA E GIUSEPPE GUZZETTI

«Mi piacerebbe un capo dello Stato donna. Però mi sembra che alcune ipotesi non tengano conto che la grave crisi della nostra democrazia esige un presidente come è stato Sergio Mattarella: rispettoso delle istituzioni ma anche in grado di gestire i rapporti con i partiti. Certo, la donna giusta non può neanche essere una che ha quasi 90 anni come me. Comunque qualcuna, in giro, ritengo che ci sia».

 

L'avvocato Giuseppe Guzzetti, per 22 anni presidente della Fondazione Cariplo, senatore democristiano a cavallo fra Prima e Seconda Repubblica e negli anni '80 presidente della Lombardia, accetta di fare due chiacchiere sul prossimo inquilino del Quirinale. Ambrosiano più che milanese (vive ancora in provincia di Como, dove è nato nel 1934), da qualche mese si è iscritto al Pd.

GIUSEPPE GUZZETTI

 

«Sono preoccupato per i miei nipoti. Il ritorno del fascismo è un rischio reale in questo Paese. Almirante a Salò firmò "l'ordinanza della morte", che prevedeva la possibilità di mandare in Germania i giovani renitenti alla leva e di impiccare sul posto i partigiani catturati dalle brigate nere: oggi molti vogliono dedicargli strade e piazze, facendolo passare per un distinto signore in doppiopetto».

 

emmanuel macron sergio mattarella mario draghi

Il suo studio affacciato sul Monte Resegone è foderato di libri: testi del Cardinal Martini, saggi storici, romanzi di Paolo Cognetti, strenne degli istituti di credito. Da senatore ha partecipato all'elezione di Scalfaro al Colle. Che cosa ricorda?

«Si era creata una situazione di stallo e il nome più accreditato anche fra i vertici della Dc era Spadolini. Feci un intervento ai gruppi congiunti di Camera e Senato per segnalare a De Mita che i senatori democristiani Spadolini non l'avrebbero mai votato: aveva perso la nostra stima chiedendo i voti missini al ballottaggio per la presidenza del Senato.

mattarella draghi

 

Dissi anche che la candidatura di Scalfaro avrebbe invece riscosso un grande successo e ricevetti molti applausi. Scalfaro aveva un grandissimo rispetto del Parlamento, tanto che anche Pannella fu uno dei suoi sponsor. Ciriaco puntò su Scalfaro e fu una scelta azzeccata: dal Quirinale, all'epoca del primo governo Berlusconi, si oppose alla nomina di Previti come Guardasigilli. Poi scoprimmo la storia del lodo Mondadori».

giuseppe guzzetti

 

A proposito di Berlusconi, sembra che stia facendo più di un pensierino sul Quirinale «Su Berlusconi non intendo pronunciarmi». Guzzetti, lei conosce bene il Presidente Mattarella. Il suo no a un secondo mandato è definitivo?

«Mattarella non si ricandiderà neanche se provassero a costringerlo con la forza. E non lo farà per due motivi: il rispetto della nostra Costituzione, che per lui è sacro, e il contesto politico. C'è chi ha già detto che non lo voterebbe e lui non accetterebbe mai di essere un presidente divisivo».

 

enrico letta atreju 3

Enrico Letta non rischia di fare la fine di Bersani?

«Letta è tornato a occuparsi di politica con generosità, arrivando in un partito dove dominano capi e correnti. L'ha messo su pozioni progressiste, europeiste, e ha dimostrato attenzione verso la povertà dilagante e sensibilità per i corpi intermedi come i comuni e il terzo settore. L'iniziativa delle agorà è un'inversione drastica del rapporto fra base del partito e vertici. A Letta suggerirei solo una cosa».

 

Quale?

bersani renzi

«Deve spazzare via questa legge elettorale con le liste bloccate: è una delle cause della grande disaffezione verso la politica. Un altro errore dello sfasciacarrozze».

 

Sta parlando di Renzi? Il senatore di Rignano sembra molto sul pezzo nella partita del Quirinale

«Cos' altro può fare uno con il 2%? È la vecchia storia di Ghino di Tacco. Di sicuro potrà contare su molti dei parlamentari che ha nominato, e non parlo solo di quelli che sono passati a Italia Viva. Ha la vocazione dell'interdittore e come sempre vuol dimostrare che senza di lui non si va da nessuna parte. A mio avviso è una prospettiva sbagliata».

 

mario draghi regala un mazzo di fiori ad angela merkel

Il centro della politica italiana è molto affollato. Da democristiano che idea si è fatto?

«Se questo nuovo centro riuscisse a ridurre il peso dei due movimenti sovranisti e populisti sarebbe positivo. Cosa sarebbe dell'Italia se nel pieno del Pnrr finisse per essere rappresentata in Europa da qualcuno che sostiene il ritorno della lira?».

 

Anche lei filo-giorgettiano?

«Da anni conosco Giorgetti e lo apprezzo. Se la Lega si candida a governare il Paese deve risolvere il problema dei suoi rapporti con la Ue. Correre a Budapest da Orbán non credo sia un'alternativa».

mario draghi angela merkel

 

Cosa pensa dell'ipotesi Draghi al Colle?

«Penso che Draghi debba restare a Palazzo Chigi fino al 2023. Poi deve mantenere comunque un ruolo di primo piano. Cerchiamo di essere realisti: già oggi i partiti non accettano più le mediazioni del premier come qualche mese fa. Con Draghi al Quirinale si andrebbe al voto. A quel punto le 50 riforme in cantiere e la partita del Pnrr sarebbero perse. E poi Draghi è il nostro unico garante con Bruxelles: se lascia palazzo Chigi viene giù tutto».

Ultimi Dagoreport

francesco milleri gaetano caltagirone philippe donnet andrea orcel unicredit generali

DAGOREPORT – GENERALI DELLE MIE BRAME: L’AGO DELLA CONTESA POTREBBE ESSERE ANDREA ORCEL, BANCHIERE IRRAGGIUNGIBILE NEL CAMPO DELLE ACQUISIZIONI E FUSIONI. L’AD DI UNICREDIT, CHE HA IN TASCA IL 5,2% DEL LEONE DI TRIESTE (UN ALTRO 5 SAREBBE NEL CASSETTO) ASPETTERÀ L’ULTIMO MINUTO PER DECIDERE CON CHI STARE, IN BASE A QUALI VANTAGGI OTTERREBBE UNICREDIT (BANCA GENERALI? BPM? MEDIOBANCA?) – ALTRO NODO: IL 4,82% DI BENETTON - IN CASO DI SCONFITTA DEL DUO FILOGOVERNATIVO CALTA-MILLERI SUL LEONE DI TRIESTE, DIPENDERÀ IL FUTURO DI MEDIOBANCA, SOTTO OPA DI MPS. POTREBBE ANCHE SUCCEDERE L’ARRIVO DI UN CAVALIERE BIANCO (BANCA INTESA? UNICREDIT?) CON UNA CONTRO OPA…

antonella antonia rosa costanzo - ex moglie di paolo berlusconi vittorio feltri

DAGOREPORT - ALLA VENERANDA ETÀ DI 81 ANNI, VITTORIO FELTRI ANCORA IGNORA CHE IL GALANTUOMO GODE E TACE. COME QUANDO HA SPIFFERATO IL MOTIVO DELLE SUE DIMISSIONI DALLA DIREZIONE DE “IL GIORNALE”: “ME LA FACEVO CON LA MOGLIE DELL’EDITORE”, ALIAS PAOLO BERLUSCONI - OVVIAMENTE LA REAZIONE DI ANTONELLA COSTANZO NON SI È FATTA ATTENDERE. E VITTORIONE HA PENOSAMENTE RINCULATO: “IL NOSTRO RAPPORTO ERA DI SIMPATIA E AMICIZIA” - DA PARTE SUA ANTONELLA COSTANZO CI TIENE A FAR SAPERE A DAGOSPIA LA SUA VERSIONE DEI FATTI… – VIDEO

milan gerry cardinale zlatan ibrahimovic marcella verini giorgio furlani pierdonato vercellone donato

DAGOREPORT – ALTA TENSIONE AL MILAN TRA IL SENIOR ADVISOR IBRAHIMOVIC E L’AD FURLANI. LA SOCIETA’ E’ SPACCATA IN DUE FAZIONI: DA UNA PARTE CARDINALE, IBRA E LA POTENTISSIMA COMUNICATRICE DI RED BIRD E ELLIOTT MARCELLA VERINI, DALL’ALTRA FURLANI E IL CAPO DELLA COMUNICAZIONE DEL CLUB PIERDONATO VERCELLONE. LE DUE ANIME SI RIMBALZANO LA RESPONSABILITA’ DEL MANCATO INGAGGIO IN ESTATE DI ANTONIO CONTE – FURLANI GODE DELLA FIDUCIA DI PAUL SINGER, CHE CON ELLIOTT È DI FATTO IL PADRONE OMBRA DEL MILAN. È PROBABILE CHE IN ESTATE QUALCUNO SALTERÀ, SE NON TUTTI…

maurizio gasparri simona agnes

FLASH! - MAI DIRE RAI: PER IL FORZISTA MAURIZIO GASPARRI, MEMBRO DELLA COMMISSIONE VIGILANZA, SIMONA AGNES NON ESISTE, FDI SE NE FOTTE E SONO INIZIATE LE PRESSIONI SU GIANNI LETTA PER CONVINCERE LA SUA PROTETTA, SIMONA AGNES, PLURI BOCCIATA PER LA PRESIDENZA DEL CDA RAI, A DIMETTERSI LIBERANDO COSI' UN POSTO A UN NOME CHE POSSA OTTENERE I VOTI ANCHE DELL'OPPOSIZIONE... – LA REPLICA DI GASPARRI A DAGOSPIA: “OVVIAMENTE LA NOTIZIA CHE AVETE PUBBLICATO SU ME E SULLA AGNES È L’ESATTO CONTRARIO DELLA VERITÀ”

giorgia meloni donald trump

DAGOREPORT - LA "SPECIAL RELATIONSHIP" DI GIORGIA MELONI CON DONALD TRUMP ERA SOLO NELLA TESTOLINA BIONDA DELLA DUCETTA: QUANDO SI TRATTA DI COLPIRE L'EUROPA, IL TYCOON NON FA DISTINZIONI (LE TARIFFE AL 25% COLPIRANNO ANCHE L'ITALIA, MENTRE IL REGNO UNITO SARÀ ESENTATO) E LA PRESUNTA AMICIZIA CON LA "MERAVIGLIOSA LEADER" ITALIANA VA A RAMENGO - L'HANNO CAPITO ANCHE A DESTRA: BASTA SBIRCIARE IL TITOLONE DI PRIMA PAGINA DEL "GIORNALE" DI OGGI ("TRUMP, I PRIMI DUBBI DELLA LEGA") E ASCOLTARE LE PAROLE DEL MINISTRO URSO (FRATELLI D'ITALIA): "L'AMERICA PUNTA A DIVIDERE GLI ALLEATI EUROPEI" - LA "THATCHER DELLA GARBATELLA" E' INSOFFERENTE PER L'ATTIVISMO DI MACRON E STARMER MA I DUE SONO LEADER DI PAESI "PESANTI", CON ARMI NUCLEARI - PRIMA O POI L'UNDERDOG DOVRÀ ACCORGERSI CHE BACIARE LA PANTOFOLA DI "KING TRUMP" NON È STATA UNA BUONA IDEA...

donna sarda sardegna elly schlein

DAGOREPORT – ALLA DIREZIONE DEL PD, I RIFORMISTI DEM SONO SOBBALZATI SULLA SEDIA ALLE PAROLE DI ELLY SCHLEIN SULLA GUERRA UCRAINA: “NON SIAMO PER IL FINTO PACIFISMO DI TRUMP MA NEMMENO SIAMO CON L’EUROPA CHE VUOLE CONTINUARE LA GUERRA” - IL CLOU: QUANDO ELLY HA ATTACCATO LE INIZIATIVE SINGOLE DI MACRON E DI STARMER PER LA PACE, HA DETTO, TESTUALE: "ALL'EUROPA SERVE UN SALTO QUANTICO" (MA CHE CAZZO STAI A DI'?) - PICIERNO, PIERO DE LUCA, FASSINO NON CREDEVANO ALLE PROPRIE ORECCHIE: “QUINDI LA PACE SONO LE CONDIZIONI DETTATE DA PUTIN? ELLY, QUANDO LA SMETTI DI GIOCARE A NASCONDINO?” – ALTRO SCAZZO SUL REFERENDUM DELLA CGIL SUL JOBS ACT E SULL’ESERCITO COMUNE UE (TRANQUILLIZZATE LA DUCETTA: CON QUESTI SINISTRATI ALTRI 20 ANNI A PALAZZO CHIGI SONO SICURI…)